capitolo II OP
Capitolo II
Callen si ritrovò a terra. Il colpo di Sam era stato così
ben calibrato che G perse i sensi per qualche secondo, stordito dalla botta.
Hetty si chinò immediatamente su di lui.
“ Sam prendi del ghiaccio: subito!” ordinò all’agente. L’ex
- Seal si avviò velocemente nel corridoio, incontrando Kensi e Nate.
“Dire ve l’avevo detto mi pare scontato, no?” disse la
ragazza
“Questa me la farà pagare..” rispose Sam ormai alla fine
delle scale.
“Chi gliela farà pagare? Callen o Hetty?” chiese
incuriosito Nate.
“Entrambi?!?” rispose sorridendo Kensi.
“Signor Callen tutto bene?” chiese Hetty sfiorando lo zigomo
destro del suo agente, visibilmente arrossato.
G, al contatto, si
scosse, mugugnò qualcosa e si girò su un fianco portandosi una mano sul livido
dicendo stizzito: “Questa me la paga…”
“ Mi dispiace signor Callen non volevo distrarla…ma comunque
siete degli incoscienti!” concluse Hetty, sottolineando l’ultima parola. Kensi
e Nate lo raggiunsero, aiutando G a rialzarsi.
“Stai bene?” chiese Kensi
“Si” rispose visibilmente seccato Callen, tenendo la mano
sullo zigomo colpito. Sam arrivò con il ghiaccio e lo porse al collega “ Scusa”
le disse come un bambino che ha combinato qualche guaio.
Nate non trattenne una risata ma fu subito gelato da uno
sguardo penetrante di Callen e da una gomitata di Kensi. G prese il ghiaccio
dalle mani di Sam e se lo portò al viso; gemette un po’ al contatto e si
rivolse ad Hetty: “ Come mai sei salita di corsa prima? Cosa è successo? “
“Fatevi una doccia! Tra dieci minuti in sala operativa”
concluse la piccola donna, in un tono tutto fuor che rassicurante. Raggiunse di nuovo il suo
ufficio, lasciando i suoi uomini perplessi.
Sam si stava legando una scarpa mentre Callen si abbottonava
l’ultimo bottone della camicia blu. Tra loro regnava il silenzio; non si erano
ancora rivolti parola. Sam aspettava che fosse il collega a parlare, sapeva di
aver colpito duro, ma d’altro canto, sapeva anche che non poteva essersela
presa così tanto per un piccolo incidente. Appoggiò il piede sulla panchina
dello spogliatoio e guardò G sistemarsi il colletto. Cavolo lo zigomo si era
davvero arrossato, avrebbe portato il segno del pugno per qualche giorno,
oddio, forse, un po’ incazzato lo era, però era troppo scuro in volto per
avercela davvero con lui. Alla fine Hanna prese la parola: “Hai intenzione di
giocare al gioco del silenzio ancora per molto? E’ così che me la vuoi far
pagare per il pugno?”
G gli rivolse un’occhiata: “Te la farò pagare, ma non
ora…così mi sottovaluti” aggiungendo un mezzo sorriso.
“Allora cos’hai?” chiese Sam, allargando le braccia
“Stavo pensando a cosa potesse essere successo, al perché
Hetty sia così preoccupata..”
“Già..non ne ho idea, e la cosa non mi piace per niente.”
“Sei pronto?”
“Si” rispose Sam
“Mi congratulo con te …6 minuti, un record” disse Callen
uscendo dallo spogliatoio, seguito dal collega.
Raggiunsero la sala operativa. Il resto della squadra era in attesa. Eric aveva il suo notebook
tra le mani, aspettando istruzioni. Hetty non era ancora salita. Nel frattempo
i due agenti entrarono nella stanza ed il tecnico informatico non riuscì a non
trattenere una risata che fu subito stroncata da un’occhiata di Sam.
“Hetty?”
chiese Callen.
“Proprio dietro di lei Signor Callen”
G chiuse gli occhi e si spostò per far passare la direttrice alle
operazioni.
"Prego" disse G. Hetty inclinò il capo e si avvicinò allo schermo.
"Eric" e il ragazzo fece apparire delle immagini sullo schermo.
Sembravano i resti di un bar, ma era difficile dirlo visto che era
completamente distrutto. Del fumo usciva dalla vetrina a pezzi e davanti
all'edificio passavano poliziotti a tranquillizzare la gente intorno.
"Questa mattina il 'Red Chain' è saltato in aria... O almeno così
credevano i poliziotti".
G fissava le immagini con attenzione. "Ci sono parecchi fori di
proiettile... Vicino alla porta" e con il dito ingrandì l'immagine, così
che fosse possibile vedere i fori.
"Uhm... C'è stata una sparatoria?" domandò Kensi.
"Sì... Mi hanno informata che sono morti due marines, il sergente Stent e
il sergente Jensen. La telefonata che ho ricevuto veniva dal signor Deeks...
Signor Hanna, signor Callen e Kensi... Andate sulla scena del crimine"
ordinò Hetty.
I tre annuirono e uscirono.
"Signor Beal, signor Guetz... Trovate più informazioni possibili su questi due marines"
Nate e Eric annuirono e si misero all'opera.
Kensi scese dall'auto e i suoi occhi cercarono Marty, in mezzo a tutto quel
viavai di gente.
"Wow... Ce n'è di gente" commentò Sam. "Marty dov'è?"
G indicò Deeks vicino al nastro che delimitava la scena del crimine.
"Ciao, Deeks!" lo salutarono.
Quello si girò e sorrise.
"Ciao! Da quanto non ci sentivamo? Tutto a posto?"
Kensi fece spallucce. "Insomma..."
