Lacrime di
sangue
Era una notte buia, una
fredda notte autunnale, la luna splendeva pallida nel cielo coperto da
minacciose nuvole nere, una fitta nebbia impediva di
vedere.
Una ragazza camminava
col capo chino e il volto segnato da un’ombra scura lungo le
strade adibite a festa, nelle mani stringeva stanca dei fiori, ogni
passo sembrava
richiederle grande fatica, come se ai piedi portasse delle pesanti
catene dalle quali dopo tanti anni non era ancora riuscita a liberarsi.
Si chiedeva
perché ripetesse ancora quel gesto che col passare del tempo
le era parso molto più che inutile, posare dei fiori e
piangere su una lapide,
sulla sua lapide, non
l’avrebbe riportato indietro.
Senza che se ne
accorgesse lacrime salate le scesero lungo le guance per poi andare a
cadere sulla fredda pietra in marmo sulla quale era
inginocchiata.
Era la notte di
Halloween ed era la notte di Halloween quando lui l’aveva
lasciata.
Una porta non aperta,
lo "scherzo di alcuni ragazzi", una casa in fiamme, le sue urla,
l’arrivo dei pompieri, il poliziotto che col capo chino le
diceva che
non c’era
più nulla da fare, il fuoco riflesso nei suoi occhi scuri
che disperati guardavano la scena impotenti. Era tutto finito, il loro
amore era bruciato
con quella casa.
Non
l’aveva rincuorata il fatto che quei ragazzi fossero stati
portati in galera, proprio quell’anno avevano finito di
scontare la loro pena, ma lui era
morto
e l’aveva lasciata sola.
Con i polpastrelli
accarezzò delicatamente le rose rosse che gli aveva portato,
il nome inciso sulla pietra le provocava ogni volta una fitta al cuore;
aveva solo
vent’anni… era inconcepibile che una vita potesse
terminare così presto e che ognuno di loro fosse destinato a
cadere come una goccia di
rugiada che scivola
lentamente sul dorso di una verde foglia.
La giovane si
rannicchiò sulla lapide, si strinse le ginocchia al petto
cercando di ricordare il calore e la serenità che riusciva a
trasmetterle un suo
abbraccio, ma non ci
riuscì, il vento gelido che soffiava fra i rami secchi del
cimitero le provocavano ansia.
Una
goccia di sudore le scese lungo la fronte e a niente serviva che si
ripetesse che nulla c’era da temere.
Quella notte
c’era qualcosa di strano, di sbagliato nell’aria,
non sapeva il perché… ma sentiva che quella sera
sarebbe successo qualcosa di brutto, di
molto brutto.
Un
rumore di passi la fece sussultare, guardò con terrore le
ombre scure che la circondavano e che sembravano volerla afferrare per
portarla sotto terra
con
loro, ma queste non erano altro che oggetti inanimati, nulla che
potesse farle del male.
Sono
solo delle tombe, nulla di vivo si ripeteva, ma quei pensieri non
riuscivano a tranquillizzarla era sempre stata una persona con fin
troppa
fantasia.
Smise di respirare
quando vide sul terreno tre ombre scure, si tappò la bocca
con una mano per evitare di urlare e si rannicchiò su se
stessa, pregando
di non essere vista, il
tempo era scandito dal suo cuore che sembrava volerle esplodere nel
petto.
Una
risata agghiacciante squarciò l’aria come un
fulmine a ciel sereno, la ragazza non poté trattenere un
singhiozzo, la voce era la stessa del mostro
che
aveva riso davanti alla casa in fiamme e che con gli occhi iniettati di
sangue le aveva giurato che si sarebbe vendicato anche di lei.
Una mano calda e sudata
le afferrò il collo, cercò di liberarsi dalla
presa, ma non ci riuscì.
<< Ci
rivediamo, dolcezza… Sei pronta a raggiungere il tuo
fidanzato? >> domandò con un ghigno che gli
deformò il volto e gli occhi accesi da una
furia animale.
<<
Jared… >> mormorò a fatica il suo
nome come se lui potesse sentirla, il suo aggressore
sghignazzò.
<< Jared
non verrà, l’abbiamo ucciso e ora marcisce proprio
sotto questa terra! >> urlò, calpestando la
lapide.
<<
Uccidimi… in fretta… ti prego…
>> lo implorò, anche se in cuor suo sapeva non
l’avrebbe ascoltata.
<< Lui
deve vederti soffrire, la tua sarà una morte lenta e
dolorosa! >> sbraitò furioso facendola
piangere per poi accarezzarle rozzamente una
guancia.
<<
Pensavo fossi felice di rivederlo, non lo pensavate anche voi ragazzi?
>> domandò innocente ai suoi compagni che come
avvoltoi la accerchiarono.
Colui che
l’aveva aggredita tirò fuori dalla tasca un
coltello, le si avvicinò lentamente, lo sguardo folle era
reso più mostruoso dalle lunghe cicatrici che
aveva in viso.
<< Quanto
ho aspettato questo momento… >> disse
euforico, facendo tremare la fanciulla come una foglia in autunno.
Le
avvicinò il coltello al viso ed esercitando una piccola
pressione le provocò un piccolo taglio lungo la tempia, poi
leccò con la lingua da rettile la lama
insanguinata,
la ragazza trattenne un conato di vomito.
