L'unica
fonte di luce nella stanza piccola e buia era la sua sigaretta che si
muoveva sinuosamente nell'oscuritā come un'onda facendo
avanti e
indietro dalla sua bocca, illuminandole a tratti il viso.
L'unico
rumore, unito ai nostri respiri, era la cenere che consumava il
tabacco con una lentezza estenuante.
Desideravo
toccare quelle labbra che baciavano quello strumento di
autodistruzione oltremodo sensuale. Desideravo baciarla.
Agognavo
quel corpo, puro, candido, morbido e seducente.
D'un
tratto tutto fu buio.
Sentii
appena il tonfo attutito della sigaretta che cadeva, poi lei fu mia e
io fui suo.
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