Amor
vincit omnia. ©
Disclaimer.
In questa breve one-shot troverete delle frasi prese dai vari testi
del CD "Nightmare" degli Avenged Sevenfold, presenti nel
testo nella loro forma integra o modificate a fini puramente
stilistici, i cui diritti appartengono unicamente ai fautori dei
testi stessi. Con questo testo non intendo dare un'idea neanche vaga
del carattere dei personaggi e non scrivo a scopo di lucro. Tutto
quello che troverete, a parte alcuni passaggi succitati, sono di mia
invenzione e pertanto l'eventuale violazione di copyright è
perseguible per legge.
Sento
un vuoto dentro di me, una melodia malinconica che accompagna la tua
mancanza, la stessa che ti ha portato via con sè e che mi
impedice
di pensare a cosa ci riserverà il futuro. So solo che il
tuo, di
futuro, non l’avevi mai progettato. Eri sempre stato
attaccato a
questa vita, ma già da subito, la tua premessa era stata di
non
vivere oltre i trent'anni. Ci sei riuscito. Evidentemente non sei
riuscito a trovare un valido motivo per dover rimanere a questo
mondo. Nemmeno il gruppo, nemmeno i tuoi migliori amici sono riusciti
a farti restare, e ora sento il peso della tua perdita sulle spalle.
Come una responsabilità in più, la più
crudele.
Sembra
tutto così insignificante. Ogni movimento, ogni respiro
sembrano non
valere più niente. Forse perché la situazione
è troppo complicata
da gestire per quattro ragazzi incoscienti di ciò che li
attende
alla fine del viaggio. Potremmo svegliarci una mattina e scoprire che
è stato tutto inutile. Sinceramente, questa prospettiva fa
paura a
tutti noi.
Condividiamo
lo stesso dolore,
tutta la famiglia Sevenfold: noi, le nostre mogli, fidanzate e tutti
i nostri fans... I fans. Ti amavano e continuano a farlo
tutt'ora, forse non si rendono pienamente conto, e per questo li
invidio un po'. Spero solo che ovunque tu sia, potrai vede che
il mondo intero piange per te. Spero che tu possa vedere con i tuoi
occhi che quello che ti sei lasciato alle spalle, è una
potenza
enorme che coinvolge tutti quelli che in qualche modo ti volevano
bene.
Tornare a registrare è stato straziante, ma nessuno ha
avuto il coraggio di dire niente, ci sentivamo semplicemente fuori
posto, sentivamo che era sbagliato continuare, dopotutto.
La
reazione di Matt è stata completamente inaspettata, quel
giorno.
Dopo quasi un mese, forse un mese e mezzo, di agonia, di strazio,
avevamo cominciato a prendre coscienza della realtà dei
fatti,
facevamo finta di aver accettato tutto. Mentivamo. Quel giorno era
stato prefissato un appuntamento in studio per tornare a registrare.
Infondo tutti sapevamo che era solo una prova per vedere se ci
saremmo riusciti. Sapevamo bene che qualcosa sarebe successo, che
qualcuno non avrebbe retto la pressione e sarebbe scoppiato, come una
pentola a pressione. Quel qualcuno sarebbe stato Matt, l'ho capito
quando ho visto la sua insistenza nel voler registrare la sua parte
di 'Fiction'. Non ne spiegò il motivo, non ci fu bisogno.
L’ha
fatto per sentirti vicino, ancora una volta, per far finta che non
fosse successo niente. Ma purtroppo quelle parole non potevano che
sbattergli la realtà in faccia, eri proprio tu che, con
quella
canzone, gli dicevi che era finita, che dovevamo andare avanti senza
te perchè non c'eri più.
Non
appena la tua voce si sprigionò nella stanza,
dall’altra
parte del vetro, Matt si congelò. D'improvviso tutti avevano
smesso
di respirare e lo guardavano in attesa di una reazione, di qualche
parola, qualsiasi cosa. Prese le cuffie che aveva alle orecchie e le
scaraventò atterra, usci e iniziò a battere pugni
sugli oggetti,
con una violenza quasi brutale, credo volesse farci capire che non ne
valeva più la pena, che sarebbe stato meglio
distruggere tutto
ciò che avevamo creato fino ad oggi, proprio come lui stava
distruggendo tutto sul suo cammino.
La sua reazione fu
talmente inaspettata che ci terrorizzò tutti, in
particolare
Val che si accostò a un angolo, si prese la testa nelle mani
e, con
le ginocchia al petto, iniziò a piangere di
dsperaizione. Eri
il suo migliore amico, Jimmy, e Matt non poteva reagire come se fosse
l’unico a starci male. Zacky pensò la stessa cosa,
infatti, gli
sputò addosso tutto il veleno che aveva accumulato
in quei
giorni. Cominciò ad urlargli contro ciò che tutti
pensavano, ma non
avevano il coraggio di dire. Credo che in una situazione diversa
sarebbero venuti alle mani, tanto erano forti le grida. Ma si resero
conto da soli che non era il caso di creare ancor più
casini.
