The Shining Rose
Scorpius
posò la penna sul foglio, con un sospiro.
- A chi
scrivi?-chiese con la sua solita curiosità Lily , mulinando
i lucenti capelli rosso fuoco.
Non poteva fare a
meno di guardarlo, e sentirsi bella,e mostrare la sua
bellezza, e ammirare quella del suo fidanzato.
Avvenne
così, un giorno come un altro. Lui si era accorto in un
lampo che lei…lei era bella.
Tanto bella da
desiderarla. Tanto bella da lasciare Rose.
Tanto bella da
non dispiacersi per lei. Tanto bella da meritare quella enorme
felicità, che era stare con lui, permetterle di ammirarlo
ogni singolo giorno.
Poteva essere
sbagliato….ma
per Lily, guardando le lacrime sgorgare dai bellissimi occhi cerulei di
sua cugina, nulla pareva più giusto.
La sua
felicità. La loro felicità. La
felicità nel sentire qualcosa appartenerle.
Con due fratelli
maggiori, delle cugine che spiccavano per intelligenza e bellezza (
Rose per entrambe), nulla era mai del tutto suo.
Doveva lottare
con le unghie e con i denti perché una cosa, qualcuno, le
appartenesse, e la volesse per come era.
E ci era
riuscita. Con la sua vivacità, il suo menefreghismo, la sua
sensualità e la sua bravura a Quidditch, e in altri sport
più intimi.
Perciò,
ogni volta che guardava Scorpius, di nascosto, gioiva della
sua semplice presenza accanto a lei, dei suoi baci, delle sue
carezze, dei suoi ansiti, rivolti a lei, e non a sua cugina.
Lui
l’aveva scelta, preferita a Rose.
Rose aveva tutto.
Aveva l’amore di tutta la famiglia, la bellezza eterea di una
madonna, l’intelligenza spiccata di sua madre.
Inoltre era
dolcissima, gentile e disponibile con tutti…
Ma Scorpius aveva
preferito lei.
Lo
so Rose, sono cattiva. Ma tu puoi essere felice di tante
cose…io invece ho un'unica felicità, da molti
anni a questa parte.
Prendere
il tuo posto nella vita di Scorpius.
- Vai
Astor…-
Il falco
librò in aria, e cominciò a battere a
intermittenza le lunghe ali grigie.
Scorpius lo
guardò allontanarsi, e poi se ne andò.
Devo
sperare. Devo sperare nella tua bontà, Rose.
Il sorriso di Lily splendeva
nella tiepida giornata di sole.
La
abbracciò, baciandola con ardore, le lacrime di Rose
già scomparse nella sua testa.
Lily
era così…vivace. Sprizzava gioia da tutti i pori,
era decisa, bella nella sua sensualità.
Era
semplice amarla, amarla mentre gemeva per i suoi colpi, amarla mentre
gli sorrideva, quando Rose si voltava.
Era
semplice mentire a Rose, per essere felice con Lily.
A
Scorpius piaceva l’amore. Piaceva essere amato.
Secondo
lui era quello che lo differenziava da suo padre…lui sapeva
amare.
Aveva
saputo amare Rose, e ora sapeva magistralmente amare Lily.
Per
amore si fa tutto. Nella sua mente, poteva anche far soffrire Rose.
Per
amore, l’amore che lui poteva avere con Lily…per
amore si soffre, sempre.
Rose
come al solito non aveva versato una lacrima.
Si
era distaccata da lui e Albus. Nella sua infinità
bontà, non voleva che il cugino dovesse decidere da che
parte stare.
Si
era rifugiata nei suoi libri, partecipando poco alla vita di famiglia.
A
lui e Lily non dispiaceva. Le sarebbe passata, pensavano entrambi, dopo
una notte di fuoco e passione tra lenzuole scosse.
Si era relegata da sola ai
margini. Le uniche sue compagne erano le lettere a Dominique, in
Francia.
Non
lo faceva pesare a nessuno….sempre così, Rose. Si
sacrificava, per il bene di tutti, anche di chi la faceva soffrire.
