Capitolo1
Quel giorno, Harry era pervaso da un senso di calda euforia.
Sorrise, ancor prima di aprire gli occhi, di quel verde intenso che aveva
ereditato da sua madre, Lily. I raggi del sole accarezzarono il suo viso, i
pulviscoli si posarono sulle lenti dei suoi occhiali, poggiati negligentemente
sul comodino, accanto al suo letto. Ron russava ancora nel letto accanto al suo
e rise quando, alzatosi a mezzo busto, una volta inforcato i suoi occhiali, lo
vide avvolto come una crisalide azzurra nelle sue lenzuola, a pancia in giù, la
bocca aperta, i capelli rossi
sparpagliati sulla federa del cuscino blu e le braccia penzoloni dai lati del
materasso.
Trasse un profondo sospiro, stiracchiando le braccia e
voltando il viso verso il paesaggio verdeggiante che si intravedeva dalla
finestra chiusa, sentì le labbra stiracchiarsi in un nuovo sorriso
involontario. Finalmente, oggi tornava alla Scuola di Magia e Stregoneria di
Hogwarts. La Signora Weasley aveva insistito che lui, i suoi figli, Ron e Ginny
e la stessa Hermione -che era d’accordissimo con lei- riprendessero gli studi,
dopo il tragico anno trascorso a salvare il mondo da Tom Riddle, conosciuto con
il nome di Lord Voldemort, che Harry aveva sconfitto definitivamente, insieme
all’aiuto indispensabile dei suoi migliori amici.
Sapeva che Hogwarts, senza Silente, non sarebbe più stata la
stessa, ma la professoressa Minerva McGranitt, nuova preside della scuola, gli
sembrava più che adeguata a prendere il suo posto, nonostante la sua poca
inflessibilità riguardo alla trasgressione delle regole, di cui Harry era
veterano. Tuttavia, alla richiesta di molti genitori di riammettere anche
quest’anno i loro figli, prossimi al diploma di M.A.G.O, lei si era dimostrata
più che accondiscendente.
Hermione era entusiasta quanto lui di ricominciare il loro
ultimo anno scolastico, mentre Ron era convinto che, per tutto quello che
avevano trascorso da soli, durante la lotta contro Voldemort, non c’era più
nulla che gli insegnanti potessero insegnargli. Si zittiva solo quando
Hermione, sbuffando, replicava in tono secco:
“ Non esserne così convinto, Ronald. Ci sono magie che
ancora non conosciamo e poi, come pensi di trovare un buon lavoro, senza uno
straccio di diploma in tasca?…E non ricominciare con la storia di George e
Fred! Anche tua madre, dice che, per loro, era un caso a parte.”
I suoi recenti ricordi, vennero interrotti dallo schianto
improvviso della porta contro lo stipite.
“ Sveglia! E’ pronta lo colazione.”
Urlò Hermione, entrando in camera di Ron senza bussare, i
capelli cespugliosi svolazzanti ai lati del suo volto sorridente. Era da un
mese che lui era stato ospitato alla Tana, mentre Hermione era lì solo da sole
tre settimane.
Ron sussultò, svegliandosi di colpo, guardandosi intorno
circospetto, per poi focalizzare la situazione e rintanare la testa sotto il
cuscino.
Hermione, guardandolo, roteò gli occhi al cielo, esasperata,
per poi sorridere ad Harry con ari soddisfatta.
“ Ah, bene, sei già sveglio. Su, andiamo, o arriveremo in
ritardo al binario nove e tre quarti. Ron, spicciati!”
Esclamò spazientita, tirandogli le coperte, scoprendolo
interamente.
Senza aggiungere altro, uscì con la stessa velocità con cui
era entrata. Grattastinchi balzò sul suo letto, miagolando ed acciambellandosi
sul suo grembo, richiedendo le sue attenzioni. Harry gli concesse una carezza
sulla testolina fulva, guadagnandosi una vagonata di fusa. La testa di Ron
sbucò da sotto il cuscino e borbottando parole incomprensibili, si alzò dal
letto barcollante, sbadigliando.
