-Quando ho affrontato il
nostro addio arrivato senza preavviso, temendo che sarei stato solo,
l'ho ignorato.
Outsider leggeva un libro. O meglio, si nascondeva dietro un libro,
sorridendo sotto i baffi.
Al momento - una pigra domenica sera solcata da un vento infame - non
riusciva a immaginare niente di più appagante che starsene
in casa ad ascoltare K.Will che tentava di rappare la sua Loner per
l’ennesima volta.
Oh, be’.
Ad Outsider, in effetti, veniva in mente qualcosa di molto
più appagante da fare, ma gli piaceva discretamente anche
gongolare all’inverosimile vedendo il suo uomo incespicare a
ogni sillaba. Sbirciava K.Will da sopra le pagine, abitudine che aveva
da sempre e che da sempre gli aveva conferito uno strano atteggiamento
da coniglio. Un coniglio pericolosamente sveglio.
-I tempi passati che
desidero, anche nei sogni, sperando che tornino da me, ogni notte ho
pregato.
Com’era strano, però, sentir ripetere le proprie
emozioni in quel modo meccanico. Outsider era sicuro che, dopo la
decima volta, K.Will avesse perso il senso delle parole che si
impegnava a pronunciare così in fretta.
Decise di lasciar perdere il libro. Lo ripose sul tavolino tra i due
divani e si dedicò alla più sfacciata
contemplazione di Kim Hyung Soo.
-La freccia dei ricordi,
che tese la corda dell'arco e lasciò la mia mano…
Sorrideva, Outsider, e tanto più K.Will era concentrato
quanto il suo sorriso diventava più ampio. Oh, come si
divertiva, sentendosi metà maniaco e metà
feticista: fosse stato per lui, gli avrebbe fatto rappare quella
canzone anche prima di andare a letto, per addormentarsi con
l’immagine della bocca di K.Will che si muoveva a una
velocità assurda per poi fermarsi di botto e distendersi in
un sorriso rassegnato.
Si era chiesto spesso, Shin Ok Cheol, se quella non fosse malattia. Era
poi arrivato alla conclusione di essere ormai terminale, e nel peggiore
dei casi l’avrebbe portato a una morte felice.
Era quasi arrivato al punto in cui incespicava sempre. Outsider si
piegò leggermente in avanti, verso l’altro divano
dov’era seduto K.Will, trattenendo a stento una vera e
propria risata.
-… vola senza
fine verso il bersaglio lontano. Ti chiedo di tornare da me, di
aggrapparti alla mia mano. Non importa quante volte ti chiami, anche se
sen—AH!
Outsider scoppiò in una risata tutto sommato contenuta, che
si ridimensionò poco a poco quando l’espressione
di K.Will passò dal sorpreso allo sconsolato. Ma che ci
poteva fare, lui, se si ritrovava un uke così adorabile?
Quando la vista delle labbra di K.Will gonfiate in un broncio divertito
– e scusate se è poco - l’ebbe deliziato
a sufficienza, si alzò dal divano senza pensarci due volte.
Piegò un ginocchio a terra, si abbassò davanti
all’amante e gli prese il viso tra le mani, il tutto con
un’espressione quasi totalmente asettica.
-Che c’è?- chiese K.Will, con un sorrisetto
confuso ma schifosamente felice. Solo il fatto di essere nelle mani di
Outsider lo mandava sempre in brodo di giuggiole.
Shin Ok Cheol lo guardò dal basso verso l’alto per
un lungo, lunghissimo attimo. Poi respirò brevemente e,
sempre con le mani sul volto di K.Will, disse tutto d’un
fiato: -Quando ho
affrontato il nostro addio arrivato senza preavviso, temendo che sarei
stato solo, l'ho ignorato. I tempi passati che desidero, anche nei
sogni, sperando che tornino da me, ogni notte ho pregato. La freccia
dei ricordi, che tese la corda dell'arco e lasciò la mia
mano, vola senza fine verso il bersaglio lontano. Ti chiedo di tornare
da me, di aggrapparti alla mia mano. Non importa quante volte ti
chiami, anche se grido senza fine per te. Non c'è risposta
da te. Nei miei ricordi, non importa quanto lotti per cancellare la tua
esistenza. Ogni notte, nei sogni, lei appare, asciugandomi le lacrime.
Cosa dovrei fare? Dire che va tutto bene? Mentire a me
stesso…?- Velocissimo. Cristallino. Questa
è Loner, questo Outsider.
K.Will lo guardava fisso, intenso, con gli occhi stretti risplendenti
di una luce strana. Forse perché sentir rappare Outsider gli
faceva lo stesso effetto che il movimento delle sue labbra aveva su
Ok Cheol.
Che gran coppia di feticisti. E nessuno dei due se ne vergognava
minimamente. Loro sì che sanno come vivere.
