Ringrazio i miei beta-reader-
Ducklair - Killkenny - Veggy - Daijiro per i loro commenti!!!
Abisso di oscurità
Il ragazzo dai lunghi capelli neri scese con un balzo dal
furgoncino e iniziò a stiracchiarsi.
Un altro ragazzo, dai lunghi capelli d’argento, scese subito
dopo guardandosi attorno con aria annoiata, fissò il monte su cui si trovava il
reattore e gli corse un brivido lungo la schiena.
Lo ignorò e si avviò verso la casa del sindaco, conosceva
bene quella cittadina.
S: vado dal sindaco.
Z: si Sephy!! ahhh finalmente!!! non ne potevo più di stare
rinchiuso lì dentro! Non scendi Cloud?
Il ragazzo biondo indossò il casco da soldier che nascondeva
l’intero volto, poi scese guardandosi attorno circospetto.
Z: che ti prende? Non sei contento di essere tornato a
Nibelheim?
C: per niente!preferirei stare qui il meno possibile.
Z: dobbiamo solo controllare il reattore. Perché non vai a
trovare quella ragazza di cui parli spesso? si chiama Tifa mi pare..
C: non ne ho voglia.
Mentre il generale era a colloquio col sindaco Cloud si avviò verso la Shinra Maison mentre Zack
pensò di fare una capatina al bar.
Cloud si distese in un letto del dormitorio, a quell’ora
erano deserti e si mise a pensare.
Il generale Sephiroth era il suo mito, era entrato nei
soldier per imitarlo, era partito da
Nibelheim apposta, e ora dopo un anno era ancora un semplice soldato, non
poteva farsi vedere così dai suoi concittadini.
Cosa avrebbero pensato? Si sarebbero fatti beffe di lui?
E poi avrebbe deluso sua mamma e Tifa…
No, meglio non farsi riconoscere finché non fosse diventato
anche lui qualcuno.
Intanto, Sephiroth, aveva finito il suo colloquio col
sindaco, il quale aveva subito mandato qualcuno ad avvertire la guida, per tutto
il tempo non aveva fatto che ossequiare Sephiroth che se ne era andato
disgustato, detestava tutto ciò.
Detestava anche quella città, gli faceva venire in mente la
sua infanzia, ed erano ricordi di dolore e solitudine che aveva cercato in
tutti i modi di dimenticare. A dire il vero non ricordava tutto, e pensava che
ciò fosse un bene.
Finalmente sei tornato.
Cos’era stato? Si guardò attorno, nessuno sembrava
rivolgersi a lui, c’erano dei bambini che giocavano poco più in là ma nessun
altro.
Si era immaginato quella voce? E poi non aveva lasciato lì
nessuno che lo conoscesse…
Forse gli stava per venire una crisi!
Si una bella crisi di pazzia!!!
Scosse la testa e pensò di distarsi allenandosi un po’ in
giardino. Era una bella giornata di sole e li l’aria non era inquinata come a
Midgar, si sentivano addirittura gli uccellini che cantavano, era una cittadina
tranquilla ma anche se era così non poteva fare a meno di detestarla.
Pensò di andare a chiamare Cloud, per allenarsi un po’ con
lui. Probabilmente se se sarebbe stato un pezzo con la bocca aperta a fissarlo
per la sorpresa prima di accettare. Sorrise all’idea.
Cloud gli piaceva, era un bravo ragazzo nonostante provasse
una venerazione verso di lui, ma man mano si stava abituando, le prime volte
che Zack l’aveva portato da lui era scappato via correndo talmente era in
soggezione .
Erano i suoi soli amici in quel mare di scienziati e soldati
con cui viveva.
Zack trovò i due che combattevano assieme.
Z: hei vi divertite senza di me?
S: già, tu perdi tempo a bere.
Z: devo rifarmi allora.
Zack si lanciò sul generale che lo scansò facilmente e finì
a terra. Immediatamente Cloud gli si lanciò addosso e iniziò a fargli il
solletico.
Z: basta!!! Basta!!! Mi arrendo.
C:umh generale lo lasciamo libero?
S. no, continua a torturarlo ancora un po’ è un ordine.
Sephiroth si sedette sulla staccionata e si deterse il
sudore con un asciugamano mentre osservava divertito i due. Era a torso nudo e
i lunghi capelli erano raccolti in una coda per dargli più libertà di movimento
nel combattimento.
