Titolo:
Bad Days
Summary:
“John si stese sul suo
letto, sospirando. Si preparavano brutti giorni. Ma peggiori di
quelli che aveva già passato?”
Pairing:
Sherlock/John
Rating:
Pg-13
Words:
1081
Disclaimers:
Non mi appartengono blabla Se
mi appartenessero, altro che brutti
giorni...
Notes:
John
che sclera lo trovo fantastico! E adoro Harry! Sempre sia lodata!
*alza il pugno*
B
a d D a y s
“La
natura umana è uno strano impasto di sentimenti.”
-
Sherlock Holmes -
John si stese sul suo
letto, sospirando.
Si preparavano brutti
giorni. Ma peggiori di quelli che aveva già passato?
Ormai era risaputo.
John aveva un problema. Un grosso problema che, per partenogenesi,
gli creava una miriade di altri piccoli problemini.
Questo grosso problema,
causa dei piccoli quotidiani problemini, necessitava, in quanto tale,
di una grossa e radicale
soluzione.
Nonostante stesse
uscendo – sempre più saltuariamente, in verità –
con Sarah, accadevano dei … fatti strani.
I piccoli problemini.
Un esempio?
Un paio di settimane
prima stavano lavorando ad un caso, e il dottore stava studiando vari
libri al riguardo. Quando quello che aveva in mano si rivelò
essere completamente inutile, lo mise da parte e alzando lo sguardo
riuscì ad adocchiare un testo dall'aria rassicurante.
In cima alla libreria.
Fantastico.
Inutile dire che
sporgersi con il braccio in alto si rivelò una prova
superflua. Alzarsi sulle punte, peggio che mai.
Provò a saltare,
un po' goffamente in realtà. Da mettersi a ridere, davvero.
Appoggiarsi ad una
mensola era fuori discussione.
Nacque un ringhio
profondo nella sua gola.
Damn it,
lui non aveva mai avuto complessi di altezza!
<< John, così
finirai col litigare anche con la libreria. >>
<< Mi metterei a
litigare col libro, visto che è salito così in alto! >>
Sherlock sospirò
rassegnato e si mise dietro di lui.
<< E' quello
rosso? >> chiese indicandolo
<< Già. >>
annuì lui
Prima che potesse
aggiungere altro, Sherlock si era già alzato sulle punte, il
braccio sinistro alzato e la mano destra – Cristo! - quella
destra stretta leggermente al fianco di John.
Avrebbe
potuto passare oltre ogni centimetro di Sherlock addosso a lui –
il petto sulla schiena, la gamba, perfino il piede – però,
shit!, quella mano …
quella mano, no!
Ok, ragioniamo.
Si stava mantenendo in
equilibrio. Anche se aveva riscritto e riveduto il concetto più
volte nella sua testa da quando viveva con lui, non era niente di
strano.
Ma cazzo, proprio sul
suo fianco si doveva mantenere in equilibrio?
<< Eccolo qua. >>
John si ritrovò
il libro rosso dall'aria rassicurante sotto il naso.
<< Era piuttosto
in alto, avevi ragione. >> mormorò direttamente nel suo
orecchio.
Per mancanza di fiato,
visto che l'aveva ragionevolmente trattenuto, si limitò ad
annuire.
Sherlock si allontanò,
lasciando freddo lo spazio piacevolmente occupato dalla sua mano
destra, e John sperò vivamente che non si accorgesse...
Accorgesse di cosa?
Non era successo
niente! Quindi, neanche un cervellone di quella risma avrebbe potuto
accorgersi di qualcosa che non era mai avvenuto!
Basta crederci, John.
Basta crederci.
<< Dovremmo
prendere due librerie più piccole per sostituire quella. E'
troppo alta. >>
La voce gli giunse
lontanissima.
<< Già. >>
disse atono
<< Però
abbiamo troppi libri. Forse dovremmo prenderne tre. >>
<< Già. >>
<< John. >>
Si voltò verso
di lui. Di cosa stava parlando?
<< Sei diventato
monosillabico. >>
John si sedette al
tavolo, prendendo atto della questione.
<< Già. >>
Succedeva sempre quando
era imbarazzato.
Aprì il libro,
sperando di poterci sprofondare dentro.
Due giorni prima
prendendo il tea con un fantastico dolce che Mrs Hudson –
sempre sia lodata! - aveva preparato loro.
Nel frattempo, John
stava raccontando aneddoti legati all'ambulatorio doveva lavorava.
