Promesse
Infrante, Promesse Mantenute
Hyoga
Mille
e un pensiero invade la mia mente e la mia anima mentre guardo il mio
piccolo amore che, con espressione ferita e delusa, si alza dal mio
fianco e va in riva al lago, cercando di mascherare la delusione che
gli ho appena dato.
Non
riesco a dirgli che lo amo.
Lo
penso infinite volte e infinite volte ce l’ho sulla punta della
lingua ma… quella fatidica parolina non riesco a pronunciarla.
Non
ci vuole un mago per capire che ho paura.
E
nemmeno uno psicologo.
Vorrei
alzarmi e abbracciarlo stretto, trascinarlo con me nell’erba di
nuovo e amarlo, so che non opporrebbe resistenza, che si lascerebbe
amare, grato, cercando nel mio abbraccio la conferma del mio amore.
Ma
non lo faccio.
Non
sarebbe giusto e non è nemmeno una soluzione accettabile.
Ma
soltanto egoismo.
Egoismo
bello e buono che mi farebbe sentire anche peggio dopo.
Lo
lascio andare mentre sento il cuore stringersi in una morsa ferrea,
sono un inetto.
Devo
trovare il coraggio di amare senza barriere ne veli ad oscurare la
parte più profonda di me.
Per
Shun io DEVO farlo.
Soltanto
per lui.
Lo
vedo allontanarsi verso il cancello della villa, per un attimo la
tentazione di andargli dietro cresce a dismisura.
Non
posso.
Sarebbe
ancora peggio.
Non
è un ragazzino che va difeso contro tutti i pericoli.
E’
un cavaliere di Athena.
Il
più puro e grande fra di noi e lo offenderei mortalmente andandogli
dietro per... difenderlo dai pericoli !
Come
sono assurdo… non riesco a scoprirmi nemmeno con lui per dirgli che
lo amo ma vorrei corrergli dietro per non farlo uscire da solo…
patetico.
Assolutamente
patetico.
Così
resto li a guardarlo mentre esce, da solo.
Nel
sole caldo del mattino.
Shun
I
miei passi risuonano sul selciato, sono solo, disperatamente solo e
questo fa male più di mille aghi che penetrano nel cuore.
Perché
l’unica compagnia che adesso vorrei accanto mi sta facendo andare
via senza fermarmi, lo sguardo fisso sulla mia schiena, ma le labbra
chiuse.
Come
il suo cuore.
Come
posso aiutarlo se lui non mi dice nulla?
Come
posso dirgli quello che vorrei, come posso amarlo, rassicurarlo… se
lui mi tiene a distanza dalla sua anima e la chiude a doppia
mandata, lontana da tutti?
Anche
da me?
Alzo
gli occhi al cielo per un istante… l’azzurro intenso e pulito mi
ricorda troppo i suoi occhi.
Il
mio Hyoga.
Mio
soltanto per me?
E’
questa la realtà?
NO!
Io
lo so che mi ama… lo so!
Perché
allora non si lascia andare?
Perché
non me lo dimostra almeno?
Arrivo
sulla collina piena di fiori che mi ha fatto “scoprire”
Aphrodite.
Avrei
bisogno di lui adesso.
Adesso
avrei bisogno del suo calore, della sua luce, del suo sorriso.
So
quello che dicono su di lui, ma nulla è vero.
Con
me è tutto questo e anche di più.
E’
BUONO.
Io
lo sento, io sento la sua anima, parlo con lei, la ascolto… la sua
anima meravigliosa.
Perché
non riesco a fare altrettanto anche con Hyoga?
Ecco…il
mio pensiero va sempre a lui, adesso come allora, come sempre.
Mi
siedo sotto un grande albero, ai piedi di una varietà multicolori di
fiori e guardo l’orizzonte.
La
c’è la casa del mio amico, se non fossi così disperato potrei
andare da lui oggi ma lo farei soffrire inutilmente.
Facendogli
odiare Hyoga più di quello che già fa, lo so che non lo sopporta.
Non
vanno assolutamente d’accordo e questo è già di per se una cosa
straordinaria.
Perché
implicherebbe un coinvolgimento da parte di Hyoga che non traduce a
parole o a fatti.
Sospiro
stancamente e chiudo gli occhi, riposo un attimo…solo un attimo,
non sono stanco, ma emotivamente non ce la faccio più, un att…
Aphrodite
Che
spettacolo incredibile.
Chi
è che riposa sotto quell’albero imponente?
Un
frutto da cogliere soltanto per me?
Tutto
per me?