Il suo sguardo si posò per un momento verso la montagna e un
altro brivido lo scosse.
Vieni da me!
Sentì ancora nella
sua testa quella voce che sembrava provenire sia dal reattore sia da se stesso.
Cloud e Zack avevano smesso di scherzare e osservavano
preoccupati il generale che si teneva la testa fra le mani.
Z: Sephy? C’è qualcosa che non va?
Cloud: generale?
Sephiroth rialzò la testa.
Loro non avevano sentito nulla, la sentiva solo lui.
S: tranquilli non era niente, vado a farmi una doccia, la
guida a quest’ora sarà arrivata.
Cloud si sistemò nuovamente l’elmo e si avviò dietro il
capitano e il generale.
Quando vide chi era la loro guida quasi gli venne un colpo.
Z:qualcosa non va Cloud?
C:si quella ragazza…
Z: oh oh oh!!! Vuoi
dire che è lei quella tua amica di cui parli spesso? Però Cloud hai ottimi
gusti è una gran bella ragazza non trovi anche tu Sephy?
S:umhf bhe si, ma ora sbrighiamoci abbiamo una missione!!
Z:sarà la solita solfa, ci sarà stata qualche perdita di
energia e qualche mostro da sconfiggere.
S: non credo, sono stato mandato qui appositamente da mio
padre perciò ci saranno grossi guai. E poi…. ho una brutta sensazione.
Zack posò una mano sulla spalla del generale.
Z: non abbiamo di che preoccuparci, noi siamo la squadra
migliore.
S: si, la migliore.
Ripose il generale mentre fissava la montagna con
inquietudine.
Il gruppo, dopo aver fatto una foto, partì alla volta del
reattore guidato da Tifa, Cloud stava alla fine e ogni tanto Zack si girava a
fargli delle risatine.
Man mano che si avvicinavano al reattore i mostri
aumentavano. Lungo la strada Sephiroth era stato assorto nei suoi pensieri.
Se ne erano accorti anche i due soldier e non sapevano cosa
preoccupasse così il loro generale, erano stati spesso nei reattori di Midgar e
non dovevano far altro che abbattere qualche mostro, normale routine, Sephiroth
era capace di ammazzare un drago con un colpo di spada cosa poteva
preoccuparlo?
Sephiroth era impegnato ad ascoltare quella voce, man mano
che si avvicinavano diventava più forte, lo stava chiamando, voleva che si
recasse da lui, perché la sentiva?
Chi era?
Perché la sentiva solo lui?
Era nella sua mente, era frutto della sua immaginazione? Sentiva
che non era così!
C’era.
Era al reattore ad attenderlo.
Non sapeva chi era, ma era là e non aveva affatto voglia di
andare da lei, ma nello stesso tempo non poteva farne a meno, nella voce c’era
anche qualcosa che lo attirava.
Doveva andare a vedere.
Non stai sognando .Vieni da me e saprai
tutto.
Erano arrivati, Tifa era rimasta fuori con un’ altro soldier
che avevano portato con loro, una recluta alla prima missione.
Una piccola rampa di scale portava all’entrata, lì intorno
non si vedevano mostri solo un paesaggio triste e desolato.
Sephiroth si soffermò sulle scale e si girò verso i suoi due
amici.
S:Cloud è la prima volta che entri in questo reattore vero?
C:si generale.
S:questo non è un reattore come gli altri, è il primo, ed è
da parecchio che nessuno lo controlla perciò state attenti.
Z:non ci sei mai stato nemmeno tu qui Sephy?
Il generale fece cenno di no con la testa.
Sephiroth sospirò.
S: coraggio entriamo anche se non mi piace affatto.
Questa ultima frase l’aveva detta a voce bassissima, ma i
due ragazzi lo sentirono.
Z: siamo con te generale, sempre.
C: si andiamo.
Sephiroth rivolse loro un sorriso grato e varcò la soglia
del reattore.
Entrarono in una stanza piena di capsule di colore rosso
numerate, attorno ara pieno di tubi e vapore. Sembrava che fossero anni che
nessuno ci metteva piede, del resto il reattore era completamente meccanizzato
e autosufficiente, era stato suo padre a progettarlo.
Questo reattore era completamente diverso da tutti gli altri, forse perché era il prototipo, ma
qualcosa non andava, Cloud e Zack
riuscivano ad avvertirlo.
