Narnia's
Spirits
[Spin
off]
Fragola
e Limone
I
Pevensie erano tutti
riuniti in cucina, ognuno perso a fare gli
affari propri. Peter stava studiando storia, Susan leggeva una rivista,
Evelyn ripassava delle formule di fisica, Lucy scribacchiava degli
esercizi di matematica ed Edmund era immerso nella lettura di un libro
nuovo.
Nessun
rumore
aleggiava nella stanza, se non i loro respiri regolari, o le
pagine del giornale che delicatamente venivano girate da Susan, che
attendeva che i biscotti infornati poco prima cuocessero.
Un
rumore secco di un
libro che veniva chiuso di scatto fece sussultare
tutti i Pevensie, nessuno escluso. Peter,
Susan, Edmund e
Lucy smisero di fare ciò che li
teneva impegnati, e alzarono lo sguardo su Eve. Questa
se ne stava a
braccia incrociate, appoggiata comodamente allo
schienale della sedia, guardando astiosa il grande tomo di fisica
chiuso e abbandonato malamente sul tavolo.
Susan
guardò uno per uno i suoi fratelli poi, visto che
questi continuavano a osservare Evelyn senza fare nulla, decise di
prendere parola.
-Eve, c'è qualcosa che non va?- le
domandò calma e curiosa, attirando l'attenzione della
sorella su di sé.
-Non stavi studiando fisica?- si unì Peter,
lasciando perdere per il momento storia. Quella
sembrò fulminare il libro nel sentire nominare
fisica, dopodiché prese parola.
-Hai detto giusto Peter, stavo-
calcò l'ultima parola, facendo capire la differenza tra
qualche minuto prima e ora
-E perchè stavi?- le
domandò di nuovo la sorella maggiore, non capendo il
problema, ottenendo in risposta uno sbuffo.
-A
parte che
le formule le so già tutte, quindi non mi diverto a leggere
cose che so già…- iniziò, facendo
capire quanto fosse veloce ad apprendere le formule in una
sola lezione.
-Ma…?- chiese Edmund, attendendo di sapere
dove la Pevensie volesse andare a parare e capendo che c'era
dell'altro.
-Ma è sbagliata!- sbottò quella, con enfasi,
allargando le braccia e indicando il libro. I
fratelli
sussultarono, allontanandosi da Evelyn che sembrava tutto
tranne che tranquilla, aspettando qualche minuto prima di parlare.
-Cosa
è sbagliata?- chiese Lucy curiosa, la prima che ebbe il
coraggio di continuare quell'argomento tanto scottante per la Pevensie.
-La formula! E'
sbagliata!- chiarì la Pevensie, rivolgendosi a Lucy in tono
non arrabbiato, ma sconcertato. Come
quando si scopre
qualcosa che non
può
essere vero.
-Tutto
qui?-
domandò Edmund, alzando un sopracciglio e
guardandola non capendo: tutto quel casino per una formula sbagliata? Eve
lo
fulminò con un'occhiataccia che quello fece finta di
non vedere, tornando poi a dedicarsi alla lettura.
-Sei
sicura?-
domandò Peter, realmente interessato
all'argomento. Era strano pensare che i libri di scuola avessero degli
errori.
-Certo- rispose Eve, aprendo di nuovo il libro e
indicando al fratello maggiore la formula interessata.
-Guarda- iniziò, puntando il dito a fine pagina
-c'è in entrambi i composti un elettrone di troppo- disse
sicura. Peter
esaminò il punto indicatogli, poi sorrise leggermente.
-Vero,
hanno sbagliato in entrambi i casi- constatò, trattenendo
l'orgoglio che provava nei confronti di Eve che si era accorta degli
sbagli. La
sorella richiuse il
libro, poggiandoci poi il mento sopra e
osservando con occhio critico gli altri fratelli.