Mi
avvicino ulteriormente anche se la mia ottima vista mi ha fatto
immediatamente riconoscere il mio piccolo amico.
Il
mio piccolo Shun.
Dorme
da solo in mezzo ai fiori.
Da
solo…dov’è quel Russo slavato di cui tanto preso è il mio
cucciolo?
Perché
lo lascia solo?
Mi
avvicino ulteriormente e il suo viso incantevole è quanto di più
bello io abbia mai visto.
Mi
siedo accanto a lui e inizio ad accarezzargli i capelli, non vorrei
svegliarlo, ma la mia pazienza non è infinita… per quanto sia
incantevole quando dorme, nel momento in cui quegli occhi così
incredibilmente verdi si posano su di me io perdo la cognizione del
tempo e del luogo.
Ed
eccoli che si aprono lentamente.
Le
lunghe ciglia velano un po’ lo sguardo intenso del mio cucciolo e
io sento che potrei fare follie perché non perdano mai l’innocenza
e la bellezza che mi regalano ogni volta che mi guarda.
-
Aphrodite… amico mio…ma come… come hai saputo che…-
Gli
occhi si riempiono di lacrime che lui caccia prontamente indietro…
ma non abbastanza da impedirmi di vederle.
Cerco
di mantenere la voce calma e tranquilla mentre lo stringo a me.
Lo
sento tremare leggermente…è sconvolto.
Io
lo ammazzo.
Lentamente
e con metodo… questo si.
Ma
se ho tra le mani quell’essere che si ostina ad amare lo elimino
dal mondo.
-
Cosa dovevo sapere mio piccolo tesoro?
Che
è successo?-
-
Non è colpa sua Aphro’, io lo so che non è colpa sua…
semplicemente non riesce a dirmelo.
Non
riesce a dimostrami che mi ama.
Non
sono più sicuro di niente… che cosa devo fare?
Che
cosa? -
Lo
stringo ancora più forte. Che cosa mi trattiene dall’andare la e
farla finita con questa dannata storia?
Che
cosa?
Shun
alza sul mio viso due occhi pieni di dolcezza, di dolore,di amore.
Si
è pentito di avermi parlato così del suo ragazzo nel momento stesso
in cui lo ha fatto.
E
qui ho la mia risposta.
E’
per questo che non mi muovo e che lascio scorrere la mia voglia
omicida, per ora almeno.
Per
ora.
Shun
Il
tempo passa lento e pigro mentre lascio scorrere tutto il dolore e la
sofferenza fuori di me.
Sono
steso nell’erba e ho la testa appoggiata sulle ginocchia di
Aphrodite, il mio caro amico che con pazienza infinta si limita ad
accarezzarmi i capelli restando in silenzio.
Sto
aspettando che esploda.
So
bene che se si trattiene lo fa soltanto per me e questo è un dono
meraviglioso che mai nessuno riesce a fare.
Quando
noi amiamo qualcuno lo facciamo egoisticamente.
Il
nostro amore deve essere solo nostro, non deve riguardare nessuno,
non deve pensare a nessuno all’infuori di noi.
E,
chiaramente, deve essere paziente e capirci senza riserve.
Se
una di queste cose non si realizza ecco le crisi terribili e le
rotture definitive.
E
questo vale anche per le amicizie.
Aphrodite
non è così con me.
Lui
mi rispetta e pensa, prima di tutto, a me.
E
poi a se stesso.
E
questo fa si che non faccia mai nulla che possa arrecarmi dolore,
anche se gli costa molto, come in questo momento.
So
che vorrebbe andare da lui, da Hyo e fargli pagare le mie lacrime e
la mia sofferenza, ma non lo fa.
Non
lo fa perché sa che mi darebbe un dolore ancora più grande.
Sospiro
piano e lui è con il viso sul mio, attento e sensibile ad ogni mio
più piccolo mutamento.
-
Devi parlargli…non potete andare avanti così.
Quel…
Hyoga ha attrattive e qualità che solo tu riesci a vedere…-
Alza
le mani in segno di resa, ridendo dolcemente per anticipare la mia
protesta, e continua…
-
ma ce le ha evidentemente, parlagli di quello che senti, di quello
che ti manca.
Non
restare in silenzio.
I
silenzi scavano gallerie fatali in un rapporto fragile come quello
degli essere umani.
E’
difficile amare per i comuni mortali, per noi lo è ancora di più,
non fare l’errore di soffrire in silenzio tesoro mio, non farlo…-
Lascio
cadere la sua ultima parola e la faccio rotolare lentamente dentro di
me.
