capitolo 4 tienimi
4
Responsabilità
- Robert, è stato un piacere conoscerti -
- Anche per me, signor Pet…Wolfgang -
Con un sorriso di commiato molto breve e un cenno del capo
saluto il signor Petersen e mi chiudo la porta della sua stanza d’albergo alle
spalle. Ignoro l’ascensore e imbocco le scale, i passi attutiti dalla moquette
color crema.
Manca ancora un’ora all’uscita e tornare a casa per poi
scendere di nuovo dopo dieci minuti non ha molto senso. Senza pensarci più di
tanto, appena salito in macchina parto alla volta di Chealsea.
Accendo l’autoradio e cerco di distrarmi.
Come se fosse facile.
È da sabato notte che io e Ale ci parliamo lo stretto
necessario per non allarmare i bambini. Domenica mattina ha liquidato in
quattro e quattr’otto la mia proposta di uscire tutti insieme e fare qualcosa
di divertente, dicendo che aveva un sacco di cose da fare a casa. Ho portato i
ragazzi al cinema, di modo che Arianne non stesse troppo al freddo, e poi siamo
andati a scroccare una cioccolata calda coi marshmellow a casa di Kellan. Manco
farlo apposta si era messo a fare dolci.
Quando siamo tornati a casa era già ora di cena e, tempo di
vedere un cartone animato e leggere una storia ai ragazzi prima che andassero a
dormire, che si era già messa a letto girata dall’altra parte.
Dal modo in cui non
mi guarda posso intuire cosa mi farebbe se solo mi azzardassi a rivolgerle la
parola per cui sto zitto e aspetto che sbollisca da sola. Tanto se le dicessi
anche solo “possiamo parlarne” sarebbe capace di accoltellarmi e farmi a pezzi
inventandosi anche un alibi perfetto per la mia scomparsa, quindi…
Scommetto che direbbe che non sa nulla perché, guarda caso,
non c’ero. Come al solito.
Riesco a parcheggiare dopo quasi un quarto d’ora di ricerca
disperata e almeno dieci minuti di imprecazioni sibilate tra i denti alle forze
celesti e riesco a calmarmi solo respirando di nuovo l’aria gelida tipica
newyorkese ai primi di novembre. Ecco, questo sarebbe un buon periodo per Los
Angeles, al caldo!
Con una spallata apro la porta vetri del tipico caseggiato
in mattoni rossi, un classico di questa che è sempre stata definita “la zona
industriale” della città, e come se fossi a casa mia punto dritto alla sala di
registrazione, facendo solo un cenno alla segretaria all’ingresso.
Jack, appoggiato ad un enorme pannello scorrevole, guarda
più o meno annoiato la scena al di là del vetro, dove quella che mi sembra la
copia sputata di Britney Spears, solo un po’ meno zoccola, ammicca provocante
al microfono e canta con una voce discreta ma non eccezionale.
- Ehi - mi saluta non perdendo d’occhio la ragazza.
- Ehi -
Si, lo so. Avessimo grugnito sarebbe stata la stessa cosa,
ma noi uomini siamo creature semplici. Ehi
racchiude “ciao, come stai? Tutto bene, grazie e tu? Mah, non c’è male”.
Lui continua a osservare l’investimento – come chiama sempre le sue nuove pupille – mentre io
osservo lui, cercando di capire anche dalla postura, da come si è vestito e da
come si è fatto la barba stamattina come vadano le cose.
Sembra tutto a posto. Barbetta leggermente incolta attorno
al pizzetto, maglione teso sul pettorale disegnato ad arte da ore di kick
boxing, occhiale nero stiloso e rolex non troppo pacchiano al polso. Sembra
stato vestito da Giorgio Armani in persona oggi e non sono nemmeno del tutto
certo di escludere la possibilità che le cose stiano realmente così.
Tutto questo per dire che sta relativamente bene, che il
corso di kick boxing continua ad andare alla grande, che sta uscendo con
qualche ragazza e che ultimamente ha molti impegni di lavoro.
Da quando ha aperto la sua casa discografica presta molta
più attenzione al suo aspetto. Non che prima non fosse già il più narciso del
nostro trio votato al sacro dovere del fancazzismo, ma ora è decisamente
peggiorato. O migliorato, a seconda dei punti di vista.
- Non è un po’… un po’ troppo Madonna primo periodo?-
commento indicando la sua nuova promessa che ha appena smesso d’infrangere la
barriera del suono con i suoi strilli, restituendomi tutta l’attenzione del mio
amico.
- Forse… un po’. Diciamo che è vintage - risponde piatto
sfregandosi gli occhi da sotto le lenti degli occhiali.
- Più che vintage direi che è la solita Lolita -
- Ehi! È il mio investimento - la difende poco convinto.
- E’ troppo sexy per essere così giovane -
- Si ma è il sexy che manda avanti la baracca, Rob -
- Ho capito, ma un sexy un po’ più… ricercato? Giusto per
non cadere nel solito clichè della cantante con la voce orgasmica che si
struscia sul microfono -
- Intendi tipo Carla Bruni? Si in effetti potrei piazzarcela
nuda a cantare sul trespolo coperta solo da una chitarra. Come idea non è male,
fa molto bordello anni sessanta -
Si, sta bene. Direi che a parte l’evidente stanchezza sta
alla grande.
- Allora… mister
sono-un-gran-figo-perché-tutti-mi-vogliono-tutti-mi-cercano… ti hanno
finalmente rimpatriato?- mi chiede afferrando la sua giacca di pelle dallo
schienale della sedia su cui l’aveva abbandonata.
- E’ da una settimana che mi hanno rimpatriato- sbuffo
passandomi una mano tra i capelli e invitandolo ad uscire.
