-BJO
- Wanna Play?-
Bastava un click per entrare in quel portale, e una password per avere
accesso a quella stanza privata.
Lì, sul Black Jack Order, i giocatori abbandonavano i loro nomi reali e
si facevano chiamare con dei nickname.
In quel sito di Poker online c’erano due persone molto conosciute: una
di appena diciotto anni, che si faceva chiamare “Sad_Pierrot”, e
l’altra di ben ventisei, secondo le loro schede personali, che
riportava come nick “The Pleasure”.
Ogni giorno i due erano sfidati da altri giocatori bramosi di batterli,
attendendo il dì in cui si sarebbero potuti incontrare per giocare,
duellare e, infine, amarsi in quel luogo dove la tecnologia
creava corpi cibernetici in grado di rispecchiare quello reale.
E quel giorno, finalmente, arrivò.
[Yaoi -Tyki x Allen]
FanFiction partecipante
alla Challenge "2010: a year together", indetta
dal Fanfiction Contest
~ { Collection of Starlight }
~ FanFiction pubblicata
per il "Poker pair Week 2010" ~
-Title: BJO
- Wanna Play?
-Autor:
XShade-Shinra
-Manga:
D.Gray-man
-Pairing:
TxA (Tyki x Allen - Poker
pair)
-Rating:
Arancione
-Genre:
Commedia, Sci-Fi - Fantascienza, Erotico
-Warnings:
Yaoi, AU
-Prompt: #
246 - Una partita a poker
-Chapter:
One-Shot
-Disclaimer:
Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non
esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti
in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono
(purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori;
questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma
solo per puro divertimento.
-Note:
Fantascienza, finalmente! Era da mesi che volevo scrivere una FF di
questo genere su DGM. Ho approfittato del prompt proposto (molto comune
e banale), per lavorare su un qualcosa di un po’
più originale e non ordinario come si potrebbe pensare,
anche se - a conti fatti - il succo rimane sempre quello. Spero che
questo cliché dal tocco futuristico possa essere a voi
gradito.
Buona lettura. ^^
- BJO - Wanna Play? -
Bastava un
click per entrare in quel portale, e una password per avere
accesso a quella stanza privata.
Lì, sul Black Jack Order, i giocatori
abbandonavano i loro nomi reali e si
facevano chiamare con dei nickname.
In quel sito di Poker online c’erano due persone molto
conosciute: una di appena diciotto anni, che si faceva chiamare
“Sad_Pierrot”, e l’altra di ben ventisei,
secondo le loro schede personali, che riportava come nick
“The Pleasure”.
Ogni giorno i due erano sfidati da altri giocatori bramosi di batterli,
attendendo il dì in cui si sarebbero potuti incontrare per
giocare, duellare e, infine, amarsi in quel luogo dove la tecnologia creava corpi cibernetici in
grado di rispecchiare quello reale.
E quel giorno, finalmente, arrivò.
Quattro giocatori fecero il login nella sala che era stata dedicata
loro.
Sad_Pierrot,
ovvero Allen Walker;
The Pleasure, Sir Tyki Mikk;
Bookman Junior,
Lavi e
Chomesuke,
Sachiko.
Come arbitro era stato chiamato il moderatore principale di quel sito,
Link Howard detto Due_Nei.
Raramente scendeva in campo uno dello staff
principale a sovrintendere la partita in modo che non ci fossero bari,
ma in quel caso era stata una scelta praticamente obbligatoria: Allen e
Tyki erano parecchio conosciuti per giocare sporco pur di vincere le
partite importanti, inoltre erano due dei giocatori più
conosciuti che si sfidavano per la prima volta, e gli accessi dei
visitatori in quella partita sforarono il tetto previsto dai fondatori,
intasando addirittura il canale.
«Ai vostri posti» ordinò
Link, mentre prendeva appunti sulla sua tabella digitale.
