Hearts Burst Into Fire di My Pride (/viewuser.php?uid=39068)
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Heart burst into fire_Episode 30
Titolo: Until the end
Autore: My
Pride
Fandom: FullMetal
Alchemist
Tipologia: Flash
Fiction
[ 700 parole ]
Personaggi: Roy
Mustang, Edward Elric
Genere: Slice
of life, Sentimentale
Rating: Giallo
Avvertimenti: Shounen
ai, What if?
Benvenuti al banco dei prompt:
Pacchetto introspettivo › 15. Domani
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MISSING MOMENT ] EPISODIO
30: UNTIL THE END
We've
always been walking together on parallel lines,
and that's what we'll
keep on doing...
So I won't say goodbye,
'cause I'm gonna live
here and always be walking by your side.
- Love
Letter, chapter five -
Il
graffiare della stilografica sui fogli che stavo firmando rendeva
quel silenzio sordo quasi irreale, esattamente come quando si riusciva
a sentire a pelle la calma prima di una tempesta.
Non più di un paio di giorni
prima quell'ufficio in cui
mi trovavo era stato completamente abbandonato anche dall'ultimo membro
della mia brigata, lasciando completamente vuote le scrivanie che
avevano ospitato proprio i miei sottoposti. Mi ritrovai a sospirare
pesantemente, a quei pensieri, pronto a
riprendere il mio lavoro o almeno a tentare di farlo, ma fu un pesante
bussare alla porta e il rumore della stessa che si
apriva a richiamare la mia attenzione, tanto che alzai rapidamente lo
sguardo verso di essa, sbattendo più volte le palpebre
quando
vidi Acciaio.
Non potei nascondere a pieno lo stupore che si era dipinto sul mio
viso, nel vederlo dritto in piedi sulla soglia del mio ufficio. E
forse, polemizzò la mia mente, era proprio quella stessa
figura bionda che stavo osservando in quel preciso istante che mi ero
aspettato di vedere qualche giorno addietro. Adesso che era
lì, però, uno strano senso
d'oppressione e
dejavù sembrava dirmi che la scena già accaduta
con
Hawkeye si sarebbe ripetuta.
«Non
mi aspettavo una tua visita»,
ammisi poi in tono quasi incolore, riprendendo almeno in parte il
controllo di me stesso. «Pensavo
fossi ancora alla ricerca di quello strano gatto».
«È proprio per
questo che sono qui»,
si giustificò semplicemente, avanzando di qualche passo in
direzione della mia scrivania. «Mi
è parso giusto doverla avvisare della mia partenza».
«Partenza?»
ripetei, saggiando bene quella parola come se la stessi assaporando
sulla lingua. Quel bizzaro senso di inquietudine che avevo provato
pochi istanti
prima ritornò prepotente, schiacciando quel poco di speranza
che
sembrava essermi rimasta. Ma gli regalai uno dei miei migliori e falsi
sorrisi, forse
più per rassicurare me stesso che lui. «Sei
deciso ad andare, dunque?»
gli domandai retorico, ben conscio della risposta.
Difatti annuì, rendendo il
suo sguardo dorato duro e deciso,
ardente come in quella lontana mattina di quasi sei anni addietro.
«Devo
farlo»,
mi rispose, con voce quasi rotta dall'emozione che cercava di contenere.
«È
la sola e ultima speranza a cui io e Alphonse ci siamo aggrappati».
Quelle
sue parole non mi stupirono affatto, quasi le avessi previste. Mi
limitai dunque ad annuire appena a mia volta e ad alzarmi,
abbandonando la mia postazione per avvicinarmi a lui e dargli una
leggera pacca sulla spalla. «Allora
fa'
attenzione, Acciaio», mi sentii quasi in dovere di dirgli,
nonostante sentissi, in cuor mio, che quelle semplici parole di
circostanza valessero ben più di quanto sembrava.
Come colto un po' alla sprovvista, lui
sussultò, facendo scorrere
quel suo strano sguardo ambrato dal mio viso alla mia mano, come se non
se ne capacitasse, dando vita ad una piccola smorfia che faticai a
comprendere. Annuendo nuovamente, si sistemò la
camicia nera che indossava - e che aveva ormai sostituito il
sempre onnipresente cappotto rosso che si portava continuamente dietro
-,
socchiudendo appena gli occhi prima di darmi le spalle e cominciare ad
avviarsi alla porta.
