Capitolo
9
Crowded
streets are cleared away
One
by one
Hollow
heroes separate
As
they run
You're
so cold
Keep
your hand in mine
Wise
men wonder while
Strong
men die…
- Hidari…
Piangevo, mentre sussurravo il suo nome.
- Hidari, Hidari…
Il buio era una coperta impercettibile, che m'impediva di vedere
qualsiasi cosa.
- Hidari, fratello mio, vieni a prendermi…
Sentivo il cuore sanguinare dal dolore, mentre l'oscurità mi
dava l'illusione di non essere più in vita.
Era morto. Morto.
Ed io ero rimasta sola, inghiottita da quell'Inferno che mi circondava.
Non trovavo più la forza per respirare, né
avvertivo il battito del mio cuore.
Non riuscivo più a reagire.
Ora l'unico desiderio, l'unico barlume che illuminava ancora la mia
esistenza era quello di raggiungere il mio amato fratello. Solo al suo
fianco avrei potuto vivere.
Show
me how it ends it's alright
Show
me how defenseless you really are
Hidari voleva ribellarsi. Voleva semplicemente fuggire da quella
prigione di odio e sofferenza che ci opprimeva.
Hidari voleva vivere, nulla di più.
E la vita, per lui, non era stata creata per stroncare quella degli
altri.
Ma in quel mondo di ciechi e di sordi, nessuno era riuscito a capirlo.
In quel mondo di ciechi e di sordi, gli uomini dovevano essere educati
a uccidere altri uomini, i bambini dovevano imparare a essere crudeli
come i loro allenatori e l'amore doveva essere rimosso
definitivamente.
Ma che cosa chiedeva di così straordinario mio fratello,
quando diceva che desiderava esistere?
Per quale ragione doveva essere accusato?
Tradire un clan di assassini era un crimine tanto grave quanto quello
di vivere per distruggere il prossimo?
Singhiozzai, mentre le mie labbra sussurravano un'unica parola:
innocente.
Hidari lo era sempre stato.
La sua anima si era macchiata del sangue di molte vittime, ma mio
fratello aveva già scontato una pena per questo.
La vita che gli era stata imposta aveva rappresentato la sua unica e
terribile condanna.
- Fratello mio, portami via…
Ma sapevo che Hidari non sarebbe tornato a prendermi. Non stavolta.
Non sarei più stata avvolta dal suo calore.
Ma forse, forse la colpa
di tutto questo era mia.
Forse ero io a dover scontare quel supplizio.
Forse avrei dovuto essere più forte.
E di certo, avrei dovuto essere come il mio amato fratello. Ma non ci
ero riuscita.
Ed ero stata punita.
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Well,
that's alright, let's give this another try
Gridai, sopraffatta dal dolore. La morte di mio fratello era la
condanna più atroce che avrei dovuto subire. Nessuno, fuori
da
quello sgabuzzino, sembrava voler udire le mie urla. Nessuno mi avrebbe
liberata.
Da quando mi avevano rinchiuso lì dentro, ero rimasta
immobile,
sdraiata sul pavimento bagnato di lacrime. Come una ragazzina inerme e
annientata.
Solo dopo due interminabili ore cercai di alzarmi da terra, lentamente.
E fu proprio in quel momento che accadde.
Una fitta alla schiena, all'altezza della scapola. Forte, terribile,
infernale.
Urlai involontariamente, incapace di capire cosa stesse succedendo.
Sentii le ossa muoversi lievemente e qualcosa premere sotto la mia
pelle.
Qualcosa che voleva
uscire.
Urlai ancora, mentre le ginocchia non riuscivano più a
reggere
il peso del mio corpo. Caddi a terra e riuscii a malapena ad evitare
che il mio viso si schiantasse contro il pavimento.
Poi, una seconda fitta. Il dolore si stava lentamente espandendo lungo
tutta la schiena. Strinsi i pugni e chiusi gli occhi, tentando invano
di non gridare.
- Hi-Hidari… - mormorai poi, respirando a fatica.
Non riuscivo a pronunciare altro.
La spalla pulsava ed io avvertii chiaramente la pressione di quel qualcosa sotto a
essa. Provai un orrendo senso di nausea.
Non avevo mai sofferto così durante gli allenamenti con Eris.
Rimasi rannicchiata a terra, consapevole di non potermi alzare.
Cosa mi stava accadendo?
La mia mente non era capace di trovare una risposta, in quel momento.
Il qualcosa
sotto la spalla continuava a premere. Tentai di toccare quel punto con
la mano, ma il dolore ostacolava ogni movimento.
