-My
Final Act - My Second Chance-
Le forze mi stavano
abbandonando, ero certa che fosse giunta la mia
ora.
Ma, all'improvviso, il
tempo si fermò.
E lui comparve dinnanzi
a me, per vedere l'ultimo atto della mia
battaglia.
L'Ellimist, il
burattinaio.
[SPOILER del volume #54]
FanFiction cassificata 7° al Contest "Time of Dying" indetto da amimy sul
forum di EFP
FanFiction vincitice dell'awards come "Best Re-Write" al trentesimo
turno dei Never Ending Story Awards
• Autore:
XShade-Shinra
• Titolo:
My Final Act - My Second Chance
• Rating:
Arancione
• Genere:
Introspettivo, Sentimentale, Malinconico, Sci-fict
• Avvertimenti:
One Shot, Retelling, E se...?, SPOILER!, Non
per stomaci delicati
• Fandom:
Animorphs
• Personaggi/Pairing:
Rachel, Tobias, Ellimist, Controller,
Tom, Nuovo personaggio / Tobias x Rachel
• Prompts:
- fare in modo che il personaggio, per qualunque motivo, provi rimorso
per qualcosa che ha fatto;
- fare sì che il personaggio voglia chiedere scusa a
qualcuno per il motivo per cui prova rimorso;
- deve essere presente almeno un flashback;
- il personaggio deve pensare a qualcuno che ama.
• Text:
corsivetto = telepatia
- txt - = dialogo vocale
• Disclaimer:
Tutti i personaggi di questa storia sono
maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come
d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi
non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei
relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno
scopo di lucro ma solo per puro divertimento. Il nuovo personaggio,
invece, è completamente inventato da me.
• Note
dell'autore: Come ho letto gli obblighi che doveva
avere la FF di questo contest e ho visto che tra i Fandom c'erano gli
"Animorphs", ho pensato subito a lei: Rachel, nel numero 54, ancora
inedito in Italia. Ovviamente questa FF è uno spoiler di
quel volume.
Nei siti con i riassunti dei libri c'è un grave errore: Tom
è in metamorfosi da serpente sputatore! quindi non morde
Rachel agli occhi - cosa piuttosto impossibile, al massimo la
morderebbe al setto nasale -, ma le sputa del veleno in essi... Si
può benissimo capire dalla frase: “A
flash of
movement, so fast it was a blur. Something in my eyes!
Burning.”
Quindi, visto che Tobias ha detto che si trattava di un cobra, non
penso che si trattasse di una metamorfosi da Sputatore del Sudafrica
(Hemachatus haemachatus),
visto che in inglese si chiama "Rinkhals" e
non è un vero e proprio cobra - ha il veleno simile a quello
dei serpenti sputatori asiatici, il quale possiede non solo un effetto
citotossico ma anche neurotossico. Penso dunque fosse un cobra della
specie "Naja", esattamente un "Naja Nigricollis" (cobra dal collo nero
o cobra sputatore), che si divide poi in tre diverse sottospecie, ma il
libro non dà ulteriori elementi per poter essere
così minuziosi. Penso che sia un Naja nigricollis
perché è il serpente sputatore africano
più comune. Ci tengo a precisare che questo suo veleno non
è letale, ma causa cecità totale se non curato
tempestivamente con il siero (prodotto in Francia); quindi, alla luce
di ciò, Rachel non sarebbe morta se avesse continuato a
combattere nella sua metamorfosi da grizzly. Questo
è il concetto che utilizzerò per il mio "What
if...?": e se Rachel avesse
continuato a combattere?
A proposito dello stile, ovviamente, essendo questa una FF tratta da un
libro e non da un manga, ho cercato di riproporre uno stile simile a
quella della Applegate: frasi corte, frasi che iniziano con la
congiunzione e largo uso del punto fermo. Inoltre, anche il metodo di
proporre le sequenze dialogiche è come quello usato dalla
Mondadori.
Fondere il mio stile con questi accorgimenti è stata una
sudata epica!
La storia inizia dal capitolo quattro, riprendendone l'incipit
(Retelling con modifiche), per poi proseguire con la parte inventata (E
se…?). La parte iniziale (in corsivetto, allineato a destra)
è solo per figura, nulla di più.
P.S. Nell’ultimo libro, nella lettera ai fan,
c’è scritto esattamente: “Mostly, I
want
to thank you guys, the readers.[…] and you wrote fan
fiction”. La stessa K.A. Applegate ringrazia chi aveva
scritto FF durante la serializzazione della sua saga. Da quando lessi
quella lettera, avevo sempre voluto scriverci una storia sopra,
perché non avevo mai sentito di autori che ringraziassero
per quel motivo i loro lettori. E ora ho avuto finalmente
l’opportunità di poter scrivere anche io una FF su
questa bellissima serie. ♥
Buona lettura!
