Naminè

di sorika
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Naminè

Non c’era niente di tutto quello che le avevano dato, niente di tutto quello che si era costruita mentre le braccia pallide di Kairi la stringevano.

Non c’era niente di tutto quello che faticosamente aveva sperato di ricordare che le venisse in mente in quel momento.

Non sentiva e non provava nulla e mentre il suo petto combaciava con quello dell’altra, Naminè capì che per un nobody alla fine non c’era altro se non questo. Se non il niente.

Niente di niente era concesso a qualcuno che non sapesse amare, odiare, ridere e giocare.

Naminè lo aveva capito nell’esatto momento in cui il corpo di Kairi si era fatto dannatamente vicino, ma fino all’ultimo, fino a quando ogni speranza non si era spenta come una candela consumata, aveva continuato a credere che ci sarebbe stato un posto nel mondo diverso da quello che le stavano offrendo. Un offerta piuttosto misera, a ben vedere; accettando quelle condizioni, Naminè si era condannata ad una vita di prigionia. Ma cosa avrebbe potuto fare, da sola? Aveva perso tutti, aveva perso Roxas diamine, e la forza per continuare ad opporsi al proprio destino non era riuscita a resistere. Si era affievolita come un fiore appassito e quando Naminè non era più riuscita a tenerne insieme i petali, era caduta a terra e lì era rimasta, congelata nel tempo come un ricordo. Avrebbe potuto afferrare i semi di quel fiore e far nascere un'altra forza, così da poter ancora combattere contro il proprio destino, ma non ce l’aveva fatta. Roxas si era allontanato, aveva preferito di gran lunga ritornare da Sora piuttosto che stare con lei, e di certo non poteva biasimarlo. Anche lei stava tornando a Kairi.

Più volte, mentre viaggiava di mondo in mondo per raggiungere la Destiny Island, si era chiesta se era davvero questo, quello che voleva, ma non era riuscita mai a darsi una risposta. Probabilmente, se Roxas non l’avesse lasciata e avesse potuto ragionare a mente lucida, Naminè avrebbe detto di no, e avrebbe continuato a tirare avanti anche senza un cuore. Ma Roxas era sparito, lasciandosi dietro parole vergate in nero e tanti ripensamenti, e lei non aveva avuto la forza di ragionare e pensare alla sciocchezza che stava per compiere.

Se unirsi a Kairi le avrebbe dato la possibilità di stare di nuovo con Roxas, allora era disposta a compiere quel passo senza esitare. Lui valeva molto più di ogni altra cosa, o probabilmente era l’unica cosa abbastanza grande da colmare il vuoto che si sentiva nel petto. Non sapeva dire se era amore, o se era qualcos’ altro, poiché lei non poteva parlare con certezza di queste cose, ma sapeva che c’era qualcosa che la teneva legata a lui. Come un filo sottile attorcigliato ai loro polsi.

Eppure il calore del corpo di Kairi le provocava la nausea, e la voglia di rivedere Roxas bruciava insieme ad esso e alle lacrime amare che le bagnavano le guance pallide. Sacrificare se stessa e i proprio sogni per una persona che l’aveva lasciata senza darle una spiegazione, era davvero la cosa giusta da fare? Naminè se lo chiedeva, mentre Kairi le stringeva possessivamente le braccia e le diceva che sarebbe andato tutto bene e che non avrebbe sofferto mai più.

Uccidere Naminè per essere Kairi, valeva davvero?

Dimenticare ogni cosa, anche la più banale, per inseguirlo era normale?

Amarlo e non amarlo al tempo stesso, valeva lo scambio?

Non sapeva dirselo e Kairi non aveva le risposte che le servivano, per cui lo scambio non sarebbe stato equo. Ma lei stava già svanendo e i suoi sogni stavano già morendo, vittime di un suicidio d’amore che le aveva permesso di cambiare un po’ il proprio destino.

Roxas non ci sarebbe stato, dopo, lo sentiva, e Kairi era così spaventosamente diversa che le venne da vomitare. Ma il corpo non era più il suo e i suoi desideri non contavano più. Non c’era davvero più niente, ormai, e le probabilità che lo avrebbe rivisto erano così basse che sarebbe scoppiata a piangere. Ma gli occhi non era più i suoi e le labbra nemmeno, altrimenti avrebbe gridato fino a perdere la voce.

Le rimaneva solo la possibilità di guardare il mondo con altri occhi e di sperare. Perché era sicura, che prima o poi ci sarebbe stata una vita anche per lei. Con o senza Roxas.

 

Note: Adoro Naminè e penso si sia capito XD ho scritto questa cosa un bel po’ di tempo fa, e oggi mi è tornata sotto gli occhi. Quindi la pubblico sperando vi piaccia^^

Volendo potete lasciare recensioni ^^

Un bacione :D





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