- Si, con la condizionale, immagino. Ale deve averti messo
ai ferri corti se hai aspettato una settimana per venire a salutarmi-
- Lasciamo stare… vieni con me a prendere Matt? Devo
portarlo ad un allenamento ed ho promesso che sarei rimasto a vederlo-
- Certo, certo… allora aspetta un secondo che entro al bar
qui di fronte a prendergli una cosa -
La cosa si rivela essere una barretta di cioccolata al latte
gigantesca, oltre che due bicchieri di caffè forte per noi due.
- E’ un atleta ora, ha bisogno di energie per poter rendere
al meglio- mi chiarisce salendo in macchina e posizionando i nostri bicchieroni
di cartone nei supporti del cruscotto.
- Cazzo, Jack. È la squadra di calcio della scuola! Tra un
po’ gli darai le anfetamine?-
- No, ma oggi è la squadra della scuola, domani potrebbe
essere la nazionale. Non sottovalutare gli agganci della Dalton-
Grugnisco in risposta agli agganci di quella scuola per
ricconi. È la stessa cosa che mia moglie ha continuato a ripetermi
illustrandomi la brochure informativa al momento di iscriverlo a scuola. Che la
Dalton offre agganci, oltre che ad un
alto livello di istruzione. Che la Dalton offre possibilità. Inutile dire che né lei né quelle quattro pagine in
carta lucida mi hanno convinto anche solo un po’.
L’unica cosa che si riceve di solito dalle scuole private
del genere della Dalton assieme alle spintarelle nei posti giusti è un bastone
infilato su per il culo che non riuscirai a rimuovere per il resto della tua
vita.
Odio pensare che mio figlio possa costruire qualcosa solo
perché ha avuto un calcio nel sedere da un professore strapagato che ha fatto
l’immenso sforzo di scrivergli una raccomandazione solo perché stacchiamo un
assegno che dire consistente è sul serio minimizzare per trattarsi di una
scuola. Senza contare che ne stacchiamo due di quegli assegni, ogni sei mesi.
Già è abbastanza dura da digerire che quando sarà adulto ci
potrà essere qualcuno che lo accetti al lavoro, in una confraternita
universitaria… in qualunque posto o compagnia vorrà entrare… solo per il suo
cognome. Mi da ai nervi. Non dico che sarà per forza così, ma l’ipotesi non è
così tanto remota. E mi da ai nervi.
Intendiamoci, non sono quel genere di padre che non darebbe
una mano a suo figlio per farlo arrivare alle vette che lui desidera raggiungere
solo perché deve imparare a farcela con
le sue sole forze. Dico soltanto che non vorrei mai che qualcuno gli
rinfacciasse di esserci arrivato solo perché è mio figlio, mettendo in dubbio
capacità che ha sviluppato da solo. Ma purtroppo questa è una cosa da cui non
lo posso proteggere. Forse nemmeno mandarlo a una scuola pubblica lo avrebbe
fatto.
Anche se guardarlo camminare verso l’auto in quell’odiosa
divisa blu con il blasone della scuola mi fa davvero dubitare che così non
sarebbe stato. E dire che io che ero stato in una scuola privata avevo promesso
che non ci avrei mandato mai mio figlio. Matt era d’accordo con me su questo
punto.
Vedere il mio Matt camminare con lo zaino tutto disegnato
con bianchetto e pennarello indelebile, rigorosamente appoggiato su una spalla
sola, mi fa credere che forse in qualcosa nel carattere abbia preso anche da
me, in fondo. E da Matt, per osmosi forse. La nostra cravatta era blu a righine
bianche, e i nostri pantaloni erano beige… ma l’andazzo con cui mio figlio
porta la sua divisa blu con la cravatta rossa ricorda molto il nostro. Stesso
scazzo anticonformista nei confronti di chi porta la cartella di pelle a mano e
cammina ritto e impettito per i vialetti del giardino interno dell’edificio (il
famoso bastone da culo tipico delle
scuole elitarie) e aria di sopportazione contro l’ostentato fascino delle
biondine che lo guardavano come uno sfigato prima di scoprire che è davvero mio
figlio e il suo chiamarsi “Pattinson” di cognome non è una mera coincidenza.
Per loro, le biondine, lascio che sia solo Jackson a
scendere dall’auto e a caricare lo zaino nel baule mentre io aspetto in
macchina, protetto dai vetri che disgraziatamente non sono scuri (altra pessima
idea di Ale). Non ho per niente gradito vedere quelle ragazzine illuminarsi e
salutarlo concitate dopo aver visto me che lo aspettavo appoggiato alla
portiera dell’auto come un qualsiasi padre che va a prendere suo figlio a
scuola. Poco importa che siano delle bambine e basta. Se uno ha del buonsenso
ce l’ha da sempre.
- Ciao ‘pa - mi
saluta con un sospiro sciogliendo del tutto il nodo alla cravatta per lanciarla
chissà dove.
- Ehi! Com’è andata oggi?- gli chiedo già guardando il
retrovisore per partire alla volta del campetto dal calcio e portarlo
all’allenamento.
- C’è una domanda di riserva?-
Dal modo in cui guarda annoiato fuori dal finestrino
suppongo sia stata una brutta giornata anche per lui.
- Che è successo?-
- Niente-
- Quel niente assieme a quella faccia sarebbero più
appropriati per un funerale, Matty, quindi sputa il rospo-
- La Thompson-
- La stronza acida di matematica?- gli chiede Jack
voltandosi verso il sedile posteriore.
- Stronza acida e zitella di matematica- precisa Matt.
- Vedi solo di non farti sentire da tua madre parlare in
questo modo, Matt, altrimenti ci fa neri entrambi. Che ti ha fatto stavolta?-
- Ma niente…-
- Ma se non fosse niente non avresti quella faccia-
Che grida la parola
colpevolezza da ogni poro, continuo mentalmente.
- Fammi indovinare, ti ha interrogato- dice Jack prendendo
in mano il suo bicchiere di caffè e iniziando a sorseggiarlo distrattamente.