"Che ti è successo alla guancia, Callen?" domandò curioso Marty,
indicando lo zigomo destro di G.
"... Incomprensioni sul posto di lavoro" fu la succinta risposta di
Callen. "Allora, ci vuoi dare i dettagli di questo casino?"
Marty fece strada ai due agenti e li portò all'interno del bar. L'interno era
ancora integro (più o meno), il fumo si era diradato, ma la scena davanti ai
loro occhi fu terrificante.
Un marinaio (se fosse Stent o Jensen non potevano dirlo, visto che la faccia
era coperta di sangue e polvere) giaceva in una pozza di sangue, la mano destra
mozzata qualche metro più lontano, che impugnava ancora una pistola.
"Oh, porca t---" incominciò Kensi, mettendosi la mano davanti alla
bocca.
G fissava la scena: oltre alla mano tagliata, il corpo era sta crivellato da
una marea di proiettili... Fino a quel momento ne aveva contanti 25.
"... Hai la dinamica dell'assassinio?"
"Il barista, che si sta tenendo l'anima con i denti, ci ha detto
qualcosa" disse Deeks, tirando fuori un foglietto. "Stamattina, verso
le 6, il bar era vuoto. All'improvviso sulla porta si sono materializzati due
ragazzi, maschio e femmina, gemelli mi hanno detto. Entrambi avevano i capelli
scurissimi e gli occhi altrettanto scuri... Ma la loro carnagione era
pallidissima. Avranno avuto tra i 18 e i 25 anni. Si sono avvicinati al bancone
e hanno chiesto se in quel bar ci andavano marines. Il barista era poco
convinto ma ha risposto di sì... I due avevano uno strano accento dell'est...
Comunque, si sono seduti al tavolo in fondo" e Deeks indicò un tavolo
senza una gamba al fondo della stanza. "E sono rimasti in silenzio fino a
che non sono entrati Stent e Jensen"
Sam si piegò sulle ginocchia e guardò gli occhi sbarrati dell'uomo senza mano.
"Marty, scusa se ti interrompo, ma l'altro dov'è?"
Deeks distolse lo sguardo dal pezzo di carta e disse:"Di là... Nel retro,
ma è meglio... se non lo vedete... La vista ha provocato 4 conati di
vomito"
G si diresse verso la stanza e aprì la porta. Gli altri lo seguirono e si
bloccarono all'entrata, scioccati.
Un uomo era legato alla sedia. Le gambe erano piene di fori di proiettili e
aveva tagli ovunque, ma la parte più spaventosa era la testa: quelli che
sembravano chiodi erano conficcati nella testa del poveraccio.
"Q-quelli sono... chiodi?" domandò inorridita Kensi.
"Sì... E il medico legale ha detto che dalla quantità di sangue... Glieli
hanno conficcati nella testa mentre era ancora vivo"
G fissava la scena e non proferiva parola. Perchè non ce ne erano.
"Torna al racconto, Deeks" disse Sam, facendo un passo nella stanza.
"Uh, sì... Dicevo, che appena sono entrati Stent e Jensen, i ragazzi si
sono alzati e si sono diretti verso i due. Hanno sorriso ai due e il ragazzo ha
tirato fuori un macete più grande di me... Sembra un film dell'orrore"
aggiunse Marty, grattandosi la testa. "Comunque, il poveraccio di là ha
tirato fuori la pistola, ma il ragazzo gli ha mozzato la mano. L'altro tira
fuori a sua volta la pistola, ma la sorella del ragazzo tira fuori un
B.A.R"
"Un che?" domanda confusa Kensi.
"Fucile automatico della Browning" rispose Sam. "E' stata
un'arma molto apprezzata durante la Seconda Guerra Mondiale e tuttora è
ritenuto una delle armi americani migliori. Ma è enorme! Hai detto che lo
maneggiava la ragazza?"
"Sì e anche con destrezza... Hanno maciullato il tipo di là e poi si sono
divertiti con questo... Il barista ha lesioni al polmone destro e alla gamba...
Il ragazzo ha tentato di tagliargli la gamba con il macete, poi ha deciso di
lasciarlo perdere... Hanno sparato nel bar finché non hanno finito le
munizioni. Hanno lasciato un messaggio, comunque"
I tre si voltarono verso il poliziotto.
"Un messaggio?"
"Sì"
"Per chi?"
Deeks tirò fuori un biglietto chiuso in una busta per le prove e lo mostrò ai
tre. C'era solo un'unica lettera: G.
Sam e Kensi lanciarono uno sguardo a Callen che fissava il biglietto.
"Non sono certo che sia indirizzato a te... Ma te l'ho mostrato per
sicurezza"
"Sai che fine hanno fatto?"
"Sono saliti su una macchina... Una Mercedes metallizzata... Senza
targa"
Sam si passò una mano sulla fronte e lanciò un altro sguardo al povero marine
legato alla sedia.
"Hai detto che erano dell'est?"
"Sì, l'accento era dell'est... Usavano parole tipo -Bunaseara-, -Sora Mai
Male- e -Fratti Mai Sol-"
"Che diavolo di lingua è?" domandò Kensi. "Sam?"
"Mai sentita"
"Callen?"
G non rispose, fissava ancora il biglietto. Kensi gli toccò la spalla e lui si
riscosse dai suoi pensieri.
"No, non ho mai sentito parole del genere"
Marty fissò i tre e alla fine disse:"Chiunque siano... Non hanno solo
qualche rotella fuori posto, ma sono proprio malati... E' pane per i denti di
Nate"
"Sì" rispose piano G e fissò ancora una volta il biglietto.
G... G... G... G...
Continua....
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