[Seconda
classificata al contest Colors,
Photos and Chooses di
Shippy_19]
I personaggi
non sono miei, tutti i diritti riservati. La storia non ha
fini di lucro.
Vorrei
dedicare questa storia a Jingle Bells,
che
ho tormentato fino alla nausea
col
mio dubbio infinito riguardo all'uso
della
prima o della terza persona nella narrazione.
Ti
dedico questo secondo posto,
con tutto il mio affetto.
Atto di Fede
By
Mistica
E' tutto scritto, è
qui dentro e viene tutto via con me.
Tu che cosa vedi?
Tu che cosa vedi?
C'è ancora un
orizzonte lì con te?
Di tutta la vita
passata, questo è il momento.
Di tutta la vita
davanti, questo è il momento.
(Ligabue, 'Atto di fede')
Rannicchiato
contro il muro di pietra della casa un tempo abitata da
Gaius, Merlin osservava distrattamente le braci morenti del camino.
Il suo respiro
era leggermente irregolare, come se faticasse a
respirare sotto il peso opprimente dell'ansia: c'era però
una profonda nostalgia nei suoi occhi chiari, nei quali si riflettevano
pensieri e ricordi delle avventure passate.
Il senso di
anticipazione che lo aveva pervaso alla notizia
dell'incoronazione di Arthur era scemato in lui, lasciando spazio alla
paura: il suo incarico era dunque terminato, come predetto dal Destino.
L'asino
sarebbe divenuto il più grande re di Camelot, mentre
lui... Avrebbe fatto la fine della casa disabitata di Gaius: vuota,
abbandonata.
Accarezzò
con lo sguardo i filamenti di edera che scendevano
sinuosamente lungo le pareti, aggrovigliandosi alle assi spezzate della
libreria: si strofinò gli occhi stanchi, arrossati dalla
polvere, rendendosi conto che, da quando Gaius era morto, non aveva
più rimesso piede lì dentro; aveva temuto di non
poter sopportare ancora il dolore della perdita di colui che per lui
era stato più di un padre.
Quella notte,
soffocato dalla più straziante nostalgia, si
rese conto di avere avuto ragione: avrebbe desiderato, seppur
egoisticamente, il sostegno e il conforto del suo mentore. Forse, egli
sarebbe stato fiero di lui.
Era passato
molto tempo da quando la sua avventura a Camelot aveva
avuto inizio e il cammino era stato lungo e impervio: sorrise
amaramente, chiudendo gli occhi mentre si abbandonava contro la parete
gelida.
Ora Arthur
aveva Gwen al suo fianco, i più fedeli e
coraggiosi cavalieri a proteggerlo: forse non c'era più
spazio per lui al fianco del re.
Dopo la
cerimonia d'incoronazione si sarebbe concluso il loro destino:
al tramonto avrebbe lasciato Camelot.
Per sempre.
***
"Alla
buon'ora, Merlin!"
L'accoglienza
calorosa dell'asino reale lo accolse come un uragano:
cercò in tutti i modi di trattenere le risa, vedendolo
aggrovigliato tra le vesti regali che avrebbe dovuto indossare con
decoro in occasione della cerimonia.
Serrò
le labbra, tentando di camuffare un sorriso, mentre si
richiudeva la porta alle spalle.
"Non dovrebbe
essere compito del vostro valletto aiutarvi, Sire?"
Domandò,
guardandosi intorno alla ricerca del giovane che
gli era succeduto in quell'ingrato incarico: eppure di egli non v'era
traccia.
Lo sguardo
paonazzo dell'erede al trono lo convinse a rassegnarsi:
l'angoscia che lo aveva accompagnato per tutta la notte si dissolse,
lasciando in lui una vaga sensazione di leggerezza.
Si diresse
verso il principe e lo aiutò a divincolarsi tra
le vesti eleganti, con gesti dettati da antiche abitudini che credeva
di aver dimenticato: aiutare il principe a vestirsi era stato tra i
suoi compiti, un tempo.
Sollevò
lo sguardo dalla stoffa e si fermò,
osservando i lineamenti decisi del principe: solo in quel momento si
accorse della mascella contratta e delle rughe di espressione che
decoravano il suo volto.
Da quando era
divenuto Consigliere Reale non aveva più avuto
occasione di passare del tempo solo con Arthur e di osservarlo
così da vicino... Non si era neppure accorto del fatto che
avesse perso le fattezze di ragazzo e che fosse divenuto un uomo, il
cui fisico sprigionava energia e potere, lo sguardo onestà e
coraggio.
"Ti sei
imbambolato?"
