Il fatto che io sapessi benissimo che quel che volevo non avrei mai potuto ottenerlo era per me qualcosa di irrivelante. Nonostante sapessi che non avrei mai dovuto dare ascolto a ciò che mi accadeva attorno, cosa che forse mi avrebbe salvato, ho lasciato che la realtà mi colpisse con violenza svegliandomi dal mio torpore. Avrei potuto vivere con una benda sugl'occhi nascondendomi da questa crudeltà ma non lo feci. Effettivamente questo era il mio destino. Fino ad allora era come se non fossi mai nato.Era come se stessi aspettando che qualcuno mi strappasse la benda costringendomi a vivere. Solo che per me vivere significava perdere tutto. Per me vivere era sinonimo di morire.
Il signor Matthew era una persona normalmente annoiata. Non aveva famiglia perchè amava dire che aveva dedicato la sua intera vita al lavoro anche se qualcuno diceva maliziosamente che il suo celibato era dovuto alla sua bassezza e la sua testa troppo splendente.Aveva aperto uno di quei bar che davano servizio ventiquattrore su ventiquattro e per mostrare il buon esempio aveva preso per se il turno di notte e periodicamente i suoi dipendenti si davano il cambio per assisterlo.Però la scelta di aprire il bar anche di notte si stava rivelando una scelta non molto fruttuosa: a parte quattro o cinque ragazzi che barcollando si avvicinavano al ordinare qualche caffè, non c'era mai un vero cliente. Era una afosa giornata di Agosto. Quel giorno il sindaco di quel paesino in riva al mare aveva avuto una grande idea: fare una festa di carnevale in piena estate.Questo aveva fruttato molto sia alle tasche del sindaco che a quelle di Matthew. Era stata una giornata davvero pesante e fortuna per loro, almeno nel turno di notte era loro permesso di dormicchiare.La porta del locale era chiusa per non far scappare l'aria raffreddata dal ronzante climatizzatore, Mary, la ragazza di turno quella notte, al fianco del roprietario stava pulendo, fra gli sbadigli, lo stesso bicchiere da circa mezz'ora.Mary era una ragazza affascinante, aveva un grazioso viso incorniciato da dei capelli color paglia, la linea snella e slanciata, ma mostrava un espressione instupidita e non molto intelligente che spiegava gli strafalcioni che diceva quando apriva bocca. Però quella ragazza era una manna per gli affari, i giovani facevano a gara per spendere di più al bar in sua presenza, ma ella non sembrava per nulla colpita, forse troppo stupida per comprendere i loro sterili sforzi. Era l'una di notte e Matthew stava pensando seriamente di chiudere il bar per tornare nel suo amato letto. Ma i suoi piani vennero rovinati dallo scampanellio insistente della porta. Mary si risvegliò di colpo. - Buona sera signore- Trillò verso un uomo alquanto singolare. Era alto e magro e nonostante il caldo che veniva dall'esterno, aveva un pesante mantello decorato accoppiato con una camicia vaporosa e un paio di pantaloni stretti negli stivali di pelle.Ma ciò che colpì particolarmente i due baristi fu la maschera che copriva la metà destra del viso dove spiccavano un paio di occhi dorati, talmente selvaggi da poter strappare le carni dalle ossa con un solo sguardo.Era insolita quella figura, quasi come un pezzo di medioevo nel ventesimo secolo.Nel sentire il saluto l'uomo sorrise -Buona sera signorina?- - Mary - Rispose allegramente lei, Matthew osservava basito quella figura mentre la ragazza ridacchiava sommessamente.Il cliente le sorrise assecondandola mentre si avvicinava al bancone - come mai sei vestito così?- Domandò lei decisamente divertita. Se avesse potuto il proprietario l'avrebbe volentieri zittita, ma quella ragazza aveva un fascino che colpiva tutti, perfino quell'uomo stranissimo. - per la festa in maschera- Rispose accondiscendente come il lupo di cappuccetto rosso. Eppure i due, esattamente come quella bambina, non si accorsero di nulla. - Ma non è un pò tardi?- Chiese ingenuamente la ragazza posando il bicchiere in mezzo agli altri - oh hai ragione- L'uomo si sedette sullo sgabello davanti alla cameriera. Matthew rimase in silenzio incantato come una lucciola davanti a un lampione in una notte afosa e silenziosa. - e non hai caldo? Fuori ci saranno quaranta gradi all'ombra!- La ragazza ignorava che di notte non c'erano ombre, ma la sua domanda, ridacchiata, aveva un senso, perfino Matthew se ne stupì -oh non così tanto Mary - La barista si prese una gomitata da parte del proprietario e lei fece un verso soffocato come se si fosse appena svegliata - ah! Si! Vuoi ordinare qualcosa?- L'uomo sorrise sporgendosi leggermente verso di lei come se le stesse per confessare un segreto.Qualcosa nel suo sorriso brillò minaccioso ma nessuno dei due sembrò accorgersene, lo fissavano come se fosse stato una celebrità in quel bar.La ragazza intelligente come un comodino gli si avvicinò di più ammaliata da quella insolita persona -un bloodymary - La mano dell'uomo si serrò sul braccio della ragazza. La tirò con forza verso di se spalancando la bocca dai canini bianchi e perfetti. Un urlo.
