Fiducia sotto la Luna

di C a l l i o pe
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Fiducia

 

La ragazza dai capelli biondi si sedette sul suo letto, con la sua chiave inglese in mano.

Era notte fonda e nel buio, si sentiva solo il rintocco ripetitivo dell'orologio, il suo respiro cauto e quasi intimidito dal silenzio.

Aveva fatto tardi anche quella sera. Il lavoro le risucchiava ogni attimo della sua vita.

“Meglio così” pensava “In fondo, non è che voglia fare qualcos'altro.”

Era vero.

Preferiva lavorare sempre, senza pausa, senza respiro.

Preferiva rimanere in quella bottega, sempre piena di olio, sempre piena di macchine.

Perché?

Perché non voleva tornare a casa?

Perché aveva paura di tutto quel silenzio che la circondava?

Perché era spaventata dai momenti come quelli.

Dai momenti in cui il silenzio faceva riemergere i suoi pensieri, così dolorosi, che la facevano sentire così impotente.

Di solito, dopo una giornata come quella, sarebbe crollata sul letto senza pensieri, aspettando il domani che l'avrebbe di nuovo risucchiata in una routine senza alcun significato, ma che l'avrebbero salvata. L'avrebbero salvata facendole credere di essere felice, facendole credere che tutto quello che stava facendo, era l'unica cosa che poteva fare. Per lei. Per lui. Per la loro felicità.

Eppure, quella notte, era diversa.

La ragazza guardò la finestra davanti a lei.

Le stelle brillavano intorno ad una Luna così grande, così splendente, così irraggiungibile.

Sarebbe andato tutto bene.

Avrebbe avuto fiducia.

Fiducia in Ed, perché lui, lo aveva promesso. Sarebbero tornati, tutti e due e avrebbero mangiato finalmente la sua torta di mele.

Sarebbe andato tutto bene.

Winry sorrise. Avrebbe avuto fede.

Niente lacrime, niente bronci. Solo fiducia, solo sorrisi.

“Sarà meglio per lui che dia il meglio di sé. E che tornino a casa sani e salvi, altrimenti … “ la ragazza appoggiò la chiave inglese sul comodino e si sdraiò “... sarà peggio per lui”

Detto questo, si addormentò, accarezzando le sue speranze, riponendole tutte quante nelle mani di Ed e Al, con la certezza che, il giorno seguente sarebbe finito tutto.

 

Ed starnutì.

“Non ti prendere il raffreddore in giornate del genere” disse sarcastico Scar

“Io non mi ammalo mai, sappilo”rispose con aria di superiorità.”Dev'essere qualcuno che mi sta minacciando”

Le persone intorno a loro ridacchiarono “Chissà chi è”

“Me lo chiedo anch'io” disse lui imbronciato

Poi, tornarono tutti ai preparativi per il giorno dopo. Sarebbe stato il grande giorno. Il giorno dell'attacco.

Ed guardò la Luna. Avrebbe mantenuto la sua promessa.

Per suo fratello, per Pinako e per Winry.

Il giorno dopo, sarebbe finito tutto.





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