“ Buongiorno, Ron.”
Gli augurò Harry divertito, levandosi dal letto, scatenando
i risentimenti di Grattastinchi, che scivolò sul pavimento, soffiando
indignato. Ron lo scavalcò con un calcio involontario, che causò la sua
ritirata verso la rampa di scale.
“ Anche il gatto adesso…ah, si, ‘giorno Harry.”
Rispose dopo un po’, grattandosi la nuca. Harry sghignazzò,
spingendolo verso l’uscita, prima che Hermione ritornasse, per un ulteriore
strigliata. Anche se ora lei e Ron stavano insieme, le cose, tra loro, non
erano cambiate. Alternavano momenti di cortesia reciproca ad ore intere di
litigi. Erano rare le volte in cui Harry li aveva visti scambiarsi effusioni,
ad eccezione di qualche bacio occasionale. Ma del resto, per lui, non faceva
molta differenza.
Scesero le scale a due a due, cullati dall’odore dolciastro
dei cornetti appena sfornati, brioche alla crema, crostate ai mirtilli, uova al
tegamino e pancetta affumicata. Solo quando atterrarono in cucina, Harry vide
Ron sedersi alla tavola imbandita con un’espressione più tranquilla e rilassata.
L’odore del cibo lo aveva reso più gioviale. Hermione, ora, vestita di tutto
punto, era china sul nuovo numero della Gazzetta del Profeta, una mano a
sostenersi il capo, l’altra a girare le pagine.
“ Buongiorno, ragazzi. Bene alzati. Mangiate tutto e poi
subito a vestirvi.”
Disse la signora Weasley, riempiendo il piatto di Harry di
altra pancetta, nonostante avesse già trangugiato due cornetti al cioccolato.
Ginny entrò in cucina, anche lei ancora in vestaglia, con in
braccio un ridente Teddy Lupin, di cui Harry era diventato il padrino. Aveva
appena un anno e mezzo, gli occhietti vivaci, il ciuffo di capelli azzurro che
gli cadeva sulla piccola fronte, le manine rosate che tiravano le ciocche
esposte di Ginny, che ricambiava la sua risata infantile con un caldo sorriso,
che sciolse il cuore di Harry.
I signori Tonks, genitori della loro defunta figlia
Ninfadora, avevano acconsentito che, per quell’estate, Harry, con l’aiuto
indispensabile della signora Weasley, si occupasse del piccolo Ted, per abituarlo
alla sua presenza ed istaurare un rapporto duraturo con lui. Harry ne era stato
più che felice, manifestando lo stesso entusiasmo di Molly ad accogliere quella
richiesta.
Purtroppo, il lutto del gemello di George, Fred Weasley,
incombeva sulla famiglia in maniera sofferta e dolorosa, e le risate e le
piccole gioie di Teddy, avevano alleviato, almeno in parte, quella sottile
disperazione. Anche Ginny sorrideva di più e questo ad Harry bastava, per
adorare ancora di più Teddy.
“ Oh, Ginny, non strapazzarlo così! Ha appena mangiato.”
Le intimò la signora Weasley, prendendolo fra le sue braccia
robuste e depositandolo nel suo angolo box, pieno di giocattoli e dadi gommosi
al sapore di fragola, ultima creazione di George, che subito Ted mise in bocca,
mordicchiandolo soddisfatto.
“ Ehi, avete sentito la novità? Quest’anno ci saranno nuovi
arrivati ad Hogwarts.”
Disse Ginny, sedendosi accanto ad un’assorta Hermione.
“ Come ogni anno.”
Disse laconico Ron, con la bocca impegnata a masticare
l’ennesimo boccone di brioche.
“ Non intendo solo i bambini del primo anno, ma proprio di nuovi studenti.”