-Come pretendono che
impariamo le cose, se queste sono sbagliate?- domandò,
apparentemente al vuoto. Susan
però
le rispose, calma e ragionevole come solo lei sapeva essere.
-A volte tutti sbagliamo. Anche i
libri- finì, prima che Evelyn potesse interromperla.
-Si,
ma tre volte nel
giro di quattro paragrafi non ti pare un po'
troppo?- domandò Eve, non arrendendosi. -Poi i professori se
la prendono con noi studenti perche impariamo le cose sbagliate-
finì, appoggiandosi di nuovo allo schienale della sedia con
fare annoiato.
A
quella frase Edmund,
che solo apparentemente stava leggendo, sorrise,
fissandola di sottecchi aiutandosi con il libro
per non farsi notare.
-Quindi,
in pratica,
non hai più nulla da fare?- la voce di
Lucy che porgeva quella domanda ad Eve riportò Edmund alla
conversazione che stava avvenendo tra i fratelli mentre lui era perso
in tutt'altri pensieri.
-No, nulla- proferì Evelyn lanciando
un'occhiata al libro, il tono di voce leggermente annoiato.
-Perché?- chiese poi, curiosa, facendo ciondolare la testa
da
un lato e studiando Lucy, come se avesse intuito che c'era sotto
qualcosa.
-Allora
potresti
andare dalla zia!- saltò fuori la
sorellina, allegra ed euforica senza un apparente motivo. Evelyn
la
guardò, non capendo
l'entusiasmo di Lucy.
-Dalla zia?- La piccola Pevensie annuì
più volte, mentre un sorriso spuntava sul suo volto, ed
Eve la studiò alzando il mento e guardandola con aria
critica, arricciando il naso.
-Perché?- chiese lentamente, scandendo bene la
parola e incrociando le braccia al petto.
Lucy
lanciò
uno sguardo a Susan, che capendo il tacito
messaggio della sorella annuì e si alzò dalla
sedia, avvicinandosi alla credenza.
-Oggi la mamma mi ha dato un pacco
da consegnare alla zia- spiegò la sorella maggiore, mentre
si alzava in punta di piedi per prendere qualcosa in un armadio del
mobile. Esultò
quando arrivò a prendere un oggetto
incartato in una stoffa blu, e lo poggiò al centro del
tavolo in modo che fosse visibile a tutti i fratelli.
-Che
cos'è?-
domandò curiosa Evelyn, osservando la forma squadrata che
assomigliava molto ad un barattolo esagonale. Di quelli che si usano
per il miele o le confetture di frutta fatte in casa.
-Dovrebbe
essere del
cibo straniero che mamma e papà hanno
comprato quando sono andati in America, mentre noi eravamo a casa del
professore in vacanza- spiegò Peter, rabbuiandosi al ricordo
dell'armadio-guardaroba, seguito subito dai fratelli.
Quanti
ricordi, legati
a quel posto. Legati
a
Narnia. Ricordi
legati
alla loro vita. Quell'attesa
era snervante.
Evelyn
fu la prima che
si riprese, perché quella spiegazione
non le faceva intuire nulla di buono e per scacciare il silenzio
pesante che si era infiltrato tra di loro.
-Quindi questo va consegnato alla zia?- chiese, osservando uno per uno
i
fratelli, per vedere le loro reazioni: quelli annuirono.
E
visto che lei non aveva nulla da fare…
-Fatemi
indovinare: devo andare io?- più che una domanda
quella suonò come un affermazione.
-Esatto-
esalò Edmund, lasciando perdere il libro. Evelyn
boccheggiò, indignata che tutti si fossero messi d'accordo
per farle fare quella consegna.
-Da sola?- chiese, sconcertata.
-Io devo controllare i biscotti-
disse Susan, indicando con un cenno il forno dal quale iniziava a
provenire
un
buon profumo invitante e mimando un piccolo sorriso di scuse.