- Si, e non ero io a dover essere interrogato, c’erano le
programmate! E lei ha estratto lo stesso!-
Tolto il dente, tolto il dolore, Matt decide di uscire dal
suo esilio ai confini dei sedili posteriori e avanza fino a mettersi centrale
tra me e Jack, giusto per poter continuare meglio la discussione.
- Insomma quanto hai preso?- sbuffo dovendomi mettere nella
modalità padre leggermente deluso che
deve fare una ramanzina.
- Una F- borbotta vergognoso abbassando il capo.
- Mmm… per me F dovrebbe significare solo fantastico… oppure figo - commenta Jack tra una sorsata e l’altra.
- Disgraziatamente significa fai pena. Matt, un’altra F in matematica! Non ne avevamo già
parlato?-
Attraverso lo specchietto lo guardo con rimprovero ben
visibile nonostante le lenti scure dei miei occhiali.
- Papà, ti prego, non ti ci mettere anche tu-
- Eravamo d’accordo che la E dell’altra volta sarebbe stata
l’ultima-
- E… di?- si
intromette ancora Jack per spezzare l’atmosfera cupa del mio momento “genitore
responsabile”
- Emerito schifo.
Matt, non avevi promesso che ti ci saresti messo con più impegno?-
- Si, papà e l’ho fatto! Ho preso anche due B mentre tu non
c’eri, ma te l’ho detto! Io sarei dovuto passare giovedì ma la strega ha detto
che secondo lei questa faccenda delle programmate non ci stava facendo studiare
bene e quindi ha deciso di estrarre a sorte…-
- E tu non eri preparato…-
- Ed ha beccato me -
- E tu non eri preparato -
- Per forza che non ero preparato, ‘pa! Non toccava a me
passare!-
Sono andato a scuola anch’io. Contrariamente a quanto sono
portati a pensare i figli, anche noi abbiamo almeno un accenno di carriera
scolastica alle spalle. Che la mia non sia mai stata delle più brillanti alla
sua età non è un mistero. Lo sanno praticamente tutti così come sanno anche del
mio exploit al momento del diploma dopo anni di onorata carriera di distrazione
quando avevo raggiunto un’età abbastanza matura per capire che almeno un
diploma volevo facesse bella figura sul mio curriculum. L’idea di essere un
attore magari bravo ma considerato ignorante non mi allettava nemmeno un po’.
Ma Matt ancora non ha raggiunto questo stadio di
consapevolezza e credo non si terrà obbligato a farlo per i prossimi cinque o
sei anni. Per lui le uniche materie per cui valga la pena andar bene sono
storia e letteratura, le uniche che veramente gli interessano. Fosse per me,
andrebbe benissimo così dato che è chiaro che da grande l’idea di diventare un
fisico o un ingegnere nucleare lo schiferà quanto basta dal non essere attratto
da tutti i rami della matematica che esulino dalla semplice aritmetica…ma
purtroppo per lui è condannato a questo supplizio, com’è stato per me, per sua
madre, per Jack e sì… persino per l’orso Kellan.
- Matt, facciamo un accordo, ti va?-
- Che tipo di accordo?-
- Io ti firmo il voto sul diario e mi impegno a non dire
niente a tua madre per questa volta,
e tu prometti di farti rinterrogare al più presto per recuperare il voto-
- Quanto presto?-
- Il più presto, anche se dovessi metterti a studiare
stasera per passare domani-
- Domani non ho matematica-
- Allora la prima volta che hai lezione-
- E se dovessi andar male di nuovo?-
- Allora ci penseremo. Se avrai studiato e sarai andato
comunque male, ci penseremo, ok?-
- Ok-
- E stasera ti metti con me a fare i compiti, intesi? Niente
cartoni o partite alla wii se prima non abbiamo finito di studiare-
- Si… -
- Tieni. Consolati, e vedrai che la prossima volta andrà
meglio- dice Jack allungandogli la stecca di cioccolata per fargli fare merenda
prima che inizi l’allenamento.
- non la mangiare tutta. Tienitene un po’ per dopo, se no
starai male- lo avverto mentre parcheggio e sgancio la cintura.
Scesi dalla macchina, recupero il borsone di Matt dal bagagliaio
e mi premuro di staccare il resto della cioccolata che può mangiare ancora
prima di sequestrare quella che avanza perché non la finisca di nascosto sulla
strada per gli spogliatoi.
Appena sparito dietro la porta verde a vetri, io e Jack ci
allontaniamo per andarci a sedere sugli spalti assieme al nostro caffè,
rubandoci anche un quadretto di cioccolata.
- Allora… che si dice in Giappone?- chiede Jack sedendosi
comodo sulle gradinate, le gambe lunghe sulla seduta sottostante, mentre io mi
accendo una sigaretta.
- Quel che si dice qui a New York, Jack. O almeno suppongo
che sia così dato che non parlo giapponese-
- Intendevo, com’è andata?-
- Il solito. Sai come funziona. Set, cibo della mensa che fa
schifo, caffè a barili, freddo, orari assurdi, torture inumane al trucco e
tagli, tagli, tagli. Niente di nuovo-
- Ok, allora com’è andata al ritorno?-
- Di nuovo, sempre il solito-
- Cioè? Alessia incazzata come una iena e Jake che si diverte
a riempirti di appuntamenti?-
- Esattamente, con la variante che oltre a far schifo come
genitore, ora faccio ancora più schifo come marito -
- Perché? Ti sei scopato una giapponese e Ale l’ha
scoperto?-
- No, ho comprato una casa nuova e secondo lei non la sto
aiutando a renderla abitabile -
- … Perché Jake ha pensato bene di piazzarti qualche impegno
giacché stare a casa secondo lui è una perdita di tempo -
- Già…-
- A parte questo c’è qualcos’altro?-
- Si. Abbiamo litigato forte sabato sera e non ci parliamo.