Quando
aveva saputo che lui e Lily avrebbero trascorso le vacanze con tutta la
sua famiglia, alla Tana, aveva volutamente accettato l’invito
di Dominique.
In
Francia, per due mesi.
Albus
si era opposto, l’aveva abbracciata, implorandole di non
partire, di non lasciarlo.
Ricordava
bene il loro dialogo, che gli aveva fatto aprire gli occhi.
Un
fulmine, un lampo, come quando si era innamorato di Lily…e
un lampo, e aveva capito cosa aveva fatto.
-
Maledirò Scorpius e Lily. Lo giuro…-
-
Al, non fare nulla…non faresti mai nulla. Vuoi loro troppo
bene, e gliene voglio anche io.-
-
E perché parti allora?-
-
Perché sto male…e devo dimenticarlo. Voglio solo
che mi auguri buona fortuna, Al….-
Il
cugino la abbracciò, stringendola forte a se.
In quel momento,
di tre mesi prima, si era svegliato.
Rose, aveva
brillato…più degli occhi di Lily, di quel verde
splendente.
Gli
occhi di Lily brillavano di sola gioia.
Rose
risplendeva sempre, nella gioia e nella sofferenza.
E in quel
momento, in quel lampo di luce bianca, aveva capito.
Il dubbio si era
insinuato dentro di lui.
Quando Rose,
partì, non volle andare a salutarla, per paura di vedere
ancora quello sguardo.
Albus
si era chiuso in un impenetrabile silenzio , da quando lei era partita.
E
Lily…gli appariva spenta.
Non si era
spenta. Era sempre lei, vivace, carina, sensuale…viveva di
piccole attenzioni, che non era difficile regalarle.
È che
non brillava. Ciarlava allegra, lo accarezzava, come una gattina
vogliosa.
E lui non faceva
altro che pensare a Rose, a loro due.
Gli abbracci che
si scambiavano nei momenti di bisogno.
I baci nei
corridoi isolati, quando non volevano che il mondo li vedesse.
L’amore
con lei, così assoluto, così speciale.
La
osservò raccogliere i libri ad un primino, che
arrossì al suo sorriso.
Si
era chinata a terra, e scusandosi, lo aveva aiutato , per poi dirgli
dov’era la sua classe.
Il
bambino era corso via, e lei aveva continuato a sorridere, felice di
aver fatto qualcosa di utile.
E
da allora, aveva desiderato conquistare quell’angelo sempre
seduto in disparte.
Timida,
bellissima, riservata, buona.
Molti
la concupivano, all’epoca, attirati da
quell’aureola di bontà e riservatezza del tutto
particolare.
Non
era stato facile. Rispondeva a stento alla sua gentilezza, alle sue
domande.
Era
stato discreto, sorrisi, attenzioni…man mano lei si era
sciolta.
La
prima volta che avevano fatto l’amore.
Era stato stupendo accarezzarla,
insinuarsi piano piano dentro di lei, dentro quell’anima che
fuggiva come un uccellino in gabbia, se qualcuno desiderava possederla.
Si
era dimenata tra le sue braccia, e lui la aveva coccolata, baciata, su
tutto il corpo.
Tutto,
purchè lei stesse bene con lui. Tutto per poterla possedere,
anche solo per pochi istanti.
Pochi
istanti, in cui lei era veramente sua.
Era
questo il problema. Rose sembrava sfuggirgli in tutto. A stento
manifestava le sue emozioni, i suoi pensieri.
Era
buona con lui, come lo era con tutti…e a Scorpius non
bastava.
Era
bellissimo amare quell’angelo, era bellissimo e tremendo
possederla…ma ogni volta, si insinuava dentro di lui il
dubbio che lei non fosse mai completamente sua.
Lui
per lei era cambiato. A stento si riconosceva.
Lei
invece non aveva subito cambiamenti di sorta. Era sempre la timida,
riservata Rose.
Non
era sicuro lo amasse, più di quanto amasse altri.