Raggiungimi sono quassù!Vieni da me.
Sephiroth aveva sentito la voce acuirsi e quasi non sentì
Zack che gli parlava.
Z: cosa sono quelle capsule?
S:n-non so.
Cosa vedi Cloud?
Cloud si era arrampicato fino a guardare dentro uno degli
oblò che ciascuna capsula recava sulla sommità.
C:ci sono delle strane creature generale e sembrano vive.
S:creature?
Vive? Non è possibile!!!
Sephiroth si avvicinò all’oblò e vide una creatura deforme
immersa in un liquido verde probabilmente energia mako, la creatura sembrava
respirare.
Ad un tratto aprì gli occhi di un colore verde e stranamente
umani e lo fissò.
Sephiroth cascò all’indietro.
C: generale?
S:quella creatura è viva, ed è pure sveglia.
Z:non ci avevano detto niente di questo, negli altri
reattori non ho mai visto queste cose. Che facciamo Sephy?
Sephiroth si affacciò nuovamente sull’oblò, l’essere aveva
richiuso gli occhi.
Si era forse sognato tutto?
No, non è un sogno. Vieni da me.
Ancora! Veniva dalla stanza in alto ma non aveva il coraggio
di salire quelle scale, sentiva che se si sarebbe avvicinato ancora non avrebbe retto. La voce era sempre più
forte e pressante e non riusciva più a ragionare.
Vieni da me!
S:torniamo alla Shinra maison, lì si trovano tutti i
documenti che riguardano questo posto, voglio sapere cosa c’è qui. Questo
reattore ha qualcosa di strano e anche…. familiare.
C: familiare?
S: lascia stare. Andiamo.
Il generale uscì seguito dai due amici chiudendosi la porta
alle spalle però sentì ancora la voce, leggera come un sospiro che sussurrava.
Tornerai.
Durante il ritorno Sephiroth rimase in silenzio e, appena
arrivati, si rinchiuse nella sua stanza.
C: Senti Zack, il generale non ti sembrava turbato?
Z: direi sconvolto, si comporta in maniera strana da quando
siamo qui.
C: e poi quelle cose nel reattore, non erano mostri
sembravano essere stati umani un tempo.
Z: si è vero, c’era qualcosa di umano in loro.
C: ma erano davvero vivi?
Z: non so, spero per loro che non lo siano.
C: forse sono esperimenti….
Z: forse! cmq, qualunque cosa fossero hanno sconvolto ancora
di più Sephy, non l’ ho mai visto così.
Sephiroth si aggirava nervoso per la stanza.
Stava cercando di capire, cosa era quella voce che gli
risuonava in testa e che sentiva solamente lui, cosa nascondeva il reattore,
chi erano quelle creature rinchiuse li e che sembravano vive.
Si sentiva confuso, si gettò sul letto cercando di
riflettere.
Quel reattore nascondeva qualcosa, qualcosa di molto
pericoloso.
La voce, la strana sensazione, le creature, tutto veniva dal
reattore. Per prima cosa doveva saperne di più sul reattore, e sapeva dove
cercare, negli archivi sotterranei della Shinra Maison. Era tutto documentato
lì.
Ma.. non voleva scendere laggiù, li c’era anche il
laboratorio di suo padre, era lì che era cresciuto da piccolo era lì che lo
usavano per continui test ed esperimenti. Da quando era entrato nei soldier non
era mai più tornato là, certo, gli esperimenti non erano mica finiti, ma almeno
era uscito da quel pozzo nero, e poi si era addirittura fatto degli amici.
Ti aspetto da tanto tempo…vieni da me.
Ancora! Non ne poteva più. Doveva assolutamente scoprire ciò
che si nascondeva il quel reattore, doveva scendere, ne andava della sua sanità
mentale. Si alzò e uscì dalla sua stanza.
Cloud era fuori dalla porta. Sephiroth non fu sorpreso di
vederlo lì, avevano capito anche loro che qualcosa non andava.
S: Cloud, chiama Zack e venite nella stanza della
cassaforte.
C: si generale.
Il ragazzo corse a chiamare Zack.
I due ragazzi raggiunsero il generale mentre stava per
aprire la cassaforte.
S: giusto in tempo, sgominiamo l’antifurto.
Z: antifurto?
S: è il guardiano della cassaforte.
Un mostro uscì dalla cassaforte e li attaccò!
Z: ma come faceva quel coso enorme a stare lì dentro?