Ognuno dei giocatori iscritti al sito aveva una scheda nella quale era
obbligatorio presentare
i propri dati anagrafici reali e altri dati a seconda di quello che la
gente voleva sapere su di loro. Solo per gli amministratori del sito
era previsto
vedere una maschera in più nella sezione
“statistiche giocatore”: un codice molto pesante e
complesso estrapolava dati su dati a seconda dei filtri di ricerca e
delle impostazioni per mettere completamente a nudo il
giocatore, capendone le strategie e le mosse vincenti.
I ragazzi presero posto a sedere, salutando i partecipanti.
Parlavano naturalmente come se fossero in carne ed ossa e non
entità astrali create nel web. Chiunque si iscriveva in quel
sito di poker online, pagava una cospicua somma di denaro e riceveva a
casa una speciale tuta, la quale, una volta indossata, permetteva al
corpo
di vivere all’interno dell’etere di internet.
Questo era stato creato per un motivo ben preciso: i programmatori del
BJO (acronimo del sito) volevano proporre al mondo un nuovo modo per
giocare a poker. Basta programmi 2D, basta anche con quelli 3D e stop
all’utilizzo di videocamere. Ci voleva dell’altro.
Così avevano pensato di trasportare i giocatori direttamente
in campo, in modo che potessero sentire la ruvidezza delle carte, il
respiro dei compagni e il battito del loro cuore, perfino
l’odore di resina del tavolino dove giocavano e, soprattutto,
potessero vedere il volto degli altri giocatori, cercando di
intelleggerne i bluff. In quel modo, ci si poteva sfidare con qualcuno
lontano miglia e miglia, ma averlo accanto come fosse in carne ed ossa;
bastava solo un collegamento a internet, la speciale tuta e una
discreta
conoscenza della lingua inglese, quella ufficiale del sito.
«Salve a tutti»
salutò
Allen, cordiale ed educato.
«Yo, ragazzi! Da non credere! Mi sto sfidando con
delle star!» fece Lavi, accomodandosi sulla sedia.
«Buonasera, cho. È un onore poter
essere qui con voi…» soffiò Chomesuke, la
quale, essendo la più novizia, era un
po’ in imbarazzo.
«Ciao, ragazzino» Tyki,
invece, salutò solo e direttamente Allen, che gli
riservò un sorriso speciale.
«Ciao, Tyki…»
Il moderatore e gli altri concorrenti rimasero un po’
sorpresi del fatto che il Pierrot l’avesse chiamato per nome, poiché si
era soliti chiamarsi con il nickname.
«Così, alla fine, pur essendo di due gironi
diversi, siamo riusciti ad incontrarci»
sorrise il ragazzo di nazionalità portoghese.
«Iniziamo» Link troncò sul
nascere il loro discorso, accendendo il pannello digitale che avrebbe
dato il via alle danze.
Ai loro occhi si materializzò il croupier: un ologramma,
progettato cosicché non ci fossero brogli, rappresentato
come una bella geisha dai lunghi capelli neri, vestita in kimono.
Il BJO era organizzato in modo che fosse molto difficile sfidarsi
direttamente con una persona prestabilita: gli utenti erano divisi in
diversi gruppi, scelti automaticamente dal sistema una volta completata
l’iscrizione. Essi erano: Golem, Noah, Esorcisti, Finder,
Akuma, Broken, Umani e Scienziati. Otto gruppi, esclusi quelli della
Sovrintendenza e dei Corvi, che rappresentavano la programmazione e la
moderazione del sito, e il Gruppo chiamato “BOSS”,
dove vi erano unicamente i due fondatori/amministratori, che si
facevano chiamare
Il_Vaticano e Noè.
Per ogni partita, i quattro sfidanti venivano scelti in automatico
dal programma
esclusivamente all’interno del proprio gruppo di appartenenza
e solo quando si arrivava a un certo totale di Tonks – somma
di crediti gioco e punti in classifica – si poteva richiedere
di sfidare anche i concorrenti degli altri team, scelti sempre in
maniera totalmente casuale dal sistema.
