Cuori in tempesta

di ary_gg
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CAP 5     EHY SOUL SISTER

 

"Buongiorno raggio di sole!"
"Mmmm..."
"Forse meglio raggio di luna?? Ok eliminiamo il raggio va, sei un disastro."
"Eliminiamo anche il buongiorno e passiamo alla buonanotte!" Lauren si nascose sotto il pesante piumone indaco nella speranza di essere lasciata in pace.
"Su L! Sono le undici! Tu non dormi fino a tardi...certo, ieri eri sbronza, ma..."
"Ero lucidissima..." Lauren si alzò controvoglia mettendosi a sedere a gambe incrociate sul letto.
"Certo...parliamo seriamente...gli è presa davvero male ai tuoi, non volevano farmi salire, Matt mi ha fatta entrare di nascosto, il che significa che fra tipo cinque minuti devo sparire da questa casa!"
"Perchè non volevano farti salire scusa?"
"Tu padre ha detto: 'Puoi anche tornare a casa, la tua amica sarà in isolamento per un pò.' Al che mi sono spaventata perchè aveva la faccia seria e arrabbiata! Lo zio? Seriamente, anche quando è arrabbiato non è serio, piuttosto è sarcastico!"
"D, ti prego rallenta, ho mal di testa..."
"Che ti aspettavi? Di alzarti fresca come una rosa? Ti prego...ah chi è che ti ha accompagnato ieri sera?"
"Mmm..."
"Non mugugnare e dimmi subito c..."
"Ti conviene andare Denise papà come minimo mi sfonda la porta se non scendo. Ieri non ho risposto a nessuna delle sue domande."
Denise sospirò, si alzò dal letto e si diresse verso la porta.
"Va bè...aspetterò domani a scuola per sapere...è inutile che provo a chiamarti più tardi sono certa che ti elimineranno anche i contatti tecnologici con il mondo esterno"
"La prossima volta porta delle arance e nascondici una lametta dentro..."
"Scherza pure Lay, tuo padre non mi sembrava che avesse voglia di giocare...a domani."

 

Lauren scese le scale silenziosamente, quasi terrorizzata dal poter incontrare qualcuno.
"Oh, buongiorno...Denise se n'è andata?"
Lauren si pietrificò sul posto nell'udire le parole del padre.
"Denise?"
"Lauren, non sei nella posizione di coprire niente o nessuno, nè tantomeno di mentirmi."
Lauren alzò gli occhi al cielo e si diresse verso la sala da pranzo, sperando in un pò di caffè avanzato. Lì trovò sua madre che le riservò una fredda e sfuggente occhiata.
"Vado, Serena mi aspetta, sicuro che posso lasciarti qui?"
"Certo, tanto Lauren non andrà da nessuna parte, non sarò solo, vero tesoro?" Chuck parlò in tono retorico e senza nemmeno degnare Lauren di uno sguardo, mentre Blair si diresse verso l'ascensore con aria severa. Lauren cominciò ad irritarsi ed era lì da soli cinque minuti, pensando poi che era in punizione fino a contro ordine, si sentì soffocare, non desiderava altro che scappare. Rimase lì nel mezzo della sala, valutando la scelta migliore: sedersi e bere un pò di quella sostanza liquida miracolosa alias caffè, o ritornare a gambe levate in camera sua e chiudercisi fino al mattino seguente, quando, per grazia divina, sarebbe andata a scuola.
"Che fai? Non ti siedi?" Chuck parlò alla figlia con un fare di finta innocenza. Lauren recepì il messaggio del padre come un ordine e si sedette di fronte a lui, preparandosi una tazza di caffè.
"Allora?"
Lauren alzò lo sguardo verso il padre interdetta "Allora cosa?"
"Che ti è preso?"
Lauren sospirò pesantemente dicendo addio al suo amato caffè. "Niente."
"Niente? Mi rispondi male, disobbedisci, mandi all'aria tutti i tuoi progetti, torni a casa ubriaca e offendi tua madre, ti sembra niente?"
"Si considerando che ho diciassette anni."
"Avanti Lauren! Cos'è un modo per metterti nei guai, per distrarci da qualcos'altro? Davvero non capisco! Non ti sei mai comportata così!"
"C'è sempre una prima volta."
"Lauren non essere così sfrontata!"
Lauren alzò gli occhi al cielo con indifferenza, quasi fosse annoiata dalla discussione.
"Oh mi perdoni signorina, non era mia intenzione annoiarla, può congedarsi in camera sua se le è più conveniente!"
La ragazza guardò di traverso il padre, alzandosi di scatto e dirigendosi verso le scale.
"Ah, magari cerca anche di chiedere scusa a tua madre, non le ha fatto molto piacere il modo in cui ti sei rivolta a lei."
"Non mi pare di aver fatto niente di male."
"Ok ora basta signorina." Chuck raggiunse sua figlia e le si parò davanti.
"Non ho idea di cosa ti stia succedendo, ma devi rispetto a me e a tua madre, chiaro? Abbiamo cercato di darvi una certa educazione e di starvi vicino senza soffocarvi, e, sinceramente, fino ad oggi, mi sembrava di aver fatto un buon lavoro, ma so per certo che tua madre ha fatto un OTTIMO lavoro con voi, e non si merita un tale trattamento, non da te Lauren. Ti ha voluta più di ogni altra cosa al mondo, e il minimo che le devi, è il tuo rispetto nei suoi confronti."
Lauren si precipitò in camera sentendosi in colpa, ma non demordeva, non voleva cedere.

