Nota
dell’autrice: E’ la prima OS
comica che scrivo, o simil-comica… E’ nata
parlando con una mia amica di un tatuaggio che ci dobbiamo fare e
discutendo su
quanto possa aver speso Bill per il suo enorme tattoo sul costato. La
mia amica
se n’è uscita con una frase del tipo:”Ma figurati se è stato lì a
contare anche
la mancia, avrà lanciato sul tavolo un po’ di banconote e se ne sarà
andato
via!” E da qui, tra una risata e un’altra, è nata “Un tatuaggio molto
costoso”.
Ecco,
fine della spiegazione. Ovviamente i Kaulitz non mi appartengono…
Il
gran giorno era arrivato: finalmente Bill si sarebbe potuto fare il suo
nuovo
fantastico tatuaggio dal significato segreto.
Si
alzò e si vestì come un lampo, cosa alquanto insolita per lui, poi,
ovviamente,
si diresse in camera di Tom per annunciargli che stava andando via.
Tom,
ancora più ovviamente, stava dormendo come un sasso e Bill dovette
urlare più
volte il suo nome per farlo uscire dal letargo.
-
E’ il gran giorno! – strillò.
-
Che cazzo dici? – ribattè confuso, sconvolto dalla sveglia
indesiderata. Non
iniziava nessun tour, non avevano interviste con giornali di moda che
Bill
adorava e nessuna barbosa sfilata da seguire. Ok, le sfilate non
dispiacevano
nemmeno a lui, le modelle erano un gran bel vedere…
-
Il tatuaggio, scemo! – gli lanciò un cuscino in testa.
Tom
borbottò qualcosa in risposta, qualche maledizione o cose di questo
tipo.
-
Si certo, comunque dovresti proprio alzarti! – e uscì dalla stanza.
Teoricamente
Tom avrebbe dovuto accompagnarlo. In pratica avrebbe dormito anche per
tutto il
pomeriggio. Ma prima di ripiombare nel mondo dei sogni gli venne in
mente una
cosa che doveva dire a Bill. – Guarda che ti ho messo in portafoglio
quello che
sono andato a prelevare in banca ieri! – gli urlò dietro non molto
fiducioso
del potere della sua voce assonnata.
Due
caffè più tardi Bill era nella sua bellissima e superlussuosa macchina
diretto
verso il centro di Amburgo. L’idea gli era venuta qualche mese prima,
un paio
di giorni rinchiuso in camera sua per sviluppare il disegno e poi una
veloce
chiamata al centro di tatuaggi dove andava sempre.
E
dove sapeva di trovare sempre un posto libero per lui.
-
Buongiorno Bill! – lo salutò l’uomo dietro al banco all’entrata.
-
Ciao ciao ciao! – era talmente esaltato, e la Red Bull che aveva bevuto
in
macchina non aiutava di certo.
-
Pronto? – gli chiese cortesemente.
Pf,
che domande! - Certo che sì! –
Lo
fecero entrare nella sala retrostante.
Dopo
quattro ore di zzzz e piccoli risolini per il solletico e per
mascherare il
tremendo dolore che stava provando, Bill si guardò allo specchio. Anzi,
si
rimirò e osservò attentamente.
Oh,
quanto amava quel tatuaggio. Se fosse stato possibile gli sarebbero
venuti gli
occhi a cuoricino.
E
la cosa migliore era che non avrebbe detto a nessuno il significato
nascosto
dietro a quelle frasi così nessuno l’avrebbe copiato. Illuso.
Oltretutto
la scritta formava un’immensa B decisamente egocentrica.
-
E’ fantastico! – esclamò abbassando cautamente il braccio.
-
Posso farti una foto? – chiese il tatuatore all’improvviso.
Bill
lo scrutò con sguardo assassino per alcuni secondi. – Perché?
-
Be’, mi è venuto bene – rispose innocentemente.
Il
cantante rimase a guardarlo per un altro po’, poi face spallucce. – Ok
– si
mise tutto dritto trattenendo il fiato per stare immobile. Quasi quasi
messo
così sembrava avere anche un po’ di addominali!
