Ambientata
in un periodo di circa dieci-undici capitoli prima di quello finale;
quando l’ho scritta non era ancora stato chiarito cosa stesse
accadendo.
Partecipante
al “2010:
a year together” del «
Collection of starlight », said Mr Fanfiction Contest, «
since 01.06.08 » con il prompt #8 “Le previsioni
danno pioggia e tuoni”.
Buona
lettura!
Last
Words
Era
un giorno come altri. - Ventiquattro ore, soltanto ventiquattro ore –
Grace non poteva fare a meno di ricordarsi che, in fondo, il tempo
poteva anche scorrere in maniera disgustosamente veloce, quando era
in compagnia di Sam. Sam... gli ultimi giorni in forma umana e le era
stato vietato di trascorrere ogni singolo minuto del suo stupido
breve tempo con lui. Che ingiustizia!
E
pensare che, soltanto qualche settimana prima, progettava di come
sarebbe stata la loro vita al college, stringersi la mano tra i
corridoi, seguire dei corsi insieme, studiare in Biblioteca,
allontanarsi da Mercy Falls.
In
quel modo, la situazione si semplificava. Sam non sarebbe stato
costretto ad allontanarsi dalla sua famiglia, lei si sarebbe unita a
quelli che, una volta, erano stati il suo branco.
Aveva
sognato da tutta la vita di trasformarsi in lupo; finalmente, quando
le era stato concesso, non riusciva a bearsi all’idea della
libertà che ne sarebbe derivata, il modo elegante in cui le
sue zampe avrebbero calpestato il sottobosco sul retro della sua
vecchia casa silenziosamente, i suoi occhi umani avrebbero scrutato
le vite dei suoi genitori, senza comprendere mai – né
essere nostalgica – perché si sentisse così
legata a quel luogo in cui, immancabilmente, concludeva le sue
settimane, appollaiata esattamente di fronte l’uscio.
L’avrebbero
cercata, avrebbero arrestato Sam per sequestro – o omicidio –
di persona? Cosa sarebbe accaduto? Quei dubbi avevano iniziato a
tormentarla da quando perfino muoversi da un’aula all’altra
era una tortura. Ma non avrebbe potuto preoccupare suo padre e sua
madre, avrebbero tentato di comprendere cos’era che non andava;
quando poi non avrebbero potuto far nulla, si sarebbero incolpati di
ciò che non li riguardava.
Sì,
la soluzione era di fronte ai suoi occhi: avrebbe scritto loro una
lettera, una confessione in cui spiegava che era stanca di quel
luogo, non dovevano cercarla, era scappata, neanche Sam sapeva dove
si trovasse, poiché anche lui aveva contribuito a tarpare le
sue ali, ora se ne accorgeva. Avrebbero accettato più
facilmente la lontananza, rassicurati che il ragazzo che aveva
causato loro tanti problemi non accompagnava la loro unica figlia.
Sarebbero
andati avanti, era il destino di chi rimaneva.
Sam...
Sam le sarebbe stato accanto; era egoistico abbandonarlo, sapendo che
lei avrebbe soltanto provato un accenno di malinconia immotivata.
“Oh,
Grace, non puoi immaginare che tempaccio abbiano previsto per
domani!” Sbuffò Rachel, mentre si dirigevano verso
l’aula del professore di Algebra.
“Davvero?”
Rispose noncurante Grace. “Eppure siamo ad Aprile!”.
“Già,
però c’è una buona notizia: assicurano che sia
l’ultimo picco di freddo della stagione; pioverà e forse
grandinerà, ma dalla settimana prossima ci sarà sole e
temperature primaverili, finalmente”.
“Fantastico”.
Sorrise conciliante Grace, sicura che quarantotto ore dopo, ormai,
sulla schiena avrebbe posseduto una pellicca – e chissà
di quale colore! - e delle gambe forti, da predatore...
Si
domandava, dunque, come sarebbe stato il futuro Settembre quando,
forse, di nuovo, avrebbe risentito la sensazione dei polpastrelli
morbidi sulle superfici …
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