Era sempre stato un ragazzo
solitario,lui.
Era sempre stato il
più taciturno,il più maturo e il più
sensibile fra tutti. Pochi capivano quante sofferenze avesse vissuto
Mikey prima di diventare così.
Pensavano tutti,
famiglia compresa,che avendo ottenuto il successo si fosse
riscattato,ma si sbagliavano e di grosso.
Aveva sempre vissuto
all'ombra anche nel gruppo, in cui spiccavano di più Frank e
Gerard,il fratello.
Pensava di avere
trovato il vero amore, con Alicia, ma anche qui si sbagliava. Era morta
di Overdose,lei.
Dopo
quest'avvenimento,lui stesso smise di assumere sostanze stupefacenti e
non riusciva a capire perché il fratello ne facesse ancora
uso.
Era sempre stato il
figlio poco perfetto, quello preso di mira dai bulli,con voti bassi e
che viveva semplicemente per la musica. Viveva di lei e delle emozioni
che provava semplicemente toccando le corde di quel tanto amato
basso,che iniziò a suonare per entrare nel gruppo.
Poi,naturalmente,ebbe
il successo. Ma quasi a confermare la sua teoria della non esistenza
della felicità, la nonna Helena morì. Era stata
il suo punto di riferimento, colei che lo sollecitava ad andare avanti,
a trovare qualcosa per cui vivere e morire. Lei ballava,anche se lui
non ebbe mai la possibilità di vederla esibirsi. Si
asciugò una lacrima,pensando a quante cose non aveva visto
in sua nonna o in Alicia e pensando a quante non ne vedrà,in
futuro.
Camminava ormai da ore
nella caotica New York,senza paura di essere riconosciuto,ormai. Se
fosse successo, avrebbe cacciato via le ragazzine urlanti.
Ogni volta che
incontrava questo gruppetto di ragazzine gli saliva la rabbia; gli
urlavano "Sei un figo", "Ti amiamo","Sposami". Mai che avesse ricevuto
complimenti per la musica che faceva,mai. Solo per il suo aspetto,che
oltretutto poco gli piaceva. Certo,per rimediare si passava della
matita nera sugli occhi, ma poco cambiava il suo essere alto o il suo
essere molto magro. Portava sempre degli occhiali neri con delle righe
bianche, anche se non ne aveva bisogno. Lo faceva solo
perché gli davano sicurezza. Sì,potrà
sembrare un pò stupido,ma molte volte un accessorio
può conferire sicurezza a molta gente.
Aveva le cuffie
dell'i-pod alle orecchie e queste passavano "Disenchanted",la
canzone,secondo lui,meglio riuscita del gruppo.
You're
just a Sad song; with nothing to say.
Doveva
fare qualcosa, pensò. Qualcosa che per una sola volta lo
facesse sentire al centro dell'attenzione,qualcosa di non sensato e di
cui si sarebbe parlato a lungo. Non era da Mikey essere impulsivo o
irragionevole: era tutto il contrario,lui.
Aveva bisogno di
sentirsi vivo; di stare al centro dell'attenzione, di dare per bene il
suo ultimo saluto a tutti.
Voleva che il suo
'Addio' venisse ricordato,nel corso della storia.
Certo, non aveva
pensato al fratello o agli amici,ma non ci fu neanche una volta in cui
loro pensarono a Mikey.
Correva,quasi,lungo la
Fifth Avenue di New York,deciso a salire su uno dei più alti
grattacieli della Grande Mela,quando gli squillò il telefono.
'Gee' comparse sul
piccolo display del suo Nokia vecchissimo. Un pò
controvoglia,decise di rispondere,almeno per un'ultima volta voleva
sentire la voce del fratello,la stessa che da più di due ore
gli risuonava nelle orecchie,accompagnata dal suo basso e dalle
chitarre.
-Hey,Gee. Dimmi-
disse, cercando di sembrare il più naturale possibile.
Un pregio di Mikey era
che non mentiva mai, o quando lo faceva risultava poco credibile.
-Torna a casa. Non
farlo- gli urlò la voce del cantante dall'altre parte del
telefono. Mikey sudava freddo. Come aveva fatto a scoprire che lui
voleva fare qualcosa?
-Fare cosa,Gee?- gli
chiese, facendo sembrare la sua voce tremante naturale.
Tutta la sicurezza che
l'aveva accompagnato durante il tragitto da casa sua a lì
sembrava svanita, un ricordo,ormai. Era stupefacente vedere come Gerard
fosse in grado di smontare Mikey semplicemente con due parole.
-Abbandonarmi. Sai che
non reggerei il tutto. Smetterò,promesso- sussurava,ormai,in
preda ai singhiozzi.