Merlin
sbatté le ciglia, riscuotendosi da quei pensieri
fuori luogo: per la sorpresa le dita si serrarono improvvisamente sul
colletto del mantello dalle venature dorate, rischiando di soffocare il
principe.
"Dimmi, Merlin,
vuoi uccidermi prima ancora che salga al trono?".
Il mago rise,
trattenendo a stento una risposta poco decorosa.
"Non morirete
per così poco... Voi siete il grande Arthur
Pendragon, Sire!"
Lo
canzonò, facendosi sfuggire un sorriso dalla piega
ironica.
Arthur
incassò il colpo, troppo agitato per replicare
adeguatamente: aprì e serrò i pugni, sentendo le
dita gelate per via dell’agitazione.
Così
abbassò lo sguardo sulle mani pallide che si
affaccendavano a sistemargli l'imponente abito e arricciò le
labbra in una smorfia sdegnata: sentiva gli occhi del mago
accarezzargli la pelle, ridenti e fiduciosi.
Per qualche
motivo, non trovò il coraggio di osservarli
direttamente.
"Avete paura,
Sire?"
Chiese a
bruciapelo Merlin, sentendo improvvisamente il principe
sussultare sotto il suo tocco.
Arretrò
di un passo per afferrare Excalibur, impreziosita
dal fodero decorato d'oro, per poi porgerla ad Arthur con il suo
sorriso più fiducioso e luminoso: non attese una risposta e
si voltò, sentendosi invadere da un'emozione così
prepotente da fargli bruciare gli occhi.
Si
avvicinò alla finestra che dava sui campi di Camelot,
vicino alle mura, laddove si sarebbe tenuta la cerimonia
d'incoronazione: i cittadini di Camelot si erano già
riuniti, fremendo per il lieto evento.
"Venite,
asino."
Mormorò,
invitandolo a guardare oltre il vetro: Arthur si
avvicinò e sgranò gli occhi, impreparato a quello
spettacolo di gran festa.
"L'era del
sangue e della paura di vostro padre è giunta al
termine e ora il regno di Camelot sta per rinascere dalle ceneri del
passato: lo vedete? Il popolo vi sta acclamando come re
perché ha fiducia in voi e freme di speranza, attendendovi
sotto il sole cuocente. La loro gioia splende più dei campi
di grano, più dell'oro della vostra corona, più
della mia magia: la vostra gente crede in voi e vi ama. Quindi non
dovete temere... Sono certo che sarete un grande re.".
Concluse, la
voce leggermente vibrante di emozione e le orecchie
paonazze per l'imbarazzo.
Quelle parole
ebbero il potere di placare l’agitazione
fremente nel cuore di Arthur: appoggiò una mano sulla spalla
esile di Merlin e serrò leggermente la presa, in un muto
ringraziamento.
Il suo sguardo
però era lontano, ipnotizzato dal popolo in
festa.
Era giunto il
momento.
***
Merlin si
ritrovò a pensare che il futuro non fosse poi
così avverso: al fianco di Gwaine e dei cavalieri
più fidati di Arthur, sorrise fiducioso mentre osservava
l'insegna reale danzare seguendo le note del vento.
Il colore
rosso, protagonista al tempo di Uther, non era più
adatto a Camelot.
Merlin sollevò una mano verso il cielo,
mormorando un incantesimo con voce impastata dall'emozione:
accompagnato dal coro di stupore del popolo, sulla bandiera del regno
comparve l'immagine di un drago giallo dalle squame dorate.
Rappresentava
magia e potere, prosperità e speranza.
Ed
era un piccolo atto di fede, per far capire ad Arthur che
sarebbe rimasto al suo fianco, fino alla fine.
Il popolo
esplose di entusiasmo, acclamando l'arrivo del principe:
Merlin osservò Arthur concludere con passi decisi e temerari
la sua ascesa al trono, il mento sollevato con fierezza, le spalle
leggermente incurvate sotto il peso di una grande
responsabilità.
Solo in quel
momento Merlin comprese quanto il Destino fosse gravoso
per loro e, nel suo cuore, vibrò la speranza che la sua
avventura al fianco di Arthur iniziasse veramente da quel momento.
Si
sentì prossimo alle lacrime quando, con la corona posata
finalmente sul capo, Arthur cercò il suo sguardo,
condividendo quell'attimo con lui: gli occhi di Merlin brillarono di
felicità, riponendo nelle mani del re orgoglio, fiducia,
affetto e frammenti della sua stessa anima.
I loro destini
erano ormai intrecciati indissolubilmente: magia e
prosperità avrebbero scritto un nuovo capitolo della storia
di Albion.