Si
lasciava dolcemente possedere, e questo non bastava al suo infiammato
desiderio di possedere interamente quell’uccellino che non
voleva essere ingabbiato.
Lily
capitò a fagiolo. Così attiva, così
dirompente, come la fiamma dei suoi capelli rossi.
La
speranza negli occhi verdi. Il suo grandissimo bisogno di lui.
Si
era lasciato trascinare da lei. Rose rispondeva a stento al suo
desiderio, troppo presa dai suoi compiti, e dalla sua bontà
verso gli altri.
Lui
doveva dividerla con la sua famiglia, con tutti quelli a cui serviva,
con quei maledetti libri che avevano tutto il suo interesse.
Lily
invece non chiedeva altro che essere sua.
Aveva
cominciato a non sopportarla. Non sopportare quella aria da angelo
così distaccato, e le mentiva.
La
odiava, e la amava insieme.
E
poi l’odio era prevalso, quando aveva visto il suo compagno
Zabini provarci con lei, e lei sorridere.
Sorrideva
sempre.
Risplendeva
sempre, per tutti, non solo per lui.
Lui voleva una
ragazza vera. Una ragazza che rispondeva totalmente, quando facevano
l’amore, non quell’angelo che dall’alto
del suo piedistallo di bontà sembrava fargli un piacere
quando lo baciava.
Lily era
perfetta, e lui l’aveva veramente amata, dimenticandosi di
Rose, che si era fatta dimenticare.
Avvolto
nella fiamma, che si spegne, aveva dimenticato la luce.
Rose aveva
volontariamente smesso di risplendere, o di spegnere un po’
la sua luce.
Ma questa era
destinata a brillare, ancora, e lui ad osservarla.
La fiamma di Lily
si era spenta, la sua fiamma per lei si era spenta.
E nelle lacrime
che Rose aveva versato quando l’aveva lasciata, aveva
finalmente visto il suo amore, troppo tardi.
Le aveva scritto
tutta l’estate, lettere piene di sentimento, di amore.
Aveva implorato
perdono, chiedendo solo di rivederla.
Continuava a
fingere con Lily. Mentiva, da magistrale attore quale sapeva di essere,
mentre aspettava con ansia, una sola risposta, dall’unica
ragazza che da sempre aveva voluto amare e essere amato.
Lily non
sospettava. Nel suo ingenuo amore per lui, nella sua superficiale
simpatia.
Scorpius si era
reso conto che Lily dentro era vuota. Tutta la sua
sensualità, simpatia, intraprendenza, nascondeva un vuoto, e
un bisogno di attenzioni che nessuno le regalava.
Ma lei non se le
conquistava. Poteva sedurre, ma presto tutti si stancavano di una
ragazza così vuota, che da offrire aveva solo la sua
simpatia, e la sua vitalità così effimera.
Scorpius si era
reso conto che da sempre Lily desiderava quello che le altre cugine
avevano, soprattutto, quello che Rose aveva.
Da sempre,
nemmeno consciamente, Lily invidiava Rose.
Perciò
non le importava se Rose per una volta avrebbe sofferto.
Era questo che la
differenziava tanto da Rose.
Lily
pretendeva amore per invidia.
Rose
lasciava andare l’amore per altruismo.
E
lui…lui aveva cercato la via più semplice per
essere amato.
Quando
tornò alla Tana, Albus gli andò incontro,
sorridendogli dopo tre mesi.
E non ebbe
bisogno di ulteriori spiegazioni.
Lei stava
tornando.
- Una festa. Una
splendida festa, la migliore di tutte, per la mia bambina.-
Ron Weasley
affermò deciso come non lo era mai stato , guardando la
moglie e il genero.
Lily si
rabbuiò. Ecco, l’angelo della famiglia tornava, e
si doveva celebrarlo con tutto il fasto possibile.
E
guardò Scorpius. Aveva negli occhi un espressione felice.
In
fondo è la sua migliore amica. Nient’altro.
Lui
mi ama. Ha scelto me, mi ha preferita a quella santarellina di Rose.