S: misteri di mio padre.
In breve il mostro fu sconfitto, e Sephiroth prese una
chiave dalla cassaforte.
Z: di che cos’è quella chiave?
S: dei sotterranei, speravo di non doverla mai usare…
ma ora è venuto il momento. Andiamo
nella mia stanza.
Arrivati alla sua stanza, chiusero la porta. Sephiroth fece
scorrere una libreria tirando un libro, rivelando così un pozzo oscuro con una
spirale di scale che scendevano.
Z: dove porta? Non si vede nemmeno la fine, sembra che sia
la scala per l’inferno.
S: in un certo senso lo è.
Zack spalancò gli occhi e lo fissò.
Sephiroth non se ne accorse nemmeno, stava fissando le scale
e dei ricordi di esperimenti torture e tanta solitudine gli venivano alla
mente.
Un bambino cresciuto per anni laggiù senza mai vedere il
mondo esterno.
Z: Sephy?
Il generale si riscosse e si voltò verso Zack.
S: Zack, non far
scendere nessuno, non so quanto ci metterò non preoccupatevi.
C: generale vuole che la aiutiamo?
Il generale fissò Cloud con occhi tristi.
S: mi piacerebbe, ma è meglio che non condividiate anche voi
i segreti della Shinra, credetemi.
Z: Sephy .
S: voi due siete i miei soli amici perciò statene fuori. Non
voglio che scendiate laggiù, è per il vostro bene. Non seguitemi.
Dopo un ultimo sguardo Sephiroth si voltò e iniziò a
scendere, mentre i due ragazzi lo osservavano dall’apertura.
Detestava quelle scale, le conosceva bene.
Era laggiù che era vissuto da piccolo con suo padre.
Era li che aveva passato la sua infanzia, rinchiuso in
quella grande casa, senza vedere altro che scienziati che facevano test su di
lui e ogni tanto qualche soldier.
Gli esperimenti erano condotti tutti in quell’abisso, e li
si teneva anche l’archivio.
Ma finalmente avrebbe saputo la verità, era stato un errore
di Hojo mandarlo proprio lì.
Avrebbe saputo perché era stato cresciuto in quel modo, il
perché dei test, degli esperimenti, delle radiazioni di energia mako.
Quella creatura che aveva visto nel reattore, era immersa
nell’energia mako, come spesso era stato costretto lui e sembrava anche
soffrire allo stesso modo.
E poi quegli occhi, erano occhi umani, lo sentiva.
Sarebbe diventato anche lui così?
Era anche lui come loro?
Era arrivato, aprì la porta del laboratorio archivio, alla
vista dei macchinari di suo padre provò l’impulso di distruggere tutto, ma non
poteva, doveva prima sapere, conoscere la verità.
Si mise al lavoro, le ore passavano senza che lui se ne
accorgesse, aveva trovato un diario in cui si raccontava il ritrovamento di una
creatura, probabilmente un ancient diceva il diario.
La creatura non era del tutto morta, gli scienziati presero
a studiarla e la chiamarono Jenova. Ancient? Aveva sentito parlare di loro.
Erano creature capaci di parlare al pianeta, e avevano straordinari poteri, ma
erano estinti…o almeno così gli aveva detto suo padre.
In un altro diario si parlava degli studi condotti su
Jenova, il suo corpo era capace di rubare l’energia al pianeta, studiarono il
meccanismo e usando il corpo della creatura costruirono il primo reattore a
Nibelheim.
Sephiroth alzò lo sguardo dal libro. Quel reattore. Perché
proprio lì?
Proprio dove vi erano quelle creature.
Il meccanismo venne capito e man mano vennero costruiti
altri reattori e qui di seguito parlava delle tecniche di costruzione dei
reattori e dei loro benefici.
Sephiroth gettò via il libro e continuò a cercare qualcosa
sul reattore di Nibelheim.
Trovò un diario di suo padre.
< gli ancient, sono una realtà, non una leggenda come
credevo. Sono dotati di enormi poteri. Riescono a parlare con il pianeta, e con
tutte le creature viventi e hanno un luogo segreto a cui anelano una terra
promessa, vagano di pianeta in pianeta cercandola… non so cosa sia forse una
loro leggenda, cmq voglio studiarli.
Sono più forti degli esseri umani, e i loro poteri
potrebbero essere usati per costruire una forza militare invincibile.
