La porta dei desideri

di _Fedra_
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  La foresta era di nuovo lì. I miei piedi sfioravano il terreno ricoperto di foglie, le mie dita raggiungevano i ruvidi tronchi degli alberi alti come cattedrali che mi circondavano da ogni parte, i raggi del sole che penetravano trasversali dalle loro chiome maestose, simili ad accecanti lame di luce. Correvo. Volavo. Ero a casa. E poi eccola, la spiaggia. La sabbia si sgretolava soffice e calda tra le mie dita mentre mi precipitavo verso la battigia e mi bagnavo di quei flutti limpidi e ribelli che si perdevano a vista d’occhio sotto quel cielo avvolto da grandi nubi viola e rosate. Il grande palazzo di marmo bianco era ancora lì, a strapiombo sul mare, le sue intricatissime geometrie di arcate e colonne bianche svettavano verso l’alto come mai nessuna costruzione eretta da mano umana avrebbe potuto. Le sirene giocavano a rincorrersi a pochi metri da me, spruzzandosi tra di loro e ridendo con le loro voci argentine, goccioline trasparenti scivolavano dalle loro lunghe chiome ondulate del colore dell’acqua cristallina. Quattro figurette avanzavano verso di me, la luce del sole alle loro spalle disegnava le loro sagome, nascondendone però i volti. Corsi loro incontro, chiamandoli a gran voce. Era bello rivederli ancora lì. Un grande leone dalla criniera dorata osservava paziente i nostri giochi sulla sabbia con i suoi antichi e saggi occhi d’ambra.
NOTE DELL'AUTRICE
Avrete capito  certamente che si tratta di un sogno fatto dalla protagonista. Tutto è un miscuglio di ricordi e sensazioni dei quali, purtroppo, al risveglio non serberà alcun ricordo. Riuscirà la nostra amica a ritrovare la strada giusta per Narnia?
 




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