“Come sono andati,oggi,gli allenamenti?”
Artù guardò suo padre e sorrise.
“Molto bene! Mi reputo alquanto soddisfatto.”
In quel momento gli si affiancò Merlino, che quella sera con
Gwen era addetto a servire il tavolo, sebbene ci fossero solamente Artù, Re
Uther, e Lady Morgana. Il moro si sporse per riempire il calice del suo
Principe, che sorrise facendogli un piccolo occhiolino. A cui Merlino rispose
con un largo sorriso.
Dei, non so mai che
cosa fare quando è vicino…
“Artù? Artù, ma mi ascolti??”
La voce di suo padre, in particolar modo il suo tono irritato, lo distolse in maniera quasi
brutale dai pensieri in cui era caduto. E preso di sorpresa fece un lieve balzo
sulla sedia e rovesciò sbadatamente il suo calice.
“Cosa..?”
Uther lo guardò
preoccupato e perplesso.
“Ti senti bene, figliolo?”
Ovvio! Sto
MERAVIGLIOSAMENTE bene!, pensò. “Sì.. Sì, scusate. Sono semplicemente un
po’ stanco. Un po’ di riposo, e sarò come nuovo.”
Morgana, rimasta in silenzio per tutto il tempo, aveva
notato perfettamente lo scambio di sguardi tra il fratellastro ed il suo
fedelissimo e leale servitore; così come aveva già compreso da un po’ che cosa
c’era fra i due ragazzi.
“Beh, puoi andare in questo caso.”, disse il Re, “Va pure
nelle tue stanze. E riposati.”
Artù si alzò con un
piccolo inchino, salutò Morgana con un sorriso sincero e si recò verso le sue
stanze, dove si buttò sulla sua solita
sedia, sospirando. Davanti a lui delle carte che doveva controllare per il padre, che però fissava
senza realmente guardare. Assorto com’era
nei suoi pensieri.
Ma perché mi sento tanto … incapace?! ,pensò
prendendo un respiro profondo, E va bene,
Artù. Mantieni la calma, ok? Basta
non pensarci. : detto, anzi pensato
questo prese la piuma, la immerse nella boccetta dell’inchiostro e si concentrò sui compiti che doveva
svolgere; suo padre era parso contrariato
per il suo comportamento. Doveva dimostrargli che stava bene.
TOC- TOC.
Il suo cuore prese a battere a ritmo frenetico: se conosceva
bene le abitudini sue e della persona a cui stava pensando, a quell’ora poteva
essere, al 98% delle possibilità, proprio lui…
Ma vinse il restante 2%: dalla porta fece capolino la testa
di Morgana. E sorrise.
“Morgana. Entra pure…”
La ragazza, con un sorriso più falso che mai, chiuse la porta e lo guardò.
“Ero preoccupata per te, Artù. Non eri tu a cena…”
Come sempre da qualche
mese a questa parte… , pensò. “Come ho detto, è
solamente un po’ di stanchezza.”
“Davvero?”
La ragazza restò a fissarlo per qualche istante, dopodiché
avanzò verso di lui. Superandolo. E dirigendosi verso il tavolo davanti alla
porta, dall’altra parte della stanza, per versarsi dell’acqua.
“Sì..”
“Che strano … Avrei detto che il tuo bizzarro comportamento
fosse dovuto alla presenza di Merlino
nella stanza.”
TU-TUM. Il solo sentir nominare il suo nome, faceva
schizzare il suo cuore a 3000. NO. NON PUO’ ESSERE, NON E’ POSSIBILE … NON
PUO’ AVERLO CAPITO…,pensò.
“Non ho idea di che cosa tu stia parlando.”
Lei si versò un po’ d’acqua, e scoppiò a ridere.
“Ah no, eh?”, poi si sedette e lo fissò, “Artù, anche un
cieco lo vedrebbe che provi qualcosa per
lui.”
Il Principe sentì il cuore fare un balzo, e alzò lo
sguardo su di lei per scrutarla qualche
istante negli occhi, poi fece un mezzo sorriso.