- My Final Act - My Second Chance -
-
Rispondi a questo, Ellimist: Io ho... io ho fatto la differenza? La
mia vita, la mia... la mia morte... Ne è valsa la pena? La
mia vita è stata veramente importante? -
- Sì. - disse. - Tu eri coraggiosa. Tu eri forte. Ti eri
buona. Tu hai avuto importanza. -
- Sì. Va bene, allora. Ok. -
Mi domandai se —
[Rachel - Capitolo 4 - Animorphs #54 - The Beginning]
Sentivo
ancora il sapore di Tom tra le fauci, il sapore del sangue di
quel cobra.
Ormai la vista mi era stata quasi del tutto negata, ma sapevo che Tom
era morto, e con lui sarebbe deceduto anche lo Yeerk che lo aveva
infestato.
Molte volte mi era capitato di chiedermi cosa avrei fatto se fossi
diventata l'ospite di uno di quei lumaconi parassiti e sono sempre
arrivata alla conclusione che avrei scelto la morte, piuttosto che una
vita del genere.
Però, quella volta, la morte aveva bussato lo stesso alla
mia porta, spalancandola senza nemmeno attendere il mio permesso, anche
senza che avessi alcuno Yeerk in testa.
L'orso polare che stavo affrontando fu in netto vantaggio dopo
l'intrusione di Tom nella battaglia. Eppure Tobias mi aveva avvisata...
ma io non avevo compreso le sue parole, troppo euforica, troppo
eccitata per quello scontro.
Ero sempre la solita, debole, umana.
L'umana che stavo tornando ad essere in toto, invertendo la
metamorfosi.
Stavo ritornando Rachel, abbandonando per sempre la mia metamorfosi da
battaglia, il mio orso grizzly... il mio compagno contro gli alieni...
il mio vecchio e caro assetto da combattimento preferito...
Potevo scorgere gli altri Animorphs sugli schermi e riuscii a vedere
anche Tobias: aveva usato il potere della metamorfosi e aveva assunto
le sue sembianze umane per poter esprimere tutto il suo dolore.
Piangeva.
Una volta gli Yeerk gli tesero una trappola, parlandogli del suo vero
padre - Al Fangor, alias Elfangor-Sirinial-Shamtul -, ma nemmeno una
lacrima uscì dai suoi occhi, che non si inumidirono nemmeno
davanti a quella assurda verità; tutto grazie al fatto che
aveva imparato a non palesare i suoi sentimenti, poiché i
falchi non piangono e non muovono il viso come noi umani1.
Una volta mi
disse addirittura che pensava di aver perso la capacità di
piangere.
Però, in quel momento, la sofferenza fu così
grande che le lacrime riuscirono a rigargli il viso, mentre diceva di
amarmi, oltre quel freddo schermo a cristalli liquidi che ci separava.
- Ti amo… - le sue parole mi diedero la forza di sorridere.
Sorrisi per lui.
Perché avevo compiuto la mia missione ed ora, senza Tom -
senza il mio stesso cugino - noi Animorphs avremmo avuto
un’occasione in più per vincere la nostra
battaglia.
Per colpa di quella guerra non avevo mai vissuto veramente. Non avevo
mai vissuto una normale vita. La vita che vorrebbero tutti: studio,
amici, divertimento, famiglia… un ragazzo.
Lo studio andava uno schifo, ormai non avevo più tempo di
vedere i miei amici - esclusi i miei compagni di squadra -, il
divertimento non sapevo cosa fosse, la mia famiglia aveva tentato
più volte di scappare dal rifugio dove l’avevo
costretta affinché stesse al sicuro, e il mio
ragazzo… era là, così vicino a me da
poterci scambiare pensieri telepatici, ma così lontano da
essere divisi da uno schermo.
E Tobias era il mio unico rimorso.
La verità era che non avrei mai e poi mai dovuto amarlo
durante una guerra - bastavano già Jake e Cassie.
Nemmeno lui era una cosa normale nella mia vita, dato che era un
nothlit2,
intrappolato nel corpo di un falco dalla coda rossa, ma non
ero riuscita a fare nulla contro quel sentimento d’amore che
avevamo scoperto di provare reciprocamente.
Se non mi fossi mai innamorata di lui, non ci saremmo mai messi insieme
e lui non avrebbe sofferto maledettamente per la mia morte.
Avevo fatto uno sbaglio: mi ero innamorata.
Non avrei mai dovuto farlo.
Volevo chiedergli scusa per essere stata così debole da
cedere alle emozioni, per una volta.
Marco diceva sempre che ero forte, ma se lo fossi stata davvero, avrei
messo il lucchetto al mio cuore e avrei rimandato i miei sentimenti
alla fine della guerra.
