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Sproloqui:
Jeanne d'arc -Giovanna d'Arco- mi ha sempre affascinato. È
comparsa solo una volta in Hetalia e mi ha incuriosito questo accenno
di Francia alla sua eroina. Qualche tempo fa ho comprato Storica, una
rivista della National Geographic che consiglio a tutti, che aveva un
piccolo intramezzo su questa pulzella, come veniva chiamata. E ho avuto
uno scatto di artista!
Jeanne fu venduta dai Francesi per dei soldi. Gli inglesi, che vedevano
in lei -che era stata capace di risollevare la Francia- un pericolo, la
tacciarono di stregoneria e la misero al rogo. Per informazioni
più specifiche sulla sua morte andate su wikipedia
I Francesi non vinsero la Guerra, ma di sicuro si difesero e fecero
sì che gli Inglesi tornassero in Inghilterra a mani vuote.
Agonie
«Jeanne! Jeanne!»
Francia urlava come un folle, il suo corpo ancora provato dalla
battaglia, fragile di giovinezza si divincolava tra la folla,
cercandola.
«Jeanne! Jeanne! Dieu, Jeanne!»
Quei suoi concittadini radunati lì, curiosi di vedere la
morte. Voleva vederla, doveva
vederla.
Cosa aveva fatto? Perché non le aveva creduto?
Perché aveva dubitato di lei?
Lei, la dolce e forte Jeanne.
Si ricordava
perfettamente di quel giorno, quando la vide per la prima volta.
Arrancava per i campi della Lorena, disperato e ormai sul punto di
morte. Si ricordava che cadde a terra, mentre l'armatura lo soffocava
per via del caldo pesante e umido.
Si ricordava che
maledisse Dio, che chiese il suo aiuto mentre cercava di scampare da
quel metallo che lo intrappolava.
E Dio gli
mandò un angelo.
Maledetti Inglesi! Maledetti loro e la sua follia!
L'aveva venduta, come uno stupido, aveva venduto lei, la sua unica
guaritrice. La sua bella e dolce santa.
«Jeanne» ripeteva, ancora e ancora.
«Jeanne» senza sosta, spingendo via quella gente
senza anima, senza cuore, che si beava nel vedere la strega che ardeva
sul rogo.
Ma la mite e battagliera Jeanne non era una strega, lei era l'Amore,
lei era la Bontà.
E lei stava per morire.
«Monsieur
» esclamò quando lo vide. Si buttò a
terra e prese la sua testa, poggiandola sulle sue ginocchia. Gli tolse
l'elmo e si accorse che il cavaliere che stava soccorrendo non era
altro che un giovane ragazzo, con un accenno di barba sul viso e le
guance scavate dalla fame.
Con abilità,
quasi guidata da una potenza superiore, lo liberò da quella
vecchia e pesante armatura.
Lo portò a
casa sua e Francis si ricordava di come l'aveva aiutato, di come lo
aveva accudito e di come gli aveva ceduto il suo letto, andando a
dormire davanti al fuoco spento.
Francia ricordava tutto
della sua salvatrice.
Finalmente giunse davanti alla gogna. La pira si alzava e arrivava fino
ai suoi piedi. Il suo corpo, velato malamente in un panno lurido di
sangue e sporcizia, era stretto da corde, che le ferivano la pelle
sanguinante.
«Oh, Jeanne» sussurrò Francis. Il suo
tono uguale a quello di un agonizzante.
Cosa aveva fatto?
Perché l'aveva venduta? Perché era stato
così folle e insano?
Alzò lo sguardo e con sgomento vide il boia gettare una
torcia tra la legna, che iniziò ad ardere.
«Oh, Francis,
capisco bene...» sorrise la ragazza, giovanissima, mentre
passavano la serata a chiacchierare. «Ma non credo sia il
caso di arrendersi, non ti pare?»
Gli stava sistemando la
camicia e Francis era seduto sul letto, scomposto, sbuffò.
«Jeanne, sei
una donna, non puoi capire le cose della guerra. Dare il trono agli
Inglesi sarà la cosa migliore.»
La ragazza scosse il
capo, si alzò e gli rimise la camicia sistemata. Gli
baciò la fronte con dolcezza e sussurrò:
«Nessun percorso è facile, nessuna vittoria si
conquista con la resa. Francis, Cristo non è risorto non
morendo. Ha sofferto per poi tornare glorioso. Bisogna soffrire,
Francis. È Dio che lo dice».
Si ricordava queste
parole, Francis. Si ricordava la loro forza.
Jeanne non guardava in basso. La testa volta verso il cielo plumbeo di
Rouen, i capelli che si liberavano e fendevano l'aria fredda.
Francis rimase lì sotto, a piangere come uno stupido.
Crollò a terra, quando iniziò ad urlare il dolore.
Sarebbe arsa viva, sarebbe arsa a causa sua.
Strinse i pugni e vide quelle mani bruciare, diventare prima fuoco e
poi cenere. Quelle mani che lo aveva accarezzato ed accudito.
E vide i bianchi seni diventare polvere, la bellezza della loro
freschezza appassire.
E infine gli occhi, ormai appartenenti a un corpo morto che
continuavano a guardare in alto.
«Jeanne... Jeanne»
«Francis,
vinceremo» gli aveva sussurrato prima di lanciarsi sul campo
di battaglia.
«Francis, non
ci arrenderemo»
E lui non lo aveva fatto.
Angolo Autrice:
ç___________ç ho pianto, scrivendola, ho pianto e
non so bene perché.
Spero che piaccia a qualcuno, io l'ho scritta di getto, presa dalla
foga artistica e spero sia riuscita bene.
Tanti auguri, Fré, questa donna forte e potente è
tutta per te!
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