It's Christmas Magic
Ad Hogwarts si
respirava la magia del Natale. La neve – mai così abbondante come in
quell'inverno – copriva il manto erboso del castello, rendendo il mondo al di
fuori delle grandi finestre un gigantesco dolce di soffice panna. Sospirando,
Scorpius Malfoy si trattenne ad osservare il vasto panorama, mentre un sonoro
chiacchiericcio indicava l'inizio di una nuova lezione.
“Il giovane
Malfoy che sospira trasognato di fronte ad una finestra. Direi che la fine del
mondo è prossima.” Sbuffando, Scorpius si voltò per affrontare lo sguardo
divertito di Albus Potter, mentre quest'ultimo si abbandonava sulla sedia di
fianco all'amico. “Molto spiritoso.” Sbottò il biondo.
“E scommetto di
sapere il perché.” Sghignazzò Albus, guadagnandosi un'occhiata truce dal
Serpeverde. Per quanto detestasse ammetterlo – in particolar modo a suo padre –
Albus Potter, Grifondoro di nascita – era uno degli amici più cari che avesse ad
Hogwarts, benché le loro Case non fossero in altrettanta sintonia. Grifondoro e
Serpeverde non conoscevano più l'odio che aveva visto protagonisti i loro
genitori, ma una sana rivalità agonistica che partiva dallo studio per terminare
al Quidditch. Scorpius ripensava e rideva della goffaggine del padre, quando –
durante una visita alla scuola – aveva visto studenti di Serpeverde e Grifondoro
parlare amabilmente, senza scagliarsi contro nessun tipo di fattura.
“Chissà cosa
regalerà il nostro damerino alla dolce Rose.” Cantilenò Potter, accompagnando le
sue parole ad una sonora risata. Da parte sua, Scorpius si tinse di un rosso
violaceo, scagliando un pugno contro il braccio del ragazzo. “Stai zitto, Al.”
Sibilò, guardandosi attorno. Albus finse di stramazzare al suolo, ferito.
“A volte
dimentico quanto tu sappia essere stupido.” Sbottò Scorpius, aprendo un libro a
caso.
Albus sbuffò,
sollevando una ciocca di capelli corvini dalla sua fronte. “E pensare che Rose
mi ha chiesto proprio stamani cosa ti piacerebbe ricevere per Natale.”
Sorpreso, il
biondo spalancò lo sguardo e boccheggiò. “Sul serio?”
“No.” Rispose
secco Albus, tornando a ridere di gusto di fronte all'espressione ferita
dell'amico. “Ma lo farà,” Aggiunse in tono falsamente rassicurante. “Anche se
non ho capito che tipo di relazione vi lega.”
A quelle parole
Scorpius arrossì. “Voglio dire,” Riprese Albus. “Siete per lo meno arrivati
all'abc?”
“Al che?”
Sbottò il biondo imbarazzato.
Dopo averlo
osservato per qualche secondo, il Grifondoro si lasciò andare ad un sospiro.
“Ipotizzo di no.”
“Non- non so di
cosa tu stia parlando, Al.” Disse Scorpius, voltando nervosamente le pagine del
libro. “Ma non è niente di così sporco.”
Il ragazzo aggrottò la fronte. “Credimi, amico.
Amarsi non è niente di sporco. È qualcosa di divertente. Molto
divertente.” Ammiccò. “Però, posso capire che
mia cugina non ispiri fantasie sessuali.”
“Che-che,
ma che-!” Balbettò Scorpius.
Albus rise nuovamente. “Beh, non mi meraviglierei se qualcuno la definisse
frigida.” Asserì. “Da quel punto di vista ha preso troppo da zia Hermione.”
“Però!”
Esclamò. “A tutto c'è una soluzione! Un regalo adatto, ad esempio.”
Scorpius osservò attentamente l'amico, senza nascondere un profondo scetticismo
nei suoi confronti. “Ti fidi, no?” Domandò Albus.
“Per
niente.” Sbottò il biondo. “L'ultima volta che l'ho fatto, ho spalato sterco di
unicorno [1].”
Albus sollevò un sopracciglio, incrociando le braccia al petto, infine prese a
dondolarsi con la sedia. “Beh, quella volta hai fatto tutto da solo.”
“No.”
Sibilò Scorpius. “Sei tu che hai iniziato con la storia dei diamanti.”
“Sì,”
Ridacchiò il moro. “Fu molto divertente, ehm, cioè- ero consternato.” Concluse,
osservando lo sguardo omicida del Serpeverde. “Eddai, Scorpius! Si tratta solo
di un piccolissimo regalo.”
“Che
sarebbe?”
“Beh,
questo in teoria non te lo potrei dire.”