Dio, potevamo essere visti da chiunque! Su un balcone del Cipriani! Ti rendi
conto i giornali che cazzo di casino avrebbero montato su se ci avessero
visti?-
Jack mi guarda in attesa, accartocciando semplicemente il
bicchiere ormai vuoto e appoggiandolo accanto a sé aspettando che io continui.
- Dannazione Jack, sta andando tutto a puttane. È vero che
non ci sono mai, ma che posso farci? Oggi ho rinunciato a un contratto con
Petersen, Jake mi taglierà le palle e…-
- aspetta, aspetta, aspetta… hai detto di no a Petersen? Ma
sei cretino?-
- Forse si. Se non sono un cretino come marito, lo sono
senz’altro come attore. E se avessi detto si
sarebbe stato il contrario. La mia condizione di idiozia avanzata come vedi non
mi abbandona mai-
- Ma cazzo, Rob! Perché?!-
- Perché sarei dovuto stare in Europa per un sacco di tempo!
E tra riprese, pubblicità, interviste e foto di contorno avrebbe significato
quasi un anno in giro se ci sommo anche tutto questo schifo per il lavoro che
ho appena finito. In più, Kellan ha avuto la bella idea di parlare ad Ale di un
progetto in cui mi piacerebbe avermi qui a teatro, cosa che l’ha fatta
incazzare ancora di più -
- Grazie al cielo, allora, che non le ho detto del cd che ti
avevo proposto -
- Si, bravo. Vedi di tenerlo per te fino a portartelo nella
tomba se non vuoi avermi sulla coscienza-
Si, ho detto di no a Petersen. Il contratto cui avevo
promesso di pensare quando lo avevo incontrato poche ore prima giace conciato a
un pugno di coriandoli nella tasca della mia giacca. Ho strappato sulle scale
quel foglio con un’amarezza che credo di aver provato solo poche volte nella
mia vita.
Forse mai così intensa.
Ne provo ancora un po’ adesso, mentre stringo nelle tasche
tutta quella carta inutile e osservo Matt continuare il riscaldamento prima di
giocare.
- Rob… te lo dico ancora una volta. L’idea di un cd con le
tue canzoni ora che sei così in vetta sarebbe abbastanza da portare le vendite
alle stelle al primo giorno di vendita al pubblico. Milioni di dollari per
dodici tracce del cavolo. Se fosse per una questione di soldi…-
- Io ne ho fatta una questione di soldi, Jack. Gliel’ho
mascherata come una questione di soldi!-
- Fammi finire. Dicevo… se fosse una questione di soldi per
te, insisterei con questa storia del disco, ma tu sei un animale da set, Rob.
Tu non ci vivi lontano da una macchina da presa troppo a lungo. È la tua natura
camaleontica a volerti così -
- La mia natura… camaleontica?-
quasi gli scoppio a ridere in faccia per
la ricercatezza del termine.
- Si, camaleontica,
che credi? Anche io leggo, la scatola dei cereali la mattina! E guardo le
puntate del National Geographic qualche volta quindi qualche vocabolo un po’
ricercato lo conosco anche io! Quel che voglio dire è che tu non ti senti a tuo
agio se stai nei tuoi panni troppo a lungo. Cazzo, ci starei stretto persino
io!-
- Tu ti ci sei tolto dai miei panni, Jack-
- Appunto. Mi stavano stretti. Lo sa come sei fatto, Rob.
L’ha sempre saputo. La recitazione è la tua seconda pelle da un bel pezzo.
Toglile quella dannata macchina fotografica dalle mani e vediamo lei come si
sente!- sbotta accalorandosi di colpo, come colto sul vivo.
- Scusa… ho esagerato-
- non ti scusare, ho capito quello che intendi dire -
Sono anni che è finita con Ashley. Eppure quella che gli è
rimasta addosso è una cicatrice ancora visibile e bella profonda. Se prima era
semplicemente un po’ cinico ora è proprio un cinico bastardo. Non posso dargli
torto.
Non gliene frega più molto di quello che pensa la gente che
lo circonda, di avere una ragazza stabile che non sia la semplice avventura di
un paio di notti o di una sola… Fa tutto ciò che gli va di fare e basta. Se la
cosa lo fa felice bene, altrimenti non si fa tanti problemi a mandare a
‘fanculo chicchessia. Era cambiato per lei, si era ammorbidito. Aveva limato
molti lati del suo carattere rendendosi una persona a volte estranea a sé
stessa, ma l’aveva fatto con piacere.
“L’amore ti cambia” aveva detto una delle tante sere in cui
cercava di convincermi che Ale avesse avuto i suoi motivi per piantarmi in asso
senza una parola. Ora come ora sarebbe solo capace di dire “Si fotta”.
- Quello che voglio dire, Rob, è che non può pretendere che
tu sia diverso da quello che sei. Non sarebbe giusto. E poi sono convinto che
non sia così tragica come la vedi tu - riprende più tranquillo.
- Hai ragione, non è tragica. È peggio!-
- Ci scopi?-
- Come?-
- Ci scopi? Con Ale ci scopi?-
- Ma che cazzo di domande sono, Jack!?-
- E’ facile, scopi con tua moglie si o no?-
- Ti sembra che ho l’aria di uno che ha scopato con sua
moglie?-
- Mmm… no… in effetti hai l’aria di uno che non si fa una
sega da secoli-
- Non ho l’aria di uno che ha bisogno di farsi una sega
Jack!-
- Si che ce l’hai-
- Non è vero-
- Allora sentiamo, da quant’è che non…?-
- Ma non sono affari tuoi!-
- Ma si che lo sono! Se devo dare una diagnosi devo avere gli
elementi per farla, cazzo! Allora quand’è stata l’ultima volta?-
Dannazione è serio. Da quando il numero di rapporti è
proporzionale alla serenità di coppia me lo deve spiegare.