“ Sono ragazzi provenienti da un’altra scuola, esattamente
la Woodgreen High Magic School.”
Specificò Hermione, riponendo il giornale di lato.
“ La cosa?!”
Esclamarono Harry e Ron in contemporanea.
“ La Woodgreen High Magic School. E’ una scuola molto
prestigiosa, che possiede gli stessi metodi di insegnamento di Hogwarts, solo
più duri ed impegnativi. È divisa anche lei in case, ma sono solo due. Questo
vi fa capire quanto sia altolocata. So anche che gli studenti del primo anno,
vengono sottoposti ad un test per essere ammessi e se non lo superano, vengono
rimandati al prossimo anno.”
Harry e Ron la guardarono sbalorditi. Hermione aprì il
Profeta a pagina cinque, sporgendolo dalla loro parte. C’era un articolo che
prendeva tutta la pagina, il cui titolo recitava:
“ WOODGREEN vs
HOGWARTS.
Nuovi acquisti alla
Scuola di Magia e Stregoneria più conosciuta dal mondo mago! La Preside Minerva
MacGrannit ha dichiarato il suo consenso per il gemellaggio tra gli studenti di
Hogwarts e la rinomata scuola di magia Woodgreen.
Hogwards ospiterà dieci studenti, scelti
scrupolosamente dalla scuola, ciascuno oscillanti dal sesto al diciassettesimo
anno, per un totale di quaranta novelli maghi e novelle streghe, aggiunti alla
carrellata di nuovi e vecchi studenti che quest’anno la Scuola di Magia e
Stregoneria ospiterà fra i suoi antichi antri. La Preside di Woodgreen, Camilla
Amelia Mary Jane Taylor ( età sconosciuta), si è detta entusiasta della
disponibilità della sua collega MacGrannit, con cui, si vocifera, abbia
intrattenuta un’intera serata ai Tre Manici di Scopa, celebre locale di
Hogsmead, a bere idromele, ridendo e
scherzando come vecchie amiche.
Ad Hogwarts, oltre
agli studenti, arriveranno anche due nuovi acquisti dal gruppo docente di
Woodgreen, entrambi o entrambe molto qualificati/e, avente il compito non solo
di tenere a bada l’entusiasmo delle proprie classi, ma anche di quelle di
Hogwarts. Ebbene si, è proprio quello che tutti voi immaginate: due professori
di Woodgreen insegneranno anche agli studenti di Hogwarts, giudicandoli ed
istruendoli per tutto il corso del nuovo anno.
Non resta augurare a
tutti un felice ed istruttivo nuovo anno.
“ Molte cose vengono omesse nell’articolo, ma in una nota in
fondo viene enunciato il Tutto Ciò Che Volete Sapere E Non Sapere Su Woodgreen,
una specie di catalogo ricco di notizie sulla scuola. C’è proprio di tutto, da
dove trovarla all’albero degli insegnati che si sono succeduti dal 1730 ad
oggi. E’ pazzesco.”
“ Hermione, ne parli come se provenisse dallo spazio. Io
sono convinto che sia solo una scuola per figli di papà, con piscine di galeoni
al posto dell’acqua.”
Commentò Ron, mentre Harry, ridendo, metteva nel lavello il
piatto sporco, le posate, il bicchiere vuoto e la tazza di latte mezza piena.
Hermione gli strappò
il Profeta dalle mani, consegnandolo a Ginny, che cominciò a sfogliarlo
distratta.
“ Tu la pensi così, Harry?”
Harry fece spallucce.
“ Non so, giudicherò quando vedrò.”
“ Molto saggio.”
Lo prese in giro Ginny, prendendo Grattastinchi dal
pavimento e posandolo sulle sue gambe, accarezzandolo come un peluche. Harry
ricambiò il suo sorriso, più divertito che offeso.
