Bella non si
aspettava quelle parole.
Bellatrix
Lestrange non poteva credere che quelle parole, fossero appena uscite
dalla
bocca di sua sorella Narcissa.
Era li ferma
a guardare la sorella, che in quel momento le sembrava una persona
estranea; l’aria
stessa che le circondava si era fatta gelida.
Da che ne
aveva memoria non riusciva a ricordare un momento così
intenso vissuto con sua
sorella.
Dal momento
che si erano sposate tutte e due, i rapporti si mantenevano stabili;
anche per
Bella in un certo senso la vita era cominciata dopo il matrimonio, ma
se per
Narcissa la più grande aspirazione era vivere per suo marito
e per suo figlio,
per Bellatrix l’incontro e il matrimonio con Rodolphus le
avevano fatto
scoprire una vita ben più diversa da quella delle sorelle.
Anche
Narcissa, per lei era troppo rammollita, il rifiuto di farsi marchiare
era
visto come un segno di paura e nessun Black poteva mai avere paura,
specialmente
nell’appoggiare gli ideali della purezza del sangue che fin
da bambine le erano
state inculcate nella testa.
Ovviamente
Andromeda era esclusa da tutto questo. Non si poneva neanche il
problema, lei
non la considerava neanche più sua sorella.
Non c’era
verso, Bellatrix non riusciva a capire Narcissa; e tentava a fatica di
dare un
senso alle parole che aveva appena detto, erano come state pronunciate
in una lingua
che lei non capiva.
“Anche se sono
grande questo non vuol dire che non ti voglio bene! Nè che
non abbia bisogno di
te!”
Narcissa era seduta
sul letto della stanza padronale a Villa Malfoy, guarda verso la
finestra da
cui non entrava neanche un raggio di sole, la giornata era uggiosa come
il suo
umore.
“Cosa?” chiese
sorpresa Bellatrix
“Sei mia
sorella maggiore, dovresti aiutarmi, consigliarmi, starmi vicino quando
ne ho
bisogno”
Era il colmo
pensò Bella, non la capiva proprio.
“Ma se non
facciamo altro che litigare? Tu mi odi”
“Io non ti
odio!” Sillabò furente Narcissa “Puoi
usare la tua corazza da donna dura e
sadica pazza con gli altri, ma con me no! Mi tratti alla stregua delle
persone
che disprezzi... Dannazione perché?”
“Io…” ma si
fermò
“Puoi odiare
tutto il mondo Bella! Puoi disprezzare tutta la comunità
magica, ma dannazione
io sono tua sorella… e tu sei l’unica famiglia che
mi è rimasta. Non posso
contare su nessun’altro e tu non fai altro che trattarmi come
se non fossi
niente per te!”
“Ma cosa
vuoi da me Cissy?”
“Voglio mia
sorella, voglio che mi abbracci quando sono triste, che parli con me
quando
sono sola, che mi conforti nella disperazione e mi appoggi nelle
decisioni… Lo
hai sempre fatto perché adesso…”
Bella la
interruppe,negli occhi un fulmine di rabbia di chi si sente accusato.
“Io non me
lo ricordo!”
Lo sguardo
accusatorio di Narcissa la fece rabbrividire
“Io non sono
così!” notò un tentennamento nella voce
“Non lo sono più, perlomeno…”
Narcissa la
guardò con gli occhi lucidi, con uno sguardo di chi so che
ha già perso in
partenza.
I
sentimentalismi non erano per Bellatrix Lestrange.
Eppure
quando erano piccole lei era sempre stata il suo modello da seguire,
l’orgoglio
da adulare, la sorella maggiore forte che si prendeva cura di lei che
era la
più piccola delle tre.
Si chiedeva
qual’era stato l’istante esatto in cui quella
bambina era morta lasciando
spazio alla mangiamorte.
Se lo
chiedeva e non trovava risposta.
Narcissa si
avvicinò alla sorella e l’abbracciò in
silenzio.
L’ultimo
gesto disperato, se non avesse risposto sarebbe stata
l’ultima volta che ci
avrebbe provato.
Bellatrix
rimase immobile senza fare niente, quando l’abbraccio si
sciolse uscì fuori
dalla stanza e fece pagare ad un paio di sventurati babbani la rabbia
che aveva
nel cuore.
Quella fu l’ultima
volta che Cissy rivide Bella.
File di
cadaveri erano disposte sul pavimento della Sala Grande ad Hogwarts.
La guerra
era finita e messo in salvo suo figlio Narcissa corse a cercare la
sorella.
Cadde a
terra in preda alle lacrime quando vide il suo cadavere.
Andromeda si
voltò verso la sorellina, il viso modificato dai segni del
tempo e le lacrime
che le scendevano, una fugace occhiata verso la sua piccola Cissy e poi
corse
via.
Narcissa
prese tra le sue braccia il corpo della sorella e pianse.
Quella sera una
parte del suo cuore morì con lei.
La guerra le
portò via anche l’ultima sorella.
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