-Io devo studiare storia per un esame
importante- spiegò Peter, indicando il libro sul quale stava
da almeno due ore. Si mise le mani nei capelli, facendo capire quanto
gli pesasse dover restare attaccato alla sedia.
-Io...
devo finire i
compiti- s'unì una realmente dispiaciuta
Lucy, mostrando ad Eve un'espressione di tentennamento. Avrebbe
volentieri accantonato algebra per fare compagnia alla sorella.
Le sarebbe realmente piaciuto andare a fare
un giro, come quando a Narnia lei ed Eve facevano infinite
camminate nel bosco dell'Ovest ridendo con le driadi, e ricordando i
pomeriggi passati a giocare nel mare dell'Est, insieme a Tumnus, alla
signora Castoro e un reticente signor Castoro non molto incline agli
spruzzi d'acqua salata.
E dire che viveva su una
diga, prima del loro
arrivo.
Ma
si
comportava con
loro due come un nonno burbero ma affettuoso si
comporta con i nipoti, e perdeva serate intere a raccontargli le
leggende che Narnia stessa narrava, seduti comodamente davanti al
camino.
Lucy
sospirò, affranta a quei ricordi, poi spostò
la sua attenzione su Eve, che per tutto il tempo aveva continuato a
guardarla; la sorella maggiore sembrò leggerle nella mente,
perchè le sorrise rassicurante, come poche volte faceva. La
piccola Pevensie
ricambiò il sorriso, gli occhi azzurri che
sprizzavano la gioia di aver potuto vivere quegli anni fantastici,
dopodiché entrambe spostarono la loro attenzione su Edmund:
questi le guardò, sollevando un sopracciglio e lasciando
perdere il libro.
-Tu non hai nulla da fare, Ed?- lo canzonò la maggiore,
accennando all'oggetto che il Pevensie reggeva in mano, e
aspettando la risposta del fratello unirsi a quelle degli altri tre.
-Devo leggere- le disse, alzando leggermente il libro per indicare
l'oggetto tenuto ancora come nuovo.
-E
va bene- concesse, sospirando, alzandosi dalla sedia per infilarsi il
cappotto, riposto su una poltrona del salotto
insieme a quelli dei fratelli. Quando
se lo fu messa, tornò in cucina per
prendere il pacchetto, che nel frattempo Susan aveva accuratamente
riposto in una busta. Evelyn
la prese,
sorridendo leggermente in direzione dei fratelli.
-Grazie Eve- le sussurrò Susan, baciandole la fronte con
fare materno.
-Ma figurati- le disse di rimando la Pevensie,
sorridendole di più. Lucy
si
alzò dalla sedia, andando ad abbracciare Evelyn
stretta stretta come se questa stesse partendo per una missione da cui
non sarebbe uscita viva.
-Ehi, Lu, guarda che torno- le fece notare
Evelyn, staccandosi leggermente da lei.
-Non si sa mai- le disse la
sorellina, ed Eve corrugò la fronte aprendo la bocca ad O,
senza parole.
-Andrai a casa di zia Alberta, e con tutta
probabilità vedrai Eustachio- le espose Peter, che le aveva
raggiunte con Edmund, in tono calmo. Prese Lucy per le spalle,
avvicinandola a se per lasciare spazio ad Eve. La
Pevensie
sbarrò gli occhi a quell'affermazione.
-Cosa?!-
esplose, stringendo la mano sulla busta di plastica con fare irritato.
-Ma si… non l'avevi capito?- le domandò Edmund,
non capendo.
-Si ma, cioè… no! Vedrò
Scrubb!- esalò poi, gli occhi persi nel vuoto. Ora capiva
perchè nessuno voleva andarci ed era toccato a lei!
-Solo per
pochi minuti- tentò di rincuorarla Susan, ed Eve le rispose
con un'occhiata fulminante.
-Ecco
perchè tutti
avete qualcosa da fare!- sbottò, guardandoli uno per uno,
non soffermandosi però su nessuno in particolare. Peter
sorrise.
