Il calore di un colore freddo

di Aya Lawliet ___backupFGI
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Il calore di un colore freddo ~

prompt: #041, chill

 

 

 

Non aveva avuto scelta, quando Oz era corso trafelato da lei e le aveva stretto forte una mano tra le sue, trascinandola alla finestra.

«Echo-chan, c’è la neve

Era sempre difficile, per lei che non era mai mossa da una propria volontà, sottrarsi a quella degli altri. Tuttavia, a quegli occhi verdi così diversi da quelli di chiunque altro – da quelli di Vincent-sama – sentiva che era poco meno che impossibile dire di no; e dopotutto si era stancata di ripetergli ‘solo Echo’. Oz non l’ascoltava mai. Non che lei si sforzasse molto di parlare: in fondo, quando c’era lui, era più facile stare a guardare in silenzio.

Non si era sottratta neppure quando l’aveva portata fuori ed era rimasto incantato come un bambino, naso all’insù, ad accogliere i fiocchi che gli si posavano sul viso e a catturarne alcuni con la lingua. Forse aveva imparato a farlo dall’uomo con l’occhio rosso che lei aveva visto sempre e solo mangiare dolci.

Era rimasta in silenzio a lungo, accucciata su un gradino della tenuta Rainsworth, mentre il parco s’imbiancava e Oz correva da una parte all’altra con le sue risate calde che [chissà come mai] non riuscivano a sciogliere né i fiocchi di neve, né la lontananza tra lui e lei.

Solo quando la nevicata si era fatta più intensa, portandole sul viso i minuscoli aghi ghiacciati, aveva alzato lo sguardo.

«Oz-sama, perché fa freddo?»

Non aveva abbassato gli occhi, ma le parve di intuire che la stesse guardando. Che strano. Era facile lasciarsi scivolare addosso con indifferenza gli sguardi altrui; solo Vincent-sama meritava la sua attenzione. Però, gli occhi di Oz erano diversi. Erano caldi. E Echo, in qualche modo, lo sentiva.

Lui le venne accanto, salendo la breve gradinata fino a lasciarsi cadere seduto al suo fianco, il respiro ansante della fatica tipica della delizia.

«Forse perché, dopo, il sole sembri più caldo.»

Echo lo guardò. Il viso rosso, i fiocchi bianchi tra i capelli biondi, e quello sguardo vivo e acceso nonostante la freddezza di quel verde – già, era impossibile non sentirsi investiti dal suo calore. Forse era per questo che, quando c’era lui, il gelo dentro di lei sembrava meno forte.

Oz rise di nuovo, senza avvedersi delle sue riflessioni. «Hai della neve sul naso, Echo-chan.»

Le sue dita, sorprendentemente tiepide, le sfiorarono la pelle in quel punto più infreddolito e l’asciugarono dall’umido. Echo non rifuggì il contatto. In fondo, il caldo poteva essere davvero piacevole.

Ne ebbe conferma quando si sporse appena e sentì che neppure le labbra di Oz si erano lasciate rinfrescare dalla neve.

Lui rimase immobile, confuso, la mano ancora sollevata all’altezza dei loro visi. Respirò più forte quando Echo si allontanò, e i suoi occhi si riempirono di qualcosa di nuovo: ma il tepore era sempre lì.

«Oz-sama...»

Sussultò, mentre le guance gli si infuocavano di un rosso che non dipendeva dagli schiaffi del vento. «C-cosa?»

«È solo Echo.»

[Si alzò lentamente, consapevole che l’avrebbe seguita, riempiendo infine la lontananza tra loro.]

 

 

 

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