Nella
cattedrale di Lier, è tutto così splendente ai
tuoi occhi. Tutto
sembra sorriderti. Sorride il vescovo, sorridono Filippo e Giovanna,
sorridono tutti gli invitati; sorride anche lui, mentre vi scambiate
uno sguardo forse di circostanza, forse per condividere la gioia che
quell'unione ha portato al cuore di entrambi. E' uno sguardo che cela
promesse e speranze, grandi aspettative per quel nuovo, grande regno.
E'
il giorno che aspettavi da tempo, da quando incontrasti per la prima
volta quel ragazzo dall'aria un po' spaesata e la pelle scura. Ti si
era presentato stringendoti un po' troppo forte la mano, con la scusa
che non riusciva a controllare bene i movimenti per via del freddo
del tuo paese.
Arrossisce
un poco quando ti sorride dolcemente, e distogli lo sguardo,
grattandoti nervosamente il naso.
Applaudite,
unendovi al coro festante che batte le mani fragorosamente, tra un
“Lunga vita a re Filippo!” e un “Viva gli
sposi!”. Dopo un
cenno di assenso, vi dirigete verso i vostri nuovi sovrani, e
perfettamente in sincronia, vi inginocchiate al loro cospetto: tu
prendi la mano della regina e la baci delicatamente, con movimenti
eleganti e posati da vero cavaliere; lui si batte il pugno sul cuore
e china la testa. Giurate fedeltà eterna, cieca dedizione,
mettete
la vostra vita nelle loro mani.
Ed
è ancora una volta un crepitare di applausi e un vociare
gioioso, e
le campane annunciano il lieto evento, portano nelle case
più
lontane il suono della festa. Gli abitanti spalancano le finestre
delle loro abitazioni per omaggiare i loro nuovi regnanti e si
affacciano, aspettando che il corteo nuziale passi per le vie
cittadine. Le donne già spettegolano sui novelli sposi, le
bambine
si chiedono quanto saranno sontuosi e ricchi i loro abiti e sognano
di indossarne di altrettanto belli un giorno.
E
mentre la folla accompagna Filippo e la sua consorte fuori dalla
cattedrale, ti senti stringere all'altezza del polso, con una
delicatezza estrema. Quando ti volti, Antonio Fernandez Carriedo, la
Spagna,
ti chiede con gli occhi di non seguire la processione.
Non
capendo bene le sue intenzioni, ti blocchi e le tue iridi violacee
vengono catturate dai suoi occhi smeraldo: non sei sicuro di averne
mai visti di più limpidi.
Le
dita di Antonio si muovono appena, compiono un gesto tanto gentile da
risultare quasi impercettibile. Sembra quasi che abbia paura di darti
fastidio. Scivolano dal polso fino al palmo della mano, e con
attenzione, lo sollevano all'altezza del petto. Ti accorgi solo dopo
qualche secondo che si tratta della sinistra, e non sai cosa
aspettarti.
Poi
eccolo, spunta un piccolo anello d'oro. Ti chiedi dove lo abbia
tenuto tutto quel tempo, perché non ti abbia detto delle sue
intenzioni. Soprattutto ti chiedi come sia possibile che sapesse che
lo desideravi ardentemente. Non hai mai toccato l’argomento,
dato
che lui non ti è mai sembrato il tipo da fare una cosa del
genere.
Sgrani
gli occhi, e cerchi una e mille risposte in quell'enigmatico sorriso
candido; ti perdi tra le sue dita, l'anello che reggono, i suoi occhi
che ti chiedono il permesso di procedere, le vostre mani,
così
diverse, così perfette assieme.
Ma
lui non dice nulla, muovendosi ancora, spostando le tue in modo che
l'anulare sia più visibile e più esposto degli
altri – con
lentezza studiata avvicina il piccolo cerchio d'oro.
Cerchi
di non fargli notare quanto la cosa ti tocchi. La tua espressione
è
la solita corrucciata, ma il tuo sguardo attento e gli occhi
spalancati ti tradiscono. La mano ti trema un po' quando la pelle
viene a contatto col metallo freddo. E quando la fede arriva in fondo
al dito, lui te la bacia, premendo con le labbra per degli istanti
interminabili, toccando, con la sua bocca, anche oltre di esso.
All'improvviso, senti le gote andare in fiamme. Ma non riesci a
proferire parola, o a muoverti.
Antonio
Fernandez Carriedo ti ha appena giurato amore eterno. Dopo un momento
di smarrimento, senti il bisogno di inveire contro di lui, per la sua
mancanza di tatto, di buonsenso, e tante altre cose che ora non ti
vengono in mente, ma soprattutto perché è colpa
sua se ti vergogni
da morire.
Non
fai in tempo a dire nulla, Antonio ti afferra la destra e gira il
palmo verso l'alto: due istanti dopo, compare un altro anello.