-Eddai
Eve, sei l'unica a cui Eustachio non da fastidio e
che ha un minimo di dialogo con lui- le fece notare. Evelyn
si
ritrovò d'accordo con lui nonostante tutto, e insieme a lei
gli
altri Pevensie che annuirono.
-Si
ma… mi
farà vedere i suoi scarafaggi-
notò inorridita e un po' in pena per quelle povere bestiole
che avevano avuto la sfortuna di incontrare suo cugino mentre vagavano
tranquillamente per la loro strada.
-Serve
una persona
scaltra per questa missione e…-
iniziò Edmund, facendo vagare lo sguardo sui fratelli che lo
guardavano curiosi di quel discorso.
-… oh! Ne trovo una
proprio davanti a me- fece con un sorriso tra l'ironico e il ghignante,
rivolto alla sorella. Non fu chiaro se fosse un tentativo di
rincuorarla e quella rispose con una smorfia.
-Devo solo consegnare un pacchetto- fece notare,
alzando un sopracciglio. Il
minore dei Pevensie
parve offeso da quell'affermazione.
-Uffa
però…- iniziò a borbottare qualcosa
d'incomprensibile, che però fece sorridere i fratelli.
-Edmund, vuoi accompagnarmi?- gli chiese Evelyn, a quel punto,
realmente interessata. Quello
fermò il fiume di parole apparentemente
incomprensibili che stava dicendo, e si bloccò a fissarla.
-Immagino di non avere scelta- fece,
rivolgendosi anche a Peter, che in risposta annuì. -Fuori
potrebbe far buio presto- fece notare il maggiore. E la notte spesso
portava solo una cosa in quel periodo: i bombardamenti.
-Ma se siamo a
Maggio!- lo rimbeccò Lucy, indicandogli il cielo sereno al
di fuori di casa e il sole che splendeva ancora alto. Susan
sorrise, mentre
si scambiava uno sguardo con Eve ed Edmund.
-Difatti fa caldo, e avrei voglia di un bel gelato- fece notare la
più grande tra le Pevensie, poi un'idea balenò
nella sua mente.
-Eve! Ed!- li richiamò, e questi
sobbalzarono presi alla sprovvista -perchè dopo al ritorno
non vi fermate a prendere un gelato per tutti?-
-Volentieri, ma non ho soldi- disse Edmund, indicando il vuoto con le
mani.
-Si, gelato!- fu la risposta di Lucy, che aveva iniziato a
fantasticare entusiasta.
-Se il problema sono i soldi…-
iniziò Peter, lasciando andare la sorella più
piccola che corse incontro ad Evelyn per dirle che gusti desiderava -li
ho io- disse, andando in camera a prendere il portafoglio. Tornò
con
qualche banconota, che consegnò ad
Edmund.
-Voi che gusti volete?- chiese Evelyn, rivolta a Susan e Peter.
-Se ci fosse la crema andrebbe meglio- disse la prima.
-Per me invece
è indifferente- proferì Peter, sorridendo in
direzione dei due fratelli che erano sulla soglia di casa.
-Va bene. A
dopo allora!- salutò Evelyn, mentre Edmund si
limitò ad un gesto con la mano.
***
“Dunque:
Lucy
mi ha detto che vorrebbe vaniglia e nocciola,
per Peter farei un semplice cioccolato e panna, mentre per Susan
crema”
-Edmund,
tu che gusti
prendi?- chiese, rivolta al fratello che camminava
da parte a lei.
-Io?- chiese quello, poi sembrò pensarci su,
mentre Eve lo guardava in attesa di risposta. Non ci aveva
effettivamente pensato.
-Latte e menta-
esordì, poco dopo.
-Tu invece?- chiese poi, rivolto ad una
Evelyn che non aveva ancora pensato per se.
-Giusto, io… io fragola e limone!- proferì poco
dopo, con gli occhi che brillavano.