-… Non ce la
faccio più.- Finì Outsider, per
attirare subito dopo il viso di K.Will verso di lui, e per incollarselo
alle labbra come dio comanda.
Come sono strani, questi due. Come sono così assurdamente
fatti per stare assieme, e come tutto tra loro sembra sempre invitarli
ad avvinghiarsi l’uno all’altro. Che sia la camicia
aperta di Outsider, o il fatto che si sia inginocchiato ai piedi di
K.Will come un principe azzurro e – diamine – Kim
Hyung Soo adora le romanticherie, o anche i millemila strati di vestiti
che K.Will indossa sempre in casa e che per Outsider sono un
divertimento unico, perché spogliare il suo uomo
è come scartare un uovo di Pasqua.
Coniglio pasquale feticista dei miei stivali.
Anche adesso, il fatto che K.Will si lasci trascinare verso la camera
da letto senza dar peso ai dieci centimetri e dieci chili con cui
surclassa fisicamente Outsider è una palese, palesissima
prova del suo animo da principessa.
Outsider può dominare K.Will non perché
è molto più veloce di lui a rappare,
né per via dei suoi occhi scuri capaci di spaccare il
titanio. Semplicemente, perché è il suo principe
azzurro personale.
Si è inginocchiato davanti a lui, e per uno come K.Will non
è poco. Si è inginocchiato davanti a lui fin
dalla prima volta.
Risultato? Kim Hyung Soo ha issato bandiera bianca, davanti a questo
principe dagli occhi di grafite. Così, di punto in bianco,
si è arreso: ha alzato le mani e abbassato i pantaloni. Non
ci è dato sapere in che ordine.
-Già in piedi?
K.Will, accovacciato a terra con la schiena rivolta alla porta, poteva
benissimo percepire il sorriso nella voce di Outsider.
-Volevo preparare qualcosa da mangiare, sto morendo di fame.-
Continuò a rovistare a caso tra pentolini e piatti, sperando
che Outsider levasse le tende dalla cucina e lo lasciasse in pace.
Intendiamoci, adorava averlo intorno, ma a volte desiderava
essere… veloce come lui. O che Ok Cheol fosse più
lento, comunque. Si sentiva un po’ a disagio, qualunque cosa
facesse vicino al suo dongsaeng.
La velocità, infatti, era una prerogativa di Outsider non
solo nella musica, ma anche nella vita quotidiana. Faceva tutto
rapidamente, parlava in fretta; con quattro gesti veloci ed eleganti
sapeva preparare la colazione, piegare i vestiti e riordinare un
po’ dappertutto. Hyung Soo si sentiva sempre anni luce
indietro.
Non che si sentisse inferiore. Alcune volte, però, avrebbe
voluto che frenasse, tanto per stargli vicino. K.Will ci provava, a
seguirlo – a seguire un
suo dongsaeng, diavolo – ma gli sembrava che il
suo accelerare non colmasse la distanza tra loro. Anzi, Outsider ne
rideva, come il giorno prima.
Come stava ridendo in quel momento.
Ne era arcisicuro.
In quel suo modo tranquillo, che faceva tanto gentleman e non rapper
underground. Le spalle scosse da una risatina sottile, le braccia
conserte sul petto come per cercare di trattenersi. K.Will, anche se
non poteva vederlo, lo immaginava perfettamente. Ed erano questi, i
momenti in cui la principessa diventava un po’ camionista
nell’animo.
-Smettila di—
K.Will avrebbe voluto girarsi e dirgli il fatto suo, per una volta
– anche se ovviamente l’avrebbe detto in un modo
troppo carino e quindi poco credibile – ma non
riuscì nemmeno a continuare la frase.
Quella scheggia umana.
Quel conigliastro iperveloce.
Un momento prima era appoggiato allo stipite della porta con
nonchalance, e adesso si trovava di fronte a lui, accovacciato sul
pavimento nella sua stessa posizione. Le braccia che circondavano le
ginocchia e un sorrisone innocente in volto, Ok Cheol lo guardava con
quegli occhi che lo perforavano ogni santa volta.
Come faceva a ribellarsi decentemente, se lo fissava in quel modo?
-Di fare cosa?
-Eh?
Outsider sorrise, scoprendo i denti. –Hai detto di smetterla.
Smetterla di fare cosa, esattamente?
K.Will si sentiva le gambe molli. Non seppe come, ma cadde
all’indietro, come un bambino, e si ritrovò seduto
sul pavimento con – molto probabilmente –
un’espressione da ebete in faccia.
E dire che, di prima mattina, Outsider non era nemmeno un
granché. Sempre stupendo, per carità, ma non
rientrava in nessuna delle fantasie di K.Will trovarselo davanti con un
pigiama di una taglia più grande – preso in
prestito dal suo armadio, ovvio – e che copriva
più pelle di quanto si volesse.