Ma, a volte, c’erano delle iniziative particolari: delle
partite a campione che vedevano coinvolti dei partecipanti estratti a
sorte dal destino tra tutti i gruppi, indipendentemente dai Tonks
posseduti.
Il 24 Agosto si festeggiava l’anniversario della
nascita del BJO e, appunto per questa ricorrenza, si era pensato a un
incontro del genere: prendere un giocatore di ogni gruppo, dividerli
quindi in quartetti e organizzare due maxi-sfide.
Come quella che stava per iniziare.
Una sola mano.
Una sola possibilità.
Un’unica
partita a poker.
Un modo per festeggiare quel compleanno in maniera nuova e allettante
per
i giocatori prescelti e per il pubblico – coloro
che non erano stati estratti ma che potevano seguire l'andamento di
quelle partite da quando venivano date le carte alla proclamazione del
vincitore.
Soprattutto per Tyki e Allen, che continuavano a lanciarsi piccole
occhiatine fugaci.
«Ehi, ragazzo, facciamo una nostra sfida
personale, soldi a parte?» domandò il
portoghese, mettendo l’invito nel piatto.
«Dimmi» disse Sad_Pierrot, facendo altrettanto,
come anche Lavi e Sachiko prima di lui – che stavano in
silenzio, capendo che tutti gli occhi del pubblico erano per i due
chiacchieroni.
«Potremmo giocarci qualcosa di… personale,
diciamo» ghignò, prendendo le
carte che il croupier aveva dato loro. Le cinque carte che
avrebbero decretato vittoria o sconfitta.
«Sei bissessuale. Devo forse temere per la mia
incolumità?» chiese il ragazzo.
«Non hai scritto nulla riguardo alle tue preferenze
sessuali, nella scheda. Significa che potrei forse avere una
possibilità?» maliziò The Pleasure, notando
che aveva in mano già una doppia coppia superiore ai J e
aprendo
così con la posta del piatto, sicuro di avere la
partita in pugno. «Piatto»
disse,
lasciando agli altri la decisione.
Sachiko non aveva assolutamente nulla, ma decise di vedere,
Lavi aveva un abbozzo di scala e seguì Chomesuke, e
Allen…
«Rilancio»
dichiarò,
aggiungendo al piatto un valore triplo di quello della prima puntata.
Tyki lo guardò negli occhi, mordendosi il labbro inferiore –
non per rabbia ma per l’eccitazione, che si scorgeva
facilmente in quei suoi occhi dorati. «Vedo»
disse, aggiungendo la posta che
mancava.
«Passo,
cho»
disse subito Sachiko, posando le
carte sul tavolo, decidendo così di non partecipare oltre.
«Vedo»
esclamò invece Lavi.
Erano rimasti in tre.
Tyki cambiò una sola carta, Lavi tre – cercando di fare
così scala – e Allen si dichiarò
servito.
Era arrivato il momento di una nuova puntata, dove Tyki
rigiocò la posta lanciata dall’inglese, somma di
denaro troppo grande per Lavi che abbandonò il gioco,
lasciando solamente Sad_Pierrot
e The Pleasure a combattere
per quella
vincita.
«Mostrami le tue carte, Tyki…»
soffiò Allen, guardando il moro negli
occhi.
Non una sola e unica espressione si leggeva sui loro visi,
perfettamente seri e professionali. Due facce da poker di tutto
rispetto.
«Volentieri, ragazzino» rispose,
scoprendo le sue carte. «Doppia coppia»
disse, sudando impercettibilmente.
Purtroppo era già sicuro di aver perso, ma lo sfidante gli
sorrise mite, mostrandogli le proprie: una coppia, pura e semplice.
L'ologramma dunque sparì, e Link annuì serio e proclamò Tyki
vincitore di quella
sfida, aggiungendo nuovi parametri e montepremi al suo profilo online,
per poi sparire assieme al pubblico, facendo il logout: per loro la
partita
era finita là.
