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Soffice e dolcemente languida l’amaca rossa viene
leggermente dondolata dal vento. Il prato, la casa intera è
placida. Silenziosa, troppo per riconoscerla. Trangugiato
l’ennesimo boccone amaro torna dalla sua passeggiata. Ogni
giorno, ora, minuto è solamente l’ennesima pugnalata.
Stropiccia gli occhi, scuote i capelli rossi e si appoggia alla porta.
Ispira profondamente ed entra in cucina. Sua madre si sta giusto
pulendo le mani. Verdure colorate si tagliano da sole e scivolano nella
pentola, su un’altra piastra borbotta un soffritto.
Molly guarda distrattamente, sorride dolcemente al figlio. Facendolo
avvicinare gli toglie dal viso una ciocca di capelli e Ron la ringrazia
baciandola dolcemente la guancia.
-Apparecchia la tavola, fai il favore Ron.-
Il rumore di stoviglie e lo scoppiettio del cibo è come una
musica di sottofondo. Con i lunghi capelli raccolti in una coda Ginny
si affianca al fratello. Parlottano del più e del meno. Negli
ultimi tempi in famiglia c’è il tacito accordo di trattare
argomenti pacati. Spesso si parla del lavoro della giornata. Ron e
George da qualche giorno vanno assieme e Diagon Alley il negozio deve
riaprire.
George però non parla con nessuno, qualche volta tentenna ma se ciò accade sta ben attento a sfuggire, soprattutto dallo sguardo dei genitori.
-Hermione per che ora arriva?-
Ron guarda il sole sparire.
-Oh manca poco. Mi ha detto sarebbe arrivata appena salutati i signori
Grenger, Harry invece sarà ancora ad Hogw.. Doveva fare dei
lavori per certi progetti.-
Fortunatamente Molly era troppo impegnata nei fornelli per prestare attenzione al discorso confusionario del ragazzo.
Sistema i capelli frettolosamente, specchiandosi. Mette la giacca è una sciarpa azzurra.
In monolocale è troppo piccolo. Ci stanno giusto i suoi libri.
Per strada l’autunno profuma, l’aria con le minestre della nonna e gelsomino del balcone poco lontano.
Ronald è fermo davanti al suo negozio. Roteando la bacchetta scosta le foglie dall’entrata, un po’
svogliato. Contenta di averlo visto gli scivola al fianco e schiocca un bacio sulla guancia.
-Hermione!-
Lei sorride gentilmente e scivola nel negozio. Stringendo forte la
bacchetta Ron si guarda in giro, solita confusione di fine estate.
Tutti che sgomitano e indubbiamente anche i Tiri Vispi Weasley sono
assaltati da orde di ragazzini estremamente elettrizzati dai mille
scherzi vecchi e nuovi.
Mentre Ron rientra scontra qualche ragazzino dei primi anni
accompagnati dai genitori, sorride per scusarsi e poi si fa largo fra
la folla.
Intravede sua sorella che osserva indecisa uno scaffale e poi
l’altro. Non esamina nulla di particolare, giusto per
divertimento. Arrivato alla cassa circa sei, sette dipendenti stanno
trafficando fra pacchi, fiocchi, borse e galeoni. Il ritratto grande di
Fred sovrasta su tutti e li saluta con il solito piglio ironico. Sotto,
con la china nera, Ron stesso ha scritto “la risata
è l’arma più forte, a Fred”.
George con un foglio di fatture in mano, leggermente in disparte lo
vede arrivare e lo chiama a se. Indicando le scartoffie fa la solita
faccia infastidita e gli indica il magazzino.
-Hermione mi ha detto che ha ordinato qualcosa che ieri non avevamo già più e tu le hai detto che
si trovava sotto..-
Seppur confuso Ron bofonchia un “Sì, certo” e decide
di andare a seguire la ragazza. Certe volte proprio non la capiva. Il
giorno prima era passata quando lui stava chiudendo, Ginny era con lui
perché da qualche tempo a questa parte vedevano George
differente. Hermione era sì unitasi a loro ma non aveva
accennato neanche alla lontana al negozio.
Del resto avevano ben altro di cui pensare. Da poco erano riusciti a
far riaprire il negozio al fratello e gran parte del merito andava a
Ron e alla sua idea di lavorare assieme. Ora non può buttare
nuovamente tutto all’aria. Non adesso che anche la mamma sembra
riprendersi.
-Hermione?-
La riccia é seduta comodamente sulla scrivania su cui si fanno
le buste per ordini e paghe per i dipendenti. Guarda sorniona Ron e con
il piede dondolante lo incita.
-Allora..-
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