Note iniziali: Aehm... preferirei non
commentare quanto segue, aver letto mesi e mesi di fic sul fandom inglese deve
avermi distrutto alcune barriere relative al fluff. Ne sono pienamente
consapevole, ma mi son detta che se questi due mi ispirano fluff e pucciosità da
matti (non che non mi ispirino anche altro, ma per certe cose non sono ancora
pronta u.u), che fluff e pucciosità siano.
Tutto questo porta a un grosso WARNING: se
non volete farvi venire una carie, NON leggete. E' una cosa tipo 'fluff without plot'
Dico sul serio.
Davvero.
*annuisce*
A parte questo, questa storia fa anche parte della
mia dichiarazione di guerra persa alla BBC, perché per ora ho deciso di lasciar
perdere la serie, perché... insomma... Arwen? Really? No, grazie. Altra gente si
è espressa in proposito prima di me, quindi è inutile che mi ripeta, per me il
canon sarà sempre Arlin. Tsk.
Ah, sì, è anche AU, perché è da un bel po' che
leggo solo quelle sul fandom inglese. Prima preferivo l'era canon, poi ho
cambiato idea del tutto, son cose u.u
Disclaimer: con mio sommo dispiacere e
profondo strazio, Arthur e Merlin non mi appartengono. Nemmeno uno dei due.
Nemmeno per sbaglio. C'è anche altro, ma lo metto alla fine.
I'm In Love With My Handy
- Guarda, lì, il puntino
luminoso in alto, quello è Giove! E poi… ecco, se guardi meglio si vede anche… -
uno sbuffo insolente alla sua destra interruppe quella disquisizione di
interesse puramente scientifico.
- Sai che queste cose puoi
anche impararle applicandoti? Studiando, intendo, così, per capire anche
come funziona, invece di stare dietro allo schermo di un cellulare. E poi,
andiamo, gli hai dato anche un nome? – alzò gli occhi, sia
metaforicamente che non, al cielo e fece un gesto stizzito per riassumere quello
che preferiva evitare di dire a parole - Ti rendi conto che è solo uno stupido
telefono?
- E tu ti rendi conto che sei
solo uno stupido guastafeste? – abbassò braccia e cellulare e stirò i
muscoli del collo e delle spalle per sistemarsi meglio sulla coperta su cui
erano stesi. Voltò leggermente il collo per guardare Merlin che continuava a
sproloquiare con lo sguardo puntato in alto.
- Poi chi è quell’asino che
chiama un cellulare Excalibur? La spada nella roccia? Sei serio? – si
voltò per guardarlo dubbioso ed estremamente serio per un momento, e poi, come
se gli stesse per rivelare un grande segreto, bisbigliò – Lo sai che non sei
davvero re Artù, giusto?
Arthur scoppiò a ridere e si
sollevò per guardarlo meglio, poggiandosi su un gomito, la testa sulla mano. Non
che la battuta fosse particolarmente brillante e lui non ci teneva a far credere
a Merlin di essere davvero divertente – perché non lo era – ma, data
l’espressione con cui lo aveva detto, sgranando gli occhi, non era riuscito a
resistere.
- Idiota!
- Ma sì, potevi dargli un
nome meno pomposo, tipo… - arricciò le labbra fingendo di pensarci per un
attimo, - Ecco, tipo Merlin!
Arthur scoppiò a ridere di
nuovo, lasciandosi andare, e, abbassandosi, gli sfiorò per un attimo una tempia
con la fronte.
- Vuoi che dia il tuo nome al
mio “stupido telefono”? E poi l’asino sarei io?
Portò la mano libera a
cingergli il fianco e, senza dargli il tempo di rispondere, si chinò a dargli un
bacio sulle labbra. Sorrise quando sentì le dita di Merlin infilarglisi tra i
capelli e avvicinarlo di nuovo per fargli ripetere il gesto. Una, due volte. Poi
l’altro approfondì finalmente il bacio con un sospiro soddisfatto.
