L
L'ultima
ninna nanna.
In
teoria sono indietro con un'altra ff, e visto che non ho niente da fare, tra lo
studio e l'altro, ho pensato: "Quasi quadi mi metto a scrivere
qualcosa". E questa idea della one-shot mi frullava già da un po' in
testa. Vi auguro comunque una buona lettura ^^
ps:
c'è un piccolo spoiler sulla quarta stagione ^^
- Penny? Penny? Penny?
Sheldon
continuava a bussare insistentemente alla porta della sua vicina di casa. Forse
lui non si era reso conto dell'orario, dato che era ancora vestito: pantaloni
comodi, maglia con una "S" di Superman e scarpe da ginnastica.
Insomma, un perfetto nerd.
- Ma chi è che bussa a quest'ora... - la ragazza aprì la porta, assonnata come
pochi e si ritrovò l'amico davanti - Sheldon? Ma sai che ore sono?
Okay,
Penny si era andata a mettere nei guai. Chiedere a Sheldon se sapeva qualcosa
era indice di una conversazione di fisica quantistica e di matematica che non
sarebbe mai finita. Ed erano appena le due del mattino.
- Strano che tu me lo chieda, Penny - iniziò lo scienziato, che mise le braccia
incrociate al petto e iniziò il suo monologo - penserai che visto che ho
l'orologio al polso, io sappia che ore siano. E la risposta è sì; grazie ai
miei genitori molto istruiti, ho imparato a conoscere l'orologio quando avevo
appena 3 anni. E a leggere, ovviamente, a 4 anni. Parentesi: ho imparato prima a
leggere i numeri e poi le lettere dell'alfabeto. Chiusa parentesi. Tornando al
mio discorso...
La
ragazza bionda gli sbadigliò prima davanti e poi gli chiuse la porta in faccia.
- 'Notte Shelly!! - urlava da dentro l'appartamento.
Lo
scienziato non si perse d'animo e riprese a bussare insistentemente.
- Penny? Penny? Penny?
- Sheldon, si può sapere che vuoi? Sono le 2 del mattino, tra 4 ore devo
attaccare alla fabbrica del Cheesecake, puoi per favore dirmi che vuoi e poi
andartene, per favore?
- Se mi dai il tempo di dirti che voglio, poi come faccio ad andarmene senza
sapere che accetterai di fare ciò che sto per chiederti?
Penny
lo guardò con due occhi da gufo. D'accordo, Sheldon "Shelly", come
sua madre lo chiamava, era fatto così. Egoismo allo stato puro, egocentrico
anche, e sicuramente rompiscatole. Ancora si chiedeva come avevano potuto
instaurare un rapporto "umano". Sheldon stesso si poteva classificare
come "umano" quando aveva già programmato un computer che
riproducesse il suo dna nel caso in un futuro le macchine e i robot prendessero
il sopravvento? Nah, era impossibile da crederci che fossero amici. E come
facevano gli altri a sopportarlo? Leonard fra tutti, suo coinquilino. Già, ma
dov'era Leonard?
- Perchè non chiedi aiuto a Leonard?
- Non posso. Sta lavorando con Howard e Raj sulla decomposizione molecolare.
- Deco che?
- Ah dimenticavo. Concetto troppo "alieno" per te - disse quell'alieno
facendo segno di virgolette - Vieni con me.
Ignara
di ciò che l'attendeva, Penny entrò nell'appartamento di Sheldon, che aveva un
aspetto molto... nerdist. Computer sempre acceso, console a terra con
inserito il gioco di Battlestar Galattica, e dvd di "X-Files" sul
tavolino. La bionda fece una smorfia. Ormai era abituata a quel casino. Si vide
trascinare in camera da letto... di Sheldon!! Penny sbiancò.
- Okay... cos'hai in mente... Shelly?!
L'amico
sembrava serio quando mostrò a Penny un libro di favole. Glielo porse e lei
fece un sospiro di sollievo. Cavolo, se l'era vista brutta! Non che gli
dispiacesse, in fondo, perchè gli mancava da troppo stare con qualcuno in senso
fisico. Lei e Leonard avevano rotto da 6 mesi circa, e non aveva trovato nessuno
che lo rimpiazzasse. Non aveva mai pensato a Sheldon in quel modo così
romantico. Forse perchè Shelly era troppo robotico!
- Cantami la canzone "Soft Kitty" - disse lo scienziato, mentre si
sistemava sotto le coperte - a Leonard non gliela faccio cantare che è stonato.
Penny
fece un sorriso che sotto sotto aveva del significato. In fondo Sheldon non era
così robotico come pensava!
- E va bene. Però dopo che ti sarai addormentato, torno anche io a dormire,
okay?
Sheldon
fece cenno di assenso col capo. Poi fece segno all'amica di iniziare a cantare.
Penny prese un respiro profondo e intonò la canzone.
Soft
kitty,
warm kitty,
little ball of fur.
Happy kitty,
sleepy kitty,
purr, purr, purr
Sheldon
cadde subito come un bambino. Anche Penny dovette ammettere che in fondo era
così dolce quando dormiva. Poi si riprese un attimo dai suoi pensieri. Aveva
appena detto che Sheldon era dolce? Nah, stava delirando. Sì, era ora di
tornare a dormire. Nel suo letto! Come uno zombie, Penny tentò di alzarsi dal
letto dell'amico, ma inevitabilmente cadde come un masso a terra. Sheldon si
mosse di poco dal suo sonno e la ragazza potette svignarsela. Diede un'ultima
occhiata a Sheldon e gli rimboccò per bene le coperte. Bastava così poco per
far addormentare un robot!
|