Ma gli ancient sono così pochi…. Sembra che ci sia stata una
grande catastrofe in passato che li ha quasi tutti sterminati, ma sono riuscito
a procurarmi qualche esemplare, ora li studierò.>
Gli ancient non erano una leggenda? Erano ancora vivi. E suo
padre li studiava? Erano forse Ancient le creature nel reattore? E poi quel
nome Jenova, l’aveva letto nel reattore, era scritto in cima alle scale,
proprio da dove gli sembrava che venisse quella voce.
S: Jenova.
Si io sono Jenova Sephiroth.
S:tu tu dovresti essere morta. Sei la creatura trovata dagli
scienziati..
Non è così semplice.
S: perfetto ora mi risponde pure. Come fai a conoscere
il mio nome?
Nessuna risposta stavolta. Sephiroth riprese a leggere il
diario.
< gli ancient non reagiscono come credevo, li ho
sottoposti alle radiazioni di energia mako proprio come Jenova ma il loro corpo
reagisce diversamente, diventano più forti, ma perdono totalmente la ragione e
si trasformano in bestie sanguinarie, che abbia esagerato con la potenza?
Ho rinchiuso gli ancient mutati che sono sopravvissuti nel
reattore di Nibelheim, forse troverò il modo di utilizzarli più in là. Sono
inutili in questo stato, ma credo di essere sulla buona strada per creare il
soldato perfetto. Forse se aumentassi il dosaggio gradualmente, mi servono
altre cavie.>
Quelli erano gli Ancient? Gli ancient sopravvissuti? Come
aveva potuto ridurli in quel modo? Il soldato perfetto? Era a questo che
mirava? Lui era spesso stato definito così… scacciò l’idea. Era troppo assurda.
li aveva sterminati lui gli ancient!!! Per questo gli aveva
detto che erano estinti. Sephiroth era sconvolto.
Erano solo esseri inferiori, proprio
come gli esseri umani.
S: esseri inferiori? Che vuoi dire?
Noi siamo diversi.
S: IO SONO UN ESSERE UMANO!!!!
Sephiroth lanciò via il diario e si sfogò sugli scaffali,
finché non si gettò a sedere a terra tenendosi la testa e mormorando.
S: io sono umano, sono umano, sono umano.
Ne sei certo?
Altri ricordi gli si affollarono alla mente, la gente che lo
chiamava mostro. Era sempre stato capace di fare cose impossibili agli altri,
tutti lo temevano per questo, la gente
non osava nemmeno parlargli se non ne era necessario.
Sapeva di non essere del tutto normale, chi lo sarebbe mai
stato cresciuto in quel modo?.. ma era umano..si almeno questo lo era. Benché
fosse temuto da tutti persino dagli scienziati e dai soldier si giudicava
almeno umano. Era l’unica cosa che aveva in comune con le altre persone.
Poi pensò a Zack e a Cloud, almeno loro due lo consideravano
umano, si almeno loro.
Si rialzò e riprese in mano il diario, doveva sapere tutta
la storia.
< io, Lucretia e Geist abbiamo pensato a un altro modo
per creare il soldato perfetto, oggi abbiamo inaugurato il progetto Jenova,
creeremo un soldato perfetto a partire da un feto umano, Lucretia e io
concepiremo un bambino, che sarà sottoposto da subito a radiazioni Mako e a cui
inietteremo cellule di Jenova nello stato embrionale, in modo che sopporti
meglio le radiazioni, a cui lo sottoporremo già nel grembo. Jenova, finora, è
l’unico essere che riesce a sopportarle senza problemi, così forse il bambino
non impazzirà come gli altri. Geist non è molto d’accordo, meglio tenerlo
d’occhio, sembra assalito da assurdi problemi morali. Che idiozia, la scienza
deve andare avanti e non importa se qualche piccolo sacrificio lungo il cammino
sarà necessario. Devo tenere d’occhio anche l’ex di Lucretia, è un Turks, non va assolutamente preso sottogamba, se mi
darà fastidio prenderò provvedimenti. Potrei anche usarlo come cavia di qualche
esperimento, mi serve giusto una cavia per quell’esperimento di simbiosi con un
demone. Se otterrò dei risultato soddisfacenti potrei approfondire. Potrebbe
essere un'altra strada per la creazione del soldato perfetto. Potrei unirlo a
un vampiro…devo mandare qualche Turk a cercarne uno.>
S: io io sono solo un esperimento? Una cavia da laboratorio?