 

"Allora? Com'è la situazione in casa?"
"Tesa..."
"Mi sembri preoccupato..."
"Non è da Lauren comportarsi così."
"Magari si è davvero stancata di fare la brava ragazza."
"Alan, per favore, risparmiami."
"Ok, ok. Hai provato a parlare con lei? O con Denise?"
"Denise non sa niente, stamattina mio padre le ha vietato di vedere Lay, ma l'ho fatta entrare di nascosto nella speranza che scoprisse qualcosa, ma niente."
"Cosa vorresti sapere?"
"Tu che dici Archibald? A volte fai domande inutili."
"Matt parlo sul serio, cosa ti aspetti che ti dica? E' tua sorella, non si confiderà."
"E' su questo che ti sbagli, lo abbiamo sempre fatto."
"No Matt, lo facevate, ma negli ultimi tre anni, vi siete allontanati, e tu, più che altro, hai cercato di tenerla lontana dai ragazzi o per lo meno da certi tipi di ragazzi, certo ti è sfuggito David, però..."
"Non parlarmi di David, fortunatamente per lui si è trasferito, sfortunatamente per me però..."
Alan sorrise divertito. "Oh avanti, non puoi tenere Lauren lontana dai ragazzi per tutta la vita."
"Ora come ora mi interessa tenerla lontana dal tipo che l'ha riaccompagnata a casa..."
"Ecco, figurati. Sentiamo, sono sicuro che sai anche chi è."
"Christopher Anderson."
"Non l'ho mai sentito."
"E' lo studente nuovo del Sant Jude  Alan..."
"Non mi ero nemmeno accorto di un nuovo studente."
"Archibald ma dove diavolo hai la testa?"
"Sul collo?"
"Il tuo sarcasmo è pessimo...sicuro che non centri qualche ragazza no?"
"Ovviamente no..."
"Sicuro? Magari bionda, molto formosa, un pò con la testa fra le nuvole..."
"Alice nel paese delle meraviglie è il personaggio di una favola Matt."
"A proposito di Alice..."
"Che?"
"No niente...non dovevi andare o sbaglio?"
"Si! Accidenti mia madre mi ucciderà!"
"Muoviti..." Matt tornò a posare lo sguardo sulla 'sua' Alice, che aveva visto seduta su una panchina, lì a Central Park che sorseggiava un caffè. Alice sentendosi osservata, alzò lo sguardo e incrociò quello di Matt, che le si avvicinò.
"Cosa ci fa una bella ragazza sola di domenica."
Alice sorrise . "Mi aspettavo questo genere di battuta."
"Mi sa che allora i pettegolezzi viaggiano più veloci di me."
"Forse..."
"Matt, piacere."
"So chi sei, e non accompagnando il nome con il cognome, come è tuo solito, non mi farà cambiare idea circa le voci che sento in giro."
"E' un pò prevenuto da parte tua non credi?"
"Forse...ma non mi fido facilmente della gente..."
"Ma dai credito alle dicerie però." Alice si trovò spiazzata.
"Touchè..."
"Ti arrendi così facilmente?"
"No, è che magari ho qualcosa di più interessante da fare."
"Tipo sorseggiare un caffè da sola?"
"Ora sei tu che sei prevenuto..."
"Alice? Scusami..." Alice si voltò verso il ragazzo e Matt rimase sorpreso nel rendersi conto di chi fosse.
"Non preoccuparti Chris. Andiamo?"
Chris guardò Matt a lungo sostenendo il suo sguardo di sfida. Alice li guardò annoiata.
"Oh vi prego, addio Matt!"