Me,
me, me, me.
Quella sera
sarebbe dovuta essere bellissima, provocante, sensuale da far paura.
Scorpius
allacciò i polsini della camicia.
Lily gli aveva
riferito che si sarebbero visti alla festa, voleva fargli una sorpresa.
I Weasley avevano
fatto le cose in grande per Rose. Il locale più elegante di
Londra, convitati eleganti.
Era il loro modo
di ringraziarla di aver portato la luce nella loro famiglia, si
ritrovò a pensare, con un sorriso.
L’avrebbe
rivista.
Già si
immaginava il suo sorriso così puro, quella pelle lattea, e
quei piccoli spicchi di cielo,i suoi occhi,in un espressione sorpresa e
felice.
Sorrise,
pensando che presto, quegli occhi si sarebbero spalancati per lui, al
suono delle sue parole portatrici di amore.
Lily stava bene.
Era un dato di fatto. Era sensualissima, nel suo abito rosso,
cortissimo e merlettato di pizzo. Forte matita nera sugli occhi, e
rossetto rosso sulle labbra carnose.
Ma lui, appena
entrato, cercava con lo sguardo un'altra persona.
Lily gli prese la
mano, trascinandolo a ballare.
Si
lasciò guidare da lei come sempre, e non soffrì,
per quello che stava per dirle.
Rose avrebbe
accettato di essere sua. Non poteva dispiacersi per
Lily…avrebbe capito.
All’improvviso,
tutti si zittirono, e si spensero le luci.
Dominique, con un
sorriso, aveva trascinato una bendata Rose ridacchiante in sala, come
gli aveva sussurrato Lily.
Anche se non la
vedeva ancora, stava per sentirsi male.
E altrettanto
improvvisamente le luci si accesero di nuovo, illuminando una
bellissima ragazza, e lui respirò di nuovo.
Rose si
portò le mani alla bocca, e delle lacrime di gioia uscirono
dai suoi occhi.
I genitori
corsero ad abbracciarla, come Albus.
Scorpius non
notò che Lily aveva un espressione ferita, troppo preso ad
osservare la ragazza dispensare sorrisi, e baci a tutti.
Albus la tenne
stretta a lungo, sussurrandole parole di affetto, e lei lo
abbracciò, ridendo e piangendo insieme.
E decise di
avvicinarsi.
Albus lo
lasciò passare, con evidente disturbo per dover abbandonare
così presto la cugina preferita.
Lanciò
a lui e Lily un occhiata di profondo disgusto, prima di sparire.
Il sorriso di
Rose si restrinse di poco, ma con la sua solita gentilezza lo
salutò.
- Ciao Scorpius.
Mi fa piacere che tu sia qui…Lily,ti trovo in splendida
forma.-sussurrò.
Lily le
baciò una guancia, il sorriso spento e incattivito.
Rose
continuò, gli occhi bassi.
- Non dovevano.
Non ho fatto nulla per meritarmi tanto sfarzo…sono solo
tornata a casa.-
- Infatti.-disse
Lily, rigida come un bastone.
Le era uscito di
bocca.
Rose si
irriggidì, e arrossì.
E fu un lampo.
- Rose,
ovviamente siamo tutti felici di vederti…ci sei mancata
tanto.-disse, in tono fermo, sottolineando le ultime parole.
La
guardò fisso negli occhi. Aveva mandato indietro tutte le
sue lettere, senza nemmeno aprirle.
Da quanto tempo
non guardava Rose negli occhi. Da quanto tempo non la stringeva tra le
braccia, beandosi di ogni suo sospiro, o di un suo bacio.
E Rose gli
negò di andare oltre, distogliendo lo sguardo.
- Scusatemi. Devo
andare a salutare gli altri ospiti, sarei scortese.-
E si
allontanò, la testa china, e quei meravigliosi boccoli
castani ondeggianti sulle sue spalle coperte dalla seta nera del suo
semplice tubino.
E lui si
ritrovò con un grande gelo dentro, che la fiamma di Lily non
poteva sciogliere.
