Nota: questa storia non si
vuole porre in sostituzione della precedente, poiché
continuo e continuerò a ritenere che essa sia già
significativa.
Questa riedizione (poco simile all'originale) nasce per una scommessa
personale e non vuole affatto essere una lamentela nei confronti delle
recensioni.
Sono sinceramente curioso di sapere cosa ne penserete.
Buona lettura.
A
price worth paying?
“Il mio
sogno? Diventare un eroe!”
Quando ti
sentii pronunciare queste parole per la prima volta, non ci diedi molto
peso.
Posso forse
essere biasimato per questo? Imputai tutto all’alcohol e alle
risa, ovviamente.
Non potevo
certo immaginare dove ti avrebbero condotto i tuoi assurdi sogni
infantili,
dopotutto.
Sogni che
hai realizzato, alla fine. Qui alla ShinRa sono in molti a idolatrarti,
ora che
hai nutrito i loro ingenui sogni di gloria e rivoluzione.
Ti amano, ti
ammirano, alcuni decidono di imitarti al punto da disertare.
Io no.
Io non sono
disposto a capire ciò che hai fatto, non sono disposto a
condividerlo. Vorrei
poterti chiedere se sei felice, adesso. Vorrei poterti chiedere che
cosa hai
guadagnato.
Sei partito
per Nibelheim, sapendo bene che non saresti tornato.
Hai
abbandonato chi ti amava, andando a morire per un ideale irrealizzabile.
Sei soddisfatto,
ora? Trovi in qualche modo appagante una gloria di cui non puoi nemmeno
più
vantarti?
Che senso ha
combattere per la libertà, se l’unico modo per
ottenerla è la morte? Credi davvero
di aver raggiunto il tuo scopo, una volta che hai rinunciato alla
libertà
stessa di vivere?
Forse il tuo
obiettivo era diverso. Forse credevi di poter migliorare in qualche
modo il
mondo, con la tua scelta.
Se fossi qui
ora, capiresti che neppure questo è vero.
La tua
ribellione ne ha scatenate altre, e queste lo faranno a loro volta. Si
è
arrivati prima alla violenza, poi inevitabilmente al massacro.
La verità è
che, pagando con il sangue, non hai comprato nulla che non fosse altro
sangue.
Il mondo è
uguale, la ShinRa regna ancora, la tua morte non ha portato nessun
cambiamento.
A essere
diverse ora sono le nostre vite, la mia e quella degli altri a cui non
hai
detto nulla delle tue intenzioni. E’ quando l’odio
si combina con l’amore che
si ottiene il dolore più grande, e lo sa bene soprattutto
chi ha nutrito fino
alla fine la speranza di salvarti.
Cosa
dovremmo fare, adesso? Non possiamo piangere una morte intenzionale.
Possiamo
solo abbandonarci a un’amara rassegnazione, e ricordare
frammenti isolati di
quel passato a cui hai volontariamente posto fine.
Vorrei che
tu potessi leggere queste righe, non so neppure se per vendetta o per
compassione.
Vorrei che
comprendessi davvero ciò che hai fatto, e che soffrissi
quanto abbiamo sofferto
noi.
Purtroppo,
sono desideri insensati. Te ne sei andato troppo presto per assistere
alle vere
conseguenze delle tue azioni.
Spero ne sia
valsa la pena, in qualche modo per me incomprensibile.
Kunsel
|