-Sai
che spesso non si
trovano- le fece notare Edmund.
-Lo so-
notò Eve, tristemente. Non sapeva perchè alcune
gelaterie non sempre avevano i gusti che desiderava. Soprattutto la
fragola, dicevano dipendeva dalla stagione.
-Ma se non ci sono vorrà
dire che per me non è giornata di gelato- disse, alzando le
spalle mimando un'indifferenza che in realtà non provava: il
gelato le andava, e molto. Era
da tantissimo che
lei e i fratelli non lo mangiavano.
***
-Siamo
arrivati- la
voce di Edmund la riportò alla
realtà, ed Evelyn vide che erano arrivati
dalla zia. Suonò
il
campanello, e in poco tempo zia Alberta
arrivò ad aprire. Appena
li vide li
guardò un attimo sbigottita,
dopodiché gli fece gesto di entrare. Prima
di mettere piede
in casa però, Eve si sentì
di fare quella domanda che l'assillava.
-C'è Eustachio per
caso?- domandò con un filo di voce, come per non farsi
sentire; zia Alberta sembrò sorridere.
-Si, è di
sopra in camera sua- spiegò -ma entrate dai, non state
lì impalati- li invitò poi, e Edmund ed Evelyn
furono
costretti ad obbedirle mentre speravano entrambi che il loro cugino
fosse impegnato con dei molto più interessanti insetti per
scendere al piano di sotto. La
zia li condusse in
cucina, dove stava pulendo dei soprammobili.
-Cosa
ci fate qui?- domandò, guardando i due nipoti.
-Ti dobbiamo
consegnare un pacco da parte di mamma e papà-
spiegò Eve, posando la busta sul tavolo. La
donna lo prese, e
scartò in fretta la carta blu,
osservando poi il contenuto.
-Quella
confettura che
le aveva chiesto- mormorò tra il
sorpreso e il soddisfatto.
-Ringraziatela da parte mia- disse poi,
rivolta ai due ragazzi.
-Certo- iniziò Edmund -noi ora
dobbiamo andare- disse poi, per andare via il prima possibile da
lì. Sperò di non essere sembrato troppo
sbrigativo o sgarbato.
-Non vi fermate un po'? Siete appena arrivati, dopotutto-
disse la zia, avvicinandosi ai due e indicando la sala.
-A dire la verità
dobbiamo andare, dobbiamo anche fermarci in un altro posto-
spiegò Evelyn, cercando di non far notare l'impazienza.
-Ho
capito. Allora vi auguro buona giornata ragazzi, e salutatemi i vostri
fratelli- disse Alberta, accompagnandoli alla porta e aprendola. Eve
ed Edmund uscirono
di casa e involontariamente si sentirono più tranquilli.
-Certo, sarà fatto- promise
la Pevensie, con un sorriso stampato sul volto. Dopo
altri
convenevoli, i due erano già sulla via di
ritorno, ed entrambi tirarono un sospiro di sollievo.
-Fortuna che non
abbiamo incontrato Scrubb- fece Eve, sollevata.
-Probabilmente era impegnato a sezionare qualche povero scarafaggio-
notò Edmund, senza il minimo tatto. Evelyn
lo riprese per il tono usato,
tirandogli un lieve pugno sulla spalla.
***
Fermarono
il loro
bisticcio quando giunsero davanti ad una gelateria,
ed Edmund tirò fuori i soldi, pratico, vedendo quanto Peter
gli aveva lasciato.
-Che gusti devi prendere?- chiese poi alla sorella,
mentre iniziavano ad entrare, e quella iniziò ad elencare.
-Dunque,
tu vuoi latte
e menta, Susan la crema, Lucy nocciola e
vaniglia e per Peter farei cioccolato e panna, tu che dici?- chiese,
rivolta al fratello in cerca di appoggio.