Gettò via il diario e caddè in ginocchio.
S: non è possibile. NON è VERO!!! NON Può ESSERE VERO!!!
NOOOO!!!!
Si rialzò e si sfogò contro l’archivio e il laboratorio di
suo padre.
È la verità Sephiroth.
S:NOOOO NON è VERO. IO SONO UN ESSERE UMANO.SMETTILA DI
PARLARE NELLA MIA TESTA, LASCIAMI IN PACE!!!VATTENE VATTENE VATENEEEE!!!
Sephiroth prese a sfogliare altri libri freneticamente,
cercando qualcosa, qualsiasi cosa che gli dimostrasse che in realtà era umano.
Ma gli altri scritti confermavano sempre più l’orribile verità sulla sua
natura. Lui era un mostro, proprio come gli esseri chiusi nel rettore era come
loro.
Un esperimento, un esperimento ben riuscito, ma era
esattamente proprio come quelle cose.
Hai capito finalmente.
S: no, io.. cosa sono io?
Lacrime iniziarono a scendergli sulle guance, per la prima
volta nella sua vita. Avevano un sapore amaro, contaminate dalle radiazioni
mako, neppure le sue lacrime erano umane.
Aveva cercato di crederci per anni. Ma aveva sempre sentito
la sua diversità. Ora ne aveva la certezza. E il peso di questa verità era
terribile da accettare.
Z: Cloud non possiamo scendere, non hai sentito che ha detto
Sephy?
C: si ma.. è da troppo tempo che è laggiù.
Z: lo so, sono preoccupato pure io. E Sephy sembrava proprio
non voler andare, era come dire non so..
C: spaventato, quel posto non gli piaceva per niente…
Zack si affacciò e guardò la spirare di scale che si perdeva
nell’oscurità.
Sembrava non avere fondo.
C: e se dessimo solo un’occhiata?
Z: aspettiamo ancora un po’.
Lui era solo un esperimento. Era stato concepito in quel
modo. Gli erano state iniettate cellule di un essere ritrovato nella neve ed
era sottoposto a continui esperimenti. Era una cavia. Una cavia del soldato
perfetto.
Si accasciò a terra e prese a urlare. Si rialzò e iniziò ad
affettare con la spada ciò che gli capitava a tiro. Lui era una cavia, una
cavia, una cavia. Ora molte cose gli erano chiare.
I test e gli
esperimenti, l’essere cresciuto laggiù, senza amici, senza nessuno, con un
padre che non lo vedeva altro che come il suo esperimento, sua madre, Lucretia,
era morta nel darlo alla luce ma non era affatto migliore di suo padre.
Padre? E perché continuare a chiamarlo così? Era il suo padrone! Fin da prima che
nascesse, tutti non avevano fatto altro che usarlo.
Tutti tutti!!!
Si accasciò
nuovamente a terra, la testa gli pulsava.
Cos’era? Un’attacco?
Le cellule di Jenova? Le radiazioni mako? Lui che stava
impazzendo? Forse tutte e tre insieme. Prese a urlare.
È questa la verità. Tu sei mio figlio.
Quella voce che lo chiamava, quella Jenova ora diceva di
essere sua madre.
Quella voce che
sentiva chiaramente adesso da quando era a Nibelheim era una voce che gli
pareva di aver già sentito in passato, una voce che lo chiamava, la sentiva da
sempre, nei suoi incubi, quando era bambino ma ora …
S: cosa vuoi da me?
Voglio solo te. Liberami figlio mio, e
occupiamoci insieme di questo mondo.
S: Madre? Non è possibile mia madre è Lucretia.
Lei era solo un mezzo, in realtà sei mio
figlio, tu sei un essere superiore. Proprio come me.
Questo era troppo, una voce, una voce di una creatura aliena
ibernata per anni dichiarava di essere sua madre, aveva scoperto che non era
umano ma solo una cavia, usato e sfruttato per anni, torturato in mille
maniere, e infine osannato come soldato perfetto.
Per scoprire poi l’amara verità da quella voce Jenova.
Scoppiò a ridere.
Una risata isterica da pazzo, una luce folle gli si accese
negli occhi.
Bene, volevano il soldato perfetto? L’avevano creato apposta
in quel modo vero?
Una macchina da guerra dai poteri invincibili e priva di
sentimenti.
