si ricomincia
Ciao a tutti, eccomi con il fantomatico seguito di Superior.
Premetto che non bisogna aver letto la storia, o meglio si, anche se
racconterò tutto! E renderò chiare tutte le parentele, e
i nuovi personaggi!^^ Che dire: buona lettura! Sperò che
vi piaccia, non temete non mancheranno i miei fantomatici sguardi al
passato, dopotutto è passato molto tempo dall'ultimo capitolo
della storia! Cmq sia ho cambiato molte cose, soprattutto le età
dei personaggi, di fatti Bra e Trunks hanno solo due anni di
differenza! Un bacione a tutti! E grazie per l'attenzione!
Superior - Sedici anni dopo -
IL DUBBIO ATTANAGLIA LA MENTE ANCHE DEL PIU' FERVIDO SCIENZIATO
Quante volte si era
rigirata nel letto, quante volte aveva già preso il telefono per
veder se l'aveva chiamata. Ma nulla! Nulla di nulla.
Erano due giorni
che era via per lavoro, con quella nuova segretaria, come si chiamava?
Non se lo ricordava davvero. Bulma Brief aveva la tendenza a
dimenticare i nomi di chi non le piaceva, perché poi non lo
sapeva neppure, era una mossa alquanto stupida, insomma il nemico
bisogna conoscerlo per bene, no? Nemico poi, insomma, era una ragazza
che
lavorava per Vegeta, né più, né meno, una semplice
segretaria. Ma tutta quell'aria di crisi che aleggiava in quel periodo
non le era di certo d'aiuto. Chichi e Goku, l'eterna coppia, avevano
avuto qualche screzio; lei e Vegeta certo li avevano, ma erano fatti
così, lo erano sempre stati. Perché ora questa situazione
doveva farla impazzire? Dopotutto non era detto che due persone si
debbano necessariamente stufare l'una dell'altra. Sbuffò
rigirandosi di nuovo tra le lenzuola. Perché non la chiamava? Le
sarebbe bastato anche solo un messaggio, un semplice squillo. Invece
nulla, le veniva persino da piangere. Odiava piangere, odiava sentirsi così
insicura, così persa. Eppure quel dannato dubbio si era infilato
nella sua mente, come un tarlo che le sfibrava il cervello e la portava
a veder cose che non c'erano. Non era forse vero che Vegeta non aveva
mai guardato nessuna a parte lei? Non perché lei fosse poi
così speciale, ma semplicemente perché lui non si era mai
interessato o perso dietro le gonne delle altre ragazze, o del genere
femminile in generale. Una per cui aveva perso la testa c'era, però: la
piccola Bra. Sebbene ormai avesse quindici anni, la ragazzina era pur
sempre la pupilla agli occhi del suo papi.
Bra era nata due anni dopo Trunks, ed era divenuta subito la cocca di
papà,
non che a Vegeta non importasse nulla del figlio, ma con
la piccola aveva un certo feeling. Erano praticamente uguali,
soprattutto
ora che la ragazzina si trovava ad affrontar quel periodo tanto
difficile. Trunks invece era
tutt'altro tipo: intelligente, simpatico, forse un po' troppo chiuso in
sé stesso. Bulma si stupiva sempre di come i suoi
figli somigliassero a lei solo esteriormente, poi per molte cose
erano
entrambi uguali al padre.
Guardò nuovamente il cellulare. Sbuffò e chiuse gli
occhi.
L'immagine di Vegeta avvinghiato a quella malefica segretaria le
apparve davanti agli occhi.
Li spalancò di colpo, sollevandosi di scatto. E si disse di
nuovo che Vegeta non era il tipo che faceva certe cose. Lui non poteva
tradirla con la prima che passava, lui l'amava! Oddio non che l'avesse
mai detto, però era sempre stata sicura ... Guardò
l'oscurità.
Vegeta non le aveva mai detto che l'amava! Perché non aveva mai pensato fosse un problema?
Ora le sembrava di sì. Perché dopo tutti quegli anni, non
si sentiva ancora libero di amarla in santa pace! Chichi le aveva detto
di non preoccuparsi, che Vegeta era un tipo che sapeva ciò che
voleva e voleva lei. Era pur vero, anche,
che c'era pure
Goku con lui. Ma che le importava? Non poteva certo esser un
attenuante; senza
contare che erano fratelli e quindi in una qualche modo Goku avrebbe
tutelato Vegeta in caso di tradimento. Poi quale scusa avrebbe
accampato? L'aveva chiamata solo per dirle che era
arrivato! Poi più nulla.
Si rigirò di nuovo nel letto
fissando l'ora che la sveglia proiettava sul muro: 23:30.
Ma
dov'era? Possibile avesse deciso di abbandonarla dopo tutti quegli
anni? Possibile non la volesse più!? Si strinse nelle lenzuola.
Il cuore le batteva forte. Non era forse un po' grande per sentirsi
male per uno stupido motivo? Si girò ancora di lato, cercando un
po' di pace.