E, a poco a poco, si faceva sempre più atroce.
If
you find your family, don't you cry
In
this land of make-believe, dead and dry
Il mio cuore pulsava con talmente tanta potenza da non permettermi di
udire nulla, se non i suoi battiti insistenti.
Poco dopo, una terza scarica di dolore m'impedì di
trattenere un
altro urlo. Graffiai il pavimento, mentre nuove lacrime lo bagnavano.
Stava davvero
uscendo qualcosa dalla spalla.
- Aiuto… - ansimai, ma l'oscurità soffocava anche
le mie parole.
La nausea stava aumentando. Avevo bisogno di uscire da quella prigione.
Trascorsi due eterni minuti di agonia, prima che il qualcosa lacerasse
parte della mia carne.
Fu come uno strappo, forte e deciso. Dopodiché si
aprì un
ampio taglio lungo tutta la spalla e parte della schiena sottostante.
Quasi non lo avvertii: il dolore era provocato da ben altro.
Sotto la carne, sentii scorrere lentamente qualcosa di caldo. E non era
sangue.
Rimasi immobile, completamente incapace di reagire.
Solo quando il qualcosa
cessò di uscire dal mio corpo, iniziai a comprendere.
Un osso tutt'altro che sottile aveva appena strappato parte della mia
pelle, fuoriuscendo quasi interamente.
Ma il dolore non si era attenuato.
Un'altra terribile fitta colpì la spalla opposta. Stava per
succedere di nuovo.
Tremai, terrorizzata. Chiusi gli occhi e aspettai, distesa a pancia in
giù su un pavimento fin troppo freddo.
Un altro osso lacerò la mia carne, uscendo altrettanto
dolorosamente.
Stavolta non urlai, ma sfogai tutta la mia sofferenza attraverso le
lacrime. E in quel momento, l'immagine della mia allenatrice apparve
nitida nella mia mente.
Non volevo dare ulteriore soddisfazione a Eris. Non volevo che mi
sentisse gridare.
Non volevo che si avvicinasse al ripostiglio, sorridendo mentre le mie
urla raggiungevano le sue orecchie.
Ma intanto, aveva vinto lei.
Intanto, il mio cuore e il mio corpo si stavano distruggendo, senza
impedirmi di rimanere in una vita crudele e meschina.
You're
so cold, but you feel alive
Lay
your hand on me one last time
Riaprii gli occhi solo quando entrambe le ossa cessarono di muoversi.
Con un po' di sollievo, mi accorsi che la nausea pareva scomparire a
poco a poco.
Un brivido gelido mi percorse la schiena e dedussi che parte della
maglietta si era strappata.
Non sapevo se avevo perso molto sangue. Non sapevo nemmeno come fossero
quelle maledette ossa.
E non sapevo cosa
diamine mi fosse successo.
Show me how
it ends it's alright
Show me how
defenseless you really are
I miei muscoli si rifiutavano di rispondere ai comandi. Rimasi senza
forze per quasi mezzora, dopodiché un fruscio inquietante
raggiunse le mie orecchie, accelerando nuovamente i battiti del mio
cuore.
Non potevo sopportare altra sofferenza, ma quel rumore non prometteva
nulla di buono.
Chiusi gli occhi per la terza volta, preparandomi al peggio.
Ma non arrivò niente. Me ne resi conto quando qualcosa di
soffice mi sfiorò un braccio, facendomi sobbalzare.
E poi nulla. Era sparito
completamente.
Il dolore aveva finalmente abbandonato il mio corpo - o quello che ne
restava. Si dissolse con la medesima rapidità con cui mi
aveva
travolta.
Lentamente, mi riappropriai delle mie forze. Mi alzai adagio e presto
mi accorsi che le ginocchia riuscivano di nuovo a sostenermi. Ma mentre
mi levavo da terra, mossi involontariamente una parte quasi del tutto
sconosciuta del mio fisico.
Le ossa che erano appena fuoriuscite dalla schiena sembrarono vibrare,
mentre il fruscio di poco prima aumentò.
Stavolta, quel qualcosa di morbido accarezzò entrambe le mie
braccia, in una sensazione quasi piacevole.
Fui percorsa da un tremito. E all'improvviso, un orribile presentimento
affollò la mia mente.
Di demoni alati ne avevo
visti fin troppi, per non sospettarlo. Sapevo com'era il loro aspetto.
E quel maledetto fruscio
non mi era nuovo. Per niente.
Il mio stomaco si attorcigliò.
No.
Non poteva accadere. Non aveva alcuna logica.
Non ero un demone, io.