“ Be’, io dico che sarà interessante ed istruttivo. E poi,
ci saranno nuovi insegnati.”
“ Sicuramente, per Trasfigurazione e Difesa contro le Arti
Oscure. Sono le uniche cattedre vuote.”
“ E Pozioni?”
Chiese Ron, mentre si stiracchiava, ancora assonnato. Harry
ebbe un tuffo al cuore e una sensazione di vuoto incompleto lo invase. La
cattedra di Pozioni, per anni, era stata tenuta da Severus Piton, che lui tanto
aveva odiato e che ora, solo nella morte, era riuscito a comprendere.
“ Ci sarà Lumacorno, no?”
Disse Hermione, rivolgendo un labile sguardo ad Harry.
“ Ah, già. Dimenticavo.”
I vagiti di Teddy richiamarono l’attenzione su di lui e in
un baleno il senso di vuoto scomparve dallo stomaco di Harry, riempiendolo di
un sentimento simile alla dolcezza.
La signora Weasley accorse accanto a lui, sollevandolo tra le
braccia e cullandolo per calmare il suo pianto scontento.
Harry gli si avvicinò, pizzicandogli dolcemente una guancia
paffuta, facendolo sorridere. Teddy adorava Harry, come se lo conoscesse da
sempre.
“ Su, avanti, ora basta chiacchiere. Hermione è già pronta,
mentre voi tre…” ed indicò Harry, Ron e Ginny: “…siete ancora in pigiama.
Forza, a vestirvi. Volete forse perdere il treno?”
Una volta vestiti, trascinando i loro bagagli, si recarono
al binario nove e tre quarti, raggiungendo King’s Cross, con la macchina nuova
del signor Weasley, una Lancia di seconda mano modificata a suo piacimento, che
lui guidava con soddisfazione.
“ Molto bene, ragazzi. Si scende.”
Disse, con aria compiaciuta, tirando il freno con decisione
ed aiutandoli a scaricare i loro bagagli e mettendoli sul carrello.
“ Forza, forza! Il treno sta per partire. Sono quasi le
undici.”
Li incitò la signora Weasley, facendosi spazio fra i babbani
sbigottiti ed irritati dai suoi spintoni e gomitate involontarie. Riuscirono ad
attraversare la barriera ignorati e fu con immensa gioia che gli occhi di Harry
si saziarono dell’immagine imponente della locomotiva a vapore rosso scarlatto,
fumante e pronta per la partenza. Fu, invece, con irritazione che intravide il
volto pallido e la testa bionda di Draco Malfoy salire le gradinate in ferro
battuto, seguito da Goile e Blaise, che degnò loro solo un breve cenno del capo
a cui nessuno rispose.
“ Anche Malfoy ripete l’anno?”
Disse Ron, per nulla contento alla prospettiva. Hermione
sbuffò, trascinando il suo bagaglio all’entrata della prima carrozza, superando
un gruppetto del secondo anno, intenti a chiacchierare.
“ Ignoriamolo come abbiamo fatto sempre.”
“ Non credo che, dopo quanto successo l’anno scorso, voglia
fare più il gradasso.”
Disse Harry, quasi divertito alla prospettiva di
punzecchiarlo se avesse voluto provocarlo.
“ Stiamo parlando di Malfoy.”
Aggiunse Ginny affiancandolo, come se questo bastasse a
chiarire le cose. Infatti, Ron annuì, appoggiando le parole della sorella.
“ Già, Ginny ha ragione. Non demorderà.” Disse, infatti
subito dopo.
“ Be’, qualunque cosa vorrà fare, noi lo ignoreremo, chiaro?
Non voglio risse o combattimenti, quest’anno. Dobbiamo pensare allo studio.
Quindi, voi due, dimenticate Malfoy.”
Ordinò Hermione, guardando minacciosa sia lui che Ron, che
le sorrise.
“ Si, signora.”
