Monsters

di bluemary
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Storia scritta per l'Halloween Party di Fanworld, con il prompt "mostri & affini".

Monsters

Sono forse intere settimane che state scappando, confidando in una salvezza di cui ti sei fatto tuo malgrado portavoce; ma loro non vi lasciano in pace nemmeno quando avete trovato un rifugio, quando siete da soli, barricati in una casa che per qualche giorno -per qualche ora- sarà sicura. Vi hanno seguito, simili a una presenza silenziosa e impalpabile, più subdola e pericolosa rispetto ai loro corpi fisici, perché ormai è come se fossero parte anche di voi, e vi stessero scavando nella carne, nelle ossa, divorando il vostro sangue assieme ai vostri stessi pensieri.
Vedi la loro ombra scura scivolare sul volto di Hirano, quando spara come un cecchino professionista, esultando a ogni centro; un ragazzo sovrappeso con problemi di autostima assurto al rango di eroe in armatura sfavillante, capace di scavare un buco nella faccia di quella che era una persona senza la minima esitazione.
Ne scorgi l’aria perennemente affamata sui tratti di Saeko, la calma e riflessiva senpai, che adesso davanti ai tuoi occhi assapora ogni uccisione, come se la sua lama fosse solo un prolungamento del braccio e il sangue di cui si impregna il più dolce dei nettari.
Poco a poco li stai ritrovando anche negli altri: nello spietato cinismo di Saya, nella disperata determinazione di Rei, nella fragilità di un’ignara Marikawa; perfino nello sguardo di Alice, che ormai ha ben poco dell’innocenza tipica della sua età.
Riconosci il loro riflesso negli occhi degli altri, gli adulti disorganizzati, quelli che sono le vittime, che vi guardano con lo stesso terrore che riservano a loro.
E, anche quando ti sei guardato allo specchio, li hai visti; non alle tue spalle come nel più banale degli incubi, ma nello sguardo di uno sconosciuto in cui non ti riconosci più. Uno sconosciuto che decide per l'intero gruppo, le cui scelte definiscono la salvezza o la morte di quelli che ti hanno eletto a leader indiscusso e che un tempo erano semplicemente tuoi compagni di scuola.
Forse siete stati contagiati anche voi dalla follia in cui è sprofondata la realtà, perché non è normale che un gruppo di adolescenti diventi un efficiente drappello di assassini di nonmorti, capace di sopravvivere dove i genitori, gli insegnanti e i poliziotti muoiono. Non è fottutamente normale.
E, a ogni giorno in cui sopravvivete, non puoi fare a meno di chiederti quanto vi stiate allontanando dagli altri e quanto stiate diventando come loro.





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