A casa

di Chibi_Cute
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A CASA

Era steso sul divano, a guardare quel poco di paesaggio visibile dalle finestre dell'appartamento 302.
Lasciava ciondolare mollemente un braccio fuori dal divano, accarezzando con le dita callose la moquette.
Si sentiva finalmente in pace.
Dopo che Henry aveva fermato il rituale, si era sentito improvvisamente vuoto.
Non si sarebbe mai aspettato poi, che proprio Henry, colui che aveva tentato di ammazzare svariate volte, lo aiutasse a riniziare pian piano la sua vita.
E così, il suo cappotto blu era pulito e senza nemmeno più una goccia di sangue incrostata su; i suoi capelli, ora puliti e ordinati riflettevano i tiepidi raggi rossastri del tramonto; aveva un lavoro part-time in uno studio medico a qualche isolato di distanza e viveva in quello stesso appartamento che poche settimane prima riteneva essere sua madre.
Henry era stato la mano che lo guidava verso un nuovo cammino.

All'inizio era tutto così strano, Henry non faceva altro che guardarlo storto, e anche le altre ex-vittime, compreso il suo piccolo se stesso, avevano paura di lui.
Poi, non si sa come, si era ritrovato con le labbra di Henry sulle sue - o era stato il contrario? - e una moltitudine di brividi che gli passavano il corpo da parte a parte.
E così era iniziata la loro "relazione speciale", fatta di teneri abbracci e piccoli accorgimenti che per Walter erano incredibilmente nuovi ed interessanti.

Una delle cose che più gli piacevano era svegliarsi con il corpo caldo di Henry stretto a se, il suo respiro sul petto e i muscoli lievemente doloranti per il "grande movimento" della sera prima.
Anche il bacio del bentornato, quel bacio che Henry gli dava timidamente e frettolosamente quando lui tornava a casa dalla clinica, gli piaceva.
Walter adorava Henry.

Perso nei suoi pensieri, non si accorse che proprio la persona a cui stava pensando era tornata a casa.
Riconobbe la sua presenza solo quando sentì il tonfo del borsone in cui l'uomo teneva la sua attrezzatura da fotografo sul pavimento.

-Sono a casa, Walter-

Il biondo si alzò dal divano, sorridendogli calmo, andando ad abbracciarlo e respirando a pieni polmoni il delicato profumo di muschio che Henry emanava.

-Mi sei mancato-

Sorrise quando sentì Henry irrigidirsi tra le sue braccia, prima di rispondere

-A-anche tu mi sei mancato-

Lo lasciò andare a cambiarsi, guardandolo dallo stipite della porta.
Si girò sorridendogli quando Henry gli lanciò la camicia sporca, strepitando che non era educato fissare la gente mezza nuda.
Allora Walter si incamminò verso la cucina, pensando a cosa cucinare, sentendosi davvero felice.
Sentendosi a casa




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