- Giovedì notte… no, mattina. Giovedì mattina - sospiro
arrendendomi alla filosofia spicciola del mio migliore amico.
- E oggi è…. Lunedì. Tre giorni quasi quattro che non liberi
il tuo seme… Sei in fase di allarme ma non ancora da codice rosso visto e
considerato che sei a casa con tua moglie nel letto. E a meno che tu non faccia
buon uso dei calli che sicuramente ti saranno venuti alle mani per un mese
fuori casa…-
- Jack! Abbiamo litigato sabato! E venerdì notte Jake mi ha
trattenuto a Boston con lui!-
- Ahh! Ma allora…-
Mi guarda allusivo, con quel suo ghigno malefico che è il
suo marchio di fabbrica da secoli.
- Non sono ancora diventato frocio!- ribatto in fretta
all’ennesima provocazione. Vero che passo più tempo al telefono con Jake che
non con Ale, e che spesso e volentieri è lui ad accompagnarmi alle interviste e
ai servizi fotografici, ma da lì a pensare che condividessi con lui anche le
gioie del talamo oltre all’aria dell’aereo…
- Scherzavo, scherzavo! Quindi.. le notti sono solo due, in
definitiva. Beh… allora sei salvo. Non è ancora così tragica. Se lei ancora viene
a letto con te significa che non è poi così arrabbiata-
- Ah no?-
- L’hai forse trovata in piena notte con una mannaia in mano
sospesa sul tuo uccello?-
- Cacchio, no!-
- Allora è tutto a posto, le passerà-
- Filosofia spicciola. Lo sai che questa è vera e propria
filosofia da quattro soldi, vero?-
- Quanto l’avesse pagata mio nonno questa filosofia non lo
so, ma sono più che certo che le cose funzionino così-
È inutile insistere. Se lo facessi mi racconterebbe di nuovo
le nobili imprese di Jasper Jackson Rathbone, l’ultimo dei casanova, che prima
di morire gli ha trasmesso tutto il suo sapere in fatto di donne, rivisitazioni
del kamasutra e altre materie su cui preferisco sorvolare.
- Sul serio, l’ho sperimentata sulla mia pelle! Prima che
Ash mi mollasse non lo facevamo da un po’… da parecchio…-
Il suo viso si adombra, come sempre quando parla di lei.
- Jack, perché non la chiami? Te lo posso trovare il suo
numero se lo vuoi…-
- E per dirle cosa? Sai… mi manchi? Sono passati dieci anni
ma mi manchi ancora da morire? Mi chiuderebbe il telefono in faccia- mormora
falsamente divertito, concentrato su una pellicina particolarmente attraente.
- Perché dovrebbe farlo? Sono passati anni ormai… e potr…-
- No, Rob. Non potrebbe un bel niente. È un capitolo chiuso,
ormai. Ok? Che senso ha riaprirlo adesso?-
- Tanto per citarti, potresti dirle anche solo ‘vaffanculo’
se ti aiuta-
- No, mi aiuta non parlarne. Questo mi aiuta. Far finta che
non sia mai esistita, questo mi aiuta-
- Come non detto. Scopazza in giro come un riccio se ti fa
stare meglio-
- Mi fai la predica? Tu? Proprio tu?-
- Si, ma hai visto come sono finito io-
- In piena crisi di coppia, ecco come sei finito -
- Ma se hai appena detto che le passerà!-
- Per ora. Ho detto che le passerà per ora. Se non te la da entro stasera ritieniti pure legittimato a
trovarti un bravo divorzista. Uno coi controcazzi, perché ti potrebbe spennare
vivo!-
- Ale non è il tipo da fare ‘ste cose, Jack lo sai-
- Io so solo che le donne possono essere delle grandissime
stronze se rovini il loro progetto preconfezionato di una vita felice. E
ricordati che è la viva esperienza a parlare-
Lo lascio perdere, perché so che a parlare ora è solo il
rancore che ha nei confronti di Ashley. Come se non fosse mai esistita… ha
ancora in camera da letto le loro foto insieme.
- Si, ripeto non sottovalutare gli agganci della Dalton.
Quel ragazzo ha del talento- dice cacciandosi le mani in tasca e nascondendo il
mento nella sciarpa, dichiarando chiusa la discussione.
***
L’odore della vernice fresca mi colpisce ancora prima
dell’eco delle voci nella sala vuota.
Scale, teli di plastica macchiata di puntini più o meno
minuscoli di varie tonalità di giallo, secchi, pennelli, spatole e bottiglie
d’acqua sono disseminate per l’ingresso.
- Guarda che l’indiano non è così male -
- Dici? -
- Si, se vuoi qualcosa di classico si. Certo che se vuoi
pranzare in compagnia del giallo limone allora… verrebbe una cosa carina, ma
tempo che dopo un po’ ti possa annoiare-
- Sai che? Voglio una casa colorata, non i soliti bianchi e
crema classici… avrò tutto il tempo da vecchia per farmi una casa color crema-
- e allora punta sul giallo limone e poi al massimo tra un
anno o due ritinteggi-
Le voci di Ale e di Beckie hanno un che di spettrale nel
vuoto delle pareti, soprattutto visto le luci spente ad eccezione di una che
viene dalla sala da pranzo.
Sedute per terra, i capelli raccolti in due code alte
disordinate, osservano concentrate tre strisce di tre tonalità diverse di
giallo sulla parete.
- A me il giallo limone piace- mi intrometto palesando la
mia presenza.
A girarsi per prima è Beckie, che mi accoglie con il suo
sorriso da eterna ragazzina, caloroso e gentile. È forse tra tutti noi quella
che è cambiata di meno con l’andare del tempo.
