After
After
Erano passati due anni dalla grande battaglia di Hogwarts. In quei due
anni il Mondo Magico si era ripreso e ogni mago o strega aveva ripreso
le proprie normali attività con la serenità di un tempo.
Kinglsey Shakebolt era un perfetto Ministro della Magia che era stato
più che in grado di prendere in mano la situazione cominciando
con successo il cammino verso la totale ripresa del Mondo. Riprendere
possesso delle proprie vite e delle proprie abitudini non era
così facile come poteva sembrare. Migliaia di famiglie avevano
abbandonato case e lavoro, moltissime anche il Paese, senza contare che
avevano perso figli, fratelli, genitori o amici. Il Mondo era
completamente devastato: Shackebolt, mentre tutti festeggiavano la
definitiva scomparsa del più grande Mago Oscuro di tutti i
tempi, si era chiuso nel suo ufficio per giorni per ricostituire il
Ministero e sistemare tutto.
Harry ci aveva messo un paio di mesi ad entrare nella nuova prospettiva
di vita. Una volta sconfitto Voldemort si sentiva come svuotato: si
sentiva come se non avesse più un obiettivo. Fino a quel momento
il suo (grande) obiettivo era stato uccidere una volta per tutte
Voldemort. Quello che sarebbe dovuto essere il suo settimo e ultimo
anno di scuola, l'aveva passato alla ricerca degli Horcrux per
distruggerli e fare in modo che il suo obiettivo potesse essere
raggiunto. Non era abituato a dover pensare a un obiettivo che non
comprendesse la Salvezza del Mondo Magico.
L'elemento di svolta, in quella fase della sua vita, era stata Ginny.
La prima cosa che gli venne in mente di fare era stata di supplicarla
di tornare con lui. Sebbene lui avesse creduto di ricevere un "no"
secco dalla rossa, la ragazza rise di lui quando si inginocchiò
davanti a lei, implorante e lo baciò prima ancora che lui
potesse proferir parola. Si erano sposati dopo un anno preciso, per la
felicità dell'intera famiglia Weasley, nonostante la condizione
in cui si trovavano. Una famiglia distrutta dal dolore causato dalla
terribile perdita di Fred ma che aveva accolto con gioia la bella
notizia. Nessuno aveva, ancora, superato quel lutto così
tremendo. Nemmeno dopo due anni.
Era per quel motivo che Ginny, il giorno del suo primo anniversario di
matrimonio, al posto di passare la giornata insieme a suo marito, se ne
stava lì, seduta sotto un'enorme quercia che si ergeva a est
della Tana. Adorava quel posto. Fred e George ce la portavano sempre,
quando erano tutti bambini. Quella quercia rappresentava tutto l'amore
che lei provava per i gemelli e il dolore per la morte di Fred.
Il suo Fred. Il fratello a cui lei era più legata, insieme a
George. Nei ricordi più belli della sua infanzia c'erano sempre
loro. L'avevano sempre aiutata, protetta ma non nel modo ossessivo e
tremendamente fastidioso di Ron che la faceva solo sentire un'incapace.
Lei li adorava. La morte di
Fred aveva spezzato quel legame così forte che lei aveva con il
passato. Da quel momento aveva smesso di parlare, o anche solo di
ricordare, la sua infanzia perchè il dolore era troppo grande e
impossibile da gestire.
Era andata avanti, ovviamente ed aveva riconquistato la
felicità, la gioia di vivere ma il ricordo di Fred era ancora
vivido nella sua mente e farlo venire a galla la faceva soffrire.
Non era mai andata al cimitero a portare fiori alla sua tomba,
così come non era andata al funerale. Voleva ricordarsi Fred
allegro e pieno di vita, non immobile e pallido dentro una bara che non
rappresentava per niente la sua personalità. Una volta al mese
lei andava a sedersi sotto la quercia e passava ore intere a guardare
il cielo, senza fare nient'altro. Era il suo modo per salutarlo e per
avere un contatto con lui. Erano gli unici giorni in cui si concedeva
di pensare a lui stando male.
Quel giorno era particolarmente assorta nei suoi pensieri che non
percepì nemmeno il rumore dei passi che si faceva sempre
più vicino.
"Sapevo di trovarti qui..." disse dolcemente George.
Lei sussultò, portandosi una mano sul cuore.
"George, mi hai spaventata."
Lui le accarezzò una guancia, sentendo gli occhi inumidirsi.
"Questa quercia mi ricorda lui."
disse con voce flebile la ragazza. "Me lo ricorda così tanto che
mi sembra di sentirlo vicino a me che ride e mi prende in giro,
stuzzicandomi."
"Manca da morire anche a me, Gin." disse lui, tirandola a sè per
stringerla in un forte abbraccio. "Ma lui non vorrebbe vederti star
male. Vorrebbe vederti felice."
"Ma io sono felice, ma ho bisogno di venire qui. E' il mio modo per
ricordarlo." George la guardò e le diede un bacio in fronte.
"Sei sempre stata la nostra Weasley preferita..."
La sorella gli sorrise, dandogli un colpetto sulla spalla.
"Ti voglio bene." rispose.
Se ne andarono dopo qualche minuto, tenendosi per mano.
Non ti abbiamo dimenticato, Fred.
Note dell'autrice:
Avevo sempre
voluto scrivere qualcosa sul "dopo la guerra" e in particolare sulla
perdita di Fred. E' un lutto che io stessa non ho ancora superato. Non
sono un granchè soddisfatta di come sia venuta, ho provato a
cambiare qualcosa, ma non c'è stato verso. E' uscita fuori
così e spero che a qualcuno di voi piaccia più di quanto
piaccia a me.
Kiss kiss
vostra V.
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