Alice e Chris camminarono per un pò in silenzio poi, una volta arrivati in un ristorante e aver ordinato, Alice ruppe quel disagio.
"Mi dispiace che Serge ti abbia costretto a pranzare con me..."
"Non preoccuparti Alice, tanto sarei stato solo anch'io. Almeno così, magari, ci conosciamo meglio..."
"Non c'è granchè da sapere, credimi..."
"Ti è dispiaciuto venire qui suppongo..."
"Un pò...ok, un pò più di un pò, però è anche una bella opportunità."
"Bè, scusa se mi permetto, ma me ne fregherei della 'bella opportunità' se questo comportasse mandare all'aria tutta la mia vita."
"Non quando non hai scelta..."
"Ok, ok..."
"Bè non mi sembra che tu abbia fatto diversamente."
"Io non avevo niente da perdere."
"Oh dai Chris! Vieni da Los Angeles, non dirmi che non è vera la storia della rivalità Los Angeles-New York."
Chris rise scuotendo la testa.
"Non dirmi che questa storia la sa anche l'Italia!"
"Colpa dei telefilm." Alice rise assieme al ragazzo.
"Ok, ok, vero, ma non mi riguarda...e poi ho cercato di convincere mia madre a lasciarmi lì, ma proprio non voleva, lei sarebbe andata in Australia, e io avrei potuto passare un pò di tempo con il mio 'adorato' paparino...e comunque fino a quando i miei sono stati insieme ho vissuto qui."
"Oh, davvero? Non lo sapevo."
"Si, poi io e mia madre ci siamo trasferiti a Los Angeles."
"Capisco..." I due ragazzi mangiarono in silenzio per un pò.
"Alice...meglio che tu non dia confidenza a quel ragazzo..."
"Come mai me lo dici?"
"Non fraintendermi Ali...io, io non ho sorelle o fratelli, sono sempre stato abituato a pensare a me, e non voglio certo improvvisarmi tuo fratello solo perchè i nostri genitori si sono sposati, ma, bè ecco, io ho solo voluto dirtelo..."
"Chris, non agitarti, non ti stavo attaccando, apprezzo, e comunque ho già avuto le mie informazioni su Matt, e, inoltre, non ho bisogno di frequentare ragazzi, visto che non ho esattamente 'chiuso' con il mio..."
"Meglio così allora..."

 

Lauren sentì bussare alla sua porta.
"Avanti..."
"Ehi...hai mangiato? Ti ho portato qualcosa..."
"Grazie Matt, ma non mi va..."
"Tutto ok?"
"Certamente, sono solo rinchiusa qui da questa mattina..."
"Lay, è solo la conseguenza alle tue azioni."
"Matt, se vuoi farmi la predica, puoi anche uscire da qui."
"Voglio solo capire cos'è che non va. Avanti, che ti succede?!"
"Da quando in qua ti interessa?"
"Senti, so che ci siamo allontanati, ma..."
"Ma cosa? Sei tu che mi hai tagliato fuori dalla tua vita e hai cominciato a controllarmi, non bastavano mamma e papà!"
"Lauren sto solo cercando di starti vicino!"
"Non ne ho bisogno!"
"Perfetto allora!" Matt se ne andò dalla stanza arrabbiato e Lauren si sentiva solo sempre più irritata, aveva bisogno di uscire e decise che lo avrebbe fatto. Si vestì velocemente, poi fece attenzione a non farsi sentire aspettando l'ascensore.
"Dove pensi di andare?"
Lauren si girò verso la madre e la guardò a fondo.
"Esco."
"Mi prendi in giro?"
"No."
"Lauren! Non..."
"Ciao mamma." Blair rimase lì ferma senza sapere che fare, sentendosi inutile, non capendo cosa stesse succedendo a sua figlia, e non capendo che fine avesse fatto la sua autorità.

 