Io,
dal giorno del tuo funerale, non ero quasi più uscito di
casa. Per
un mese e mezzo non avevo più sentito nessuno, nemmeno
Michelle. Non
sarebbe servito a niente. Con chiunque parlassi, mi venivi in mente.
Forse per colpa del tono perennemente triste e arreso di tutti.
Consolare
Val, quel giorno, fu uno dei primi gesti di senso compiuto che feci
in quei giorni. In qualche modo, le urla di Val, sfogavano anche me.
Non erano le solite parole dette in un sussurro per paura di
sconvolgere una situazione già precaria di per
sè. Erano urla,
pianti di disperazione. Proprio di chi voleva stravolgere tutto,
ancora un volta, di chi voleva riportare l'assetto delle cose come
era una volta, invano. Val era stata una dei pochi che avevano avuto
il coraggio di dimostrare il proprio dolore. Ma, nonostate questo,
non potevo permettere che assistesse a quelle scene, non se lo
meritava.
La
giornata finì così, tutti tornarono a casa e non
ci sentimmo per
una settimana, che passai chiuso in casa, a luci spente, come il mese
prima, a ragionare sul perchè di tutto questo.
Vedi, Jimmy, che
hai combinato? Il fatto è che nessuno di noi si aspettava
una tale
conclusione. Si, conclusione. Perchè non mi resta che
pensare che
questa sia la fine di tutto, la fine di un’amicizia e la fine
degli
Avenged Sevenfold.
Non
so se riusciremo a finire il CD e so che per te sarà
una
delusione, ma le volte conseguenti a quella, nella sala di
registrazione, non furono migliori, e tuttora non siamo riusciti a
concludere niente di concreto.
E ora sono qui, dopo mesi di
astinenza, sotto un flebile cielo stellato, sul tetto di una
palazzina come tante, in una cupa Huntington Beach, appoggiato al
muretto, a sputare su un foglio tutto il dolore che ho in me.
Non
sono mai stato un ottimo credente, ma ora spero
con tutto me stesso che ci sia qualcuno da qualche parte a badare a
te, a sbronzarsi con te e a sparare cazzate, il compito che una volta
era il mio.
Credo
che ne comporrò una canzone, di questa lettera, se ne
verrà fuori
qualcosa di buono. E dovrò chiedere aiuto a mio padre,
perché con
gli altri del gruppo non si ragiona più. Non farà
parte di nessun
Cd, ovviamente. Rimarrà un testo scritto su un foglio che
aspetta
qualcuno che lo canti. Rimarrà una melodia di chitarra,
priva di un
qualsiasi ritmo, di un qualsiasi sfondo, priva di te.
L’ho
intitolata ‘’So far away’’
perché, ovunque tu sia, so che
sei lontano, molto lontano, e so anche che, questa lontananza,
segnerà ogni mia scelta futura, ogni mia azione. Ora ho
paura.
In
questo testo c'è scritto tutto ciò che provo per
te, il dolore
della che hai lasciato in me.
C’è
scritto che ti amo, Jimmy, ti amo con tutto me stesso, - 'eri il mio
migliore amico' - è una frase che ho sentito troppe volte.
C’è
scritto di te e di come abbiamo provato, senza riuscirci, a
guarirti dai mali del mondo, che non ti lasciavano vivere come
avresti voluto, parla di tutto ciò che avrei voluto dirti,
per cui
non ho mai avuto tempo e coraggio.
Parla della luce che ti sei
lasciato alle spalle, che brillerà in eterno, più
di tutte queste
insulse stelle sopra di me messe insieme, ma è comunque
difficile
andare avanti o semplicemente rimanere fermi a guardare il proprio
mondo sgretolarsi lentamente. Perchè
andandotene, ci hai caricato di un peso troppo grande da sopportare,
e so che, probabilmente, non me ne libererò mai,
è un vuoto
che nessuno riuscirà mia più a colmare.
In
questi giorni ho visto tutte le mie certezze svanire davanti
ai
miei occhi,
ho visto lacrime solcare i visi turbati dei miei migliori amici e
tutto questo è assurdo. Abbiamo passato giornate a
ricordare la tua vita ma
anche questo non è servito a niente, perché ogni
nostra emozione è
come
congelata e
le ferite sono ancora troppo
profonde per essere curate con
banali risate.