-Si direi che per Peter va bene. E tu fragola e
limone, no?- rammendò il Pevensie, mentre osservava un uomo
davanti a loro dire i gusti per un cono.
-Giusto- sussurrò
Evelyn, iniziando a sbirciare in anteprima i gusti.
-Edmund...-
proferì poi -non c'è la fragola, come tu avevi
detto- fece notare, guardando il bancone con i
gusti esposti. Si sentì colpita dalla sfortuna per
l'ennesima volta - anche se si trattava di una cavolata.
-Eve, ma io scherzavo un po'! Non pensavo che veramente,
anche questa volta…- iniziò il Pevensie,
realmente dispiaciuto, ma Eve lo bloccò.
-Tranquillo- gli
disse, sorridendogli. -Evidentemente non era destino. E poi, non
è che mi vada molto il gelato alle cinque di pomeriggio-.
Edmund
si
fermò a fissarla, mentre vedeva invece il
dispiacere negli occhi della sorella - e la conosceva troppo bene, che
poteva ingannare tutti ma non lui. Stava per dirle qualcosa ma venne
interrotto.
-Desiderate?-
la voce
della commessa lo riportò alla
realtà, ed in silenzio osservò Evelyn fare le
ordinazioni per tutti.
***
-Edmund,
reggeresti tu la vaschetta?-
gli chiese Eve, mostrandogli il rossore che iniziava a diffondersi
sulla sua mano.
-Sicura che non vuoi il gelato? Potevi scegliere altri gusti- le fece
notare, prendendosi carico del sacchetto. Quella
rise, ma Ed non si sentì sollevato per quella risata.
-Certo!
Tranquillo Ed, sarà per un'altra volta-.
Quando arrivarono a casa, un'impaziente Lucy corse
ad aprire la porta, per poi saltare al collo di Eve, rischiando di
soffocarla. Fu
poi tenuta a bada
da Peter, che la prese nuovamente per le spalle.
-Avete trovato tutto?- domandò Susan, spuntando dalla
cucina. I due
Pevensie fecero
per rispondere, ma la loro attenzione fu attirata
dal buon profumo che la maggiore tra le sorella Pevensie si era portata
dietro.
-Hai sfornato i biscotti?- domandò Evelyn, annusando
l'aria.
-Qualche minuto fa- spiegò Susan, soddisfatta
del suo operato.
-Si, abbiamo trovato il gelato- fece Edmund,
rispondendo alla domanda.
-Peter,
per te abbiamo
preso cioccolato e panna, va bene?-
domandò Eve, guardando il fratello maggiore lasciare andare
Lucy che seguì Susan in cucina. Quello sorrise, seguendo le
due sorelle in cucina.
-Certamente-.
***
-Ma
Eve, e tu?-
domandò preoccupata Lucy, vedendo che la
sorella non aveva davanti una coppa di gelato. Quella
le sorrise
dolcemente, rassicurandola e mettendo una mano sotto al mento.
-Tranquilla Lu, i gusti
che volevo io li avevano finiti e altri non mi andavano-
spiegò calma. -Gustati il
gelato anche per me- cercò di risollevarle il morale.
Quella
sorrise poco
convinta, iniziando poi a mangiare il gelato.
-Che
buono- sospirò Susan, pulendosi la bocca.
-Eve, a te bastano quei
biscotti?- domandò, osservando la sorella sgranocchiare i
biscotti ancora caldi con poco interesse. Quella
si riprese, togliendosi dalle proprie riflessioni.
-Certo!- disse,
contenta. Guardò poi fuori
dalla finestra, e la sua attenzione fu attirata dall'albero in giardino
dove era solita sedersi con Edmund
-Vado un po' fuori-.
***
I
suoi passi erano
attutiti dall'erba, e la brezza primaverile stava
lasciando posto per quella più torrida e calda dell'estate. Fortunatamente
quella
sera c'era ancora quel venticello fresco che
porta fresco dalla calura estiva.