Povero,
non immaginava che il tatuatore avrebbe pubblicato sul suo sito la foto
e due
minuti più tardi tutti i centri di tatuaggi del mondo sarebbero stati
sommersi
di appuntamenti per tattoo simili a quello di Bill Kaulitz.
Finite
le raccomandazioni di rito, Bill, incellofanato come un sottile
cotechino, si
diresse all’entrata per pagare. Aveva un sorriso a trentadue denti e
passando
davanti ad uno specchio notò quanto bene ci sarebbe stato un
brillantino
sull’incisivo. Ma per ora si voleva concentrare sulla cura del nuovo
“piccolo”.
-
Avevi già dato il preventivo, quindi fanno… -
Il
cantante interruppe l’uomo sventolando teatralmente una mano.
-
Ha fatto un ottimo lavoro! Tieni pure il resto! – e sfilò dal
portafoglio due
banconote. Un ultimo sorriso e uscì incapucciandosi per passare
inosservato.
Come se un’Audi Q7 bianca ed immensa potesse farlo passare inosservato…
Corse
a tutta velocità tra le campagne tedesche, lasciò la macchina sul
vialetto e si
precipitò dentro casa. Era l’una passata ed aveva una certa fame.
-
TOM! – urlò.
Il
chitarrista sbucò con uno sbadiglio dal salotto.
-
C’è del sushi in frigo – borbottò appoggiandosi allo stipite della
porta.
Con
una serie di gesti molto fluidi Bill tolse felpa, sciarpa, maglia e
restò a
petto nudo. Tom sbarrò gli occhi.
-
Cos’è? – proruppe.
-
Come cos’è?! E’ il mio nuovo tatuaggio! – sembrava offeso.
-
Sì, non sono così rincoglionito… Ma è enorme! Quanto ti è costato? –
-
Oh come se non potessi permettermelo! – ribattè Bill guardandosi ancora
allo
specchio. Faceva proprio una bella figura. Ora doveva solo trovare un
modo per
farlo intravedere quando andava in giro, qualche maglia con le maniche
larghe,
canotte e via dicendo…
-
Mi vuoi rispondere?! – esclamò Tom.
-
Cos’hai detto? –
-
Seriamente, quanto accidenti ti è costato? –
Ma
insomma. Bill sbuffò un paio di volte. Se poteva comprarsi una borsa da
mille
euro, perché non poteva farsi un tatuaggio da… da…
-
Oh, non lo so… -
Il
fratello aggrottò le sopracciglia. – Che intendi dire con “non lo so”? –
-
Che non ne ho idea! E’ venuto un bel lavoro, no? Così ho pagato in
contanti per
lasciargli una mancia, ma non so quanto ho tirato fuori… -
Tom
roteò gli occhi. – 1.000 €. Più i duecento di preventivo. -
-
Eh? –
-
1.200€, ce la puoi fare a fare un calcolo così semplice, sai? Abbiamo
perfino
il diploma! –
-
Grazie – ribattè seccato. – Avevo capito. Ma come fai TU a sapere
quanto ho
speso? -
-
Se hai preso le prime banconote che hai trovato vuol dire che hai preso
quelle
da 500 che ti avevo messo ieri in portafoglio. Te l’avevo detto questa
mattina.
–
Per
un attimo Bill si immobilizzò cercando di ricordare la voce di suo
fratello che
gli diceva una cosa simile, ma proprio non ci riusciva. Pensò alla
giacca che
avrebbe potuto comprare con quei soldi, poi a quanto fosse bello il
tatuaggio.
E infine sorrise.
-
Che hai adesso?! Continua a sperperare in questo modo, continua! –
sbuffò Tom.
-
Senti chi parla – ribattè Bill facendogli la linguaccia. – Comunque.
Abbiamo un
album in lavorazione e un tour da fare, direi che le nostre fan
potranno
aiutarmi a coprire qualsiasi spesa! –
Girò
sui tacchi stizzito e andò a gustarsi il sushi. In realtà, già pensava
al
prossimo paio di stivali che avrebbe comprato… |