“Scherzi?
Vuoi mandare un regalo a mio nome e non vuoi dirmi di cosa si tratta? Ma,
soprattutto! Perché mai dovrei farle un regalo?!”
“A
volte sei davvero privo d'inventiva.” Lo rimproverò Albus.
“La
vuoi smettere?” Esclamò Malfoy.
“Di
fare cosa?” Domandò Albus, angelico.
“Avanti.
Dimmelo.” Il tono di Scorpius divenne improvvisamente minaccioso.
Albus sbuffò, si chinò a rovistare nella propria cartella e ne estrasse una
rivista. Quando Scorpius notò la copertina e la donna che, senza veli, ammiccava
nella sua direzione, si trattenne dal cadere dalla sedia. Con un balzo felino,
infine, si buttò sopra la rivista, tentando di coprirla da sguardi curiosi. “Ma
che sei impazzito?!”
“Affatto.”
Rispose Albus con semplicità. “Ogni ragazzo di Hogwarts ha come minimo un
abbonamento a Playwitch.”
“Cazzo!”
Esclamò Scorpius, rendendosi conto di quanto fosse scomoda la sua posizione e di
quante occhiate in più stesse attirando a sé.
Albus rise. “Hai detto cazzo!”
“Falla
finita.” Digrignò il biondo, tirandosi nuovamente a sedere e trascinando sotto
di sé la rivista. Senza alcuna cerimonia, Albus afferrò il giornale e lo aprì
sotto lo sguardo allibito dell'amico. “Non essere così pudico.” Sbottò. “Sotto
certi aspetti te e Rose sareste perfetti. Che debba farti un regalo simile anche
a te?”
“Non
vedo cosa ci possa essere di buono in un regalo che ha a che fare con questa
rivista!”
“Ragazzo
mio,” Disse Albus esasperato. “Sei pieno di pregiudizi. Ecco, guarda qua.” Il
Grifondoro fece scivolare la rivista sotto allo sguardo del biondo che, per
tutta risposta, divenne rosso e sbatté più volte gli occhi.
“Che
cos'è? Una, una papera?”
Albus si limitò ad annuire.
“Una
papera.” Sbottò il Serpeverde. “Io dovrei regalare una papera.”
Albus si strofinò il mento. “E ti hanno anche messo nella Casa dell'astuzia...
incredibile.”
Scorpius grugnì.
“E'
un vibratore. Stupido.”
Lo sguardo del biondo si allargò all'inverosimile, ma prima di qualsiasi parola,
Albus lo bloccò. “Non mi dire. Non sai cos'è l'abc di coppia, ma sai cos'è un
vibratore?”
“Brutto-!”
Scorpius si portò in piedi, paonazzo. Albus si parò dall'offensiva dell'amico
con la rivista, gesto che represse la stizza del giovane Serpeverde.
“Un
vibratore a forma di paperella.” Continuò Albus. “Non chiedermi perché proprio a
papera. Ciò che conta è che sia un vibratore!” Esclamò con una logica
disarmante. Scorpius si accasciò sul banco, psicologicamente distrutto.
“Non
ci pensare nemmeno.” Ringhiò il biondo. “Se lo fai ti Avado Kevrado
a vita.”
“Peccato.”
Sospirò Albus. “Non sai cosa ti perdi.”
**
Hogwarts era in fermento. Gli studenti si aggiravano nei corridoi del castello
progettando le proprie vacanze, pensando ad i bagagli che ancora dovevano fare.
Per molti di loro era arrivato il momento di tornare alle proprie case per
trascorrervi un Natale possibilmente sereno. Anche Scorpius avrebbe fatto
ritorno a Malfoy Manor ed il pensiero di non vedere Albus Potter fino ad anno
nuovo lo rendeva felice. In parte, anche preoccupato. Non avevano più parlato di
regali ed il Grifondoro non aveva più menzionato Playwitch. E tutto ciò,
conoscendo Albus, era abbastanza preoccupante. Non solo per il fatto che era
difficile far cambiare idea all'amico, ma soprattutto perché avrebbe trascorso
le feste con Rose e si sarebbero create mille possibilità per parlare più del
dovuto. Scorpius si morse il labbro inferiore, ponderando l'idea di cercare e
trovare l'amico per accertarsi che tutto fosse davvero a posto. Tuttavia, quando
si sentì toccare una spalla, si voltò con tutta la strafottenza possibile per
poi rimanere paralizzato alla vista di Rose Weasley.
