Pride, Love and Hope di lovinfaber (/viewuser.php?uid=117754)
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Capitolo I
Il Principe Nuada, sul punto di esalare il suo ultimo respiro, rivolse
a Hellboy quelle che credeva sarebbero state le sue ultime parole:
" Noi moriamo, e il mondo sarà più
povero per questo".
Il suo cuore, grondante di sangue a causa della ferita mortale che sua
sorella Nuala aveva inferto a sé stessa e a lui
conficcandosi un pugnale nel petto, stava cedendo: i suoi battiti,
infatti, erano sempre più deboli, sempre più
irregolari.
Quando ormai la rassegnazione e il dolore avevano distrutto ogni
speranza per sé e per il suo popolo, Nuada udì
dei passi nell’immensa sala della Golden Army
Si fece largo tra le creature metalliche una giovane, che corse
prontamente verso di lui.
Per un istante fu incuriosito da quella nuova presenza.
Tuttavia il dolore alla ferita aumentò, riportando il suo
sguardo sul suo petto squarciato, che aveva perso altro sangue.
Socchiuse gli occhi, ora rassegnato, ora impaurito dalla morte che
ormai era imminente.
Ma la misteriosa ragazza poggiò una mano sulla
ferita di lui. Dalle sue dita uscì un piccolo fascio di
luce, che illuminò la sua profondissima ferita. Fu in
quell’istante che Nuada provò un lento, ma
continuo sollievo.
All’aumentare della luminosità di quella
piccolissima luce, aumentò anche uno stato di benessere
fisico, che culminò nella totale scomparsa del dolore.
In uno stato di completo stupore, vide sparire la giovane tra
i giganteschi soldati d’oro. Era fuggita.
Nuada, ancora meravigliato di sentirsi così bene,
premette entrambe le mani contro la ferita, che ormai non
c’era più. La sua carne era intatta, come se non
avesse subito nemmeno un graffio. Fù in quel preciso istante
che comprese che quella donna lo aveva guarito. Nonostante lui fosse
una creatura magica, aveva visto raramente un potere simile.
Cominciò a chiedersi chi fosse colei che lo aveva salvato.
Per un istante voltò il suo sguardo verso Nuala, sua
sorella, la quale, fino a pochi istanti prima, era distesa a terra,
anche lei in fin di vita.
Sorprendentemente, anche lei stava bene. Abe, che le era
accanto, rimase a bocca aperta quando la vide rialzarsi in piedi. Il
legame che c’era tra Nuala e suo fratello aveva fatto si che
anche la sua ferita si rimarginasse. I due gemelli si guardarono per un
lungo istante, ancora stupiti per quello che era appena accaduto.
Nessuno proferì parola per un lunghissimo minuto, durante il
quale tutti gli occhi erano orientati su Nuala e Nuada.
" Merda!" fu l’esclamazione di Red, che interruppe il
profondo silenzio, riportando gli altri al presente.
Tutti si voltarono verso di lui, notando con profondo sgomento, che non
aveva più tra le mani la corona reale di Beethmora.
" Red! Dov’ è la corona?!" Gridò Liz,
in preda alla preoccupazione.
" Che diavolo ne so? Ce l’avevo tra le mani un istante fa! "
" Ma non c’è!"
Gli occhi di tutti si diressero verso Nuada, l’unico
più vicino a Red. Per un attimo pensarono che aveva potuto
riprenderla lui, ma quando videro che non aveva nulla tra le mani,
ripresero gli interrogativi.
" Oh mio Dio, Red! Come hai fatto a perderla?" riprese Liz.
" Proprio non so…Io…io ce
l’avevo con me! L’avevo in mano quando è
arrivata...oh cacchio!"
" Già, la signora che prima è fuggita deve
avertelo rubato." Intervenne peoccupatissimo Abe, mentre lui e la
principessa Nuala raggiunsero gli altri.
" Dobbiamo cercarla subito!" disse il dottor Krauss, con il suo
inconfondibile accento tedesco.
" Ben detto! Non può essere andata molto lontano!" Riprese
Red. " Ma perché può averla presa con
sé?"
" Vallo a capire…" disse Liz.
Gli unici due a stare in silenzio erano Nuala e Nuada, i quali
ripresero a guardarsi l’un l’altra, con uno sguardo
palesemente preoccupato. Forse non erano lontani dal sapere qualcosa
sul conto di quella sconosciuta. Quando lei, infatti, aveva operato
quella prodigiosa guarigione, Nuada aveva recepito alcune informazioni
sul suo conto. Si chiamava Selene, ed era umana solo per
metà.
Stava fuggendo perché era molto
spaventata…ma da cosa? Tutto ciò che il principe
Nuada aveva di lei era un groviglio di pensieri confusi e inquietanti.
Anche Nuala apprese tramite suo fratello tutte queste cose, e
provò tanta paura.
" Sai qualcosa su di lei, biondino?" chiese Red al principe.
Era molto sospettoso nei suoi riguardi, visto che aveva
appena tentato di pugnalarlo alle spalle.