<< Ieri mi si
presenta questo vecchietto con un tubetto di analgesici in mano e
tutto serio mi dice... Che c'è? Perché ridi già?
Non è finita! >>
Sherlock stava
tentando, senza neanche troppi sforzi, di trattenere una risata. Una
genuina, vera, inconfondibile risata.
L'effetto era
spettacolare.
<< No, è
che... Mpf! Aspetta. >>
Si alzò e, prima
che John potesse capirci qualcosa, gli aveva già preso il
volto fra le mani e lo guardava attentamente come per esaminarlo.
John sentì la
propria bocca aprirsi, ma non ne uscì alcun suono.
Lo vide leccarsi appena
il pollice – Ippocrate! - e passarlo prima sulla punta
del naso e poi sul labbro superiore.
Era durato un attimo,
ma era sembrato un'eternità.
<< Avevi dello
zucchero a velo. Sembravi un cocainomane. >>
Riprendere a respirare
non gli era mai sembrato così difficile.
Questa notte... Questa
notte non poteva andare peggio.*
Stava tentando di
prendere sonno, imponendosi di gettare al vento quegli spiacevoli
episodi, generati senza dubbio dalla suggestione momentanea, in cui
si mescolavano gli sguardi ammiccanti di chiunque li incontrasse –
I'm not his date... - e luoghi comuni – I'm not his
date! - , e dimenticare.
Ma come fai a
dimenticare qualcuno se ce l'hai sempre davanti? *
Si girò su un
fianco e chiuse gli occhi. Rimase beatamente così fino a
quando sentì le molle del letto cigolare. Spalancò gli
occhi e si voltò.
Sherlock si stava
tranquillamente infilando nel suo letto, senza neanche una
spiegazione.
<< Che diamine
stai facendo? >>
<< Tutti i letti
sono occupati. Scansati. >> *
Che risposta era?
<< Da chi o cosa
sarebbero occupati sia il tuo letto che il divano? >> ribatté
John tentando di recuperare un po' di spazio vitale rubatogli da
Sherlock << E dove pretendi che mi metta? >> aggiunse
Perché una
piazza e mezzo non era abbastanza per un comune mortale e un gigante
sensitivo.
<< Il divano e il
letto sono occupati rispettivamente da cianfrusaglie d'indagine e
cianfrusaglie sperimentali. >>
Si sistemò
meglio, ovvero per metà addosso a John. Sembrava quasi
indignato.
<< Non posso dire
di essere stupito. >> disse poi lui voltandosi rassegnato
dall'altra parte, mentre il suo grosso problema – era alto
quasi un metro e novanta, perdiana! - trovava la sua collocazione
storica (1) ed emetteva un verso d'approvazione.
Stava comodo, lui,
evidentemente.
A John tornò in
mente il consiglio di Harry, in merito alla soluzione del problema di
cui sopra.
<< Scopatelo,
cazzo! >>
Harry aveva sempre una
parola buona per tutti.
<< John. >>
mormorò Sherlock da qualche parte nel buio direttamente nel
suo orecchio.
Ma allora è
vizio!
<< Si? >>
<< Solo a titolo
informativo, quand'è che hai intenzione di seguire il
consiglio di tua sorella? >>
John sgranò gli
occhi.
Doveva aspettarselo, in
fondo.
Sherlock sapeva sempre
tutto. Prima o poi.
…
Evabbeh.
<< Sta' zitto.
Dormi. >> (2)
Lo sentì
sorridere contro la sua spalla.
<< Peccato... >>
sussurrò cingendogli la vita col braccio e schiacciando il
viso nell'incavo del suo collo.
John sospirò
pesantemente dal naso. Prese la mano di Sherlock sul suo stomaco e
sorrise.
<< La notte è
ancora lunga... >>
Promemoria per il
futuro: seguire sempre i consigli di Harry. Avrebbero portato
a giorni migliori.
Forse.
(*):
Scrubs. Sempre e comunque. <3
(1):
Lo diceva sempre la mia prof al
ginnasio, Silvana D'Angelo, una gran donna. =w=
(2):
“Shut up. Sleep”
Una grandiosa citazione di entangled_now
, la donna delle S/J per eccellenza <3
Notes,
again:
Oh
insomma volevo dedicarla a tutte le ragassòle che hanno letto
e soprattutto commentato le altre S/J finora (Madame
Butterfly; LaTuM;
Lily Castiel Winchester;
elyxyz): siete stupende!
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