- Scu—sami… - biascicai con un fil di voce verso
Tobias.
Sperai che potesse accettare quelle mie scusa e capisse quanto davvero
tenevo a lui.
Perché lo amavo.
Lo amavo così tanto che, se avessi potuto continuare a
vivere, avrei tanto desiderato sposarlo.
Volevo scusarmi per essermi innamorata. Per essere debole. Per non
poterlo più riabbracciare e baciare come quelle volte a casa
mia quando non c’era nessuno o nel bosco dove abitava, quando
Ax ci lasciava da soli, dove ci scambiavamo promesse d’amore
con il corpo e con la mente per quelle due ore nelle quali tornava
umano, per me.
Ricordavo le sue mani sulla mia pelle, tra i miei capelli… I
nostri fiati che si mischiavano, diventando un unico sospiro che moriva
tra le nostre labbra desiderose di unirsi in un bacio mozzafiato,
mentre i nostri corpi - distesi sull’erba umida della notte o
su un comodo e soffice letto - si cercavano e fremevano, perdendosi nei
piaceri della carne. Erano ricordi che non avrei mai potuto
dimenticare. Istanti dove ero realmente felice in quella vita da
soldato in una guerra molto più grande di noi.
Hai combattuto bene, umano3 mi disse il mio
avversario,
l’orso polare, trascinandomi alla realtà dopo i
miei pensieri durati un millesimo di secondo, prima di sferrare un
colpo micidiale.
Quel colpo che mi avrebbe uccisa.
All’improvviso il tempo si fermò.
Bloccandosi un attimo prima che quella zampa artigliata mi colpisse.
Un attimo prima che io morissi.
Non ebbi alcun dubbio. Non era opera di Dio: era stato
l’Ellimist, il burattinaio,
comparso dinnanzi a me per vedere
l'ultimo atto della mia battaglia.
- Tu - dissi in tono quasi accusatorio.
- Sì - rispose l’Ellimist, senza fare una piega,
probabilmente divertito dalla mia spavalderia verso una creatura con i
poteri equipollenti ad un dio.
- Chi sei tu? - domandai. - Chi sei tu per permetterti di giocare con
noi? Appari, scompari, ci usi… Chi sei? Cosa sei? -
Anziché rispondere alle mie domande, però, mi
disse dell’altro.
- Perché hai smesso di combattere? - mi chiese.
Che essere stupido…
- Tom mi ha avvelenata, morirei comunque. Intanto ho completato la mia
missione kamikaze. Volevo morire come Rachel, da umana. -
- Gli umani sono stupidi… - disse, ridacchiando. - Non
saresti morta. -
Raggelai.
- Co—Cosa? - chiesi, non comprendendo quelle sue parole.
- Eppure proprio voi che combattete sfruttano le capacità
degli animali, dovreste studiarli… - osò fare del
sarcasmo. - Il serpente che ti ha morso non possiede un veleno mortale4.
-
Le sue parole mi rimbombarono in testa.
Quindi… Xena, la Principessa guerriera, si era lasciata
battere dall’ignoranza? Avevo dunque gettato la spugna quando
avevo ancora l’opportunità di vincere?
L’Ellimist mi diede qualche secondo, poi continuò:
- Se riprendi il combattimento potresti morire per davvero, ma potresti
anche vivere - proseguì a dirmi. - Però rimarrai
cieca nel novantanove percento dei casi, poiché nessuno dei
tuoi alleati possiede un siero. -
- Perché mi dici questo? - lo affrontai -
Perché?! -
- Qual è, dunque, la tua risposta? Continuare a combattere
con la quasi certezza che diventerai cieca o morire senza opporre
più alcuna resistenza? -
- Io voglio combattere - dissi in tono sicuro. Per me e per Tobias,
stavolta.
E ritornai dove il tempo si era fermato.
Ero su quello scarlatto e puzzolente pavimento scivoloso, con il
Controller in metamorfosi da orso polare che stava per sferrare il suo
colpo. Fendente che non andò mai a segno, bloccato con la
mia zampa da grizzly.
Cosa?! si chiese lo Yeerk, sbigottito.
Avevo fatto come Marco quando stava per rimanere intrappolato nella sua
metamorfosi e la mia migliore amica Cassie, la estreen5, lo aveva
aiutato a tornare umano.
C’ero riuscita riacquistando tutta la lucidità, la
voglia di vivere e tutta la furia cieca che avevo in me.
Avevo trasformato per prima cosa il mio arto superiore, poi iniziai a
mutare tutto il resto del mio corpo.
La vista ridotta alle sole ombre.
Spiacente, ma non ho ancora finito, qui! dissi, scagliandomi a
fauci
aperte contro il collo bianco del plantigrado.