Quella non era esattamente la nottata di Jonathan, era stato richiamato dai suoi affari notturni per andare in uno stupidissimo bar insieme a Matt per controllare un piccolo problemino e, ora in silenzio, se ne stava a guardare le strisce stradali correre loro incontro finchè lentamente non sparirono lasciando spazio alle strade cittadine e solo allora decise che era meglio guardare le case che sfrecciavano ad una velocità impressionante accanto alla mercedes nera dai finestrini scuri.Fece un sospiro il ragazzo dai capelli color della paglia e gli occhi di un insano azzurro ghiaccio nascosti da una montatura super leggera di un paio di occhiali da vista . anche il suo accompagnatore ne aveva un paio, però da sole. Cosa insolita visto che era l'una e dieci di notte. - non dovresti decelerare un pò? siamo in un centro abitato!- Domandò annoiato il ragazzo biondo senza mostrare alcun interesse. L'uomo dai capelli rasati e gli occhiali da sole inarcò un sopracciglio - il concetto dobbiamo arrivare prima degli umani non ti è chiaro?- Jonathan sbuffò appoggiando il mento contro la mano. Entrambi erano nervosi per essere stati interrotti nei loro affari notturni ma non c'era di certo bisogno di rispondere così sgarbatamente.C'era anche da dire che il misfatto lo si poteva collocare all'una di notte e il fatto che erano già nei pressi del luogo dove era sorto il problemino era un gran passo avanti.Forse questa volta sarebbero riusciti a prendere quell'uomo.Un fuori casata o come si dice di solito, un matto pluriomicida.Andava contro le regole che erano state stabilite secoli prima alla comparsa del primo di loro e quel che era peggio era che egli lo avva da sempre saputo benissimo. La macchina si fermò con un fischio delle ruote e un piccolo testa coda -il concetto passare inosservati non ti è molto chiaro vero?- Sbottò il ragazzo aprendo la portiera con fare arrabbiato.Da quando gli umani si erano evoluti anche loro con loro erano passati dai cavalli alle macchine e dai piccioni viaggiatori al cellulare.Erano molto avvantaggiati sul campo della tecnologia, ne sembravano quasi affini.Il ragazzo sbattè la portiera,ne seguì un rumore similare e poi il trillo dell'antifurto inserito.Jonathan lanciò un'occhiata stranita a Matt che si strinse nelle spalle limitandosi a camminare verso il famoso bar. Ad attenderli vi era una figura aggraziata e minuta. Aveva i capelli color dell'oro e superavano senza alcuno sforzo la schiena scoperta e bianca come la neve.Portava un paio di pantaloncini che lasciavano ben poco all'immaginazione ma tale figura portava quei vestiti senza alcun imbarazzo.Appena i due si avvicinarono a lei ella si girò rivelando un volto assolutamente perfetto e serissimo dove brillavano due fiammeggianti occhi azzurri, molto più scuri come il turchese dei diamanti - oh era ora che vi faceste vivi! pensavo che sareste fuggiti solo a sentirlo nominare- I due sbuffarono ignorando il commento acido della ragazza che semplicemente entrò all'interno del bar.Jonathan la seguì insieme a Matt che serrò la porta così chenessun'altro potesse seguirli. L'interno del bar era un disastro.C'erano un paio di sgabelli buttati a terra e piegati malamente. Schizzi rossi macchiavano irrimediabilmente pareti pavimento e gli specchi dietro il bancone.Ma ciò che era piì raccapricciante era un corpo bellissimo e sgozzato gettato in malo modo sul bancone per metà ricoperto di sangue.Jonathan arricciò il naso - se non riesci a trattenerti non respirare- Gli ordinò freddamente la biondina esaminando il cadavere senza nemmeno un brivido di ribrezzo. Il ragazzo dal canto suo fece una smorfia girando dietro il bancone mentre Matt guardava fuori dalla porta come una guardia svizzera.Sentivano le ore scivolar loro addosso con l'incombente verità che erano arrivati tardi anche quella volta.All'improvviso alle loro orecchie giunse l'esclamazione di sorpresa di Jonathan che si sistemò meglio gli occhiali sul naso dritto come se non volesse credere ai propri occhi. Era piegato a metà così che era praticamente quasi del tutto fuori della portata visiva degl'altri due. - hei! Ho trovato un nano pelato!- Esclamò Jonathan divertito.Soltanto che il signor Matthew non era di certo un nano pelato! era solamente un umano poco alto con la testa splendete e spaventato a morte. Ma certi dettagli sfuggono come sempre a persone come quei tre insoliti clienti che se ne stavano tranquillamente il un bar senza nemmeno schifarsi del cadavere mutilato della giovane barista - non si dice nano pelato! Potresti offenderlo!- Esclamò Matt che dal canto suo si stava sporgendo per poterlo vedere meglio - va bene va bene! un tizio poco alto e glabro va meglio?- Matt annuì entusiasta mentre la ragazza scuoteva il capo con fare stanco e rassegnato. Fece il giro del bancone cosìda poter vedere con cosa avevano a che fare - mi sa che ha visto la scena- Commentò con un sospiro. Matthew era terrorizzato. Tremava come una foglia.Anche quelle persone avevano gli occhi terribilmente accesi e i loro sorrisi sembravano nascondere qualcosa che andava al di là del concetto di umano - d'accordo ho capito- Borbottò Jonathan sistemandosi gli occhiali sul naso -dovrò fare quel lavoretto al nostro caro nano impiccione- C'era una leggera minaccia in quella affermazione mentre i tre si avvicinavano con aria felina al povero signor Matthew.Se quella notte avesse chiuso il bar sicuramente sarebbe stato molto meglio per lui.
|