Come una coperta ricopre tutto.
Soffice e impalpabile si adagia sui prati e sulle vie di campagna.
L'auto avanza lenta e inesorabile, affondando in un mare bianco e
lattigginoso.
Come tanti batuffoli di lana che, silenziosi, si appoggiano alla terra
dopo essere sfuggiti al fuso.
Niente la disturba, niente la rovina; i fari accecanti non la
scalfiscono.
Nebbia, nebbia fredda e muta, nebbia che non muta.
E i pensieri e i suoni e i pensieri si incollano gli uni agli
altri, si gelano nella fredda atmosfera mattuttina.
E gli occhi si perdono in un candido quadro infinito.
Stupore e Smarrimento.
Incanto e Invidia.
Invidia, sì, invidia. Invidia per quel muro insondabile di
nebbia che aspetta, abbracciando tutto.
Aspetta che il primo raggio di sole lo baci, scaldandolo piano, per poi
andarsene. E ritornare. E scaldarsi per andarsene di nuovo.
Un solo piccolo raggio che la scaldi piano piano, centimetro per
centimetro, metro per metro.
Ma poi ritorna.
Come una bianca coperta freda su di un duro letto di terra.
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