E mai avrei potuto esserlo.
Io appartenevo al genere umano, come il mio amato fratello.
Non ero un demone,
diamine. Non potevo assomigliare all'assassina di Hidari.
Non volevo.
Sarei per sempre rimasta un'umana, simile all'unico uomo che aveva
riscaldato la mia anima. Non potevo essere altro.
Scossi la testa, decisa.
Ma in che altro modo
potevo spiegarmi cos'era avvenuto?
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Well,
that's alright, let's give this another try
- Hidari… - sussurrai, senza rendermene conto - dimmi che
succede… aiutami, fratello mio…
Sfiorai la fronte con una mano e mi accorsi che era imperlata di sudore.
- Aiutami…
Altre lacrime mi rigarono il volto, mentre il dolore al cuore - quel
dolore che non mi aveva abbandonato - sembrava amplificarsi
ulteriormente.
E in quell'istante, persi completamente il controllo di me stessa.
Fu come se una scossa avesse attraversato tutto il mio corpo, facendomi
barcollare.
Istintivamente, avanzai di qualche passo, per cercare un appoggio. Le
pareti, però, erano occupate da decine di armi diverse, e
forse
fermarsi era la scelta migliore.
Ma il mio corpo non si arrestò.
Senza volerlo, mi voltai e presi a camminare. Ero intenzionata ad
aprire la porta del ripostiglio, a tutti i costi.
O almeno, il mio fisico
lo pretendeva.
Tentai di ribellarmi, ma fu tutto inutile. Mi era unicamente concesso
di guardare, come se assistessi a un macabro spettacolo.
Ansimai, completamente inerme.
E anche stavolta, non capivo cosa stesse accadendo.
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me how defenseless you really are
Continuai ad avanzare, decisa.
La porta era lì, a qualche centimetro da me.
Per un istante, il mio cuore fu investito da un odio profondo e
violento. Strinsi automaticamente i pugni, mentre le unghie incidevano
dei segni sul palmo delle mani.
Le mie labbra si dischiusero, liberando un flebile suono.
- Li ucciderò.
- mormorai, ma quella voce non mi apparteneva - Con le mie mani, li
ucciderò tutti.
Tremai. Come poteva albergare tanto odio dentro di me?
E nonostante tutto, sentivo di averlo sempre provato.
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Well,
that's alright, let's give this another try
In quel momento, alzai i pugni.
Non sapevo cosa stessi per fare. E non sapevo il perché.
Ma un attimo più tardi colpii la porta con tutta la potenza
che avevo.
E la ridussi in mille pezzi.
It's
alright
Fui investita da un soffio di aria ghiacciata.
Doveva essere sera tarda, perché il cielo non rivelava
più alcuna traccia di luce.
Il mio sguardo si posò sul prato davanti alla palestra.
Hidari era morto
lì, a qualche metro da me.
E ora quel posto era
deserto.
Una lacrima riscaldò improvvisamente il mio viso.
- Vi
ucciderò, maledetti bastardi.
Non ebbi il tempo di chiedermi dove fosse il cadavere del mio amato
fratello. Non ne ebbi il coraggio.
Nel frattempo, tre demoni stavano correndo verso di me.
- Chiamate gli altri! Veloci! - urlò uno di loro.
Un altro si bloccò all'improvviso. Il buio m'impediva di
riconoscere i tratti del volto, ma percepii il suo orrore.
- Maledizione, che cosa diavolo sei? - esclamò, rivolto a me.
- Eris! ERIS! - gridò il terzo.
Trasalii. Avrei voluto fuggire, ma il mio corpo decise di sorprendermi.
In quell'istante, i tre demoni ripresero a correre verso di me,
ringhiando. Più indietro, altri due li stavano imitando. Uno
di
loro doveva essere Eris.
Per tutta risposta, le mie gambe avanzarono in direzione del prato,
acquisendo sempre più velocità.
- Non fatevela scappare, bastardi! - urlò uno dei demoni.
Mi avevano quasi raggiunta, ma il mio corpo non si arrendeva.
Quando arrivai al centro del prato, le mie gambe saltarono, con tutta
la forza che era loro concessa.
E un attimo dopo, non toccavo più terra.
Stavo volando.
It's
alright
Soffocai un urlo, quando mi resi conto di ciò che era appena
avvenuto.
E con un tuffo al cuore, capii che i miei sospetti erano fondati.
Il dolore di poco prima era stato causato dalla comparsa di due ali,
grandi a tal punto da poter sostenere il peso del mio corpo.