- Mhm… se fai così potrei
quasi pensare che tu abbia rotto tanto le palle solo perché ti sentivi
trascurato. Sei geloso di Excalibur, per caso?
Fu Merlin a ridere, stavolta.
- In
realtà ero solo preoccupato per la tua salute mentale, volevo farti riprendere
il contatto con la realtà, non è sano quello che fai, - scosse la testa convinto
e prese a giocare con i lacci del cappuccio della felpa grigia di Arthur.
Merlin non avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura quanto amasse momenti come quello.
Avere Arthur tutto per sé, senza sotterfugi, potergli stare vicino e ridere con
lui come due adolescenti. Era anche libero di non notare quanto spiccasse l'azzurro degli
occhi di Arthur anche se era sera inoltrata ed erano sdraiati al buio sul
terrazzo per fingere di guardare le stelle con Excalibur al seguito. E di non
apprezzare il volto rilassato e sorridente di Arthur, con addosso un
abbigliamento decisamente casalingo che lo faceva sembrare il venticinquenne che
era.
Fece scivolare la mano ad
accarezzargli il viso, il pollice a strofinargli uno zigomo, e Arthur doveva
aver intuito la piega leggermente seriosa che avevano preso i suoi pensieri,
perché lo guardò con espressione dubbiosa. Merlin sorrise e scosse appena la
testa, poi si sollevò di quel tanto che bastava per catturargli di nuovo le
labbra e farlo abbassare verso di sé. Insinuò le dita dell'altra mano sotto la felpa e gli
morse leggermente il labbro inferiore quando sentì il sospiro appena più forte
che si era lasciato sfuggire e che gli si era infranto sulla bocca.
Le labbra di Arthur iniziarono
a scendere lungo la sua mascella, poi seguirono la linea del collo, gli morse
appena i tendini in evidenza, per non lasciargli segni. Aveva un accenno di
barba, poteva sentirlo irritargli piacevolmente la pelle e continuare a bruciare
appena dopo il suo passaggio. Si lasciò sfuggire un gemito quando gli accarezzò
un punto particolarmente sensibile e riusciva quasi a vedere il ghigno
soddisfatto di quel presuntuoso, che aveva sempre la convinzione di essere
capace di farlo sciogliere come neve al sole soltanto sfiorandolo. Convinzione
assolutamente errata, figurarsi. Arthur aveva un ego spropositato,
Decisamente spropositato!, pensò, mentre l'altro sollevava il ginocchio tra
le sue gambe di quel tanto che bastava per fargli inarcare la schiena.
Si vendicò lasciando scivolare
la mano con cui gli stava accarezzando l'addome, prima a giocherellare con il
bordo dei jeans, poi oltre. Arthur risalì immediatamente a baciarlo sulle
labbra, facendogli ingoiare i suoi gemiti. Bastardo! Non che avesse in
mente di protestare. Rabbrividì quando si scostò da sopra di lui per prendere
un'altra coperta e stenderla su entrambi e approfittò della situazione per
ribaltare le posizioni e sdraiarsi sopra il suo torace ampio, le gambe
intrecciate.
Si prese qualche secondo per
guardarlo in viso. Paradossalmente, aveva sempre così poco tempo per osservarlo
da vicino, sempre così impegnati com'erano a sfruttare al massimo i momenti che
riuscivano a ritargliarsi solo per loro. Gli scostò i capelli dalla fronte e
gliela baciò, gli baciò gli occhi, la guancia. Lo vide sollevare appena un
angolo della bocca, in un mezzo sorriso. Gli schioccò un bacio anche lì.
- Ancora convinto di preferire
Excalibur? - gli chiese senza allontanarsi, sfiorandogli le labbra ad ogni
lettera.
- Non ho mai detto di preferire
Excalibur, - sussurrò Arthur con una voce roca che gli fece venire i brividi.
***
- Ecco Morgana!
Gwen salutò con la mano l'amica
per attirare la sua attenzione verso il loro tavolo.
- Scusate il ritardo, - disse
l'altra prendendo posto sulla panca di fronte a lei e Merlin, - Anche se vedo
che manca ancora Arthur, - notò inarcando un sopracciglio.
