Cliché
“… e i tuoi occhi sono come quadrati di cioccolato,
con su spalmato del miele che delle zanzare hanno partorito
nell’ambra tutta infilzata da pagliuzze di zucchero
sciolt…”
“Dora…”
“Sai, Remus: l’ambra. Quel sasso arancione da cui tirano fuori i dinosauri.”
“So cosa è l’ambra, ma…”
“Ma cosa? Perché mi interrompi? Non senti come sono
poetica?” inclinò la testa sulla spalla, scorgendo i suoi
occhi lucidi. “Su, su, non è il caso di commuoversi fino
alle lacrime!” lo consolò, intenerita.
Remus si asciugò le lacrime da risa trattenute, felice che lei
avesse dato loro tutt’altro significato. Ovviamente si
guardò bene dal farle notare che l’ultima volta che aveva
pianto davanti ad altre persone risaliva a quando aveva otto anni.
“È… ecco… dolcissimo
quello che stai dicendo sui miei occhi. E ne sarei…
ehm…” soffocò un colpo di tosse. “Lusingato,
se solo fossero aranc... cioé, castani.”
Tonks si strinse le braccia al petto, mettendo il muso. “Beh,
senti! Ho voglia di roba dolce e con il verde non mi viene in mente
niente! Non sono mica una mucca!”
Sparì in cucina per tornare poco dopo succhiando una tavoletta di cioccolato.
“Ne vuoi?” gli offrì.
Lui guardò deluso il dolce. “Pensavo fossi andata in
macelleria, stamattina…” buttò lì, fingendo
indifferenza.
“Che tipo che sei!” gli disse, in quello che Remus sapeva
essere un complimento. “Praticamente l’unica persona al
mondo che conosco che mangia manzo crudo a merenda.”
Lui si strinse nelle spalle. “Questo è perché sono l’unico lupo mannaro che conosci, Ninfadora. Ne abbiamo già parlato, di quello che sono, ricordi?” la pungolò, divertito.
Tonks gli fece una linguaccia. “Oh, vagamente… me lo hai
ripetuto giusto quel miliardo di volte!” lo scrutò
assorta. “Perché non stai leggendo?”
“Cosa ti fa pensare che dovrei farlo?” le chiese perplesso.
“Oggi sei così maleducato che minimo ti metti pure a leggere mentre mangiamo.”
“L’ultimo libro che ho preso in mano è quello di
testo nell’anno in cui ho insegnato a Hogwarts… prima di
dire ai miei allievi di metterlo via” le sorrise, furbo.
“Sono convinto che il metodo di studio migliore siano le
esercitazioni pratiche.”
Si alzò e andò diretto da lei, prendendola per mano.
“Dove ‘i va?” biascicò Tonks, masticando un enorme pezzo del suo cioccolato.
“In camera da letto.”
“A leggere?” rise, rischiando seriamente di soffocarsi.
Remus la redarguì, severo: “Ripeto: esercitazioni pratiche!”
Lei gli saltò in braccio, entusiasta. “Ah! Adesso
sì, che la lezione inizia a farsi interessante,
professore!”
Un ringraziamento a Tinax86 che mi ha ispirato questa ff, e a Xela182 che mi ha mostrato come il Remus del Fandom legga sempre, ma proprio in ogni situazione XD!
Naturalmente non voglio offendere
nessuno, solo scherzare un po' sui cliché che affliggono Remus
Lupin: la Row non ha mai detto di che colore ha gli occhi, io glieli ho
messi verdi perché di solito i lupi mannari li hanno
così. Nei libri non piange una volta che è una, in
tante ff è una Fontana di Trevi dislocata in Gran Bretagna. E
poi legge sempre, ma proprio sempre! E dire che nel terzo volume di HP
la prima cosa che dice ai suoi allievi è di mettere via i libri
^^
Vogliamo parlare del cioccolato?
Senza più Dissennatori attorno, non abbiamo più letto di
Remus che ha cioccolata con sé... in compenso sappiamo che i
lupi mannari hanno particolari caratteristiche, tra cui l'amare la
carne cruda ;-)
(questo, è scritto nei libri della Row ^^)
Ho tralasciato le sue manie suicide,
non mi sembrava il caso di scherzare su quella che comunque è
una cosa estranea al personaggio della Row.
Ok, ora potete partire coi Cruciatus XD!
buon week-end
Fri
Oh, dimenticavo, il finale di questa scemenza non è un
cliché, perché Remus certe cose non le fa... non sa
neanche da dove si comincia, nel Fandom. Però nei libri è
l'unico - assieme alla moglie - che si applica con una certa
assiduità a certe faccende e a ragion veduta XD!
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