suono - la vibrazione
Titolo: Suono – La vibrazione del cuore
Fandom: D. Gray Man
Personaggi/Pair: Marie/MarieMiranda.
Genere: Introspettivo, Fluff
Avvertimenti: Flash fic, Missing moment
Rating: Verde
Note: Dunque, non saprei che
dire XD E’ una flash veloce, circa 350 parole ù.ù
E’ la prima volta che affronto questo pair, probabilmente mi
è anche venuto non troppo bene. Spero solo che alla persona per
la quale è stata scritta possa piacere (L)
Suono
La vibrazione del cuore
C’erano voci e voci, toni e toni – Marie lo sapeva bene, lui vedeva ogni cosa con le proprie orecchie.
Dalla parola più carezzevole all’espressione più
turpe, dalla modulazione più soave a quella più pungente.
Il carattere delle persone era così evidente a chi non era
ingannato da espressioni fallaci ed intenzioni menzognere. Non si
poteva nascondere lo spirito a chi poteva vedere tanto in
profondità.
Ma, tra tutte, la voce che Marie preferiva era quella calma e posata
– quella gentile, che non pretende di essere ascoltata eppure
avviluppa come l’udito in una carezza che si vorrebbe non avere mai fine.
Due volte, era riuscito a sentire una voce simile.
Quando il suo maestro gli aveva parlato la prima volta, accettandolo
sotto la sua ala protettiva. Marie aveva immaginato che stesse
sorridendo, mentre lo chiamava amabilmente solo come si fa con un
figlio appena ritrovato.
La seconda, invece, era stata tanto inaspettata e imprevista da
cogliere l’Esorcista impreparato. Non ci si potrebbe aspettare
gentilezza nella voce di chi ha a che fare con la morte – di chi
porta il peso grave dello scorrere del tempo inesorabile.
C’era umanità, nella voce di Miranda. Dolore, paura,
terrore, un poco di tristezza, eppure tanta – tantissima –
forza. Bastava solo godere del silenzio attorno e concentrarsi
nell’immaginare le sue labbra che si muovevano, modulando la
voce, piegando la lingua e soffiando parole dalla gola in su.
Era semplice, a pensarci. Eppure nella loro vita frenetica momenti di
riposo, dove poter davvero sentire quanto amore potessero contenere
semplici parole, era qualcosa che dava dell’incredibile.
Ed era il cuore, a quel punto, a cominciare a vibrare per far sentire la propria voce.
Tum, tum.
Voleva dire tutto, voleva dire niente. Così come
l’avvicinarsi dei passi tentennati della signorina Lotto potevano
semplicemente essere segno di cortesia innata, così come la
gentilezza nella sua voce poteva non essere altro che educazione
recondita.
-Buon giorno, Marie!-
Tum, tum.
-Buongiorno, Miranda!-
Tum, tum.
Non altro da condividere, se non l’immaginario sorriso su un
volto conosciuto solo attraverso il delicato suono nella mente.
Eppure, avrebbe giurato di aver sentito anche il suo, di cuore.
E rideva, rideva felice. Chiamandolo.
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