- Non sapevo venisse anche lui,
- rispose Gwen e poi bevve un sorso di tè dalla sua tazza.
- In realtà è stato lui ad
invitarmi, io ho allargato l'invito anche a voi. Dubito di riuscire a reggere
Arthur da sola di prima mattina.
Mosse la bocca a formare un
sorriso sghembo e guardò i due amici come se stesse per dire qualcosa di
particolarmente interessante. Merlin tentò di sfoderare l'espressione più
innocente e disinteressata del suo repertorio, come ogni volta che l'argomento
si spostava sul fratellastro di Morgana. Che poi era lo stesso fratellastro con
cui aveva fatto... cose la sera prima sdraiato sotto una coperta su un
terrazzo. Ma questo Morgana non
avrebbe dovuto scoprirlo. Non immediatamente, almeno. Mai, se possibile.
Arthur non gli aveva nemmeno
detto che avrebbe dovuto vedere Morgana quella mattina, altrimenti avrebbe
declinato l'invito, a pensarci bene. A volte era convinto di avere scritto in
fronte a caratteri cubitali e fosforescenti quello che c'era tra lui ed Arthur,
ogni volta che gli rivolgeva la parola o che erano semplicemente nella stessa
stanza e invece, stranamente, né Morgana né Gwen sembravano essersi accorte di
nulla.
- A proposito di Arthur, -
iniziò a sciogliere l'arcano Morgana, - Credo che ci sia qualcosa di strano in
lui, ultimamente.
- Del tipo? - chiese Gwen con
un'espressione un po' scettica che diceva Se è una cosa di cui possiamo
spettegolare, sono qui che scodinzolo, altrimenti non mi interessa. Che fine
aveva fatto la dolce, ingenua Gwen che arrossiva non appena si nominava Lancelot?
Era la vicinanza di Morgana, decisamente.
Fortunatamente, fingere di non
essere interessato era per Merlin piuttosto semplice. Arthur era il suo
stupidissimo-circa-meno-quasi-anche-no-ragazzo. Se ci fosse stato
qualcosa di interessante o losco nella sua vita privata lo avrebbe...
- Temo che sia innamorato! -
sussurrò Morgana con fare cospiratore.
Merlin si soffocò col caffé.
... ecco, quello, forse,
effettivamente lo sapeva. Oddio, non avrebbe di certo usato il termine
innamorato. Piuttosto una cosa tipo Ha qualcuno con cui scopare
regolarmente.
Morgana lo degnò di un solo
sguardo che diceva Imbranato! e poi tornò tutta felice a confabulare con
Gwen, che evidentemente, dopo aver perso una frazione di secondo a meditare
sull'entità della notizia, aveva optato per scodinzolare.
- E lo hai dedotto da cosa?
- Tanto per cominciare, - disse
sollevando la mano sinistra per contare, come se avesse così tanti motivi
per sospettare, il che fece correre un brivido freddo su per la schiena di
Merlin, - Hai notato che sorride spesso?
- Magari è solo di buon umore,
forse il lavoro va bene...
Almeno Gwen tentava di essere
ragionevole.
- Ehi, e se fosse quella sua
segretaria che porta sempre la minigonna?
Come non detto.
Merlin scivolò sulla sedia,
sentiva già di essere arrossito per l'imbarazzo. Non potevano avere un po' più
di contegno? E poi Arthur non poteva avere una relazione con quella
segretaria, andiamo, la odiava! E non poteva avercela nemmeno con nessuna delle
altre, s'intende, perché... perché no.
- E poi?
Dio, Merlin riusciva quasi a
vedere la coda di Gwen. Potevano evitare di lanciare ipotesi come la
precedente e poi non smentirle? Grazie. Anzi, potevano smettere di
parlarne e tornare a conversare amabilmente di trucco e vestiti o dei bicipiti
di Lance (sì, era successo. Sì, davanti a lui. No, non era una cosa di cui
avrebbe volentieri parlato, ma era di certo meglio dell'argomento di
conversazione attuale)?
