Perché
lei non era fatta per lui.
Non
aveva
mai avuto paura di niente, lei.
Neanche
dei
temporali.
E
mentre la
pioggia cadeva incessante, lei non si era cercata un riparo. Non voleva
cercarsi un riparo.
Perché
lei
era la Pioggia. Era acqua, e la
pioggia portava tristezza, solitudine.
Malinconia.
Sospirò.
Non
doveva sentirsi così. Cercò di ritrovare uno dei
suoi migliori sorrisi, Rein.
Doveva essere felice, perché sua sorella, il giorno dopo, si
sposerà. Doveva
essere felice per non rovinarle il matrimonio.
Rientrò
al
castello, non si preoccupò del fatto che aveva bagnato tutta
l’entrata, non si
preoccupò del fatto che Camelot, la sua balia, le diceva che
non aveva ancora
imparato ad essere una principessa, non si preoccupò del
fatto che poteva
prendere un raffreddore. Non si preoccupava di niente. Un bel bagno
caldo e sarebbe
ritornato tutto a posto.
Rein
si
immerse nell’acqua che profumava di rosa, giocherellando con
la schiuma che si
era formata. Sembrava neve, la candida neve che non cadeva mai nel
Regno del
Sole, ma quella che cadeva in tutti gli altri regni. Anche nel regno di
Ombra. Il ragazzo che il giorno dopo
sarebbe diventato suo cognato. Solo un semplice cognato.
La
blu si strinse
le mani sulle braccia, come se avesse freddo. Strizzò gli
occhi, cercando di
mandare via quella sensazione.
Lei
era solo
un’amica, agli occhi di quel principe che, quando lei e la
gemella erano ancora
poco più delle ragazzine, la bramava, senza che lei se ne
accorgesse.
“Stupida”,
si rimproverò mentalmente. Non doveva affatto pensarci,
ormai era troppo tardi
per rimpiangersi. Doveva andare avanti, doveva essere felice per la
gemella e lui.
Pioveva
un
po’ dai suoi occhi, ma si limitò a sorridere, per
cacciare via quelle gocce che
odiava tanto. Forse la gente penserà che era
un’ipocrita, però non le importava
più di molto. E poi, lei era promessa in sposa
all’altro, quel ragazzo perfetto
che aveva ammirato da sempre per la sua Brillantezza.
Le
campane
cominciarono a suonare incessanti, producendo un suono grave e
prolungato. Quel
suono era come una pugnalata al cuore per la blu. Era
l’inizio di qualcosa che
stava per finire.
“Non
è mai
cominciato, in verità” disse in un soffio, mentre
guardava la sua gemella
avanzare. Era davvero bellissima in quel vestito bianco come il latte,
con i
boccoli morbidi e luminosi che le ricadevano sulle spalle e sulla
schiena, con
gli occhi leggermente truccati, con quel sorriso dolce che ornava il
viso che
sprizzava gioia da tutti i pori. I suoi passi erano lenti, fluidi,
eppure
sembrava che fosse più veloce del vento.
La
Pioggia sentì per
l’ultima volta il
calore delle braccia dell’Ombra
sul
suo corpo, prima di chiudere gli occhi, e sentire quei due
“Sì, lo voglio”
pronunciati dagli sposi.
Era
veramente finita.
Rein
aprì le
sue iridi acquee, per poi abbassarle, sorridendo in modo amaro. Non
doveva
rimpiangersi per aver fatto quella scelta, non doveva essere triste
perché il Bene e
l’Ombra si erano sposati.
Era giusto così. Gli opposti si dovevano
per forza attrarre.
In
fondo,
cosa avrebbero combinato loro due insieme? Niente. Le giornate
sarebbero state
monotone, perché loro si assomigliavano troppo. Andava bene
così, perché era
così giusto che la solarità e la freddezza si
sposino.
“Va
bene”,
si ripeté.
E
nel mezzo
dei festeggiamenti, la Pioggia si
limitò a sorridere a tutti, cercando di essere
più allegra possibile. Evitò in
tutti i modi di volgere lo sguardo alla coppia felice, e si
concentrò solo nel
non pensare che era finito. Solo così riuscì a
realizzare che da quel momento
non avrebbe mai più sorriso in modo naturale, a realizzare
che non sarebbe
riuscita a cambiare il corso degli eventi, a realizzare che, quando
vedrà il
suo nipotino, non riuscirà a non far salire le lacrime agli
occhi.
Alla
fine
della giornata, Rein andò su uno scoglio che si affacciava
al mare infinito. Il
suo cuore mancò un battito, era stata strappata
all’acqua, come il suo nome era
stato strappato alle nuvole. Il suo cuore mancò un battito,
il cielo era rosso,
il sole stava per tramontare, e in lontananza si vedeva già
il color cobalto
della notte, accompagnato dal colore plumbeo di una promessa di pioggia.
Lei
non
pianse, non aveva più lacrime per farlo.
Quella notte,
sarebbe stato il cielo a piangere anche per lei.
Disclaimer: 'Questi
personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà
dell'autore; questa storia è stata scritta senza alcuno
scopo di lucro'
Note
dell'autrice
Lo so, sono davvero
tremenda. Mo' divento pure emo O___O
Non importa. Salve a
tutti XD Come vi va la vita? A me bene, mi sto perfino divertendo nella
mia scuola xD anche se fra due note di classe dalla vicepreside
verrò bocciata O.o
Coooooomunque. Ho
trasformato i nomi dei protagonisti :DDD Fine vuol dire "Bene", Shade
vuol dire "Ombra", Bright vuol dire "Brillante" (che ho trasformato in
"Brillantezza" XD) e Rein... beh, ho pensato alla sua pronuncia, che
era quella della parola "rain", ed ecco qui "Pioggia" ^___^ poi, tutto
il resto viene da sé U.U
Ringrazio chi
leggerà questa fanfiction, chi la metterà nelle
preferite/ricordate, chi recensirà e chi darà
anche solo una veloce occhiata ^.^
Mi scuso per gli errori
eventualmente presenti nella fanfiction U.U
Alla prossima!
Chuu <3
giu_Rainbow
|