Lauren passeggiò un pò in giro, voleva chiamare Denise, ma sapeva che poi sia lei, che suo fratello, o Alan l'avrebbero riportata a casa.
"Lauren!"
La ragazza si voltò e sorrise, non capendo però, per quale delle due persone che si ritrovò di fronte.
"Ciao Alice! Fai un giro per New York?"
"Si, Chris mi fa vedere un pò la città, non ho avuto molto tempo per vederla davvero."
"Principessina..."
"Anderson..."
"Vi conoscete?"
"Si, mi è venuta addosso..." Lauren strinse gli occhi a due fessure in segno di irritazione.
"Io? E' stata colpa tua."
"Si certo, sto ancora aspettando le tue scuse..."
"Ok, ok calmatevi..."
"Bene, penso che Lauren potrà farti da guida meglio di me, sempre che tu non abbia altro da fare..."
Lauren gli sorrise fintamente, per poi rivolgersi ad Alice "Assolutamente, almeno possiamo conoscerci meglio."
"Sicura che per te non sia un problema?"
"No Alice, scherzi? Tanto sarei stata comunque un pò in giro."
"Perfetto allora. Ali ci vediamo a casa stasera...principessina..."
Lauren alzò gli occhi al cielo irritata "Anderson..."
Chris si allontanò con un sorriso beffardo sul volto, poi si voltò in direzione delle due ragazze, le vide allontanarsi insieme e continuò a sorridere riprendendo la sua strada.
"Scusalo, di solito non è così antipatico..."
"Ne sono certa..."
"Davvero, cioè lo conosco poco effettivamente, ma con me è sempre stato molto gentile..."
"Non preoccuparti davvero..."
"Come mai in giro da sola?"
"Oh, bè, non mi andava di stare a casa, ma Denise era occupata quindi..."
"Denise?"
"Oh si, scusa, non la conosci, sai, domani dovresti pranzare con noi, così ti presento qualcuno, ti va?"
"Certo, grazie...questa settimana non ho stretto molte amicizie..."
"Avrei voluto cercarti, ma purtroppo c'è stata la settimana dell'Ivy League, a scuola era un delirio..."
"Non...non ti ho vista alla giornata finale..."
"Si, io...bè...non ero molto in forma, quindi sono rimasta a casa..."
"Capisco..."
Le due ragazze continuarono a passeggiare per le strade di New York, parlando del più e del meno, finchè non decisero di tornare a casa.
"Finalmente..."
"Papà."
"Non fare la faccia scocciata signorina! Forse non ti stai rendendo conto del modo in cui ti stai comportando..."
"Me ne rendo conto benissimo invece."
"Lauren, smettila ok? Fare la dura non ti porterà da nessuna parte."
"Posso andare ora?"
"Io davvero non capisco, non prenderti gioco di me ragazzina!"
"E tu non urlare!"
"Non parlarmi così!"
Lauren superò il padre e salì le scale, senza che si accorgesse che il padre la seguiva.
"Lauren!"
"Papà perchè non mi lasci in pace?" La ragazza si barricò in camera chiudendosi a chiave.
"Lauren maledizione!"
Intanto arrivò anche Matt. "Papà...non urlare."
"Che fai? Ora anche tu mi dai ordini?"
"Papà...non era questo che..."
"Si certo...oh comunque la settimana prossima andrai in visita ad uno dei college da cui hai ricevuto l'invito...decidi tu quale, non mi interessa."
"Cosa?"
"Mi hai sentito. Buonanotte."


"Non mi saluti nemmeno?"

"Perchè dovrei?"
"Per averti portata sana e salva a casa?"
Lauren sorrise ironicamente. "Oh certo, che sciocca, eppure ieri non mi pare tu sia stato tanto cordiale."
"Faccio bene allora a chiamarti principessina."
"Smettila ok?! Odio questo appellativo! Non sono una principessina."
"No?"
"No!"
"Vieni con me allora."
"Prego?"
"Non mi va di seguire le lezioni stamattina. Le belle giornate finiranno presto. Sai sono abituato al clima di Los Angeles."
"Oh no, è da li che vieni? Odio i californiani" Lauren lo guardò con aria di sfida.
"Già, ma almeno non sono così...rigidi."
"Non sono rigida."
"Perchè ti senti chiamata in causa ogni volta?"
"Ok, addio Chr...Idiota."
"Mi piace più Chris, principessina."
Lauren si bloccò e si voltò verso il ragazzo.
"Ok, ora basta. Andiamo?" La ragazza lo superò in un baleno avvicinandosi all'uscita della scuola."
"Aspetta."
Chris le corse dietro, per poi chiamare un taxi e perdersi con lei nel traffico di New York.
"Oh no...no, Lauren!" Denise corse inutilmente dietro l'amica, ma non faceva altro che trovare ostacoli di fronte a sè, non riuscendo a raggiungerla e a fermarla.
"Che diavolo fa!"
"Matt! Da dove sei sbucato?"
"Non è rilevante, la cosa importante è che non sono riuscita a fermare mia sorella. Quell'idiota deve starle alla larga."
"Matt, aspetta. Non credere che sia lui il problema!"
"Vedremo."

 

spazio autrice

non sono per niente soddisfatta di questo capitolo, non mi piace nemmeno un pò...ma non volevo continuare a rimandare la pubblicazione...almeno per quelli a cui la storia piace...ora, non so bene come procederanno le situazioni, e vorrei anche cercare di far venire fuori meglio gli altri personaggi. Mah vedremo...fatemi sapere che ne pensate, sono pronta a tutto!

Nicosia        grazie per la recensione e i complimenti, fammi sapere che ne pensi di questo ORRIBILE capitolo.


Gnam_Gnam        io adoro le recensioni lunghe :) ahahahah tranquilla anche io li amo tutti! Bè diciamo che Chris non è proprio come Chuck ecco, si può sembrare, ma nella mia mente è diverso...poi, ti svelo un segreto, per parlare di lui, mi ispiro ad una persona reale, certo, qui è in maniera più esagerata e ho calcato la mano, ma diciamo che, lo scheletro appartiene ad una persona reale ;) fammi sapere che ne pensi, pessimo capitolo lo so!







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