Poi un rumore alla finestra la fece sussultare. Qualcuno stava forzando
il vetro. Bulma cominciò a tremare terrorizzata. Chi era? Un
ladro? Proprio quel giorno, e ora cos'avrebbe potuto fare? Non c'era
nessuno a parte lei Trunks e Bra. Si rannicchiò e chiuse gli
occhi. Avrebbe sicuramente fatto meglio a finger di dormire, sperando
che, il malvivente, non si accorgesse del suo cuore che batteva
all'impazzata e della paura che le aveva afferrato lo stomaco. La
finestra si aprì e Bulma sussultò preoccupata.
Sentì dei rumori, qualcuno era davvero entrato, poi ecco che lo
sentì poggiarsi sul letto. Trattenne il respiro. Cosa le
avrebbero fatto. Sentì un paio di scarpe rantolare sul
pavimento, poi il materasso si rialzò. Serrò ancora di
più gli occhi, sentì la porta del bagno sbattere. Si
voltò, osservando la linea di luce che filtrava dalla porta e lo
scroscio dell'acqua cominciar a scendere.
"Vegeta ... "
Disse piano. Poi, si alzò dirigendosi verso la porta del bagno,
spalancandola e rimanendo, per un attimo abbagliata dalla luce.
"Dove cavolo eri! Potevi chiamarmi! Potevi farti sentire!"
Disse irrompendo nel bagno e fissandolo mentre si infilava sotto l'acqua calda.
"Mi si è scaricato il telefono!"
Disse chiudendo lo sportello della doccia.
"Perché poi, sei passato dalla finestra!"
Disse Bulma, mentre si spogliava velocemente. Una doccia non le avrebbe
fatto di certo male, poi doveva parlare con lui! Vegeta non disse nulla
nel vederla entrare, però aveva riconosciuto il suo sguardo, la
conosceva bene ormai. Qualcosa non andava.
"Non volevo svegliarti!"
Disse sincero, ma lei lo guardò dritto negli occhi con lo sguardo dubbioso, lui si voltò.
"Com'è la segretaria?"
Disse secca Bulma, non voleva girarci intorno, aveva bisogno di
sentirsi dir la verità, aveva bisogno di sentirgli dire
perché non l'aveva chiamata! Perché non aveva sentito il
bisogno di lei!
"Cosa?!"
Disse lui voltandosi finalmente per guardarla negli occhi.
"Hai capito benissimo! Non ti sei fatto sentire per due giorni, cosa dovrei pensare!?"
Vegeta storse il naso tornando ad insaponarsi il corpo.
"Pensa quello che ti pare! Io non ho fatto nulla. E poi chi sarebbe la segretaria!?"
Bulma si portò le mani sul seno, perché non voleva dirle la verità?
"Quella che lavora con te e che è venuta al meeting!"
"Eravamo solo io e carota! Quindi non dir stronzate!"
Bulma sgranò gli occhi fregandogli la spugna di mano.
"Non mentire!"
Vegeta riprese la spugna e Bulma scivolò, poggiando il piede su
del sapone liquido che era caduto sul piatto doccia e cadde sulla
ceramica con un tonfo.
"Non sto mentendo, non me ne frega di quella donna, non me la ricordo
neppure! E piantala di farmi storie inutili! Non voglio esser accusato
di cose che NON ho fatto!"
Disse secco dandole le spalle. Bulma si poggiò alla parete,
lasciando che l'acqua scivolasse sul suo corpo insieme al sapone e alle
sue lacrime. Lo sentiva così distante, si sentiva così
stanca.
Perché Vegeta era così freddo. Non l'amava, non l'aveva mai amata.
"Potevi chiamarmi! Potevi farti sentire!"
Vegeta la prese per il braccio sollevandola e schiacciandola contro le piastrelle fredde.
"Parli sempre troppo!"
Disse catturando le sue labbra e premendo il suo petto muscoloso contro
il suo corpo, la sorresse con le sue braccia, aveva una tremenda voglia
di lei. Due giorni erano bastati per fargliela mancare, e ora lei se ne
veniva fuori con simili insinuazioni. Ancora non aveva capito che a lui
non importava nulla delle altre. Eppure Bulma aveva questa malsana
convinzione che dopo molto tempo tra due persone non potesse esserci
più amore. Stronzate!
Loro erano loro, non erano gli altri, non erano lo stupido Carota e la
sua stupida moglie. Erano sempre Bulma e Vegeta, come una volta. Non si
dice forse che le coppie stanno insieme per tutta una vita solo in due
casi?
Il primo era un amore spirituale e platonico, mentale insomma, ci si
ama senza sfiorarsi mantenendo quell'alone di magia; il secondo,
invece, tutt'altra storia! Accade quando due persone si desiderano
ardentemente litigando spesso, per mantener vivo il
rapporto, quando, quindi, hanno un'ottima intensa intesa sessuale.