Nella
mia mente e nel mio cuore.
Ha
ragione.
Devo
parlargli, devo superare la paura di essere respinto.
Di
essere scacciato.
Io
lo amo e anche lui mi ama.
Lo
so.
Perché
allora questo timore?
Io
non sono un codardo, adesso basta.
-
Gli parlerò, mi fiderò del mio istinto che grida che lui mi
ricambia e glielo dirò.
Gli
dirò che io ho bisogno delle sue parole, di essere rassicurato.
Gli
dirò che vorrei tanto sentire la sua voce che mi dice che mi ama,
che non mi lascerà mai.
Perché
sono fragile e insicuro come un bambino e…-
Le
braccia forti di Aphrodite mi stringono improvvisamente alzandomi da
quel giaciglio dolce.
Lo
sento sospirare più volte, come se stesse cercando di recuperare un
controllo che gli sfugge…e poi la sua voce soffocata che mi
accarezza i capelli e le tempie:
-
sei il cavaliere più nobile e forte che io conosca.
E
il più umile.
Non
cambiare mai amico mio adorato, promettimelo, non cambiare mai…-
Mi
allontana per le spalle e mi guarda diritto negli occhi.
Due
turchesi affondano nel mio sguardo trafiggendolo, febbricitanti,
bellissimi.
-
Promettilo Shun, non permettere nemmeno a lui di cambiarti, di far
spegnere la tua purezza, la tua meravigliosa anima, promettilo…-
e
la mia voce si alza chiara e forte nell’aria, senza più
tentennamenti ne incertezze:
-
Te lo prometto Aphrodite, te lo prometto. -
E
so che questa volta andrò fino in fondo.
Hyoga
La
cena si sta raffreddando nel piatto.
Shun
la rigira molto abilmente senza toccare nemmeno un cucchiaino di
cibo.
Forse
pensa che non me ne accorgo, che illuso.
Io
osservo tutto quello che gli succede, tutto quanto.
Guardo
ogni cosa senza farmi sfuggire nulla e conservo tutto quanto nel mio
cuore.
In
quella parte nascosta di me dove la sua presenza è nutrimento e
forza.
E
amore.
Stasera
Shun è distratto, poco attento.
Sembra
ascoltarmi e mi risponde anche, ma la sua mente è altrove… e io mi
riscopro geloso.
Assurdo.
Non
gli ho mai promesso nulla ne mai ho preteso da lui quello che non
posso dargli nemmeno io, quindi con che diritto sono geloso?
Nessuno
infatti.
-
Ragazzi… sono stanco, vado a letto subito…-
la
sua figuretta sottile si alza dalla sedia, fa un grazioso inchino e
lascia la stanza, in perfetto silenzio.
Senza
guardarmi nemmeno una volta.
Chiaramente
gli vado dietro.
Mandando
a benedire il mio autocontrollo.
Per
una volta almeno.
E
che lui si aspettava una cosa del genere lo dimostra il fatto che va
si in camera sua, ma…lascia la porta aperta.
E’
in piedi davanti alla finestra e guarda fuori con aria malinconica ma
determinata.
-
Che cosa c’è Shun?-
mi
avvicino a lui e lo abbraccio da dietro.
Lo
bacio sui capelli morbidi mentre sento il familiare calore invadermi,
lui si volta e con una dolcezza infinita mi bacia sulle labbra.
Per
poi allontanarmi da lui.
Con
fermezza.
Mi
sento impietrito.
E’
la prima volta che succede una cosa del genere da quando…da quando…
Da
quando cosa?
Da
quando siamo insieme?
Insieme
noi due?
Oh
Athena…che cosa sto facendo al mio amore?
A
me stesso?
-
Hyoga io…-
lo
interrompo immediatamente mentre prendo le sue mani nelle mie:
-
Non dire nulla… non sei tu che devi parlare, ma io…-
porto
le sue mani alla labbra per depositarci un bacio e continuo
-
Mi conosci… sai la fatica che faccio per parlare di me, di quello
che provo… di quello che sento…-
lascio
che le parole escano da sole, fluide e semplici.
Non
ci voleva tanto.
Soltanto
coraggio.
Come
ho potuto dimenticarlo?
Come?
Shun.
Non
ho dovuto faticare molto.
Non
so che cosa è successo o forse si… ma non importa.
Adesso
non importa.
Te
lo prometto Aphrodite: lotterò per il mio amore e mai gli permetterò
di dimenticare quello che mi sta dicendo stasera.
Mai
più.
Con
il diritto che mi dà l’amore.
L’unico.
Il
più grande.
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