Disse, mettendosi sull’attenti come un soldato davanti al
suo generale. Harry notò Hermione sorridere mentre seguiva Ginny, per salutare
i signori Weasley.
“ Da quando la McGrannit l’ha eletta Caposcuola, si da’ arie
da capitano delle forze dell’ordine.”
In effetti, sulla nuova divisa di Hermione spiccava una
argentata ‘C’, che lei mostrava con relativa modestia, ma comunque orgogliosa
del suo compito.
“ Arrivederci, signora Weasley.”
“ Arrivederci, Harry caro. Non preoccuparti per Teddy, lo
accudirò come un altro mio figlio.”
“ Si, ma non dimenticarti dei tuoi veri figli.”
La rimbeccò scherzoso Ron.
“ Oh, Ron! Cosa dici? Be’, Harry, volevo solo rassicurarti.
Dopotutto, sei il suo padrino.”
“ Non si preoccupi, signora Weasley. So che sarà in buone
mani.”
E non mentiva, conosceva le amorevoli cure della signora
Weasley e nonostante le sue parole gli sembrarono un ovvietà evidente, ebbero
comunque il risultato di commuovere la signora Weasley, che lo abbracciò di
slancio.
“ Oh, Harry caro, grazie mille. Sono lusingata.”
“ Be’, è solo la verità.”
Si schermì , aggiustandosi gli occhiali quando venne
lasciato libero, imbarazzato.
“ Su, Molly cara. Ora lascialo andare, o perderà il treno.”
Le ricordò il signor Weasley, cingendole le spalle con un
braccio. In effetti, la locomotiva sbuffava impaziente e alcuni sportelli si
stavano già chiudendo.
“ Arrivederci, Harry. Passa un buon anno scolastico.”
Gli augurò il signor Weasley, tendendogli la mano libera che
Harry afferrò e strinse con vigore.
“ Senz’altro, signor Weasley.”
“ Si, e cerca di stare lontano dai guai, l’ho già detto
anche a Ron. E impegnati nello studio, così passerai brillantemente gli esami
del MAGO. È una fortuna che con te e Ron ci sia Hermione. Il suo senso del
giudizio, vi tratterrà con i piedi per terra.”
Gli disse la signora Weasley, mentre lo accompagnava allo
sportello dell’ultimo vagone del treno, già in movimento.
“ Harry!”
Gli urlò Ron, che gli tese una mano per aiutarlo a salire,
mentre in lontananza la signora Weasley li salutava da lontano e urlava loro
qualcosa che, tra gli stridii del treno, Harry interpretò un “mi raccomando”
accorato.
Vide i signori Weasley salutarli instancabili, fino a quando
non scomparvero nella prima curva.
“ Vieni, Harry. Raggiungiamo Hermione e Ginny.”
Gli disse Ron, mentre trascinavano i bagagli nella seconda
carrozza, dove, al terzo scompartimento, c’erano Hermione, Ginny , Neville e
Luna, assorta nella lettura del Cavillo.
“ Ciao, Harry, Ron. Che bello rivedervi. Passato buone
vacanze?”
Chiese loro immediatamente Neville, facendo posto ad Harry
che si sedette accanto a lui allegro.
Era felice di rivedere i suoi vecchi amici. Neville portava
ancora, sul volto paffuto, i segni delle ferite riportate durante gli scontri
con i Mangiamorte. Il rospo Oscar saltò sulla sua gamba, gracidando soddisfatto
di essere nuovamente libero. Harry lo afferrò prima che potesse balzare
intrepido, riconsegnandolo ad un grato Neville, che lo ringraziò.
“ Prego. Si, direi le vacanze più felici della mia vita.”
“ I Nargilli ti hanno lasciato in pace?”
Gli chiese una voce trasognata, che poteva appartenere solo
a Luna Lovegood.
“ Si, fortunatamente.”