«Quindi…»
sussurrò Tyki, mentre i quattro si alzavano in piedi, chi
diretto all’uscita, come Lavi e Sachiko, e chi deciso a restare in
quella sala.
«Ho perso, sì. Speravo in un bluff, per
farvi abbandonare» ammise il Pierrot, sentendo le mani
di Tyki posarsi sul proprio bacino, con leggerezza.
«E chi perde paga»
ridacchiò il Piacere, prendendo Allen e sbattendolo di
schiena sul tavolo verde dove poco prima avevano giocato i
partecipanti di quella fugace partita a poker.
Il ragazzino allargò appena gli occhi, sorpreso, ma non ebbe
di certo paura del gesto del portoghese:
«Devo pagare con il mio corpo?»
domandò, allargando le gambe.
Erano mesi che avevano sognato quell’incontro: i loro corpi
nel ciberspazio alla mercé l’uno
dell’altro, per soddisfare i loro desideri più
reconditi.
«L’avrai capito, ormai, che vado pazzo di
te…» rispose l’uomo, mordendosi il
labbro inferiore, mentre osservava il ragazzo che sembrava non fare una
piega a quella situazione.
«Scusa, cho...»
sussurrò Sachiko, rivolta a Lavi, guardando imbarazzata i
due, mentre Tyki
prendeva lo sfidante per la camicia e la apriva di colpo, facendo
saltare i bottoni dalle cuciture.
«Dimmi» fece
l’altro.
«Ma… quei due…»
borbottò, osservandoli.
«Sei irruento…»
soffiò Allen, posando con delicatezza la tibia in mezzo alle
gambe di Tyki e facendo strisciare il proprio arto inferiore per dare
piacere all’uomo.
«So che ti piace»
ghignò lui, facendo scivolare a terra il soprabito e
togliendosi i delicati guanti mordendoli dalla punta del dito medio.
«Come fai a saperlo?»
domandò l’inglese, guardandolo con le proprie
pozze argentate piene di passione e desiderio.
«Te lo leggo negli occhi»
rispose l'altro, calando il volto sul suo e scambiarsi con lui un bacio
ai
limiti della decenza.
«…Quei due stanno assieme, cho?»
finì di chiedere Chomesuke, notando come il moro stesse
accarezzando il petto del ragazzo e come quest’ultimo si
contorcesse dal piacere sotto di lui.
«Ufficialmente no» rispose Lavi.
«Però Allen ci rimane sempre malissimo
quando succede che qualcuna cerchi di farsi notare da Tyki
durante una
partita e Tyki è arrivato ad essere BANnato per una
settimana a causa di ciò che ha fatto a uno che aveva osato
sfiorare i capelli di Allen. Sono terribilmente gelosi l’uno
dell’altro».
«Perché, che ha fatto?»
«Tyki seguiva la partita come spettatore e, quando ha visto
quell'utente infastidire Allen, ha hackerato il sistema, è entrato
nella loro sala e gli ha spaccato
il muso con un pugno».
«Wow! Ma si conoscono dal vivo, cho?»
domandò lei, mentre i due amanti si scambiavano
baci infuocati e frasi sporche.
«Non saprei, presumo di no, dato che abitano
così lontano l'uno dall'altro. Si conobbero sulla nostra chat, il “The
Ark”, e cominciarono a frequentarsi appena
The_Pleasure rientrò dal BAN».
«Ahn, Tyki!» L’urlo di Allen
distolse i due dalla loro chiacchierata: Tyki aveva abbassato i
pantaloni dell’albino e ora la sua testa era tra le gambe
snelle e pallide del ragazzo, tenute divaricate.
Le urla di Sad_Pierrot riempirono presto la sala, facendo arrossire i
due ragazzi rimasti.