“E’… così evidente?”
Lei sorrise: un sorriso di puro e malvagio trionfo che Artù,
accecato dall’affetto, non interpretò.
“Beh, è evidente PER ME perché ti conosco bene.”
Lui sospirò.
“Ho … Provo dei sentimenti molto forti e profondi, per lui. Io non so come… Non so spiegarlo!”
Morgana gli sorrise.
“E sei pienamente ricambiato! Lui prova le stesse cose per
te.”
Il cuore di Artù batté, se possibile, ancor più forte.
“Ti ha detto qualcosa?”, le chiese
“Parla di te DI CONTINUO!”, rise
lei, “Eviterò comunque di ripetere ciò che mi sento dire. Il tuo Ego è già
colmo di suo. Ma ciò che ti posso dire, è… che da
qualche mese a questa parte, quando gli sei vicino non sa come comportarsi, o..
cosa dire.”
“Non è il solo…”, sussurrò lui.
Poi guardò davanti a Sé con espressione beata e sorrise. Per
qualche secondo i suoi pensieri vagarono, provando ad immaginare che cosa potesse dire di lui.. se ne parlava
sempre male oppure soltanto bene, nonostante tutto. Se…
La sua espressione si rabbuiò. E Morgana
aspettandoselo si finse triste.
“Cosa c’è che non va, Artù? Parla con me.”
“Quello che… Che provo mi fa male,
Morgana. Mi distrugge e mi… dilania! Perché so che
non potrò mai averlo.. Che niente potrà mai esserci tra di noi...”
Morgana fece l’espressione più perplessa e triste che
riusciva a fare, ovviamente falsa, e si avvicinò a lui sporgendosi. Posando una
mano su quella del fratellastro. E guardandolo negli occhi.
“Se è Merlino che desideri… perché
rinnegare te stesso?”
Artù sospirò. Lasciandosi cadere all’indietro poggiandosi
allo schienale.
“Mio padre vuole che io mi sposi, lo sai. Per il Bene di
Camelot. Sono il futuro Re, Morgana. Devo pensare al mio popolo. Non posso
permettermi di pensare a me stesso. E comunque non accetterebbe mai il mio
amore per Merlino.”
Lei sbuffò.
“Uther non sa nulla dell’Amore!”, poi gli sorrise, “Perché
non passi un po’ di tempo con Lui? Ne sarebbe felice! E anche a te farebbe
bene, Artù. Andiamo … AL momento ci pensa Uther a fare il Re..”
Artù la guardò, poi si alzò girando attorno alla sua sedia,
incrociando le braccia e riflettendo
fissando il Fuoco.
Morgana in fondo ha
ragione.. E’ tanto che non passo SUL SERIO del tempo con Merlino. E, Dei, mi
manca da impazzire tutto il tempo che passavamo a scherzare e prenderci in
giro! E per il momento c’è mio padre che governa su Camelot nel migliore dei modi.
“Hai ragione”, si voltò e le sorrise, “Appena mi sarà
possibile, mi prenderò qualche ora di pausa da tutto il resto. Ti ringrazio,
Morgana.”
Lei si alzò sorridente, e lo abbracciò baciandolo sulla guancia.
“Non dirlo neanche! Ti voglio bene. Sei come un fratello ,
per me. È il minimo che posso fare, per te.”, e uscì.
Dopo nemmeno cinque minuti, Artù era già tornato verso il
tavolo, preso una pergamena bianca e aveva preso nuovamente in mano la piuma,
scrivendo qualche cosa sulla pergamena stessa. Poi piegò il foglio a metà, e
aprì la porta della sua stanza guardandosi attorno. Sapeva che a quell’ora
c’era il cambio delle Guardie. E se la memoria non si sbagliava, quella sera
c’era la Guardia più fidata.
“Leon.”
Un giovane sulla
trentina, biondo, con un accenno di barba, si avvicinò e gli sorrise.
“Sì, Sire? Posso fare qualche cosa per voi?”