Mikey
sbuffò. Era davvero ridicolo il fatto che Gerard credesse
che avrebbe chiuso per sempre con tutti perché faceva ancora
uso di quelle sostanze. Era la sua vita,il suo corpo,era libero di fare
quel che voleva, gli aveva detto quando lo scoprì chino su
una striscia di eroina il giorno del funerale di Helena. Aveva
cominciato perché non reggeva il colpo,Gerard. Poi Mikey lo
seguì,senza capire a cosa andasse incontro.
Contemporaneamente conobbe Alicia, con cui si unì in
matrimonio dopo soli 6 mesi. Il loro rapporto si basava sul "Sex,Drugs
& Rock'n'Roll" ,insomma. Dopo neanche 4 mesi,morì.
L'aveva lasciato anche lei e per sempre.
-Non è per
te,lo sai.- si decise a non continuare a negare,ormai era inutile
farlo. Tra lui e il fratello c'è sempre stata una sorta di
'lettura del pensiero': si capivano troppo facilmente,troppo
velocemente.
-Dove sei?-
-Fifth Avenue.-
-Se devi fare
qualcosa,falla con me. Insieme per sempre,ricordi la promessa?- Mikey
strabuzzò gli occhi. Gerard voleva veramente rinunciare alla
sua vita,alla moglie,ai figli, al gruppo per seguirlo
nell'aldilà? No,non l'avrebbe fatto,si disse. Voleva solo
riportarlo a casa,certo. E se l'avesse voluto fare,beh, il gesto di
Mikey sarebbe passato in secondo piano,cosa che non voleva
assolutamente.
Lui stava facendo
tutto questo per essere semplicemente notato,per essere minimamente
considerato quando Gerard. E se questi avesse deciso di chiuderla per
sempre con la vita, l'avrebbe eclissato,di nuovo.
Non poteva permetterlo.
Per sè,per
Lyn-z,per Frank.
Si era buttato su una
panchina,quando 10 minuti dopo vide arrivare il fratello su quella BMW
nera comprata due settimane fa.
-Mikey..-
iniziò il fratello.
-No,taci Gee. Per una
volta,taci. Parlo io,ora.- disse deciso il biondo.-Guardami. Guarda che
vita ho,che sfortuna ho,guardami.-
Gerard non sapeva che
fare. I suoi occhi verde smeraldo erano fissi sui nocciola del
fratello,che si stava torturando i capelli in cerca di qualcos'altro da
aggiungere. Non sapendo che dire,il rosso cantò.
Can
I be the only hope for you? Because the only hope for me is you.
Mikey alzò
lo sguardo sul fratello. Si fissarono in quelli che parvero ore,ma che
in realtà erano pochi minuti.
-Gee,devo farlo.-
disse infine,abbracciando il fratello. Il rosso non sapeva che
fare,come reagire. Come bloccare l'istinto suicida del fratello?
-Tu.non.farai.niente-scandì
per bene prima di tirare uno schiaffo al fratello. Era la seconda volta
in cinque anni che lo faceva: la prima fu quando lo vide sniffare
quella striscia d'eroina. Non voleva che lo seguisse da quel punto di
vista; infatti Mikey ne uscì, lui no.
Mikey si massaggiava
lentamente la guancia,imbarazzato. Abbassò il capo ma questo
non gli permise di nascondere a Gerard il fatto che piangesse. Il rosso
tirò a sè il fratello stringendolo in un lungo
abbraccio.
-Come pensi che farei
senza te, Mikes? Sei mio fratello.-
-I'm not Okay,
ricordi?- disse il biondo asciugandosi le lacrime,senza comunque
sciogliere quell'abbraccio che lo fece stare meglio.
-I promise.- gli
sorrise il fratello.
Ritornarono a casa,
apparentemente 'felici.'
Ma l'aveva
più volte detto,Mikey,che la felicità non
esisteva,così come il per sempre: per far sì che
una cosa lo diventi veramente, bisogna varcare l'ultimo ostacolo, la
morte. Allora sì che sarà per sempre.
Riguardo la
felicità,aveva chiare idee: era un'utopia comune,che nessuno
conosceva ma che chiunque predicava. L'avrebbero capito tutti,un
giorno,ma non sarebbe stato Mikey ad illuminarli.
Già,perché
la sera stessa il biondo disse addio a tutti,sentendosi al centro
dell'attenzione.
Non provava
paura,no,solo pura eccitazione: avrebbe rivisto Helena e Alicia.
Avrebbe rivisto le due
donne che più amava nella sua vita,finalmente.
E con un ultimo
urlo,che diceva 'I'm not Okay,I promise', Mikey Way si tolse la vita.
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