- Non mi chiama "strega" da una
settimana e mi ha invitato a colazione! E non è né il mio compleanno né
il suo. E non ha niente da farsi perdonare, almeno che io sappia. E ieri
pomeriggio canticchiava! - disse esaltata, come se fosse la cosa più
assurda che avesse mai sentito, - Questo prima di sparire per tutta la sera.
Credo non fosse nemmeno in casa. Ne sono certa, anzi, ho provato a
telefonargli.
Ecco chi era! Arthur
aveva avuto ragione a non voler rispondere. A Morgana doveva essere impedito
l'utilizzo del telefono dopo le nove di sera.
- Ecco, adesso è tutto chiaro,
- la interruppe Gwen con l'aria di una che la sapeva lunga. Guardò prima Merlin
e poi di nuovo Morgana, che sollevò di nuovo un sopracciglio, interessata.
- Ha sempre la testa tra le
nuvole, non risponde al telefono di casa, è di buon umore. Hai proprio ragione,
deve essersi innamorato. E credo di avere capito anche di chi...
Quando Gwen sorrideva in quel
modo faceva più paura di Morgana. E Merlin sentiva che il cervello gli stava per
esplodere. Dove diavolo era Arthur? Perché i momenti critici toccavano
sempre a lui? Era stato lui a metterlo in quella situazione e qualunque cosa
avesse detto l'altro si sarebbe incazzato e...
- E' innamorato di Excalibur!
Vaffanculo.
Le due ragazze dovevano aver
trovato la cosa particolarmente divertente, contrariamente a lui.
- Che avete da ridere? - chiese
una voce alle loro spalle.
Non sapeva se essere sollevato
o meno dalla comparsa di Arthur. C'era di buono che adesso non avrebbe dovuto
sorbirsi da solo quei discorsi folli su innamoramenti e segretarie, ma stare a
pochi centimetri di distanza da lui in presenza di Morgana e Gwen non era
esattamente salutare.
- Stavamo sparlando di te.
Arthur si era appena tolto la
giacca del completo formale che indossava per il lavoro per poggiarla sullo
schienale della panca, quando una cameriera si materializzò accanto a lui per
chiedere - o, più che altro, per chiedergli - se volessero ordinare. Come
attirava le cameriere Arthur, nessuno mai.
- Per me un caffé, grazie - le
rispose con un mezzo sorriso che lei dovette aver preso per molto più di quello
che era, dato che si illuminò in viso. Lui rivolse uno sguardo in direzione di
Merlin, forse sperando di vederci una traccia di gelosia per cui poterlo
prendere in giro dopo. Sperò che la sua faccia fosse abbastanza convincentemente
inespressiva.
- Anche per me, grazie, - si
intromise Morgana e lanciò a Gwen uno sguardo d'intesa.
- Cosa stavate dicendo, quindi?
- chiese Arthur sedendosi proprio di fronte a Merlin. Fantastico.
- Morgana dice che sei
innamorato, - rispose Gwen con una vocina soddisfatta. Ma quanti anni avevano
quelle due?
Merlin ghignò
involontariamente, perché era sicuro che se Arthur avesse avuto un caffé ci si
sarebbe soffocato proprio come aveva fatto lui prima. L'altro gli lanciò una
lunga occhiata, prima di rivolgersi alla sorellastra con un'espressione ironica.
- Che diavolo vai
farneticando?
- Lascialo stare, Gwen, tanto
non lo ammetterà mai nemmeno a se stesso. Però sappi che ti teniamo d'occhio.
Enfatizzò la minaccia
puntandosi le dita verso gli occhi. La cosa fece scorrere l'ennesimo brivido su
per la schiena di Merlin. E anche per quella di Arthur, ci avrebbe scommesso.
- Ehm... cosa abbiamo deciso
per domani sera? - azzardò Merlin, riuscendo, con successo, a deviare la
conversazione su territori non caldi.