“Porta questo a Gwen.”, disse porgendogli il foglio
“Stanotte fai la guardia nell’Ala Ovest, giusto? È dove si trovano le stanze di
Morgana… Dì a Gwen di consegnarlo a Merlino. È
importante. Molto.”
Lui annuì serio.
“Vado subito a consegnarlo a Gwen. Non tradirò la vostra fiducia.”
“Lo so.”, sorrise lui, “Per questo ho affidato questo compito a te, fra gli altri. Grazie,
amico. Sono in debito.”
Leon andò subito, a passo spedito, verso l’Ala Ovest, verso
le stanze di Lady Morgana. La ragazza era assente, ma Gwen stava sistemando al
meglio le ultime cose prima di andarsene a dormire a casa sua. Sorrise al ragazzo, che conosceva
da quando era bimba.
“Ciao! Cercavi Morgana?”
“No. Te.”, tirò fuori la pergamena, “E’ un messaggio per
Merlino. Da parte del Principe. Mi ha detto che è estremamente importante. Di
consegnarlo a te, che devi darlo subito a lui.”
Gwen osservò il foglio, e tra i baffi sorrise: forse,
finalmente, era giunto il momento che il suo migliore amico attendeva da ormai
tanto tempo..
“Grazie. Mi affretto a
consegnarglielo.”
Leon uscì dalla stanza con un piccolo inchino, a cui lei sorrise. Dopodiché
la giovane sistemò bene il letto della sua Signora, e uscì dalla stanza. Prese
il corridoio più illuminato del
Castello, e uscì dal portone secondario. Quella era la strada più veloce per la casa del suo migliore amico. E di
Gaius. Difatti arrivò in meno di cinque minuti: visto la tarda ora, bussò piano
anche se sapeva che stavano svegli sino
a tardi.
“Chi è a quest’ora?”
Gaius sbuffò.
“Come faccio a saperlo! Apri e lo scopriremo, pigrone.”
Merlino si alzò dalla sedia ridendo, e andò ad aprire la
porta. Sorridendo affettuosamente alla
persona che si trovò davanti.
“Gwen!! Ciao! Entra pure.”
“Grazie.. Ciao Gaius. Scusate per l’ora tarda.”, disse
entrando.
“Puoi venire a che ora vuoi.”le sorrise Gaius, “Possiamo
fare qualcosa per te, Ginevra?”
Lei scosse la testa sorridendo.
“No. Sono qui per consegnare un biglietto a Merlino.”,
glielo porse sorridente, “E’ da parte del Principe Artù.”
TU-TUM.
Artù… Artù mi ha
scritto un biglietto..? , lo aprì di fretta e lo lesse sentendo il cuore
esplodere di gioia, Ditemi che è un sogno… Questo non può essere vero.. Non ci posso..
“Merlino! Allora??”
Il ragazzo guardò il suo mentore, che lo guardava
preoccupato. E Gwen che sorrideva. E rise di gioia.
“Artù... Il Principe vuole passare del tempo con me.”
I due si guardarono: Gwen più sorridente che mai, Gaius
meravigliato. Ma sorrideva.
“Intendi…?”
“Beh, immagino di sì..” si sedette, “I..Io non so…”
Gaius sorrise.
“Il mondo è uno strano posto, Merlino. Te ne accorgerai,
ragazzo mio! Tutto può accadere.”
“Ma..”
Gwen si avvicinò al
suo migliore amico.
“Vuoi che gli riferisca che non vuoi..?”
“NO! Cioè…”, sospirò.
E lei rise.
“Merlino. Lui ti piace?”, il ragazzo annuì, “E tu piaci a
lui?”, di nuovo annuì, “E.. Non è questa l’unica cosa che conta davvero?”
E’ l’unica cosa che
conta davvero… Gwen ha ragione. La dovrei smettere di
farmi tutti questi problemi. Scommetto che quel Lucertolone Millenario di
Kilgharrah sarebbe estremamente contento di tutto ciò..
“Sì. D’accordo, allora…”
“Bene! Hai preso la decisione più giusta, Merlino. Ah.”, lo
guardò seria, “Se vedi che è una situazione, come dire…
‘sciolta’ abbastanza… Parlagli. Anche di Quella cosa.”