Sentivo contrarsi i muscoli del dorso, mentre l'aria gelida mi
graffiava il viso.
Non provai a riprendere il controllo del mio fisico, consapevole che
sarebbe stato inutile: mi lasciai trasportare, troppo esausta per
capire dove.
Abbassai lo sguardo, incurante delle vertigini: stavo volando ad alcuni
metri d'altezza, mentre l'isola - quell'isola che per tredici anni era
stata la mia prigione - sembrava rimpicciolirsi sempre di
più.
Respirai a fondo, e per la prima volta mi sentii libera.
Udii urlare i cinque demoni rimasti a terra, e con mio grande conforto
mi ricordai che nessuno di loro era dotato delle ali. Gli unici che
avrebbero potuto volare erano i due sopravvissuti all'attacco
dell'agenzia Hope, ma rimanevano ancora in condizioni tali da non poter
nemmeno camminare. I restanti cinque, ancora illesi, erano i soli a
essere rimasti sull'isola, la sera del tradimento del mio amato
fratello. E ognuno di loro aveva contribuito all'uccisione di Hidari.
Continuai a volare, mentre le catene che mi avevano da sempre legato
all'isola si frantumavano.
Quel momento avrebbe potuto rappresentare la realizzazione del mio
più grande desiderio, se solo mio fratello fosse stato al
mio
fianco.
Dopo tanta angoscia, avremmo potuto essere davvero felici.
It's
alright
Abbassai nuovamente lo sguardo e contemplai il mare, nero e solitario
quanto la vita che sembrava attendermi.
E fu allora che capii davvero tutto.
It's
alright
Avvolta dall'aria gelata, ricordai le parole del mio amato fratello.
Hime, c'è una
cosa che non
sai. Ma non posso spiegartela ora, non c'è tempo. Dobbiamo
scappare prima che ci trovino.
Sussultai. Hidari non aveva potuto rivelarmi ciò che sapeva.
Hime, tu hai bisogno di
vivere. Ascoltami, ti prego. Credimi, devi salvarti.
Secondo lui, io dovevo vivere. A tutti i costi.
E mentre moriva, non mi aveva ripetuto altro.
It's
alright
Udii il fruscio delle mie ali, e tutti i pezzi del puzzle trovarono il
loro posto.
Mi ero trasformata. E
Hidari sapeva che sarebbe successo.
Gliel'aveva rivelato
l'agenzia Hope.
It's
alright
Il mio cuore prese a battere insistentemente, mentre giungevo alla
soluzione.
L'avevano predetto. E
ora era accaduto.
Nel mio corpo si era insediato il potere Hi.
It's
alright
***Spazio dell'autrice***
Dopo tanto tempo, rieccomi
qui, con un nuovo capitolo! :)
Mi scuso per il
ritardo, ma con la
scuola ho poco tempo per scrivere. :-S Spero che, nonostante i ritardi,
continuerete lo stesso a seguire la mia storia. :)
Il capitolo
precedente è
finito in maniera piuttosto drammatica, ma in questo, per lo meno,
è racchiusa una piccola speranza. Sono stata costretta a far
soffrire la povera Hime, e non è stato piacevole.
Però
ora entriamo nella seconda parte della storia, dove le cose
cambieranno.
Spero che non abbiate
trovato
pesante la descrizione della formazione delle ali, per la quale mi ci
è voluta un bel po' di pazienza! Ah, una piccola
precisazione:
le due ossa che sono fuoriuscite non erano già all'interno
della
schiena di Hime, ma si sono formate grazie al potere Hi.
Comunque, se trovate qualche errore in questa descrizione (e non
intendo unicamente quelli grammaticali, ma anche sviste o
imprecisioni), non abbiate problemi a farmelo notare! ^^
In questo capitolo ho
usato molto
anche il carattere corsivo, ma spero che non possa risultare eccessivo.
In caso contrario fatemelo sapere, ok? :) Provvederò a
sistemare. ^^
La canzone che ho inserito è "So cold" sempre dei mitici
Breaking Benjamin. Se devo essere sincera, l'ho conosciuta da poco, ma
me ne sono subito innamorata. Ve la consiglio! :) Spero solo che la
frase finale, "It's alright", non sia troppo pesante (nella canzone il
cantante la ripete nove volte, qui l'ho messa sette), ma penso che si
accompagni bene al finale della storia.
Comunque, se qualsiasi cosa non vi piace (anche tutto il capitolo, in
caso XD) ditemelo senza problemi. :) E' stato piuttosto difficile
scriverlo: Hime è rinchiusa in una stanza buia per gran
parte
del capitolo, quindi non può vedere niente; è
disperata
per la morte del fratello, ma non potevo soffermarmi troppo a
descrivere questo dolore, né troppo poco; infine descrivere
qualcosa come la formazione delle ali era cosa del tutto nuova, per me.