Avresti
dovuto pensarci tu, ti rimproveri, anche se non potevi sapere che lui
avrebbe fatto lo stesso. E nel dubbio, hai preferito non correre
rischi inutili e sprecare soldi. Ti incolpi anche per essere sempre e
comunque un grandissimo taccagno.
Deglutisci,
e con gesti impacciati prendi la sua mano sinistra. Con un groppo in
gola, gli infili l'anello, forse un po' troppo stretto per le sue
dita massicce. E proprio nell'anulare sinistro, ha anche un callo da
lavoro. Si scusa per quello, dicendo che è colpa della
zappa, della
vanga, dell'aratro.
Ti
ritrovi a fissare la sua grande mano che si avvicina al tuo viso, si
posa sulla guancia fredda e la riscalda col suo tepore. Antonio
Fernandez Carriedo ha sempre avuto una temperatura corporea
aldilà
dei tuoi limiti di sopportazione. Chiudi gli occhi e ti premi contro
di essa: la pelle ruvida è quasi confortante, è
la sua, è
familiare, ti fa sentire bene. Vorresti che ti toccasse sempre a quel
modo. Dischiudi leggermente le labbra e lo ammiri, nel suo abito di
broccato rosso e oro, avvolto dal mantello di velluto bordeaux
–
quel colore che fa risaltare la sua carnagione olivastra. Ha i
riccioli un po' lunghetti sul collo e attorno al viso. Noti quella
piccola fossetta all'angolo della bocca, e la piccola cicatrice
vicino all'occhio destro. Ti sembra di vederlo per la prima volta,
tanto è diverso con quei vestiti così ricchi e
ricamati. Eppure è
sempre lui, sempre lo stesso Antonio, quello che ti faceva venire il
buonumore ogni volta che eri giù, quello che ti aiutava a
sistemare
il giardino, nonostante avessi tanti servi a tua disposizione, quello
che ti portava a cavallo e che ti raccontava storie incredibili sulla
sua terra; quello che il giorno in cui è stata decisa
l'alleanza tra
la Spagna e l'Austria, mentre osservavate il cielo stellato dal
balcone della stanza degli ospiti nella tua reggia di Vienna, ti ha
baciato senza alcun preavviso.
Lui
si avvicina, un po' come quella sera, piegando la testa di lato. Ma
questa volta sai cosa devi fare: chiudi gli occhi, e aspetti.
Senti
il suo respiro avvicinarsi e un po' titubanti, vi sfiorate a vicenda
le labbra. Le sue sono bollenti e morbide. Ti tiene ancora la mano
nella sua, Antonio, intreccia le dita, toccando la fede fredda; con
l'altro braccio ti cinge la vita. Ritrae le labbra e sussurra
qualcosa sulle tue. E poi vi incontrate di nuovo, e il bacio
è
lento. Sentite le campane suonare ancora, e si mischia alle urla del
popolo e allo scalpitare dei cavalli.
Ma
l'unica cosa che rimbomba ancora nelle tue orecchie è quel
“Te
quiero”
sospirato, basso, e sincero.
Nota dell'autrice:
Okay,
e dopo questa parentesi schifosamente melensa posso anche dedicarmi
all'angst della fic UsUk C:
In
realtà questa fic fa finta di essere pucci e romantica
(cioè lo è, ma in realtà
c'è tutta una cosa sotto un pò contorta. Vediamo
se riesco a spiegare xD)
Rileggendo
qua e là nozioni di storia del periodo Asburgico (la terza
superiore non mi è mai sembrata così lontana XD),
ho trovato poi una piccola biografia su Giovanna La pazza (povera
donna). Diciamo che il suo matrimonio con Filippo il Bello non fu
un'unione felice, per svariati motivi: prima di tutto era stato un
matrimonio di convenienza, come succedeva sempre fra i nobili
d'altronde, in più Filippo la tradiva continuamente
(nonostante lei se ne fosse innamorata); a peggiorare la situazione, ci
si metteva pure la madre che le dava dell'eretica per via del suo
anticonformismo religioso. Ora io ve l'ho detto in due righe,
probabilmente scrivendo anche qualche scemenza, ma sappiate che pure
gli studiosi hanno ancora qualche dubbio in merito sulla
psicoligicamente labile Giovanna di Castiglia... Ma quindi
cos'è che voglio dirvi in merito alla fic, dopo questa
pappardella storica mal scritta? XD Ciò che volevo mettere
in luce è la parte esteriore dell'unione: la facciata
sfarzosa, che fa sembrare questo matrimonio come la cosa più
bella che possa essere capitata. In realtà gli unici felici
per davvero sono Spagna e Austria, che dopo trattative varie finalmente
possono dirsi seriamente "uniti" sotto lo stesso nome. In merito al
pre-matrimonio poi io ho una teoria tutta mia, che è forse
un pò sdolcinata e nemmeno tanto veritiera. Ma credo che la
trattazione della cosa possa essere lasciata ad un altro momento C: Per
ora, spero vi piaccia questa cosina piccina (e spero che la mia
spiegazione si capisca, anche se mi accorgo che è
impossibile... xD)
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