- Rob, dimmi che non sei un miraggio e che quelli che vedo
sono davvero due cartoni di pizza gigante superfarcita - mi raggiunge
allungando le braccia per togliermi le scatole di mano e appoggiarle sulla
porzione di tavolo che non è invasa da stracci e pennelli.
- Non sono un miraggio, quelli sono due cartoni di pizza e
queste sono due bottiglie di birra. Serve altro?- le rispondo mentre mi spoglio
della giacca e cerco un posto per appoggiarla senza fare danni irreparabili.
- Immagino sia troppo sperare che tu abbia portato anche dei
tovagliolini di carta, vero?-
- Si, chiedi decisamente troppo -
- Allora io vado a lavarmi le mani -
Ancora seduta studiare i colori senza degnarmi di
attenzione, Ale si volta appena a vedere la sua amica uscire dalla stanza.
È ancora arrabbiata. Parecchio arrabbiata.
Pesco il pacchetto di sigarette dalle tasche del vecchio
jeans che ho messo per non sporcarmi e ne accendo una, cercando di calmare
l’ansia in qualche modo. E anche la stizza.
- Devi proprio?- mi chiede non appena sente l’odore del fumo
nella stanza.
- Ale, per favore, possiamo parlare?- le chiedo stanco,
pronto anche a farmi passare sopra da un tir con rimorchio pur di mettere fine
a questa guerra al silenzio. Già che ho fatto quello che ho fatto e mi è
costato molto farlo, almeno tornare a vivere in pace!
- I ragazzi?-
- Sono a casa con Lysa. Ho iniziato a fargli fare i compiti,
Matt è andato agli allenamenti e ha già svuotato il borsone e Ary continua a
far fuori fazzoletti di carta ma sta bene. Ora possiamo parlare?-
- No, credo di no. Hai già detto tutto quello che mi
interessa sapere -
- Ale, per la miseria, piantala!- sbotto guadagnandomi
finalmente la sua attenzione.
- Puoi alzarti e venire qui un secondo, per favore?- chiedo
cercando di essere il più gentile e calmo possibile, trovando anche
vigliaccamente un po’ di controllo in una boccata di fumo.
Mi asseconda, anche se il cipiglio di irritazione non
abbandona il suo viso impiastricciato da qualche baffo di vernice ormai
seccato.
- Mettimi una mano in tasca- le ordino senza mezzi termini.
- Rob, se questa è…-
- Mettimi una mano in tasca, Ale. Adesso -
- quale tasca?- chiede fredda senza abbassare lo sguardo
duro.
È incredibile come i suoi occhi chiari ancora mi ipnotizzino
a distanza di anni. Verdi, grandi, screziati da pagliuzze blu cobalto.
Incorniciati da folte ciglia nere. Magnetici. Se di solito mi sciolgono,
l’unica cosa che fanno ora è fomentare la mia irritabilità nemmeno più tanto
latente.
- Posteriore sinistra -
Lo so, sono uno stronzo. L’ho fatto apposta per provocarla.
Avrei potuto lasciare i coriandoli nella tasca della giacca, ma il gioco
pesante con lei non mi ha mai spaventato.
Allungando una mano oltre il mio fianco, va decisa alla
tasca del jeans a vita bassa, sfiorando inavvertitamente l’elastico del boxer e
accarezzando forse un po’ meno inavvertitamente la curva del mio fondoschiena
prima di afferrare una manciata di carta.
- E questo che significa?- chiede alzando un sopracciglio
sarcastico mentre osserva i minuscoli pezzi di carta che si ritrova in mano.
- Significa che non parto. È il contratto di Petersen. Sono
andato a sentire la proposta e quando sono uscito ho strappato il foglio- le
spiego distaccato, un fiotto di amarezza risalito su per lo stomaco nel momento
in cui ho detto la parola contratto.
- Rob…- sospira gettandomi le braccia al collo e nascondendo
il viso nella mia maglietta vecchia.
Mi stringe forte a sé ma per la prima volta dopo quindici
anni alzo meccanicamente un braccio per cingerle le spalle. L’altro ancora
lungo il fianco a reggere la sigaretta che lentamente si consuma.
Per la prima volta dopo quella
volta sento di non poter ricambiare il suo abbraccio. Perché in questo
momento, adesso, la odio da morire.
Ale e Rob
Rob e Matt
Jackson
ANGOLO AUTRICE
Eccomi qui :) ancora una volta in anticipo sulla tabella di
marcia. L’ispirazione fulminante ha avuto la meglio.
Purtroppo se stavolta vi annuncio il mio prossimo ritardo
non è più a causa esami ma sempre ispirazione. A meno che il capitolo 5 non mi
colpisca come un fulmine, devo ancora inventarmi qualcosa di decente da far
succedere, quindi mi scuso se forse i tempi saranno lunghi.
Qualche parola su questo capitolo… spero mi scuserete per il
vocabolario un po’ grezzo, ma io un uomo che parla fine e posato quand’è con un
amico ancora non l’ho trovato. Se lo vedete presentatemelo che lo portiamo al
giudice del guinness dei primati come unico uomo fine esistente sulla faccia
della terra.
Un appunto di realtà, la Dalton esiste sul serio, ma non
prevede divise per i suoi studenti. Io ho preferito mettercele perché mi dava
un po’ più l’idea di scuola per ricconi supersnob, perdonate la licenza.
Come promesso, ecco il link del prologo de “l’ultimo
cavaliere”, finalmente on-line. Ogni capitolo sarà piuttosto corposo e per ora
ne ho solo tre da parte. Spero di compensare con la lunghezza dei capitoli il
tempo che ci metterò per scriverli.
È una storia decisamente diversa da quelle che potrete
trovare su questo fandom e spero di non incasinarvi troppo la lettura con
personaggi e luoghi realmente esistiti. Per rendere tutto più facile mi
presterò volentieri a spiegazioni di sorta e a mettere a disposizione link
utili alla comprensione del periodo storico in cui si svolge la vicenda.