***
Merlin entrò in cucina
soffocando uno sbadiglio. Aveva bisogno di qualcosa da bere per tenersi sveglio
mentre guardavano quel film. Aveva avuto una giornata estremamente pesante ed
era stanco morto. Avrebbe preferito andare a letto presto, piuttosto che unirsi
ai ragazzi o, ancora meglio, andare a casa di Arthur e farsi coccolare un po'.
Non che Arthur fosse particolarmente incline, ma sapeva come ottenere quello che
voleva.
E invece niente, era incastrato
in casa di Gwen e Lance. Con Arthur, tecnicamente, ma l'unica cosa che
potevano fare era guardarsi da lontano e fingere di non conoscersi.
Prese una lattina di Coca dal
frigo e la poggiò sul mobile della cucina per aprirla pigramente. Si rese conto
di aver sentito la porta aprirsi e poi richiudersi solo quando un profumo e il
calore di un corpo conosciuto lo avvolsero. Un campanellino dentro la sua testa
gli ricordò che rischiavano da matti, ma fu istintivo lasciarsi andare
all'indietro e rilassarsi contro il petto di Arthur che gli affondò di rimando
il viso nel collo, inspirando. In momenti simili gli sembrava quasi
possessivo.
- Sei una lucertola, come fai
ad essere gelato anche d'estate?
Tremò sentendo il suo fiato che
gli faceva il solletico alla base del collo e sorrise.
- Mhm... è perché sono magro,
io, quindi il calore non si mantiene, - si inventò portando una mano su
una di quelle di Arthur strette sul suo addome. Lui intrecciò prontamente le
dita con le sue. Merlin portò all'indietro l'altra mano a stringersi contro la
sua nuca. Arthur dovette prenderlo come un invito, perché si sporse un altro po'
in avanti e gli baciò un angolo della bocca.
Il Meno male che tu sei
sempre bollente per tutti e due era sottinteso.
- Sei stanco.
Non era una domanda. Doveva
essersi accorto di quanto fosse fiacco Merlin in quel momento. Sollevò la mano
libera fino a farla posare sulla sua guancia e gli strofinò il naso contro la
mandibola. Merlin sapeva che il sorriso che gli si era formato spontaneamente in
viso doveva essere un po' ebete. Dopotutto si stava facendo coccolare da Arthur
senza nemmeno aver dovuto fare fatica.
Si voltò nel suo abbraccio e
gli portò le braccia al collo. Erano così vicini che non poteva guardarlo senza
che gli si incrociassero gli occhi. Fu di nuovo Arthur a baciarlo. Prima perse
qualche attimo a stuzzicarlo a labbra chiuse, poi finalmente lo baciò così a
lungo e con tanta intensità da fargli sentire la testa leggera.
Rimasero per qualche secondo
fronte contro fronte, in silenzio. Era così intimo sentire il respiro
confortante di Arthur che gli si infrangeva sulle labbra.
***
Morgana odiava non riuscire a
trovare le cose e in quel momento non riusciva a trovare i suoi occhiali.
Occhiali di cui, oltretutto, non aveva alcun bisogno. Ci vedeva
perfettamente, grazie. Aveva una vista perfetta. Aprì lentamente la porta della
cucina, chiedendosi se per caso non li avesse lasciati lì dopo aver preso la
scodella coi popcorn.
Uh, dentro c'erano Merlin ed
Arthur avvinghiati, con due espressioni così intense che sarebbe sembrato un
peccato persino a lei interromperli. Fece per richiudere la porta, quando... un
momento...
Arthur. E Merlin. Avvinghiati.
Avvinghiati tipo avvinghiati.
Spalancò la porta.
- LO SAPEVO!
Il colpo li fece sobbalzare
entrambi, che si staccarono come se si fossero scottati a vicenda. Come se
quello potesse cancellare dalla sua mente l'immagine che aveva appena visto,
figuriamoci.
- Che succede?
