Desclaimer:
non mi appartengono né i personaggi né tantomeno
la canzone dei Beatles "Obladi Oblada", di cui il titolo è
un verso.
Lala
how the life goes on.
È
di nuovo il giorno del Ringraziamento e tu hai una voglia matta di
tacchino ripieno – di quelli buoni, come non ne mangi dai
tempi della mamma.
Papà
di sicuro non se ne ricorda neppure: è tornato poche ore fa
da una caccia; ha poggiato il fucile, dato un bacio in fronte a Sammy,
una pacca sulla spalla a te e poi è crollato sul divano.
Ora
dorme in camera sua, in quel motel ancora più squallido del
solito con la tappezzeria a losanghe marroni – tu odi le
losanghe -, mentre tuo fratello guarda i cartoni animati.
Sammy
ha la testa appoggiata al palmo della mano e lo sguardo triste: non
è certo questo il Ringraziamento che vorrebbe, quello
descritto a scuola dai compagni; niente famiglia che si stringe attorno
a un tavolo lunghissimo per i Winchester – nessun cugino,
nessun nonno, nessun parente; né tantomeno una sorridente
mamma che serve il pranzo. Nulla di cui ringraziare.
Deglutisci,
mentre scarti la confezione di tacchino arrosto comprato al baracchino
di fronte al motel. Ti passi una mano sulla bocca, a cancellare
l’amarezza, e fai posto a uno dei tuoi soliti sorrisi, allo
stesso complice e beffardo.
Sbatti
sulle ginocchia di Sam la vaschetta di alluminio e stappi due birre.
“Dean,
cosa diavolo…?” domanda, stupito e dubbioso, il
tuo fratellino di dodici anni.
“Sai,
Sammy, è da un po’ che ci penso: non sei
più così piccolo. È ora di iniziarti a
uno dei grandi piaceri americani: l’alcol!”
“Ma
papà…”
“Papà
dorme. E comunque anche la mia prima birra risale a quando avevo la tua
età. Bei tempi, quelli: mi bastava quella per essere
brillo!” sospiri, teatrale.
“Adesso
non fare l’uomo vissuto: hai solo quattro anni in
più di me, non sono tanti!” Ti ridimensiona lui,
come al solito – bene, è già meno teso.
“Sì
sì, continua a parlare, marmocchio: avrai sempre qualcosa in
più da imparare rispetto a me. Anzi, ” aggiungi,
infilandoti una patatina in bocca e ghignando in sua direzione
“so per certo che canterai l’inno nazionale con la
testa nel cesso non appena ne avrai buttata giù un
terzo.”
Sam
alza lo sguardo, un luccichio di sfida negli occhi: “Ah
sì? Scommettiamo che riesco a finirla tutta senza
problemi?”
Fai
finta di pensarci un secondo, poi annuisci, concedendoglielo.
“Come vuoi, Sammy. Ma se non ci riesci – e non ci
riuscirai, fidati di me – andrai tu in lavanderia per un mese
di fila. Senza essere accompagnato con l’Impala.”
Tuo
fratello annuisce e alza la posta in gioco: “E se vinco io,
tu pulisci gli stivali di papà e gli lavi i calzini a
mano” sottolinea con un ghigno malefico quella serpe
“fino a Capodanno.”
Fai
una smorfia disgustata: sadico, il ragazzino.“Ci
sto.”
Mentre
brindate, sancendo quel patto con un cenno della testa, Sammy
ridacchia, sicuro della vittoria.
Appena
due ore dopo, gli sfili di mano la birra a metà e la fai
sparire nel tuo stomaco con un ghigno: già t'immagini il suo
urlo trionfante - te
l’ho detto che ci sarei riuscito!
Sammy
dorme placido, con la fronte liscia e le labbra distese. E nonostante
la montagna di calzini flatulenti che ti sei appena guadagnato,
sorridi: adesso hai qualcosa per cui ringraziare.
NdA: Ambientata durante
l’infanzia dei Winchester, questa fan fiction non ha nessuna
pretesa: semplicemente, avevo voglia di scrivere sui miei fratellini
preferiti ** E visto che questo è il mio esordio nel fandom,
spero proprio che sia Dean che Sam siano rimasti IC!
Un
segno del vostro passaggio, di qualunque tipo, sarà
più che gradito :)
Elena
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