Annuì Harry, mentre una risatina di Ron veniva soffocata da
una gomitata di Hermione, che si schiarì la voce, chiedendole:
“ E tu, Luna? Hai passato delle belle vacanze?”
“ Si, notevoli in effetti. Io e mio padre siamo andati a
caccia dei Ricciocorni Schiattosi nella Foresta Notturna e credo che all’alba
del terzo giorno di averne intravisto uno nell’incavo di una quercia, il che è
strano.”
“ Perché è strano?”
Le chiese curiosa Ginny, guadagnandosi un’occhiata
stralunata di Luna, che ripose in grembo il Cavillo ripiegato.
“ Perché tutti sanno che i Ricciocorni Schiattosi adorano
ritirarsi al tramonto, nelle loro tane, che si trovano sotto le radici delle
querce, non all’interno dei loro tronchi.”
“ Oddio, è terribile. Dentro
e non sotto le querce.”
Disse melodrammatico Ron, guadagnandosi un’altra gomitata di
Hermmione, con l’aggiunta di un calcio di Ginny, che ignorò il suo lamento
soffocato, come il sorriso che sfuggì ad Harry, che cercò di nasconderlo con un
improvviso attacco di tosse.
“ Non hai mai pensato, Luna, che potesse essere solo uno
scoiattolo?”
Chiese, cercando di avere un minimo di tatto, Hermione,
assumendo un tono basso e persuasivo, come ci si rivolge, di solito, ad un
bambino ostinato.
Luna la guardò impassibile con i suoi occhi chiari e
sporgenti, per poi risponderle con tono vagamente offeso.
“ E’ impossibile. Nella Foresta Notturna, non esistono
scoiattoli. Sono immigrati con una coalizione di topi di campagna tredici anni
or sono, per colpa del Serpente Due Facce, che vive nell’Antro del Diavolo, che
si trova ai piedi della Vallata Brucosa, poche miglia più in là del castello di
Woodgreen.”
Harry dubitava che esistesse un Serpente Due Facce, come
anche che scoiattoli e topi potessero essere fuggiti insieme, per rintanarsi
altrove, ma era più incline al credere che la fantasia di Luna non potesse aver
potuto creare luoghi magici La Foresta Notturna, l’Antro del Diavolo o la Valle
Brucosa, era nomi troppo verosimili per essere frutto della sua immaginazione,
e poi il fatto che fra questi sorgesse Woodgreen, rendeva la cosa ancora più
veritiera.
Fu per questo motivo che Harry, vinto dalla sua innata
curiosità, chiese a Luna:
“ Hai visto la scuola di Woodgreen, Luna?”
Luna spostò lo sguardo su di lui, investendolo con il suo
sguardo più penetrante.
“ Si, di sfuggita. Però, in compenso, ho visto una fenice
con piume blu.”
A questa confessione, seguì un silenzio innaturale, che
venne rotto, incredibilmente, da Neville.
“ Ma non esiste.”
Tutti, inclusa Luna, lo guardarono.
“ Come?”
Disse in un sospiro soffice Luna. Neville deglutì, nervoso.
“ Non esiste una fenice con le piume blu.”
Come dargli torto. Era impensabile che una fenice fosse nata
con piume di quel singolare colore, dato che, l’unica fenice che avesse mai
visto, Fanny, la fenice di Silente, aveva un piumaggio di un magnifico rosso
fuoco, con riflessi incredibilmente dorati.
“ Non era tutta blu. Solo le estremità delle ali. Credo
fosse stata morsa dal Serpente Due Facce e che il suo veleno l’abbia
contagiata, rendendo alcune sue piume blu.”
Disse, con un tono di voce così convincente da far apparire
logico il suo ragionamento del tutto illogico. Ripiombò un nuovo silenzio in
cui nessuno sembrava voler aggiungere altro.
“ Avete saputo che ci saranno quaranta studenti provenienti
proprio da Woodgreen? E anche due insegnati. Chissà come saranno. Spero non
troppo severi, ma comunque preparati.”