Il guaio era che, invece, gli faceva sangue a livelli
spaventosi. Quell’esserino.
C’era quasi da incazzarsi.
-Scusa se rido, hyung,- riprese Outsider, più serio.
–Ma non lo faccio con cattiveria, dovresti saperlo.
-Lo so,- K.Will si passò distrattamente una mano tra i
capelli spettinati. –Se lo facessi con cattiveria, me ne
accorgerei e non sarei nemmeno qui con te adesso.
-Mi avresti abbandonato?
Non gli piaceva quel tono. E men che meno l’espressione che
aveva Ok Cheol.
Poi abbozzò un sorriso e lo guardò negli occhi.
-Non ce l’avrei fatta, credo,- Si dondolava leggermente
avanti e indietro, in volto aveva una smorfia compiaciuta come quella
di un gatto. –Sarei venuto comunque a riprenderti
perché mi saresti mancato troppo. Ma—
Outsider lo zittì baciandolo di sorpresa. Non
sentì quasi neanche la lieve pressione della sua mano sul
collo.
-Lo sai qual è il vero problema?- Outsider sorrideva di
nuovo, ora, e respirava sulla guancia di K.Will. –Tu parli
troppo, tanto, e fai discorsi da film, barocchi e romantici. Io parlo
velocemente, e dico il necessario, semplice e diretto.
-E questo sarebbe un problema?- domandò K.Will, avvolgendo
pigramente le gambe intorno al bacino di Outsider.
-Lo è, quando mi accorgo di avere un debole insano per i
tuoi discorsi.- Ok Cheol fece un sorriso tutto denti, scontrando
inavvertitamente il naso contro quello di K.Will. –Quindi
anche prenderti in giro diventa più difficile e meno
incisivo.
-Please, don’t
make me cry.- canticchiò Hyung Soo.
-Non sei per niente bravo a fingerti commosso,- ridacchiò
Outsider, sfiorando con la nocca dell’indice il labbro
inferiore di K.Will. Rimase come in trance per un po’, seduto
sul pavimento con l’amante che gongolava tra sé
per tutte quelle attenzioni, e poi si alzò di scatto,
lasciando K.Will confuso e stralunato per terra. –Volevi
preparare la colazione, no? Prego,- sorrise Outsider. Fece per lasciare
la cucina, ma si voltò di nuovo non appena arrivato sulla
soglia. –Ah. Velocemente,
mi raccomando.
L’unica cosa che poterono fare è mettersi a ridere
come due idioti.
Ma la cosa che più colpì K.Will è
quanto Outsider poteva apparire autorevole anche con un pigiama
cascante addosso. L’avrebbe seguito ovunque, oh
sì, il suo principe azzurro.
Ci voleva poco, in fondo, per fare felice Kim Hyung Soo. Si mise
allegramente a spadellare e iniziò persino a canticchiare Loner senza
rendersene conto.
-Quando ho affrontato il
nostro addio arrivato senza preavviso, temendo che sarei stato solo,
l'ho ignorato. I tempi passati che desidero, anche nei sogni, sperando
che tornino da me, ogni notte ho pregato. La freccia dei ricordi, che
tese la corda dell'arco e lasciò la mia mano, vola senza
fine verso il bersaglio lontano. Ti chiedo di tornare da me, di
aggrapparti alla mia mano. Non importa quante volte ti
chiami… anche se grido senza fine per te!-
sorrise tra sé, mentre un senso di appagamento lo invase per
essere riuscito a rappare tutto quel pezzo. Poco importava che avesse
fatto una brevissima pausa nell’ultima parte.
K.Will si lasciò scappare una risatina soddisfatta, mentre
accendeva i fornelli quasi senza nemmeno sapere cosa stesse
effettivamente mettendo in padella. E anche Outsider, rimasto fuori
dalla porta, rise silenziosamente, pensando che no, migliori del suo
hyung non ce n’erano.
-Saranghaeyo.-
sussurrò, prima di allontanarsi sul serio.
In cucina, K.Will si girò nello stesso istante. Dopo il
primo spaesato istante, decise di non chiedersi se l’avesse
sentito davvero o se fosse solo la sua immaginazione.
Nel dubbio, gli si gonfiò il cuore e sorrise.
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E la K.Sider è qua *O* Sia K.Will che Outsider sono acquisti
relativamente recenti del mio fandom coreano, quindi non so
assolutamente se li abbia resi bene o no. So solo che quasi quasi mi
viene la sindrome di K.Will, il che dimostra effettivamente quanto sia
figo Outsider *ç*
Bon.
Spero che alla GIULIA MARGHERITA 'sta roba piaccia, perché
l'ho scritta anche per lei, e detto questo mi ritiro :D
..., A scrivere una 2Min su commissione *cough*
Ja ne <3
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