Vivere in un sogno

di ValyDS
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Era il 2007, io e la mia famiglia ci eravamo appena trasferiti a Leuca, una delle più belle cittadine della Puglia : Mare stupendo, feste sulle spiagge e locali da urlo…insomma, un posto perfetto per una vita movimentata. Era luglio inoltrato e dentro la mia piccola stanzetta color lillà il caldo era vivo come in un forno. Esasperata da quelle temperature, decisi di fare un giro al parco della città, almeno mi sarei rinfrescata all’ombra dei grandi cedri che contornavano il tappeto di erba e fiori. Misi i primi pantaloncini bianchi che trovai, un toppino leggero e presi il telefono. Non sapevo quando sarei tornata, faceva troppo caldo per pensarci. Scesi di corsa le scale, salutai mia madre con un bacio e corsi alla porta prima che mia sorella mi implorasse di portarla con me. Non ero cattiva, è solo che non la volevo tra i piedi… volevo rilassarmi non impazzire. Aspettai cinque minuti prima che passasse l’autobus, quando arrivò mi ci fiondai su come una freccia e scivolai lungo i sedili di pelle consumata del veicolo. Aspettare mi faceva diventare ancora più ansiosa. Arrivai al parco e guardandomi intorno fui subito travolta da un’ ondata di allegria. Una signora stava giocando con il suo paffuto cagnolino, una famigliola felice gustava dolci intenta in un picnic, un padre molto premuroso spiegava al figlio che andare in piedi sull’ altalena è molto pericoloso, un mucchio di ragazzine urlanti era attratto da chissà che cosa, un ragazzo molto atletico, e molto molto sudato, correva verso la grande fontana. Continuai a camminare assorta nei miei pensieri e godendomi a pieno quella dolce brezza sul viso e proprio nel momento in cui stavo per tirare un lungo respiro per godermi l’aria… una ragazza urlò come una matta in preda al panico. Mi voltai di scatto con il fiato a metà per controllare che non fosse successo nulla e poi… poi lo vidi. Era alto, bruno, con gli occhi scuri e le labbra carnose, la pelle abbronzata e lo sguardo intenso… profondo… magnetico e perfetto. Non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi, non riuscivo a respirare, non riuscivo a muovermi. Riuscivo solo a rimanere incantata da lui… e lui stava proprio fissando me. Pochi istanti dopo il suo volto si aprì in un sorriso smagliante che mi fece strizzare gli occhi e perdere definitivamente il respiro. Strizzai gli occhi incredula ancora una volta e gli riaprii piano ma lui era già stato sommerso dai due bestioni che lo avevano accompagnato, nonostante la sua stazza facesse credere che non ne avesse affatto bisogno. Rimasi lì, incredula a fissare il vuoto e poi una vocina si fece largo nella mia testa per farsi sentire … “Al cinema…” disse, e poi ripeté “Vai al cinema…” . Decisi di ascoltare il consiglio e corsi a casa ad avvisare i miei e soprattutto a prendere i soldi. C’ era solo un modo per rivederlo e dato che ‘sperare di rincontrarlo dal vivo’ era inutile, decisi di ascoltare il consiglio della vocina sconosciuta. Si… lui era un attore.




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