Augurandovi buona lettura, vi lascio anche a questo breve
prologo, sperando che lo troviate interessante a sufficienza da farvi seguire
l’intera storia.
link videotrailer "l'ultimo cavaliere"
Recensioni
red apple: non mi hai ancora scioccata spiacente :) mia
madre mi ha avuta tardi e ho un fratello di quasi quarant’anni che ancora non
mi ha reso zia, però. Sono strafelice di averti come mia “lettrice anziana”
come hai detto tu :) davvero. La tua recensione è stata una porta aperta su
qualche fotogramma di vita di coppia reale che mi è molto utile per la mia
storia.
Anche io la penso come te sul “due cuori una capanna” e si,
ci hai preso, le cose non faranno che peggiorare con l’andar del tempo, e credo
che questo nuovo capitolo ne sia la prova lampante.
Tradimento, non tradimento… tutte le strade sono aperte in
questa storia, anche perché a parte alcuni flash, questa storia viene scritta
man mano e spesso va da sola, come ad
esempio questo capitolo che avevo programmato in un modo ed è risultato finire
in un altro.
So che adori Robert e spero che l’odio che sto suscitando è
un esigenza di copione. Come non smetto mai di ripetere io sono una fan del
lieto fine, quindi… abbi fede! :)
Un abbraccio :)
BiEsSe:
ciano :) quanta energia positiva tutta in una recensione!!!!
Ale a letto con Jake??? :)
Bah… no comment. Qualsiasi teoria da parte vostra mi diverte
un sacco ma tutto è avvolto dal no comment, anzi… no spoiler. Quindi non vi
dirò mai né si né no, accetto che non sia qualcosa di palese.
Nessuno muore però, almeno… non realmente XD
Grazie mille per la caterva di complimenti carissima!!! :)
Angyr88: tu ti sei proprio innamorata di Jake eh!!!
Sei recidiva! Più sono stronzi più ti piacciono.
Che mi dici di questo altro capitolo??
Altra litigata in arrivo.
Ho adorato ps I love you!!!
Un bacio grande tesoro!!!!
dindy80 : uuuuuu
che brutto quando capita! Tu scrivi scrivi scrivi e poi ti si cancella tutto
-.-“
ti chiedo scusa perché so che con questo numero 4 mi odierai
ancora di più. E forse anche con il 5… e il 6… mi odierai per un bel po’. Ma
come dico sempre bisogna toccare il fondo in certe storie per poi risalire.
Della vita di Jake… prendila pure, ho idea di renderlo
sempre più stronzo ogni capitolo di più.
E Rob… Rob arriverà a essere odiato parecchio. E penso che
oggi tu lo stia odiando molto.
È un bene sapere che tu non sia una fan della famiglia del
mulino, perché le cose, questo posso dirlo, andranno di male in peggio.
Spero tu abbia risolto con Fabio :(
Un bacio grande Dany!!!!!!
Bibabirba: ma si si, puoi dire che odi Jake. Si è
attirato addosso un fan club che mira ad avere il suo scalpo, immagino ti
accoglierebbero a braccia aperte se tu volessi unirti :)
Come già detto, le cose andranno sempre peggio e per usare
la frase di un film che non mi ricordo più quale sia “bisogna perdersi per
ritrovarsi” e ora loro si devono perdere.
Spero comunque che tu ti continui a fidare di me e confidare
nel mio amore per i lieto fine.
Un bacio!
romina75: “a
questo punto tutto è possibile” ahhhhhh che bello quando la mia romy arriva
dove altri non si sforzano di vedere! È proprio tutto possibile!!!
“temo che lui cominci a darla per scontata e forse gli
farebbe bene prendere un po' di paura e stare un po' senza di lei, capirebbe
cosa vuol dire” ti chiamerò Nostradamus!!!!!!
Scusa se sono un po’ breve
ma se dovessi rispondere come vorrei alla recensione fantastica che hai
lasciato ti farei troppi spoiler e vorrei lasciarti la sorpresa, sperando che
nel frattempo tu non mi odi troppo.
_Elisewin_ :
oooo che bello!!! :) sono contenta che tu sia passata a lasciare un parere. Sono
spesso una lettrice silenziosa anche io e so che quando noi scriviamo non è per
guadagnare punti ma solo perché abbiamo qualcosa da dire, quindi grazie già
solo per questo.
Allora, parliamo della rec ora…
Rob… Rob, se vogliamo è l’unico che è rimasto lo stesso, in
qualche modo.
Lui fa il suo lavoro solo ed esclusivamente perché ama
recitare, e continua a detestare tutto quello che sta attorno perché gli ruba
tempo per la sua famiglia. Disgraziatamente è un pacchetto completo quello che
prende e se vuole uno deve per forza sopportare anche il resto.
La colpa, in fondo è anche un po’ di Ale. Nelle mie poche
esperienze se c’è una cosa che ho capito è che i maschi non ci arrivano mai da
soli. Non possiamo arrabbiarci e aspettare che loro capiscano dove sbagliano. Dobbiamo
dirglielo senza lasciargli molte alternative di risposta se no si perdono.
Pensa a Rob. Ale lo ha sempre lasciato fare, non l’ha mai
ostacolato ma sempre spronato. È come togliere la caramella a un bambino. Non puoi
farlo dopo che gliel’hai data.
Quello che da fastidio ad Ale è che Rob si faccia “mediatizzate”
da Jake. Molti attori non sono così costantemente impegnati. Fanno il loro
film, le interviste ufficiali, gli outtake previsti e stop. Ale detesta solo il
contorno. È questo che lui non capisce. Mi sa che vi è sfuggito il particolare
della proposta di Kellan per il teatro, cosa che Ale gli ricorda di modo che
lui possa continuare a fare il suo lavoro ma stando a casa. O cmq non troppo
lontano.
