La magia del Natale
Salve a tutte ragazze!!! Forse non vi aspettavate una nuova storia e onestamente neanche io ma vi vado subito a spiegare tutto!
Questa è una one-shot ed
è stata creata per partecipare ad un concorso a cui mi ha
gentilemente invitata un ragazza stupenda che magari qualcuno di voi
conosce, Graziana Arena.
La ringrazio di cuore per avermi
voluto nel concorso e spero che gradirete questa storia nata un po'
all'improvviso e spero di avere da voi qualche bella recensione!!!
Buona lettura, Sara!!!
LA MAGIA DEL NATALE
BELLA
Jasper Withlock era il mio miglior
amico fin dall'infanzia. Avevo condiviso con lui gli anni dall'asilo al
liceo. Lui sapeva tutto di me come io sapevo tutto di lui. Era stato
Jasper che mi aveva consolata e dato coraggio quando i miei si erano
separati e quando poi mia madre si era trasferita in Florida per
sposarsi con un giocatore di baseball.
Eravamo stati inseparabili a tal
punto che tutta Forks aveva sempre pensato che fossimo fidanzati. Mio
padre nonchè capo della polizia di quel piccolo buco sperduto
tra le montagne nello stato di Washington, ogni tanto se ne tornava a
casa e esordiva con storie del tipo «La signora Newton mi ha
chiesto quando vi deciderete a fidanzarvi seriamente» oppure
«Il signor Weber dice che vuole essere lui a celebrare la vostra
unione».
Mio padre sapeva bene che tra me e
Jasper non c'era niente di più di una profondissima amicizia ma
si divertiva a riportarmi queste voci.
Mai una volta ci era venuto in
mente di baciarci o di provare a stare insieme come coppia. L'affetto
che provavamo l'uno nei confronti dell'altra era profondo e non avevamo
nessun dubbio sul fatto di poter sopravvivere come findanzati ma tra di
noi non c'era nulla di più. Non c'era amore, non c'era mai
stato. Non ci amavamo e non ci saremmo mai amati.
Avevamo due caratteri molto
diversi, io ero testarda e indisciplinata mentre Jasper era molto
più calmo e una persona diplomatica. Lui pensava che tutto si
potesse risolvere con le parole mentre io preferivo direttamente andare
ai fatti.
Eravamo rimasti uniti fino
all'ultimo anno di liceo. Ci eravamo aiutati ed incoraggiati fino ad
ottenere entrambi il diploma e avevamo passato delle bellissime vacanze
estive preparandoci per l'università.
Restammo sempre insieme fino al
giorno del mio compleanno, quella sera, tenendoci per mano passeggiando
a La Push Beach ci eravamo salutati.
Sapevamo che prima o poi ci
saremmo divisi ma l'inizio dell'università ci era sempre
sembrato un giorno così lontano invece ora era arrivato ed io
non ero per niente preparata a rinunciare al mio migliore amico.
Jasper sarebbe volato a New York
per frequentare la Columbia University invece io sarei rimasta vicina a
casa frequentando il corso di veterinaria all'università di
Seattle.
Come avrei fatto senza di lui? Chi
mi avrebbe fatta ragionare quando in preda alla collera avrei detto
parole senza senso ferendo le persone a me care? Chi mi avrebbe
spronata a studiare fino alle quattro del mattino per poi abbuffarci di
gelato al cioccolato fino ad avere mal di pancia? Chi mi avrebbe mosso
delle critiche per il mio modo libertino di vivere le relazioni per poi
tenermi tra le sue braccia quando l'ennesimo stronzo mi avrebbe
spezzato il cuore?
Nonostante i chilometri di
distanza la nostra amicizia non aveva subito danni, non passava giorno
che non ci sentissimo per telefono o tramite una videochiamata da pc.
Ci tenevamo costantemente aggiornati sulle nostre vite e io non avevo
potuto evitare di raccontargli i diversi guai in cui mi ero cacciata in
sua assenza. Gli confessai di essere andata a letto con il professore
di medicina veterinaria, Jacob Black. Il più sexy e passionale
professore che avessi mai conosciuto e il fatto che avesse solo
trentadue anni, due occhi neri da togliere il fiato ed un fisico da
urlo certo non guastava. Mi ero sorbita le sue ramanzine come se fosse
mio padre e mi ero impegnata a non ripetere quell'errore, errore che si
era ripetuto invece per tutto il semestre.
Io dal mio canto avevo vissuto
interamete il nascere della sua storia d'amore con Alice Cullen, la
più perfetta, bellissima e incredibile ragazza che avesse mai
conosciuto. Me ne aveva parlato talmente tanto che mi sembrava di
conoscerla. L'ultima volta che ci eravamo sentiti per telefono Jasper
aveva insistito tanto perchè ci parlassi e dal tono della voce e
dalla sua parlantina mi era sembrava una ragazza sveglia, intelligente
e simpatica. Quando poi Jasper era tornato al telefono mi aveva
spiegato perchè aveva insistito perchè parlassi con lei.
Restai leggermente shoccata quando
mi rivelò che lui e Alice si sarebbero fidanzati ufficialmente
ad anno nuovo e ancora di più mi lasciò senza parole
quando mi disse che ero stata invitata a passare il Natale insieme a
loro in modo che avrei potuto conoscere la famosa Alice.
Ci misi un po' prima di accettare
l'invito di Jasper, non che avessi chissà quali progetti per
Natale ma forse conoscere di persona Alice l'avrebbe resa assolutamente
reale e non sapevo quanto fossi pronta a quella cosa. Non ero mai stata
gelosa delle varie ragazze con le quali Japer era uscito ma temevo che
questa Alice avrebbe potuto allontanarmi per sempre dal mio miglior
amico.