- Rachel! - esclamò Tobias, in tono felicemente sorpreso.
Io non mi darò mai per vinta, ricordatelo gli dissi in un
pensiero telepatico privato, mentre il sangue dell’orso mi
colava lungo la pelliccia bruna e tra le fauci, mischiandosi al
saporaccio di Tom. Aspettami,
Tobias, tornerò da te. Viva.
E, con quel pensiero in testa, continuai a battermi, con gli occhi che
mi bruciavano come se fossero trapassati da mille pugnali.
E tutto diventava buio, solo il nero regnava - sovrano incontrastato.
Nemmeno invertendo ancora la metamorfosi sarei tornata a vedere, visto
che il veleno era dentro il mio corpo, ma quella era stata la mia
decisione, e quando non udii più nessuno dei Controller
respirare accanto a me, capii che fu l’unica decisione che
potessi prendere: li avevo uccisi tutti e non avevo fatto sporcare le
mani a nessuno dei miei compagni.
Come mi ero sempre ripromessa di fare per proteggere la loro
umanità.
~†~
Ora sono cieca.
Completamente.
Non vedo nemmeno la più piccola luce ed il calore del sole
lo avverto solo tramite la pelle.
Tuttavia...
- Amore! - mi chiama Tobias, nella sua forma umana. - Ho finito di
cucinare - mi avvisa.
- Arrivo - gli rispondo, sollevandomi dal divano, mentre tengo in
braccio nostra figlia, dormiente.
- Vuoi aiuto con la piccola Edelfa6? - mi domanda,
apprensivo. Ha
sempre paura che possa cadermi.
- No - lo tranquillizzo, prendendo il bastone con una mano, mentre
continuo a cullare la piccola.
I miei passi sono incerti ma solidi, e so che Tobias è fiero
di me.
Io sono forte e devo dimostrarlo.
Sempre.
- Vieni... - mi dice gentile, prendendomi a braccetto e facendo per
togliermi di mano il bastone. - Andiamo a mangiare - so che sta
sorridendo, lo sento dalla sua voce.
E io ne sono felice, anche se riafferro il bastone e continuo a
camminare da sola.
Mi sono ripromessa che non sarei mai dipesa da nessuno.
Mai.
- Sì - sorrido di rimando, andando con lui verso la stanza
dalla quale proveniva un buon odorino di carne.
Dopo mesi dalla fine dell'ultima battaglia contro "The One", finalmente
è tornata la pace.
Ora ho un marito, una figlia e tanti amici - gli altri Animorphs, anche
se, ormai, dopo la fine della guerra e il salvataggio di Ax, il gruppo
si è sciolto.
Tobias ha deciso di rimanere intrappolato nella sua metamorfosi, in
quella con il suo stesso aspetto da umano. Non potrebbe mai
più combattere, ma ha scelto ciò per il bene di
nostra figlia. Perché lei non dovrà mai sapere
degli Yeerk. Lei vivrà felice.
Una volta, Jack, mio cugino, mi raccontò che l'Ellimist lo
aveva trasportato in un tempo - un universo - parallelo: un ipotetico
futuro dove sarei stata costretta sulla sedia a rotelle. Senza le
gambe. Senza un occhio. Senza un braccio. Ma nonostante questi miei
handicap avrei continuato a fare la mia parte in un mondo dove gli
alieni parassiti avevano vinto7.
Perché, nonostante tutto, nonostante la guerra sia finita,
continuerò sempre a lottare.
Per me e per la mia famiglia.
Ora sono cieca.
Completamente.
Non vedo nemmeno la più piccola luce ed il calore del sole
lo avverto solo tramite la pelle.
Tuttavia... sono felice.
Sono felice di essere ancora viva e poter vivere in questo mondo senza
più Yeerk e senza più paure, nonostante, qualche
volta, senta la mancanza del campo di battaglia.
§The
End§
XShade-Shinra
-Note:
1 Episodio accaduto nel volume numero 23,
“Il Tranello”.
2 Essere intrappolato in una
metamorfosi.
3 Ovviamente il Controller non sa che
Rachel è una femmina, quindi usa “umano”
in termine generale.
4 La storia del serpente e del suo
veleno è già stata ampiamente spiegata nelle note
ad inizio FF.
5 Il termine, in lingua andalita,
indica le persone che hanno un’innata capacità di
manovrare la propria metamorfosi.
6 Ho scelto il nome Edelfa per la loro
figlia in memoria di Elfangor, padre di Tobias e colui che permise loro
di conoscersi meglio grazie al gruppo che andarono a creare: gli
Animorphs.
7 La Rachel menomata raccontata da Jake
è, ovviamente, quella del volume numero 41, “Il
Familiare”.
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