Storie di alberi

di NonnaPapera
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BIANCOSPINO (timidezza, solitudine)

C’era molto tempo fa un alberello che si sentiva solo e inutile.
Gli esseri umani lo evitavano, perché le sue spine erano affilate ed i suoi rami fitti e contorti.
Quella solitudine lo aveva reso timido ed insicuro di se.

Successe un giorno che le fate del bosco, a causa di un incantesimo malvagio, decisero di rapire tutti i bambini del villaggio degli uomini.
Quando gli abitanti lo scoprirono, cominciarono a disperarsi.
Infatti, nulla può un semplice essere umano contro la magia degli esseri fatati.

Fu proprio in qui giorni, che un vecchio saggio consigliò agli uomini di andare nella foresta e di cercare qualche cosa che potesse tenere lontano le fate, almeno finché l’incantesimo malefico, che le aveva colpite, non fosse svanito.
Così un gruppo s’inoltrò nel fitto della foresta come aveva detto il saggio.

Lì, nascosto e un po’ isolato trovarono il Biancospino, con i sui rami nodosi e le sue spine acuminate.
Senza esitare tagliarono dei rami dalla pianta e li portarono al villaggio.
Grazie a quel groviglio di rami, gli abitanti crearono una barriera invalicabile.
Quando le fate giunsero ai limiti del villaggio, non solo non riuscirono ad entrare ma, pungendosi con i rami del biancospino, rinsavirono liberandosi così dall’incantesimo.

Finalmente, umani e fate poterono riprendere a vivere serenamente in armonia.

E il Biancospino?
Non solo non si senti più inutile e solo, ma la sua timidezza scomparve e da allora è circondato da moltissimi amici.





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