Ecco qui. :) tutti e due i punti di vista sul tavolo.
Ale ha indubbiamente ragione. La penso esattamente come te
su Rob. Però ci tenevo a darti un quadro complessivo chiarificatore in modo che
tu potessi comprendere come agisce in generale e anche questo nuovo capitolo.
La recensione era perfetta e per niente banale.! Grazie!!!
Per risp alla tua domanda… uso PAINTNET. È un programma di
fotoritocco tipo Photoshop ma molto più elementare. È gratuito e se avessi
bisogno puoi chiedermi cosa ti serve e ti aiuterò ad usarlo. Scaricalo e
istallalo e vedrai che ti sembrerà molto semplice.
Un bacio carissima. Spero ti risentirti :)
JessikinaCullen
: eccomi qua. Come ti dicevo ci sto mettendo una vita ma eccomi qua.
Frase ricorrente nelle mie risposte, analisi perfetta. Centrato
perfettamente il problema ale-rob.
Rob non sa di Jake. Sarà un grandissimo stronzo, ma si è
mantenuto a parole, non ha mai alzato un dito su Ale anche se ciò non lo esime
dalla colpa (Ben non l’aveva mica toccata eppure l’aveva preso a pugni!). quindi
Ale non gli ha mai detto niente e Rob non sa nulla.
Rob… spero che questo capitolo ti abbia chiarito un po’. O forse
no, perché dice poco e niente in sostanza della spiegazione alla scena del
bancone. Come dicevo qua sopra a Elisewin (scusa se faccio il copia incolla)
Rob fa il suo lavoro solo ed esclusivamente perché ama recitare, e continua a
detestare tutto quello che sta attorno perché gli ruba tempo per la sua
famiglia. Disgraziatamente è un pacchetto completo quello che prende e se vuole
uno deve per forza sopportare anche il resto.
La colpa, in fondo è anche un po’ di Ale. Nelle mie poche
esperienze se c’è una cosa che ho capito è che i maschi non ci arrivano mai da
soli. Non possiamo arrabbiarci e aspettare che loro capiscano dove sbagliano. Dobbiamo
dirglielo senza lasciargli molte alternative di risposta se no si perdono.
Pensa a Rob. Ale lo ha sempre lasciato fare, non l’ha mai
ostacolato ma sempre spronato. È come togliere la caramella a un bambino. Non puoi
farlo dopo che gliel’hai data.
Quello che da fastidio ad Ale è che Rob si faccia “mediatizzate”
da Jake. Molti attori non sono così costantemente impegnati. Fanno il loro
film, le interviste ufficiali, gli outtake previsti e stop. Ale detesta solo il
contorno. È questo che lui non capisce. Mi sa che vi è sfuggito il particolare
della proposta di Kellan per il teatro, cosa che Ale gli ricorda di modo che
lui possa continuare a fare il suo lavoro ma stando a casa. O cmq non troppo
lontano.
:) ecco qua. Non mi odiare troppo per questo Rob ti prego. Saprò
farlo perdonare, promesso!!!!
Un bacio grande tesoro!!!
Sei_Nel_Anima 2oo9
: scusa se te lo chiedo ma secondo te è possibile che io mi dimentichi di te???
Ma assolutamente no!!!!! Come stai????
Tranquilla per gli ultimi capitoli di PLVK, non so cosa tu
abbia passato in quel periodo ma capisco benissimo quando si legge ma non si ha
voglia di recensire. Mi capita spesso, non te ne faccio una colpa quindi serena
;)
:) sono contenta che ti abbia fatto piacere il loro ritorno.
Io stessa faticavo a staccarmi da loro quindi… ho pensato di farli vivere
ancora un po’ ;)
Spero che questa storia qui ti appassioni come l’altra!!!
Un bacio e bentornata!!!! *__*
KatyCullen :
eccolo Jackson!!!! Un piccolo spiraglio
della sua vita, ed è solo l’inizio. Sai che adoro i lieti fine quindi la storia
finirà bene, solo che non posso dirti quanto catastrofica sarà nel mezzo!!!!
Mi divertirò molto con Kell e Jack, prometto :) non vi
lascerò li a chiedervi che ne sarà di loro, mi stanno troppo simpatici per
lasciarli perdere.
Grazie mille ancora per i complimenti!!! :)
Ci sentiamo presto.
Jodie:
Trascinatrice di popoli ti sei data proprio da fare!!!!!
Oggi mi sa che odierai Rob ancora di più, ma spero che non
lo abbandonerai.
Sai che le cose o le faccio precipitare come si deve o non
lo faccio per niente, quindi… pazienta un po’ perché i maschietti, tutti
eccetto Kellan credo, si faranno odiare parecchio qui! Una squadra di stronzi
deficienti. Il perché è semplice. Raramente gli uomini quando hanno un dito non
si prendono tutto il braccio e poi hanno anche il buon senso di non fare casino
quando glielo chiedi indietro -.-“
Sul serio le cose andranno malissimo!!!!
Povera la mia Ale :( e va beh… abbi fede!
Un bacio grande carissima!!!!!
lampra :
che pensiero molto malvagio!!! Ma no comment anche a te :) tutto può essere non
escludo nessuna possibilità per la storia.
Se per caso cedessi alla tua tentazione di rileggere
l’altra, mi raccomando. Se vedi in alcuni capitoli una grafica differente non
ti preoccupare. Sto solo ri-betando la storia e dandogli una parvenza seria e
meno confusa. Non c’è null’altro di diverso :)
Non mi hai annoiata, sta tranquilla :) le vostre recensioni
non mi annoiano mai!
Bacioni!!!!!
vannywriter:
grazie mille milioni per i complimenti!!! ti assicuro che Jake lo odierai
ancora di più!!
Per le risposte… arriveranno man mano :) forse…
Bacioni!
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