<< Ti
strapperemo il cuore dal petto lurida puttana! >>
esclamò uno dei tre leccandosi le labbra con gli occhi
accesi dalla fiamma del desiderio.
<< Ma
Bill… non sarebbe meglio prima divertirsi? >>
domandò con la voce roca un uomo alla sua destra.
<< Hai
avuto una bellissima idea, sarebbe un vero peccato recidere questa rosa
senza averle prima strappato tutti i petali >>
ghignò, abbassando la
zip dei logori jeans.
<< Vi
prego, no… No! Jared, aiutami! >>
urlò, aggrappandosi alla pietra con tutte le forze che aveva
e cercando di opporsi alla forza dei suoi
aggressori.
<<
Tienile i polsi! >>
Non riuscì a
vedere chi l’avesse bloccata a terra, la vista era appannata
dalle lacrime e i suoni erano coperti dai suoi singhiozzi che le
squarciavano il
petto e le infiammavano
la gola secca.
<< Ehi,
Bill guarda come piange! >> altre risate le rimbombarono
nella testa fino a quando un suono più forte proveniente dal
suo petto le fece
mancare il respiro.
Era il suo cuore che si
era spezzato?
Sentì
il terreno aprirsi sotto il suo fragile corpo e due mani scheletriche
afferrarla per la vita e spingerla verso il basso.
Un urlo spettrale fece
scappare gli uomini, anche lei urlò e piantò le
unghie nel terreno cercando di contrastare la forza che la spingeva
sotto terra,
sotto la terra in cui
lui era stato sepolto; ma non resistette per molto, si
abbandonò presto alla creatura , era troppo stanca per
reagire.
Con un tonfo sordo
precipitò nella buca, rimase per un attimo immobile, poi si
alzò in piedi, coprendosi il naso con una mano, quel luogo
puzzava di…
morte.
L’unica cosa
che riuscì a vedere fu un lungo corridoio fatto in pietra,
le gocce che cadevano dal soffitto le trasmettevano una strana
sensazione, era
ansia quella che
sentiva?
Si sedette nel punto
più luminoso e pianse tutte le lacrime che non aveva mai
osato versare.
Voleva
andare via da quel posto, ma la buca nella quale era stata trascinata
era profonda e il corridoio che le si presentava davanti era buio e le
metteva
paura.
<< Non
devi temere il buio, ma piuttosto quel che si nasconde nel
buio… >> mormorò suadente una voce
facendole fermare il cuore dallo spavento,
nell’oscurità
erano comparsi due occhi rossi che la guardavano divertita.
Cercò di
parlare, ma le sue labbra parevano incollate e non riusciva a smettere
di tremare.
La creatura
avanzò verso la luce della luna, la ragazza lo
fissò sconvolta, quello che vedeva non poteva essere
reale… era assurdo e impossibile.
<< Jared?
>> lo chiamò senza voce e si sentì
morire quando lui annuì.
I suoi vestiti erano
logori e strappati, il suo corpo era per metà bruciato, la
pelle aveva la stessa forma della plastica che spesso quando era una
bambina si era
divertita a bruciare con l’accendino del padre e in alcuni
punti era talmente rovinata da lasciar intravedere le ossa, gli occhi
dello
stesso colore delle
fiamme sembravano volergli uscire dal cranio, ma non fu questo a
sconvolgerla maggiormente.
Vermi, vermi bianchi
gli uscivano dai punti in cui la carne era lacerata, trattenne un urlo,
ma non riuscì a fermare un conato di vomito.
Pallida quanto un
cadavere si portò il più lontano possibile da
lui; come succede a ogni essere vivente, era disgustata dalla morte e
in particolare dai
cadaveri in
decomposizione.
Ma nonostante
ciò si sentiva in colpa per aver reagito in quel modo alla
sua vista, sicuramente l’aveva ferito…
<< Isabel
>> la chiamò gentile, la ragazza non rispose e
serrò le palpebre cercando di non pensare al suo corpo
divorato dall’interno dai parassiti.
<< Mi
dispiace che tu mi veda così, ma non avevo scelta se volevo
salvarti… Sei così bella e viva…
>> le sussurrò all’orecchio
facendola sussultare,
quando si era
avvicinato?
<< Sai
che mi manchi? >> parlò accarezzandole il
volto e facendola tremare.
<< Anche
tu… >> riuscì a dirgli, cercando di
non badare all’odore di carne putrefatta che emanava.
<< Lo
so… e perdonami per quello che ti sto per fare…
>> mormorò con un tono di voce strano che la
costrinse ad aprire gli occhi.
L’unica cosa
che vide prima di perdere i sensi furono delle lacrime di sangue che
gli scendevano lungo il viso.
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Quarta
classificata: Lacrime di
sangue di Dreamerchan
» Grammatica e sintassi: 19.5
» Stile: 14
» Originalità della trama: 15
» IC e caratterizzazione: 15
» Attinenza col tema: 10
» Parere personale: 4.25
Totale: 77.75/80
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Ringrazio
i giudici per il loro giudizio :) E poi chi
eventualmente leggerà e
commenterà questa storia :)
Buon
Hallowen a tutti ;)
Dreamerchan