Perché
si era spenta, o non c’era mai stata.
Rose
scappò fuori. Non ne poteva più, tutta quella
folla.
Da perfetta brava
ragazza aveva accettato tutti i saluti con le sue frasi fatte, ormai
imparate a memoria.
“
Grazie”, “ Lietissima di conoscerla”,
“ Che piacere che siete venuti”
I suoi genitori,
tutti, che le sorridevano felici.
Era contenta di
essere tornata.
Era contenta che
fossero tutti lì per lei…che ci fossero sempre,
con il loro amore disinteressato.
Scorpius
approfittò dell’assenza di Lily, che parlava con
qualcuno, vedendo Rose fuggire fuori, in terrazza.
La
seguì.
Rose era come al
solito in un angolo, nascosto, e odorava il profumo dei fiori.
Si
trovò ad ammirarla , ammirare la grazia con cui compiva quel
semplice gesto.
Era sempre
delicata, come se potesse far male solo sfiorando qualcosa.
Le si
avvicinò e lei si voltò, al suono dei suoi passi.
I suoi occhi
lucenti si tinsero di paura.
Scorpius si
ritrovò a sospirare, quando si fermò accanto a
lei.
La
guardò, e lei non si sottrasse.
Provò
il fortissimo desiderio di stringerla tra le braccia, e baciarla.
E fare
l’amore con lei, perdersi in quegli spicchi di cielo , mentre
arrivavano insieme al Paradiso.
Rose
tentò di allontanarsi, ma non glielo avrebbe permesso.
La trattenne per
un braccio.
- No. Ti devo
parlare.-
La
lasciò subito andare, e lei obbediente tornò al
suo posto, accanto a lui.
Continuò,
deciso.
- Non hai
risposto alle mie lettere.-
- Non ho nulla da
dire, al ragazzo che sta con mia cugina…-rispose lei, a tono.
- Non era lui,
che ti scriveva.-proruppe lui.
Non doveva
vacillare. Le prese la mano, e Rose non si mosse di un millimetro, ma
lui scorse quel moto di repulsione, nel suo corpo così
fragile.
- Era il ragazzo
a cui sei mancata. È il ragazzo che ha sbagliato,
fraintendendo il tuo altruismo per poco amore.-
Si
avvicinò di più, e lei non si ritrasse.
D’impulso,
la afferrò per i fianchi , avvicinando i loro volti.
Rose si
dimenò, come un uccellino, ma lui non demorse.
La strinse di
più, sussurrandole all’orecchio
- Volevo un amore
semplice, e sul tuo, avevo solo dubbi. Pensavo che amassi tutti, come
amavi me, e non potevo sopportarlo.-
Rose lo
scostò malamente, gli occhi, di solito tanto brillanti,
rimpicciolirono, e si spalancarono di nuovo.
- Io amo tutti,
ma di un amore vero. Il tuo invece, è solo un modo per
differenziarti da tuo padre…pensi che basti amare, per non
essere come lui.-
- Me, mia
cugina…non ti importa chi. Tu devi amare, così
non diventi cattivo…non funziona così.-
Si sporse dal
balcone, sorridendo.
- Non sei stato
nemmeno sincero. Stavi con Lily nei bagni, e poi baciavi me. Mi hai
lasciato e sei corso da lei. Non ti sei fatto scrupolo di sbandierarla
davanti a me…non hai avuto rispetto del mio dolore. Tanto
io…-
Rose
abbassò il capo, e lui la guardò. Era calma,
troppo calma.
- Tanto io sono
Rose, io sono buona, io perdono, io mi metto da parte. Io sono forte, e
tutti mi amano…io ti avrei dimenticato, avrei sofferto in
silenzio, senza dare fastidio a nessuno. Me ne sono perfino andata, per
non darvi fastidio, e per dimenticare…-
Sorrise.
- E ci sono
riuscita, Scorpius…ora non ti amo più, e lo dico
con orgoglio. Sono buona e ti perdono. Perdono anche Lily, sperando che
guarisca dalla sua invidia per me…e perdono te, per aver
scelto lei. Hai scelto bene, voi siete uguali.