Merlin avrebbe voluto
sprofondare, non era necessaria anche la presenza di Gwen in quel momento. Si
appoggiò rassegnato al mobile dal quale lo guardava beffarda la Coca che gli
avrebbe risparmiato tutto quell'imbarazzo se avesse proceduto con l'intenzione
di berla invece di farsi... corrompere dalle attenzioni di Arthur. Arthur
che era riuscito a non perdere il suo abituale sangue freddo e si era appoggiato
strafottente al frigorifero.
- Avevo ragione! - esclamò
Morgana trionfante. Poi fece una cosa alquanto inaspettata. Si avvicinò ad
Arthur e lo abbracciò stretto, - Perché non me lo hai detto che era Merlin?
Merlin richiamò tutto il suo
autocontrollo per ignorare lo squittìo di Gwen alle sue spalle e si portò
l'indice e il pollice della mano destra all'attaccatura degli occhi. Aveva
ancora una grandissima voglia di essere risucchiato via.
- Perché sei una strega e ne
avresti fatto un... - fece un gesto strafottente con la mano, - Siete due
streghe, anzi, - continuò guardando Gwen ancora sulla porta. Poi sorrise
rassicurante a Merlin.
- Gwen non è una strega! - si
intromise l'altro. Scodinzolava, ma non era una strega, lui voleva bene a Gwen.
Anche a Morgana, ma lei era molto... morganesca, sì.
- Grazie! - gli urlò Morgana
fintamente scandalizzata, sporgendosi per dargli un colpo sul braccio.
Quando finalmente si erano
finalmente rifiutati di dare ulteriori spiegazioni, con grande disappunto da
parte di Gwen, ed erano tornati a guardare il film in salotto, Merlin si sentiva
quasi sollevato. Anche se non sapeva ancora se ridere o piangere. Fortunatamente
Arthur sembrava averla presa bene.
Morgana li guardò intenerita
mentre, finalmente, si sedevano imbarazzati l'uno accanto all'altro sul divano.
Forse aveva avuto ragione quando aveva detto che Arthur non avrebbe mai ammesso
- ed era sicura che non lo aveva ancora fatto - nemmeno a se stesso di essere
innamorato, ma il modo in cui si accoccolò sulla spalla di Merlin e il sorriso
che gli rivolse in risposta al suo sguardo stupito per lei erano sufficienti.
Sembrava un grosso gatto che faceva le fusa per guadagnarsi le effusioni che
Merlin era lì pronto a concedergli.
Arthur poteva anche essere un
asino, ma aveva la vista lunga. Chissà dov'era finito Excalibur.
Fin.
Note finali: So che vi
starete chiedendo "E mò?". Eh. Lo so. Ognuno ha i suoi modi di sfogarsi invece
di piangere lacrime amare su una tesi di laurea che si ostina a non
autoscriversi. Facciamo conto che sia un esercizio di stile e magari la prossima
volta mi verrà meglio?
Disclaimer II (di cui
parlavo all'inizio): L'idea di Arthur che chiama "Excalibur" il cellulare
l'ho letta in un'altra fic, sempre sul fandom inglese. La cerco da una settimana
ma non riesco a trovarla (ricordo molto chiaramente il momento in cui mi
sono scocciata a salvare il link su Delicious. Lo so.) Se qualcuno dovesse aver
presente e potesse fornirmi il link lo inserirò immediatamente. Io
continuerò a cercare, ovviamente, ma non si sa mai. In ogni caso, ovviamente, ho
ripreso soltanto l'idea del nome dall'altra fic. E l'ho vergognosamente
sfruttata chiamando "Excalibur" il mio nuovo smartphone *__* che se qualcuno mi
chiede come mandare sms rimango molto... ehm... ma che per il resto fa
tantissime cose meravigliosissime e la sottoscritta lo usa anche per farci il
caffé. EDIT: Grazie all'utente lj kiboo82, posso finalmente inserire il link alla fic di cui parlavo, ovvero Two Weeks Notice.
Thanks to: la solita
Graffias (stavolta l'ho fatto davvero, qualunque sia il risultato finale *si imbarazza da morire ancora una volta*), Solarial e Fede (so che ti farai grosse risate sulla mia incapacità in campo di romanticismo e affini, ma non farmelo sapere).
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