Gaius sospirò.
“Ginevra ha ragione, Merlino. È una cosa che devi dirgli
quanto prima. Più tempo sprechi, più possibilità ci sono che si infuri come una
belva..”
Lui sospirò.
“Avete ragione anche per questo. E va bene. Se siamo
abbastanza rilassati, gli parlerò del mio Dono.”
Gwen uscì dando la buonanotte ai due, e prima di andare a
dormire, tornò dentro al Castello rintracciando la Guardia che le aveva consegnato il biglietto poco tempo prima. E
gli sorrise trovandolo davanti alle stanze della Lady che lei serviva,
“Si vedranno? Dimmi di sì.”
Lei rise.
“Sì. Domani mattina. Finalmente! Temevo che avrebbero perso
la loro occasione.”, rispose lei.
“Già!”, esclamò lui, “Quando ho visto quel biglietto ho
pensato ‘ei.. magari è la volta buona.’.
Perfetto. Allora tu vallo a riferire ad Artù, poi vieni da me tanto ripassi da
qui. Io informerò Merlino.”
La ragazza sorridendo bussò alla porta di Artù, che
l’accolse con un largo sorriso.
“Oh. Gwen. Ti aspettavo. Allora..?”
“Missione compiuta, Sire.”, rispose inchinandosi, “Il vostro
servitore manda a dire che non vede l’ora che sia domattina. Dove lo
incontrerete? Vi consiglio fuori dalla città. Nel bosco. Lontano da occhi
indiscreti.”
Lui sorrise e annuì.
“Manda a dire a Merlino che lo aspetto al ruscello. Sai..
quello..”
“Ho capito.”, rispose lei “Riferirò. E… Sire, se posso
permettermi di darvi un consiglio. Non usate solamente l’arroganza, con
Merlino. Alternate arroganza con dolcezza. Lo conquisterete.”
Lui le sorrise.
“Ti ringrazio, Ginevra. Per tutto.”
“Dovere, Sire. Se volete scusarmi..”, s’inchinò. E uscì.
Bene.. Posso farlo. Ne
ho avuti tanti di appuntamenti. Coraggio, Artù. Lo puoi fare …
“Al ruscello. Domani mattina.”
Leon sorridendo le diede
la buonanotte definitivamente, e a passo svelto si diresse verso la casa
dell’anziano cerusico: riferì il messaggio a Merlino che gli aprì la porta,
salutò lui e Gaius, e tornò alla sua
postazione di guardia.
“E così… Domani mattina, eh?”
Merlino sospirò, guardando fuori dalla finestra perso nei
suoi pensieri. Ma con l’orecchio teso in attesa che Gaius, appunto, dicesse,
qualche cosa.
“Credi che sia giusto? Voglio dire..”
“Merlino.”, lo interruppe lui col sorriso, “Se Artù prova
qualcosa per te.. e tu provi qualcosa per lui.. perché andare avanti nella
menzogna? Non è esattamente una scelta furba.”
Il ragazzo sorrise guardandolo.
“Però Artù dovrà sposarsi. Per il bene di Camelot.”, sospirò
nuovamente, “Il mio Destino è aiutarlo a diventare il Re che è nato per essere,
Gaius. Essergli amico. Consigliere. Ma non so se è mio Destino essere anche
suo..”
“Amante..?”
“Esatto.”, fece lui sconsolato.
“Merlino! Dei, un po’ di allegria!”, gli si avvicinò, “Fra
poche ore, hai appuntamento col ragazzo che ti piace, e forse più, in riva al
ruscello. Dovresti esserne felice! Solo
felice. E non pensare al resto.”
Il moro sorridendo lo
abbracciò.
“Grazie.”
E sospirando, col sorriso sulle labbra e il cuore già a 2000
e più, se ne andò a dormire.
Aspettando l’indomani
mattina.
Rivisitazione del 10^ Chappy! ^^
Fatemi
sapere se vi piace!!! *____________*