E loro, di certo, rientravano in questo secondo campo!
Perché Bulma non lo capiva? Aveva bisogno di sentirsi dire che la amava, ma non era poi ovvio!?
Avevano due splendidi figli, avevano una bella vita insieme.
"Ti amo Vegeta, non mi puoi tradire!"
Gli disse lei stringendosi con le gambe alla sua vita. Lui la baciò soltanto, stringendola tra le braccia.
"Sposiamoci Vegeta!"
Disse ad un soffio dalle sue labbra e carezzandogli i capelli scuri.
Lui la guardò sorpreso, mollandola e spegnendo l'acqua. Si
sentiva di colpo un terribile nodo alla gola, un cappio.
Non poteva andar bene così! Uscì dalla doccia lasciandola sola.
"Ve ... Vegeta ..."
Disse Bulma sorpresa infilandosi l'accappatoio.
"Non sono tipo per queste cose. Dovresti saperlo."
Disse secco lui, senza guardarla e andando verso la stanza. Bulma poggiò la testa contro la parete. Cos'avrebbe dovuto pensare? Decisamente non l'amava più.
La musica era alta, gli stava trapanando la testa. Chiuse il fumetto
che stava leggendo. Si poggiò sulla sedia sfilandosi gli
occhiali neri e poggiandoli sulla scrivania. Non aveva proprio voglia
di studiare quella sera. In realtà non aveva voglia di far
nulla. Vedeva sua madre preoccupata, e non poteva far altro che
sentirsi vicino a lei. Spense il lettore Mp3, e posò il prezioso
volumetto a colori che aveva appena finito di legger con
avidità. Chiuse le la finestra che aveva lasciato parzialmente
socchiusa e spense il cellulare, benché la casella dei messaggi
lampeggiasse, aveva ricevuto un nuovo messaggio. Non aveva voglia di
parlar con nessuno, e non era nemmeno interessato. L'unica cosa che gli
premeva davvero era passar quel dannato compito di trigonometria. Non
che fosse un problema per lui, ma aveva una tremenda voglia di prender
tutti bei voti, di sentirsi il migliore. Perché? Boh, non c'era
un motivo preciso, ma si sentiva superiore agli altri e voleva
dannatamente dimostrarlo a tutti, soprattutto a suo padre, il quale
vedeva solo Bra.
Bra di qui, Bra di là. Bra non far questo, Bra sei brava!
A lui mai che fosse data tutta quell'attenzione. Si buttò sul
letto fissando il soffitto. Odiava sentirsi in competizione con Bra, ma
di fatto lo era sempre stato. Suo padre, sua madre, poi beh, anche suo
nonno, erano tutti presi dalla ragazzina! Lui sempre in secondo piano per chiunque.
Bra a scuola faceva la rappresentante, Bra era carina, Bra era
intelligente, Bra era la più brava al Dojo, lui invece ... Lui
non si impegnava. Era bravo a scuola certo, ma di seguir le orme di suo
padre ancora non ci aveva pensato. E aveva già diciassette anni!
Perché non poteva solo far quello che voleva? Sì, era
decisamente stupido il suo discorso, ma i suoi genitori erano
così ridondanti che lui doveva per forza seguir le loro orme.
Oh, certo, poteva perfino scegliere: l'azienda del padre, o quella
della madre? Ma se lui semplicemente avrebbe voluto far altro? Goten lo
prendeva sempre in giro e gli diceva che era davvero stupido pensar una
cosa del genere, lui almeno aveva delle possibilità! Goten non
ne aveva affatto. Certo suo padre aveva il Dojo, con suo nonno, ma non
aveva nulla a che fare con l'impero Prince. L'azienda Prince in parte
apparteneva anche allo zio Goku, ma aveva scelto di gestire quella di
suo padre, Bardack ne era rimasto contento, la zia Chichi un po' meno!
Aveva sacrificato una vita dietro i suoi figli e si ritrovava sempre
con le pezze al culo!
Insomma Trunks non voleva esser sua madre o suo padre, voleva solo esser Trunks!
Ma la cosa sembrava impossibile. Voleva sentirsi libero di
scegliere, ma erano tutti impegnati ad occuparsi di loro stessi, per
pensare a lui. Beh, avrebbe fatto lo stesso: per Trunks, d'ora in poi,
ci sarebbe stato solo Trunks!
Si guardò allo specchio lisciandosi i lunghi capelli neri, per legarli poi in una lunga coda.
Avrebbe cambiato l'ennesima scuola, quanto era rimasta alla
città dell'Est? Tre mesi? Quattro? Forse era già durata
troppo. Suo padre si lamentava spesso che lei non riuscisse ad aver
degli amici, come diavolo poteva fare? Non aveva neppure il tempo per
farseli! Ma questa volta sarebbe stato diverso, questa volta avrebbe
fatto le cose a suo modo.
Si infilò sotto le coperte, era pronta per iniziare, di nuovo.
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