Disse sbrigativa Hermione, per rompere quel silenzio
plumbeo. Subito l’atmosfera ritornò calma e serena.
“ Mio cugino Albert ha visitato Woodgreen, qualche anno dopo
il diploma. Sapete, voleva fare l’insegnate di Incantesimi e dopo aver tentato
ad Hogwarts, in cui lo invitarono di riprovare l’anno successivo, tentò lì di
avere un colloquio con la preside Taylor. Al mi ha detto che è una cara donna,
che mette subito a tuo agio, ma anche a Woodgreen non ha avuto successo, però
fece alcune supplenze e ne è rimasto soddisfatto. È andato in Italia e lì ha
trovato lavoro, come insegnate privato. Guadagna bene.”
Disse entusiasta Neville, riprendendo Oscar fra le mani,
saltato questa volta sulla testa di Ginny.
“ Mi ha detto anche che, a quel tempo, alla cattedra di
Difesa contro le Arti Oscure, c’era una nuova arrivata, una strega molto
potente, convertitasi al bene da poco tempo. La Preside aveva parlato di una
conversione e un pentimento totale. Però, ad Albert, non è piaciuta molto
comunque.”
“ Per qual motivo? Era forse troppo dura con gli studenti?”
Gli chiese interessata Hermione, per avere più notizie
possibili sui nuovi insegnanti.
“ No, però…diciamo che era proprio il suo carattere che non
piacque ad Albert. Diceva che era inquietante.”
“ Naturalmente che è inquietante. È una vampira.”
Fu nuovamente Luna a parlare, la voce così fievole che
sembrava provenisse dall’oltretomba.
Di nuovo, tutti la guardarono. Hermione fece un gesto
vagamente spazientito, Ron nascose un nuovo sorriso, mentre Ginny la guardava
incuriosita. Harry non si stupì di quella considerazione. Del resto, Luna aveva
dato del vampiro anche a Rufus Schrimgeor, il sesto anno, durante la festa di
Natale organizzata da Lumacorno. Secondo lei, bisognava mostrarsi fermi e
severi per essere vampiri. Si sorprese di non aver esposto questa sua teoria
anche nei riguardi di Piton.
“ Una vampira?”
Disse titubante Neville, scosso da un improvviso tremito
alla prospettiva di avere una possibile insegnante, allettata dalla vena
arteriosa pulsante sul suo collo esposto.
“ Si. E’ per questo che è così pallida e bella. E’ il sangue
vampiro.”
Hermione sembrò aggiungere qualcosa, ma la vecchietta del
carrello dei dolci la interruppe. Per tutto il resto del viaggio, i cinque
amici trascorsero il tempo a mangiare Bacchette Liquirizia, Caramelle Bolle
Bollenti, Tutti Gusti + Uno e Scatole di Cioccorane, di cui Harry e Neville si
scambiarono le figurine, discutendo di Quiddich insieme a Ron. Hermione e Ginny
parlarono dei nuovi corsi da seguire e della Foresta Notturna, che Harry scoprì
che esisteva davvero. Luna si introdusse nella conversazione solo per
descrivere gli alti alberi di faggio e i ciclamini bianchi che, di notte, si
riempivano del luccichio della polvere delle Fate Azzurre e Bianche, per poi
ritornare alla lettura del Cavillo, leggendo rigorosamente a rovescio, con gli
Spettrocoli colorati in bilico sulla punta del naso.
L’Espresso arrivo alla stazione di Hogwarts puntuale come
sempre e all’uscita videro Hagrid, il volto barbuto e la giacca pesante ad
avvolgere la sua alta e massiccia figura, che richiamava a sé i bambini del
primo anno, che lo guardavano con un misto di terrore ed ammirazione.
Il Guardiacaccia si aprì in un luminoso sorriso alla loro
vista.
“ Harry,
Ron, Hermione! Come state? Le vacanze?”