Era questo il suo scopo.
Ebbene adesso
l’avrebbe assolto in pieno. Fin troppo in pieno.
Ora avrebbero visto cosa avevano creato, si sarebbe
vendicato di tutto e tutti, insieme a Jenova, anzi…insieme a sua madre.
S: madre, sto arrivando, vengo a liberarti.
C: Zack? Cosa sono questi rumori? E mi pare di sentire
urlare?
Zack estrasse lo spadone e prese a scendere le scale.
Z: che aspetti ? Andiamo. Casomai staremo insieme in
punizione, ma queste sono proprio urla e mi pare che siano di Sephiroth.
Cloud annuì e lo seguì.
I due ragazzi arrivarono in fondo alle scale ed entrarono di
corsa nell’archivio.
Sephiroth era inginocchiato a terra circondato da libri
gettati a caso molti dei quali tagliati con la spada.
Z: Sephy? Stai bene? Cos’è successo qui?
C: generale.
Il generale non alzò la testa.
S: (sottovoce): vi avevo detto di non scendere qui, sarebbe
stato meglio per voi.
Si rimise in piedi e si avviò per le scale.
Z: Sephy? che ti prende? Sei strano.
Sephiroth si era fermato, dava le spalle hai due.
S: restate qui, io devo liberare mia madre.
Z: Sephy ma tu non hai una madre, hai detto che era morta.
S: oh, mi sbagliavo, mi sbagliavo su tante cose.
Cloud e Zack rimasero un attimo ad osservarlo salire le
scale stupefatti, poi Zack si riscosse e lo afferrò per la manica.
Z: dove stai andando?
S: da mia madre, al reattore.
Poi lo spinse via, facendolo rotolare addosso a Cloud, e
riprendendo a salire senza nemmeno guardarli.
Iniziò a correre per
le scale con la spada sguainata.
S: non seguitemi.
Appena arrivato su chiuse la porta e la barricò.
S: e meglio per voi che non vediate amici miei. Ora inizierò
a fare il mio dovere madre.
Si Sephiroth, ti aspetto.
Era ora di dimostrare che era il soldato perfetto. Un gruppo
di soldati accorse, avevano sentito il fracasso fatto da lui per barricare la porta
segreta e Zack e Cloud che urlavano da dietro di essa. Li uccise in pochi
secondi. Non provò nulla. Già vero non aveva sentimenti, un soldato perfetto
non poteva averli, avrebbe continuato, la città era in fiamme, cadaveri
dappertutto e lui tra le fiamme iniziò ad avviarsi verso il reattore a liberare
sua madre.
In quel momento vide i suoi amici uscire dalla Shinra
Maison, e si voltò dopo avergli sorriso.
S: addio amici miei.
Z:
Sephiroth, SEPHIROTH!!! CHE HAI COMBINATO!!!!
C: il generale..
Z: è impazzito, cosa gli sarà successo là sotto?
C: che facciamo Zack?
Z: lo fermiamo, lo conciamo per le feste e ci facciamo
spiegare questo fottuto casino, sembra l’inferno. Andiamo Cloud.
Cloud osservava il capitano, era preoccupato, non aveva mai
visto un tale massacro. Ma come aveva
potuto il suo adorato generale fare tutto questo?
Sephiroth uccise un altro uomo, poi gli si presentò davanti
una ragazza che lo minacciava con i pugni.
L’aveva già vista da qualche parte.
Non importa, e un essere umano,
uccidila.
S:No, lei… è l’amica di Cloud.
La ragazza si lanciò su di lui gridando, Sephiroth la evitò
facilmente e la colpì con la mano dietro il collo facendola svenire
all’istante.
Uccidila.
S:No, lo devo a Cloud. Anche se probabilmente ormai non mi
perdonerà mai.
Sephiroth entrò nella sala delle capsule con i mostri.
S: loro sono i miei fratelli madre?
No, nessuno si può nemmeno paragonare a
te.
Prese a salire le scale, ma in quel momento irruppè Zack,
Cloud stava controllando che Tifa stesse bene.
S: Zack.
Z: Sephiroth, MA CHE COSA HAI COMBINATO? TE NE RENDI CONTO?
HAI LA MINIMA IDEA DI QUANTE PERSONE HA UCCISO? CHE DIAVOLO TI è PRESO.