Con molta riluttanza, Nuada riferì al gruppo ciò
che aveva appena saputo su Selene. Anche se non aveva rinunciato ai
suoi propositi, capì che in quel momento non poteva
permettersi di combattere ancora contro il BPRD. Infatti avevano tutti
bisogno di una temporanea collaborazione per ritrovare la corona.
" Cosa può farsene di quella corona? " Chiese Liz.
" Dubito che abbia intenzione di usarla…non è
quello che ho recepito da lei…non potrebbe nemmeno farlo,
dal momento che non è di sangue reale, almeno credo." Disse
Nuada.
D'improvviso, i soldati d'oro cominciarono a disattivarsi uno ad uno,
probabilmente la corona era stata divisa di nuovo,
o….distrutta! Nuada tremò al solo pensiero di non
poter mai più risvegliare il suo letale esercito. Era stato
così vicino alla liberazione del suo popolo dal giogo degli
umani, che il solo pensiero di tornare in esilio lo distruggeva, non
sopportava più di vedere ancora
l’avidità dell’uomo mietere altre
vittime tra la sua gente, tra le foreste, nella sua terra…
La morte di suo padre, avvenuta per mano sua, non poteva e non doveva
essere stata vana. Doveva assolutamente ritrovare la corona.
" Dobbiamo andare! Presto!" disse Red.
Si incamminarono all’istante per cercare Selene, avviandosi
verso l’uscita. La contea di Antrim era composta da
una notevole distesa di erba, la foresta più vicina si
trovava a diverse miglia, si intravedeva a malapena qualche cespuglio,
per cui sarebbe stato difficile per la giovane nascondersi.
Una volta fuori, altro non videro che Tom Manning, il quale incedeva
verso il gruppo con l’aria di chi sta per fare una secolare
ramanzina.
" Ah, eccoti qui! Sei nei guai, giovanotto!", cominciò Tom.
" Chiudi il becco, Manning." Sbottò Red " Abbiamo una
bella gatta da pelare qui!"
" C…com..come osi…che intendi,
con…g-gatta da pelare?"
" Intendo che eravamo ad un passo dall’impedire al signorino
qui presente di sterminare la razza umana, quando una ragazzina ci ha
fregato la corona reale!" Nel dirlo indicò Nuada.
Alla vista del principe, Manning sbiancò, perdendo tutta la
sua voglia di predicare, si limitò a sussurrare, quasi ad
accennare un saluto:
" Altezza…".
" L’ha per caso vista, dottor Manning?" Chiese Johann.
" No, non abbiamo visto nulla."
" Ma su, come è possibile? Qui sembra di essere nel deserto
del Sahara!" Si interrogò Liz.
" Credo abbia trovato qualche modo per nascondersi, o per
andare via senza farsi vedere…" abbozzò Abe.
" Beh, noi creature magiche abbiamo metodi, pozioni e incantesimi per
aprire varchi che ci permettono di trovarci da un posto
all’altro in breve tempo…ma un umano non avrebbe
potuto usarli…a meno che…" intervenne Nuala.
" Dubito che si tratti di un’umana…"
continuò Nuada. " Ma non ho potuto leggere molto da
lei…non so cosa sia..."
" Fai uno sforzo, ragazzino! Ne va delle nostre chiappe. Spremi quelle
tue elfiche meningi, avanti…" lo incoraggiò Red.
" Ti ricordo, demone, che non ho nessuna intenzione di lasciarvi
distruggere la corona! Non intendo rinunciare ai miei piani di liberare
il mondo dagli umani! Considera questo momento una tregua! Una tregua
che, spero, finirà molto presto!". Rispose Nuada con fare
mincaccioso.
" Si certo, ma ora diamoci una mossa…" ribattè
Red.
Era così abituato alle minacce che ormai non gli facevano
più effetto.
" Hai ragione, agente Hellboy! " Irruppe Manning frapponendosi tra il
principe e Red, sperando di placare la nascente discussione tra i due.
Poi si rivolse ad altri agenti che erano con lui" Ehi!
Ragazzi! Raccogliete gli ultimi ragguagli su Beethmora! Mandate qui
altri che setaccino la città metro per metro! Ai capi di
Washington occorre un rapporto dettagliato su ciò che
è accaduto stamattina. In quanto a voialtri" disse
rivolgendosi al gruppo: " Avete già fatto abbastanza,
è meglio che torniate alla centrale…"
Un’ora dopo, partirono tutti, facendo ritorno al BPRD.
Mentre erano in aereo, Liz fu colta da un improvviso mal di testa.
Accortosi di questo, Red le poggiò la mano
sinistra sulla fronte, mentre mise delicatamente quella di pietra sul
suo ventre.
" Ti prometto che, quando tutto sarà finito, ce ne andiamo
via da tutto e da tutti. Andremo in aperta campagna, con un sacco di
spazio. Sarà bellissimo per il bambino."
" Bambini…" lo corresse lei in un filo di voce, indicando
che si trattava di due gemelli.
Red restò per un attimo allibito, indeciso se gioire o
disperarsi. Optò per la prima soluzione.
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