«Non
dico di volerla incontrare nelle vesti di
Comandante Supremo»,
lo sentii dire poi «ma
mi aspetto di trovarla almeno Generale, quando
sarò tornato».
Mio malgrado, mi ritrovai a sollevare un
angolo della bocca mentre lo
seguivo con lo sguardo, con quell'ansia sempre più crescente
che
aveva ormai completamente invaso il mio cuore. Ma, nonostante tutto,
ero tranquillo. Forse perché sapevo - o volevo convincermi
di sapere - che
quel
ragazzo che avrei visto andar via sarebbe realmente tornato, un giorno.
«Anche se
forse ci vorranno anni per far sì che questo avvenga,
Acciaio, mi sosterrai e resterai sempre al mio fianco?»
domandai di getto, non riuscendo a frenare il fiume in piena che
sembravano essere diventate le mie parole.
Ormai pronto a lasciare l'ufficio si
fermò sulla soglia, con
una
mano poggiata sullo stipite della porta e lo sguardo rivolto nel
corridoio. Lo vidi voltarsi poco a poco e, sul viso di quel bambino che
avevo
praticamente visto crescere e diventare il ragazzo che avevo dinnanzi,
sorse appena l'ombra d'un sorriso.
«Fino alla
fine, Colonnello. Fino
alla fine».
HEART
BURST
INTO FIRE: SHATTERED SKIES { STAND BY ME }
- TWO YEARS TOGETHER -
~
END ~
_Note conclusive (E
inconcludenti) dell'autrice
Eccomi,
esattamente come promesso, nel giorno del RoyEd Mariage
con
l'ultimo capitolo di questa raccolta durata oltre due anni.
Sono
passati due anni da quando quest'idea di fare una raccolta, nata
da un semplice commento di chamaedrys
su Proposal
of Marriage,
è cominciata.
Abbiamo riso insieme, affrontato i momenti di vita quotidiana - non
sempre da definire normale - di Fuoco e Acciaio, e visto l'evolversi
del loro rapporto giorno dopo giorno e anno dopo anno, negli attimi
più disparati possibili. Avete conosciuto Jason, nato in un
giorno lontano di ormai quasi tre
anni
addietro, a cui molti di voi - per vostra stessa ammissione - si sono
affezionati, trovandolo il figlio perfetto di Ed e Roy.
Potrei spendere milioni di parole per ringraziarvi uno per uno
per aver
apprezzato questo personaggio, e per averlo amato con tutti i
suoi
pregi e difetti. Altrettante ne potrei spendere per i sorrisi che mi
avete regalato con
le vostre recensioni, molte delle quali, proprio perché
quasi complici, mi hanno fatta ridere divertita, ma le parole non
basterebbero comunque, dopo questi due anni che ci
siamo lasciati tutti dietro. Anni in cui, ammettiamolo, il livello di
EFP era maggiore.
Non voglio però trasformare queste note in un dibattito su
quanto sia calato il livello di scrittura amatoriale rispetto gli anni
scorsi (Prima ancora di iscrivermi lo seguivo da visitatore, quindi
sono praticamente sei anni che bazzico qui in giro e ho notato troppo
bruscamente il cambiamento), quindi passo a spiegare questa shot.
Trovata nel mio quadernetto degli orrori, originariamente questa storia
sarebbe dovuta essere una piccola drabble, ma sistemandola, visto lo
stile molto immaturo con cui era stata
scritta, è diventata una specie di flash fiction. Non segue
la restante linea della raccolta, consideratela infatti una
specie di missing moment del manga, visto che l'avevo abbozzata quando
uscirono le scan del volume 16.
Ho pensato che sarebbe potuta essere perfetta per chiudere la raccolta.
Non si capisce esattamente cosa provino i due protagonisti l'uno per
l'altro, se semplice ammirazione, gratitudine o amore, e ho voluto
appunto giocare su questo. Persino la frase pronunciata da Edward
è in linea con una
possibile storia fra loro, o forse è solo come una frase
detta da un
sottoposto fiducioso del suo superiore.
Chiudo
qui, adesso, abbracciando anche chi sta solo leggendo.
A chi mi
ha seguita fin qui e a chi si è perso per strada, a
chi commentava sempre e a chi si è aggiunto dopo, a chi ha
solo aperto un qualsiasi capitolo per dare una sbirciata e a chi senza
commentare leggeva soltanto... grazie.
~ Ringraziamenti
~
«Farewell?»
_My
Pride_
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del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Farai
felice
milioni di scrittori.
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