Mentre diceva ciò il ragazzo si era lanciato a spada
sguainata contro il suo generale. Sephiroth però parava facilmente ogni suo
colpo, poi avvicinò il viso
all’orecchio di Zack e gli sussurrò.
S: io… io non sono umano….
Zack disimpegnò la spada e indietreggiò di qualche passo.
Stava fissando con aria scioccata Sephiroth.
Z:che vuoi dire?
S: io non sono umano.
UCCIDILO.
S: no madre, io non ucciderò mai né lui né Cloud.
Z: con chi parli?
S: con mia madre, Jenova.
Z: Sephiroth sei completamente impazzito.
S:si, sono impazzito, sono impazzito per aver saputo la
verità. Certe volte ci sono delle cose che è meglio non conoscere mai.
Ora basta Sephiroth, uccidilo, è solo un
misero umano.
S:no, lui no madre, smettila.
Z: la senti da quando siamo qui.
S: si, la sento dentro la mia mente, e ora la libererò.
Z: Sephiroth smettila, vieni torniamo insieme alla Shinra
Maison. Tutto si aggiusterà.
S: no, ormai è troppo tardi, conosco la verità. Non posso
più tornare indietro.
UCCIDILO UCCIDILO UCCIDILO!!!
S:NOOO MADRE SMETTILA..
Allora ci penserò io.
Il braccio di Sephiroth si mosse da solo tirando un fendente
a Zack, fortunatamente non era una ferita mortale. Sephiroth era riuscito a
riprendere il controllo.
S: lui è un mio amico madre. Lascialo stare. Ora vengo a
liberarti.
Sephiroth entrò nella stanza di Jenova e liberò il corpo di
sua madre.
Finalmente Sephiroth.
Da allora perse completamente la testa, sua madre era
subentrata in lui. Aveva il completo
controllo del suo corpo ma non gli interessava, non gli interessava più di
nulla, la sua coscienza si era rinchiusa in un piccolo angolo prigioniera di
Jenova.
A Sephiroth sembrava di essere tornato nel grembo materno,
finalmente non avrebbe più sofferto.
Cloud intanto, era accorso da Zack, era ferito ma sarebbe
sopravvissuto, dopotutto Sephiroth non era del tutto fuori di testa.
Z: Cloud, devi fermarlo, anf è impazzito, sente una voce
nella testa e dice che è sua madre. E convinto che sia lassù!
C. ma Zack io …io non ce la farò mai a fermare il generale.
Se non ci sei riuscito nemmeno tu, io che posso mai fare?
Z: devi farcela Cloud, anf, tieni, prendi la mia Buster
Sword. Fermalo.
C: ci proverò Zack.
Cloud afferrò la spada dell’amico, e salì di corsa le scale
che conducevano da Jenova e dal suo mitico generale Sephiroth.
Doveva affrontare il suo idolo, doveva fermarlo ad ogni
costo.
Entrò.
Sephiroth aveva già liberato Jenova, ora sembrava
completamente fuori di sé. Era soggiogato da Jenova. Farfugliava discorsi
assurdi.
C: generale?
S:io sono un dio Cloud!!! Un dio!!!
C: generale la smetta.
S: il tuo generale non esiste più Cloud.
C: la smetta generale!!!lei è il grande Sephiroth il mio
mito!!!
Cloud si lanciò verso Sephiroth, impugnando la Buster Sword
con entrambe le mani.
Ecco ora Sephiroth lo avrebbe ucciso.
Chiuse gli occhi e continuò il suo attacco suicida verso
Sephiroth attendendo il colpo, che però non arrivò.
La coscienza di Sephiroth, sentendo la voce di Cloud ,si
risvegliò dal suo sogno felice.
Stava per uccidere Cloud, non lui ma Jenova, questo no, non
gli e l’avrebbe permesso.
La fermò.
Ma non si fermò Cloud, che colpì Sephiroth.
Cloud aprì gli occhi. Non era morto. Poi vide il generale
precipitare nel reattore.
C:
GENERALE!!!!!
S: addio
Cloud…
Il generale caddè nel reattore. Senti l’energia Mako che lo
avvolgeva, lo accoglieva i sé. Non era morto, ma si sentiva così stanco, chiuse
gli occhi e si addormentò.
Torneremo Sephiroth, devo solo
recuperare le forze…..
The end…
Sevichan
Grazie a tutti quelli che hanno letto e hanno commentato la
mia fiction!!!!
Continuate a commentare gente ^_____^