Stavano per
intraprendere una nuova avventura, verso la pace e la
gloria.
Oltre
la morte e il
destino.
Note
Dell'Autore
Mi
sono sentita un po' Merlin nel descrivere
l'incoronazione di Arthur: piena di orgoglio, col cuore palpitante di
speranza e di fiducia.
...Spero di
far provare lo stesso a voi lettori. XD
Ho reso il
colore giallo simbolo di potere, di speranza, di magia: ho
cercato di farlo divenire l'indiscusso protagonista del momento
fatidico dell'incoronazione, citandolo in tutte le sue sfumature, dal
grano all'oro.
Per quel che
riguarda la scena iniziale, in cui si vede Merlin
accovacciato a terra vicino ad assi di legno, è nata
prendendo spunto dalla foto assegnatami per il contest. Sono veramente
felice di essere arrivata seconda *_* spero che la fic piaccia a voi
lettori! Magari... Fatemelo sapere! XD
Ecco qui
intanto la descrizione del colore che ho scelto:
GIALLO
Il giallo è il colore più luminoso del test,
dà un'impressione di leggerezza e di gaiezza. Il rosso denso
e cupo è un colore stimolante; il giallo, meno denso e
più leggero, è evocatore. Come il rosso, il
giallo aumenta la tensione, aumenta i batti del polso e la
respirazione, ma lo fa in modo meno regolare. Il giallo si riflette,
irradia, la sua è una gaiezza impalpabile. Il giallo
manifesta una personalità aperta e indica rilassamento o
potere. Dal punto di vista psicologico, il rilassamento è
una liberazione da tutti i problemi, da tutte le
contrarietà. il giallo è il simbolo del calore
del sole, della gaiezza, della gioia. la sua percezione sensoriale
è il piccante, il suo contenuto affettivo una
volatilità piena di speranza. A differenza di quella del
rosso, l'attività del giallo è più
incerta, e tende a mancare di coerenza. Il soggetto che sceglie il
giallo può essere un turbine di attività, ma non
lo sarà mai in modo continuativo. La scelta di questo colore
indica un bisogno di possesso e di speranza o l'attesa di una
felicità più grande. Indica anche la presenza di
un conflitto nel quale il potere è sentito come necessario.
Questo desiderio di felicità si manifesta in tutte le sue
forme, dall'avventura sessuale alle filosofie illuminatrici ed
è sempre indirizzato verso il futuro. Il giallo spinge in
avanti, verso quel che non è ancora definito. Il soggetto
prova il desiderio dì trovare una via d'uscita che gli
consenta di rilassarsi, e rivela anche un suo certo lato superficiale,
il gusto del cambiamento per il cambiamento, il desiderio di vivere
altre esperienze. Come il verde, il giallo cerca l'importanza e la
considerazione altrui, ma a differenza del verde, che è
fiero ed indipendente, il giallo non è mai in riposo, ed
è costantemente impegnato a perseguire le proprie ambizioni.
Posizione Seconda
Autore: Mistica
(sul forum Mistica Eos)
Trama e
Originalità: 15 punti
Grammatica ed
Errori di battitura: 9.5 punti
Lessico e
stile: 14 punti
Personaggi: 16
punti
Utilizzo
immagine e Colore: 5 punti
Totale:
59.5/70 punti
Commento
La
brevità del testo mi aveva in principio ingannato, facendomi
credere che non sarebbe stata una storia profonda .
Mi sbagliavo.
Arrivata alla
fine era come se un senso incontrastabile di pienezza mi avesse avvolta
nel suo calore e mi facesse sentire più leggera e serena.
I pensieri di
Merlin ti entrano nell’anima.
E la sua
insicurezza velata d’amore (inteso come voler bene, nulla
relativo al senso sessuale del termine) al principio, accompagnata
dall’ammirazione, dalla speranza, dall’orgoglio
rivolto a colui che ha accompagnato nel suo cammino, fino al momento in
cui, acclamato dal popolo, sale al trono.
Le scene
vengono magistralmente abbellite da uno stile limpido che a volte
lascia alla trasparenza il ruolo principale e richiede al lettore di
vedere la reale purezza delle scene, accentuandola con delicatezza.
Dopo le prime
righe ero già piena della narrazione, accompagnata da ogni
parola nel proseguire, senza che alcuna potesse sfuggirmi o avere un
significato trascurabile.
I miei vivi
complimenti per aver saputo rendere la scena in modo tanto toccante e
realistico.
Vi ringrazio
per esser giunti fin qui!
Aspettando
impazientemente critiche e consigli,
la vostra
Miss
|