Buon risveglio, amore mio. di BeckyPanda (/viewuser.php?uid=94419)
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Feliciano entrò in quella casa dove aveva passato
l'infanzia, così piena di ricordi terribilmente familiari...
Cercò con lo sguardo la figura del fratello maggiore
finchè non lo trovò addormentato sul divano.
-Veeh? Da quando dormi sul divano?- si avvicinò e
squadrò il fratello. Dormiva beatamente rannicchiato come un
bambino. Feliciano sorrise e gli accarezzò una guancia.
Erano cambiate tante, troppe, cose. Perché, poi,
non si sa.
Si sedette su una poltrona, di fronte al divano, guardando Lovino
dormire. Non era cambiato troppo. Aveva la stessa identica espressione
di quando era piccino. Perennemente imbronciata. Si alzò di
nuovo, non riusciva a stare troppo fermo, e si inginocchiò
ai piedi del divano per avere di fronte il viso del fratello.
Dio. Certo che era bello, davvero bello. Il sogno di ogni ragazza! Non
era così che diceva ridendo Veneziano?
Lovino rispondeva a cuscinate, sempre.
Sospirò piano, per non svegliarlo. Gli mancava
terribilmente. Ma non poteva tornare in quella casa. Doveva vivere solo
e imparare a difendersi.
Lovino si mosse nel sonno e borbottò qualcosa.
-....Icia.....o...-
Feliciano aggrottò le sopracciciglia. Che aveva detto?
Di nuovo, un borbottio.
-....Fe....i....-
Ancora. Altre parole.
-Non....asci....mi...-
Parole confuse, borbottate nel sonno.
Feliciano sforzava il suo cervello a capirci qualcosa. Ma soprattutto
si sforzò di non pensare ciò che il suo cuore gli
stava cercando di dire, battendo forte nel petto. Scosse la testa nel
tentativo di evitare quel pensiero, ma niente, quello tornava
prepotentemente nella sua mente. Sospirando ancora cedette alla
tentazione di quel dubbio, di quella domanda. ''E se stesse dicendo...Il mio
nome?...Con un' altra frase?''.
-Ehi...Fratellone...Sono qui. Vicino a te. Non mi sentirai, lo so. Ma
ti ho portato una cosa. L'ho trovata per caso, l'altro pomeriggio, e ho
pensato subito a te. Adesso devo andare. Ma ti prometto che
tornerò presto, sperando magari di trovarti sveglio- .
Rise piano, alzandosi. Poi appoggiò un pacchetto sul basso
tavolino, prese un foglietto dalla tasca e con una matita ci
scribacchiò sopra qualche parola.
Uscì così dalla casa, rivolgendo un ultimo
sguardo alla figura addormentata.
''A presto, Lovino''
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Ore dopo, Lovino si alzò dal divano
massaggiandosi la schiena un poco dolorante.
Si guardò intorno, confuso. Aveva fatto un sogno
strano.
Scosse la testa ancora intontito.
Notò poi un pacchetto sul tavolino con vicino un bigliettino.
-Ma che diavolo...?- prese il biglietto e lo lesse.
Poche parole.
''Buon risveglio, amore mio''
Spalancando gli occhi appoggiò il biglietto sul tavolo,
prese il pacchetto e lo stracciò rapidamente.
Un nastro rosso gli cadde nelle mani.
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