Mi sento come incatenato nelle membra di un
pozzo profondissimo, con l’acqua alla gola e non
c’è opportunità
di risalire in alcun modo. Mi sembra di aver smesso di respirare, non
riesco a riprendere fiato. Ci hai lasciato in balia delle tenebre con
un'unica eredità: il beneficio del dubbio, accompagnato
dalle note
di una canzone maledetta, un segnale, un’ancora di salvezza.
E ora
la rabbia sta prendendo possesso di ogni mio nervo, di ogni mio
muscolo e tutto ciò che vorrei, è cadere
giù insieme a te, ma
sento che c'è qualcosa che mi spinge a restare, forse i
ragazzi,
forse Michelle, o forse la paura che non ci sia niente dall'altra
parte.
Sai, non
pensavo che sarei invecchiato senza di te,
nessuno lo immaginava. Non ci eravamo mai soffermati a pensare che
qualcosa potesse andare storto, nessuno avrebbe mai immaginato che ci
avresti lasciati da soli, con una missione da compiere: completare
ciò che tu non hai fatto in tempo a veder finire, in altre
parole
portare avanti gli Avenged, fino
alla fine.
La
canzone che hai lasciato, qualche volta mi metto ad ascoltarla per
ore, cercando di carpire il significato di quelle parole, forse spero
che mi possano dire di più, sul perché te ne sei
andato così.
All'improvviso.
Quando
la ascolto capisco cose di te, che non ero stato in grando di
comprendere prima e, a volte, mi sembra di non averti conosciuto
abbastanza bene. Mi sento impotente se penso che io, che ero il tuo
migliore amico, non sia riuscito a fare niente per farti restare.
Nessuno di noi è riuscito a fare niente, e non mi sembra
vero che
dovrò passare un’esistenza intera senza le tue
stronzate e le
nostre sbronze. Tutto assumerà un senso di amaro, in fondo,
ne sono
sicuro e non mi sembra giusto. Mi chiedo cosa abbia fatto di male per
meritarmi questo, questa tortura. So che potrebbe essere visto come
un discorso da egoista ma è così, a volte penso a
me e a come potrò
superare la faccenda, ma non trovo soluzioni. Questa notte, sotto
questo cielo stellato mi
sento morire dentro,
e non trovo nessuna ragione per rimanere agganciato a questa vita, ti
abbiamo perso, proprio quando ti avevamo appena trovato, che
avevamo appena imparato a conoscerti a fondo, nei tuoi giorni
migliori.
Sarà
il caso che mi prenda qualche giorno per capire cosa voglio fare
della mia vita, per trovare una soluzione a quest’inferno che
mi
brucia dentro. Forse l’unica via d’uscita
è correre via da tutto
e da tutti, scappare da questa vita che sembra andare per conto suo,
e ancora una volta non riesco a trovare un motivo per
rimanere.
Guardo il mio I-pod e la traccia successiva è il
demo che ho ascoltato così tante volte: la tua canzone
maledetta.
Non sappiamo ancora che fine farà, non sappiamo se sia il
caso che
il mondo sappia dei tuoi piani prima di morire. Nella canzone parli
di
un mondo che ti sovrasta,
e solo ora capisco cosa intendevi con quelle parole. Sentirsi il peso
del mondo completamente addosso, è una sensazione che sto
provando
sulla mia pelle. Proprio adesso.
Ci
hai dato davvero tutto ciò che c’era da dare,
il 100% di te stesso, e forse è stata in parte colpa nostra
che ti
volevamo sempre al meglio. Dimmi Jimmy, ti eri stancato delle nostre
pressioni? Perché se è così, dammi un
segno e ti raggiungerò
nella tomba, dove
dici di sentirti libero.
So
che non
hai bisogno delle mie promesse
perché non le potrò mantenere, non
posso giurarti che non avrò paura,
perché lo so che non appena avrò preso coscienza
della situazione,
ne avrò di paura, e tanta. Anche adesso che sono solo riesco
a
percepirla.
Voglio solo che tu sappia che sei stato un amico
fantastico e che è stato magnifico ciò che ti sei
lasciato alle
spalle. Non
posso dire che troverò la mia strada,
adesso come adesso. Non posso perché tu non sei
più con me. Mi
manchi.
Note.
Probabilmente avrei potuto fare di meglio, ma non ce l'ho fatta,
questo è quello che sono riuscita a scrivere. Probabilmente
se non
fossi così emotivamente coivolta dalla storia sarei riuscita
a
trattare i fatti con più oggettivita e a formulare discorsi
più
riflessivi. Ma così, in queste condizioni, non ce la faccio
davvero.
Tutti sappiamo il vuoto che Jimmy ci ha lasciato. Non credo ci sia
bisogno di aggiungere altro.
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