Evelyn
si sedette
sull'erba, appoggiando la schiena all'albero e
lasciandosi cullare dalla musica del vento che le scompigliava i
capelli raccolti in una crocchia poche ore prima. Faceva
caldo, ma era
un caldo sopportabile. C'era l'aria, ma era aria
che danzava nell'aria. C'era
il sole che
splendeva ancora, senza però dare
fastidio.
Perfetto.
Se
pensava bene, Eve
poteva sentire gli odori dei fiori di Narnia, e il
mare dell'Est contro gli scogli. E
pensare di essere
seduta su una distesa immensa di erba verde
smeraldo.
Che
bella sensazione
di pace.
Si
svegliò
di soprassalto sentendo il rombo di un auto
provenire dalla strada.
-Cavoli,
mi sono
addormentata!- constatò, stropicciandosi
gli occhi e facendo mente locale. Il rumore l'aveva spaventata talmente
tanto che si era ritrovata seduta.
-Per quanto tempo avrò dormito?- si chiese,
guardandosi intorno: osservò il cielo iniziare a diventare
azzurro scuro, mentre il rosato e l'arancione iniziavano a scomparire.
“Sicuramente
per un tempo non indifferente”
constatò.
Un rumore di passi che
si avvicinava velocemente la fece distogliere da quei pensieri, e si
voltò verso la fonte di quei suoni.
Edmund,
trafelato,
arrivò davanti alla sorella e le porse un
pacchetto, sedendosi poi al suo fianco senza una parola. Eve
studiò
la busta, e visto che il fratello non dava
spiegazioni e cercava di riprendere fiato l'aprì, rivelando
ciò che stava
all'interno.
-Gelato?- domandò, non capendo, guardando poi
Edmund interrogativa.
-Non è vero che del gelato non
t'importava nulla- le spiegò lui, dopo aver annuito e
sorridendole.
-Sono fragola e
limone?- chiese, intenerita dalla premura del fratello e guardando i
gusti. Sentì un piacevole calore alle guance e uno
sfarfallio al cuore per quel pensiero inaspettato. Edmund sapeva
leggerla forse meglio di se stessa. Non provò neppure a
sgridarlo per aver perso tempo in una cosa che non gli era stata
chiesta di fare.
-Si,
e per trovarli mi sono girato cinque quartieri mentre tu dormivi-
Evelyn a quelle parole sgranò gli occhi, non sapendo cosa
dire, ma ci pensò il fratello a riempire il silenzio.
-Quindi ora,
per favore, sorridi veramente-.
Era da tempo che non sorrideva con gusto, per vera gioia. Aver lasciato
Narnia l'aveva distrutta internamente ed Edmund aveva notato quella
tristezza rendersi parte del suo umore sempre più spesso.
La
sorella
osservò prima lui e poi la coppetta, che aveva preso in
mano, trattendosi a stento dal far diventare gli occhi lucidi per la
felicità.
-Grazie...-
Ed
Evelyn Pevensie
sorrise.
Questa
è la prima shot spinoff che pubblicai quando ancora sul sito
avevo in corso la prima versione di Narnia's Spirits, per questo
è precedente come data di pubblicazione. Ho provveduto
ovviamente a sistemarla e riscriverla meglio, perchè la
prima
versione faceva effettivamente pena, ma fondamentalmente non
è cambiato nulla e l'ho lasciata. E' un
po' come testimoniare che Edmund ed Evelyn c'erano già da
molto tempo.
Per la storia del gusto alla fragola che non sempre
c'è, prendetela alla larga: fondamentalmente Eve
è una sfigat- ehm... diciamo che essendo negli anni '40, in
più della guerra, magari non c'erano tutti i modi moderni
per conservare e far crescere frutta e verdura anche fuori
stagione, e che quindi "scarseggiava".
Ringrazierò
chiunque leggerà questa shot
Un
bacio
D.
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