Insomma, è stato un casino. U.U Il prossimo sarà
un po'
più dinamico, ma spero di non scriverlo troppo tardi. :)
Vi ringrazio immensamente delle recensioni, siete sempre molto gentili
e mi incoraggiate a continuare a scrivere! :D
Meiou Hades: ciao!
^^ Sono
felice che l'ottavo sia uno dei tuoi capitoli preferiti. Ci tengo molto
anche io, perché è fondamentale per la storia.
E...
sì, è terribile ciò che succede. Ma
non temere,
Eris la pagherà, prima o poi. U.U Spero che con questo
capitolo
Hime sia riuscita a farsi valere, proprio come dicevi tu. :)
Dust_and_Diesel: grazie
infinite anche a te! :D Già, ormai il destino di Hidari era
segnato, ma sono felice che la scena ti sia piaciuta. Ci ho pensato
molto, prima di scriverla, continuavo a immaginarmela... comunque, hai
ragione: è più efficace un "ti amo", spero solo
che non
venga frainteso da qualcuno. O.o
andreea: lo
so, lo so, sono
orrenda. Sei libera di tirarmi dietro qualcosa! Ma tranquilla, puoi
continuare ad amare Hidari quanto vuoi, perché non
sarà
del tutto assente dalla storia. :) Per quanto riguarda Hime, ora sembra
che la sua situazione sia leggermente migliorata, ma il dolore per la
perdita del fratello rimane, giustamente, grande. Spero solo che questo
capitolo ti piaccia, anche se il tuo amato Hidari non c'è! :(
Chandrajak: ciao,
kei! ^^ Nooo,
non volevo che piangessi... :'( suvvia, ora sai come andranno le cose,
perciò asciugati le lacrime. :) Ti ringrazio tantissimo dei
consigli che mi dai (te l'ho già detto ieri, sei un pozzo di
idee u.u) e se c'è qualche errore in questo capitolo,
fammelo
sapere! U.u
Hope52:
eheh, il calcio alla
caaara Eris l'ho appena dato! ^^ E con molto piacere. :) Almeno, in
questo capitolo, è stata del tutto inutile e incapace! U.u
comunque, capisco benissimo quello che intendi: non sai quante volte ho
pensato a quella scena, e a tutta la storia in generale, e scriverne
una così terribile è molto brutto. Anche
eliminare un
personaggio così caro come Hidari non è una cosa
piacevole, però spero che il seguito della storia non ti
deluderà. E grazie dei tuoi complimenti! :D
Pillo: donna,
credevo che
l'odio per l'elefanta sia cresciuto già abbastanza vedendo
la
sua musa ispiratrice (e sai di chi parlo XD)! Comunque non
preoccuparti, recensisci quando vuoi. Grazie dei complimenti, e
menomale per la storia delle battute. Sai, non volevo scrivere qualcosa
di inadeguato, mettendo alcune frasi in maiuscolo. E quali
antidepressivi, suu! XD
Kiriri: beaaa!
Grazie per la
tua splendida recensione! Però io so che anche tu sai
scrivere
muy bien, e presto dovrai metterti alla prova anche tu! Ti obbligo U.u
XD Comunque, ora provvedo subito a correggere l'errore, grazie infinite
per avermelo fatto notare. :) Spero che ti piaccia anche questo
capitolo!!
Iolyna92: ciao!
:) Spero di
essermi fatta perdonare per il ritardo, visto che mi avevo detto di
aggiornare presto! X.x comunque mi dispiace che tu abbia pianto :( Ma
come hai detto tu, mi fa capire che ti ha trasmesso qualcosa. :) E
tranquilla, che Hime cambierà, ma non in peggio! ^^
Gio26: ciao
anche a te! ^^
Anche se non sei arrivata fin qui nella lettura, e ti ho già
risposto via e-mail, ti ringrazio anche qui per le tue recensioni. Sono
felice che la storia ti piaccia, anche perché ti soffermi
capitolo per capitolo a commentare! :) Comunque, vai avanti con calma
nella lettura, che non c'è fretta! E spero che il quarto
capitolo possa piacerti. A proposito, qui ho usato "So cold", una delle
tue canzoni preferite! :D
Ringrazio anche gli altri lettori che seguono la mia storia o che
l'hanno messa tra le preferite! ^^
Un saluto a tutti voi,
Valerie :)
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