«È ora che facciamo logout anche noi,
così li lasciamo in privato» suggerì Lavi, scuotendo la testa come per
dire che potevano
almeno aspettare prima di mettersi a fare le loro cose. «I
collegamenti con gli altri del BJO sono stati ormai staccati da fine
partita».
«Sì, cho…» fu
d’accordo anche Sachiko, mentre uscivano dalla sala virtuale,
lasciando soli i due sfidanti, intenti a consumare un connubio immorale
e posticcio, ma per loro tremendamente eccitante. Entrambi attendevano
da mesi quell’incontro e, finalmente, avevano coronato il
loro sogno. D’amore o di sesso che fosse.
Tutti i giorni, almeno una volta nell’arco delle ventiquattro
ore, si incontravano e passavano diverso tempo a chiacchierare
insieme in chat. Ormai non riuscivano più a fare a meno
l’uno dell’altro.
«Pic—colo, domani sono a
lavoro» fece il moro, sdraiandosi sul suo
corpo d’etere e lasciando che i propri pantaloni cadessero a
terra, facendolo così rimanere del tutto nudo, come Allen.
«Torno di sera…»
«Già pensi al domani? Io dopo voglio la
rivincitAH!» esclamò il ragazzo, sentendo
poi Tyki toccarlo intimamente con il proprio organo.
«Devo andare alla cena di rappresentanza tra poco,
piccolino. Non posso» spiegò.
«Sono anche in ritardo, ma… tu sei
più importante…» disse,
sentendosi rinascere al contatto con quelle carni rese calde dalla
tecnologia.
«Tyki…» pigolò
piano il ragazzo, sentendo il Piacere spingere in lui.
«Ahn, sei davvero così anche nella
realtà o hai pagato un hacker?»
domandò il portoghese, perso in lui per tutte le sensazioni,
intime e profonde, che lo facevano vibrare come una corda di violino
suonata dal maestro Paganini.
«Chissà… Ti piacerebbe
scoprirlo?» lo stuzzicò, prendendolo per la
cravatta
sciolta e trascinandolo in un bacio che durò
ininterrottamente fino a quando i due non raggiunsero il loro climax,
riposandosi poi sul tavolino dove avevano appena finito di consumare.
Rimasero lì, abbracciati inscindibilmente per interi minuti,
saziandosi dei respiri e dei battiti del cuore del partner.
«A domani,
“Pierrot”» lo salutò Tyki,
accarezzandogli il volto
mentre il suo corpo si disfaceva in migliaia di piccoli cubi.
«Ci sentiamo in chat» gli
sussurrò, dandogli un gentile bacio sulle labbra, per poi
sparire.
«A domani… è stato un
“Piacere”»
bisbigliò Allen, toccandosi le labbra e diconnettendosi a
sua volta, lasciando la sala pulita, vuota e ordinata
com’era prima che i quattro giocatori vi accedessero.
Bastava un click per entrare in quel portale, e una password per avere
accesso a quella stanza privata.
Lì, sul Black Jack Order, i giocatori
abbandonavano i loro nomi reali e si
facevano chiamare con dei nickname.
In quel sito di Poker online c’erano due persone molto
conosciute: una di appena diciannove anni, che si faceva
chiamare
“Tyki’s_Pierrot” e l’altra di
ben ventisette, secondo le loro schede personali, che riportava come
nick
“The (Pierrot’s) Pleasure”.
§Owari§
XShade-Shinra
Note:
In data 14-10-2010 si è conclusa la
poker week 2010.
Volevo ringraziare tutti quelli che durate
la settimana dall'otto al quattordici hanno recensito le
mie storie (e quelle scritte con l'account RRS " Madame Melerik")
o che le hanno messe tra i preferiti/seguiti/da ricordare. *^* E' stato
come se anche voi aveste partecipato a questa piccola festa creata dai
fans! ^^
Appena avrò qualche minuto di tempo libero risponderò a tutti! ^^
Grazie ancora per aver partecipato,
XShade-Shinra
|