“ Bene, Hagrid. Tutto bene.”
Harry ebbe il tempo di dire solo questo, visto che venne
trascinato, insieme a Ron ed Hermione dalla valanga di studenti, fino alle
carrozze.
Harry aveva perso di vista Ginny, ma la ritrovò accerchiata
dalle sue amiche, che stavano prendendo posto su una carrozza quasi piena.
Ginny lo vide e lo raggiunse sorridendo.
“ Ti dispiace se vado con loro, Harry? Ci vediamo al
banchetto.”
“ Ma si, certo. Vai pure.”
Ginny gli regalò un altro luminoso sorriso, sporgendosi per
baciarlo sulle labbra. Fu un bacio lieve, ma abbastanza forte da
scombussolargli l’anima. Si accorse di averla abbracciata, cercando di
prolungare il bacio, solo quando si staccò con un sospiro, improvvisamente
imbarazzato dalle risatine delle sue amiche, che li fissavano in lontananza.
Ginny, invece, sembrava solo divertita e piacevolmente sorpresa.
“A dopo, Harry.”
Lui annuì, incapace di parlare, a causa della gola
improvvisamente arida, lasciando che lo congedasse con una carezza sul viso e
uno sguardo dolce.
Si risvegliò dal torpore solo quando la vide allontanarsi a
bordo della carrozza, che si confuse con il luccichio delle lampade ad olio e i
raggi perlacei della luna. Una mano sventolante gli oscurò la vista e si voltò
ad incontrare lo sguardo ridente di Hermione, che lo stava scuotendo per un
braccio.
“ Su, sveglia. La carrozza ci attende.”
Disse, salendo accanto ad un Ron visibilmente imbarazzato,
come testimoniavano le sue orecchie rosse, che si confondevano con i suoi
capelli. Era ovvio che lo avesse visto baciare Ginny.
Si schiarì la voce, cercando di apparire indifferente,
mentre Hermione sorrideva sorniona.
“ Allora, Harry…ehm…fra te e Ginny va bene, vedo.”
“ Si, molto bene.”
Anche Harry ora mostrava segno di inquietudine, torcendo le
mani ed agitandosi nervoso sul posto.
Si rilassò solo quando Ron trasse un sospiro, sollevato.
“ Bene, mi fa piacere, amico.”
Harry alzò lo sguardo dalle sue ginocchia unite,
sorridendogli.
“ Grazie. Anche a me.”
Hermione li guardò entrambi, portando gli occhi al cielo,
divertita. Rovistò nella tasca destra dei pantaloni, porgendo ad entrambi dei
dolciumi:
“ Cioccorana? Ne sono rimaste giusto tre.”
Harry e Ron afferrarono le proprie, le scartarono ed
insieme, in contemporanea con Hermione, mangiarono il cioccolato. Subito dopo,
risero felici.
Arrivati al cancello, scesero dalla carrozza e mentre Harry,
accarezzando distratto il fianco lucido del Thestral, che nitrì compiaciuto,
pose lo sguardo nostalgico sulle alte torri del castello di Hogwarts, la sua
vera e propria casa, fu in quel momento che vide un uccello grande ma dalla
figura aggraziata, volteggiate intorno alla torre di Astronomia, illuminato
dalla luna argentata.
Con l’occhio attento del cercatore, vide un bagliore
bluastro, provenire dal piumaggio dell’uccello.
Strizzò gli occhi, incapace di crederlo. Quando li riaprì,
l’uccello era scomparso.
Angolo dell’autrice.
Be’, salve a tutti e a tutte!!! Questa è la mia prima
storia di Harry Potter, un saga che io ho sempre amato! Mi è venuta in mente
questa idea, mentre rifacevo i letti di casa, ascoltando una musica briosa!!
Spero vi piaccia e che mi facciate sapere le vostre opinioni in proposito!!
Baci baci e a presto, Fuffy91!!!
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