Lei ti ama
perché ti ha strappato a me. Tu la ami perché
è semplice amarla. Tu hai scelto di amarla anche se mi
avrebbe distrutto il cuore. Siete due superficiali, e tu non ti meriti
di essere amato davvero.-
Forse era la
prima cosa cattiva che Rose aveva mai detto. Ed era per lui.
Scorpius la
fermò, prima che fosse tardi. Prima di perderla per sempre,
senza aver tentato di spiegarsi.
Lei era buona.
Lei era Rose. Lei non lo avrebbe condannato ad una vita di buio, senza
corrispondere il suo amore.
Lei amava tutti,
non poteva negare proprio a lui, il suo amore disinteressato.
- Rose, ascolta.
Ero confuso, pensavo che tu non mi amassi…ho sofferto tre
mesi, ho desiderato solo ritornare indietro e non fare mai quello che
ho fatto.-disse,
- Io ho sofferto
per un anno intero, e a voi non
importava…com’è che dicevate?tanto lei
è forte, lei dimentica, lei ha l’amore di
tutti….-
- Non importa
quanto ami, e da quanti sei amata. Importa se l’amore che ti
portano resiste a tutto, anche ai dubbi…e il tuo non
è così…-continuò.
- Rose,
ti amo…e tu mi ami.-
- Tutti
mi amano. E io amo tutti…ma è sbagliato.
L’amore non si dovrebbe donare così facilmente.
È un regalo prezioso, e io ho trovato una persona
più meritevole di te di averlo, che sa quanto vale.-
Rose lo
lasciò lì, rientrando lentamente. Non stava
fuggendo, semplicemente, con la sua grazia, e la sua bontà
lo stava lasciando volontariamente, e spegnendo la sua luce.
Lui non riusciva
a pensare. Si chiese dove aveva sbagliato.
Si
portò le mani al viso , appoggiandosi alla balaustra.
E una voce lo
riscosse.
- Te lo sei
meritato…-
Albus. Nascosto
dietro un vaso di fiori. Aveva sentito tutto.
Guardò
il suo ex migliore amico. E in quel momento capì.
Albus si
avvicinò a lui, con un ghigno sarcastico.
- Lei
è troppo buona, e tu troppo superficiale. Ha perfettamente
ragione, come sempre…-
Entrambi la
guardarono mentre sorrideva, illuminata dalle luci della festa, gentile
e disponibile come sempre.
La solita Rose,
come se non gli avesse mai spezzato il cuore.
Scorpius
osservò Albus. E notò il suo sguardo.
Fu un lampo e
capì.
Albus
la amava.
- Eri
fortunatissimo, Scorpius. Lei ti amava, ed era possibile per voi amarvi
e essere felici….ma hai preferito la via più
semplice.-
- Ora dovrai
accontentarti come me di far parte della sua vita.-
Albus lo
guardò e sorrise, profetico.
- Ma per te
sarà più difficile…io non
l’ho mai vista risplendere solo per me.-
Albus si
girò, avviandosi dentro.
E lui non
provò nemmeno gelosia. Perché aveva ragione.
Aveva
voluto la debole fiamma e la luce aveva deciso di non splendere
più per lui.
Spazio autrice:
Scusate,
l’ho postata male. Eccovela per intero.
Martedì
è stato il mio compleanno. Diciamo che questo è
il mio regalo.
Pessimo regalo.
La mia seconda storia su Lily-Scorpius-Rose.
Ovviamente, a
favore di Rose!Io non sopporto Lily.
Forse la storia
è troppo descrittiva e c’è poca
azione. Non lo so se apprezzerete.
Forse non dovevo
inserire Albus, cugino innamorato di sua cugina. Di solito non tratto
l’incesto, o questi tipi di amore.
Devo
assolutamente ringraziare Herys, l’idea è venuta
da una sua storia. Spero che non mi accusi di plagio!
Spero
che comunque commenterete!
Baci baci, a
presto.
|