La giovane Grifondoro lo stava osservando sorpresa, avvolta nella propria
sciarpa rosso oro. Tra le braccia stringeva un libro di Trasfigurazione e stava
palesemente giudicando il comportamento del Serpeverde. Come aveva detto Albus,
non si poteva parlare di relazione tra loro. Non si erano mai detti
reciprocamente di piacersi, men che mai avevano sostenuto conversazioni più
lunghe di una decina di dialoghi ed ad esseri sinceri – pensò Scorpius – nemmeno
sapeva se esistesse un interesse di tipo sentimentale tra loro.
“Ciao.”
Il tono secco della ragazza portò Scorpius sulle difensive. “Beh, ecco-” Lo
sguardo di Rose si abbassò a terra, sollevandosi di tanto in tanto verso il
biondo. “Stamani ho ricevuto un pacco con il tuo nome.”
A quelle parole, Scorpius sbiancò. “Non lo aprire!” Esclamò con veemenza.
Sorpresa, Rose lo guardò. “Cioè-”
“In
realtà l'ho fatto.” Sbottò acida Rose. “Volevo solo ring-”
“E'
uno scherzo di Albus!” Esclamò Scorpius, imbarazzato. “Io non centro niente! È
tuo cugino che ha voluto farmi uno scherzo! Non badare a quel regalo! Fa finta
di non averlo mai ricevuto, ok? Ti pare che potrei fare un regalo del genere? A
te?” Il giovane Serpeverde si sforzò di ridere, ma quando abbassò lo sguardo
notò l'espressione imbronciata di Rose.
“Forse
hai ragione.” Sbottò la ragazza, chiudendo gli occhi. “Quel genere di regalo non
è adatto a me. Andrò a ringraziare mio cugino, allora, per il braccialetto.”
Il volto di Scorpius divenne improvvisamente una maschera di gelo.
“Br-braccialetto?”
Rose sollevò un braccio, scostando la manica e mostrando un elegante
braccialetto legato saldamente al polso. Le ametiste brillarono dolorosamente
agli occhi del Serpeverde.
“Scusami
ancora,” Disse Rose, tornando ad afferrare il libro. “Buone feste,
Malfoy.” Concluse, voltandosi in direzione
del Dormitorio di Grifondoro. A Scorpius non era sfuggito il sibilo con la quale
Rose aveva pronunciato il suo cognome.
“Sei
davvero stupido!” Una voce familiare provenne da dietro le sue spalle; Albus
Potter teneva le mani affondante nelle tasche del proprio mantello, osservando
l'amico con sguardo indecifrabile. Scorpius fece finta di non vederlo, ma quando
Albus si parò di fronte a lui fu pressoché impossibile.
“Ehi,
guarda che quel braccialetto me lo devi ripagare.”
“Si
può sapere che libertà ti sei preso?” Scorpius afferrò la cravatta dell'amico,
pressandolo al muro. Albus sollevò le mani sulla difensiva.
“Io
niente. Ero ad Hogsmeade con mia cugina e l'ho vista soffermarsi ad una vetrina
di gioielli. Ho pensato che un regalo del genere sarebbe stato
tipicamente tuo e l'ho comprato. Si
trattava di ieri!” Si giustificò. “Oggi è l'ultimo giorno, non potevo parlartene
prima!”
Scorpius lasciò andare la presa. “Per colpa tua ho fatto una figura meschina.”
Albus sollevò lo sguardo al cielo, circondando l'amico con un braccio attorno
alle spalle. “Tranquillo! Le dirò del malinteso.”
Il biondo Serpeverde si liberò dalla presa ed iniziò a camminare nella direzione
del proprio dormitorio. “Ehi, ehi, senza fretta.” Disse Albus, afferrando
Scorpius per il mantello. Notando l'espressione di rabbia del ragazzo, il
Grifondoro si affrettò a parlare. “Per farmi perdonare ti ho fatto un regalo.”
Scorpius sollevò un sopracciglio scettico.
“Un
abbonamento di un anno a Playwitch!” Esclamò. “Non sei contento? Così potrai
rimediare con un regalo alternativo! Però, ora che ci penso, no, dai, quel
braccialetto non me lo devi ripagare.” Concluse, indietreggiando lentamente per
poi correre ed osservare con la coda dell'occhio Scorpius brandire la propria
bacchetta.
Ad Hogwarts si respirava la magia del Natale. La neve – mai così abbondante come
in quell'inverno – copriva il manto erboso del castello, macchiato di tanto in
tanto da sagome assurdamente umane. C'è chi gridava all'esistenza dei folletti,
ma questa è un'altra storia.
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Note a fondo pagina:
Questa storia
è stata scritta in
occasione della Maritombola
indetta dalla community
Maridichallenge. Il prompt utilizzato è il numero
10
"Vibratore a forma di papera (oggetti).
Per maggiori
informazioni potete visitare la
community o la
pagina delle iniziative sul mio archivio personale.
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