Misi da parte quei pensieri e pensando solo alla felicità di Jasper accettai il loro invito.
Ora mentre mi trovavo sull'aereo
che mi avrebbe portata a Jackson Hole per passare il giorno di Natale
con Jasper e la sua Alice credevo di aver fatto un tremendo errore
nell'accettare quell'invito. Ero di malumore per aver litigato con
Jacob che non aveva preso bene questa mia partenza nonostane avessi
chiarito più di una volta con lui che tra noi non c'era nessun
tipo di rapporto tranne il sesso, e temevo che questo malumore sarebbe
persistito e avrebbe potutto rovinare le feste a tutti quanti.
Quando la voce dell'hostess ci
avvisò che stavamo atterrando cercai di scacciare il pensiero
del mio professore possessivo e di farmi tornare un po' di buon umore e
mi bastò incrociare gli occhi del mio miglior amico all'uscita
dal gate che subito tutto il mio malessere sparì.
-Bella.
Jasper mi corse incontro e mi
abbracciò forte, io ricambiai la sua stretta felice di ritrovare
il mio migliore amico dopo un'anno di lontananza.
-Oddio Bella, non posso crederci che sei davvero qui.
-E io non posso credere che ti stia per fidanzare.
Baciai Jasper sulle guance continuando a tenermi stretta tra le sue braccia.
-E' così bello rivederti.
Ci separammo senza però
lasciarci le mani, io fissai il mio migliore amico negli occhi e non lo
trovai cambiato ed ero certa che nonostante la nostra lunga separazione
e il suo imminente fidanzamento, anche il nostro rapporto non sarebbe
cambiato. Alla fine lui sarebbe stato sempre il mio Jasper.
Parlando animatamente recuperammo
le mie valigie e poi raggiungemmo l'uscita. Non appena misi un piede
fuori dall'aereoporto una ventata di aria gelida ci avvolse. Erano le
quattro del pomeriggio e nevicava copiosamente, Jasper mi
accompagnò alla sua auto e durante il tragitto rischiai
più di una volta di scivolare sull'asfalto gelato.
Caricammo le valigie e entrammo nell'abitacolo, Jasper mise subito in moto il motore e accese il riscaldamento.
-Fa un freddo assurdo quassù.
-Perchè ha Forks ci sono trenta gradi vero?
Jasper mi guardò di sottecchi e io scoppiai a ridere.
-Parliamo di cose serie. Ti sposi allora.
Jasper abbozzò e non
parlò mentre faceva manovra tra le tantissime auto che erano
parcheggiate all'aereoporto. Io gli concessi il suo tempo per
prepararsi ad affrontare quella discussione con me poi quando
imboccammo la super strada che ci avrebbe portati a Jackson Hole
finalmente Jasper mi rispose.
-La amo.
-Questo non lo metto in dubbio. Ma è sufficiente?
-Sei sempre la solita Bella. Certo che è sufficiente. E' l'unica cosa che conta in un rapporto.
Emisi uno sbuffo attirandomi una brutta occhiataccia.
-Guarda la strada, non ho intenzione di passare il Natale in ospedale.
-Neanche io se è per
questo. Bella, sai che ho sempre creduto al vero amore e non aspettavo
altro. L'ho capito appena l'ho vista. E' Alice il mio vero amore.
-Beato te.
Incrociai le braccia al petto ma
immediatamente rilassai la mia postura rigida, non volevo rovinare quel
momento a Jasper però volevo solo essere sicura che non stesse
correndo troppo. Non volevo vedere il mio migliore amico divorziato a
soli venticinque anni.
-Tu piuttosto, come va con il tuo sexy professore?
Questa volta toccò a me guardarlo male.
-Va. Non c'è nulla tra di noi, solo sesso e forse tra poco più nemmeno quello.
-Perchè, che fa?
-Si sta dimostrando troppo geloso e lo sai che è una cosa che non mi piace.
-Bella, dovresti cominciare anche tu a credere nel vero amore.
-Ma perfavore.
Detto questo mi sporsi in avanti per accendere la radio, non mi andava di parlare di Jacob, non ero lì per quello.
-Messaggio recepito. In questi
giorni non parleremo del tuo professore. Parliamo di altro. Non vedo
l'ora di farti conoscere Alice, ti piacerà subito, è una
ragazza stupenda.
Jasper prese a parlare a
macchinetta elencando le mille qualità della sua futura moglie,
disse qualcosa anche riguardo dei fratelli ma non gli stavo prestando
abbastanza attenzione per capire il significato delle sue parole.
Dopo quasi un'ora di strada sotto
la neve finalmente entrammo a Jackson Hole. Il posto era stupendo, a
parte la neve che ricopriva tutto conferendo al panorama un'aspetto da
cartolina, c'erano delle bellissime luminarie natalizie che
illuninavano la cittadina. C'erano molte persone a passeggio e le
vetrine dei negozi erano addobbate per le feste.
L'auto di Jasper si fermò
davanti ad un'imponente hotel, io uscii dall'auto e alzai gli occhi al
cielo per poter osservare l'edificio scintillante di luci che si ergeva
davanti a me. Appena sopra l'entrata campeggiva un'immensa insegna con
scritto «Four Season». Mi voltai verso il mio amico che
stava scaricando i miei bagagli e con passo spedito ma non troppo per
non rischiare di scivolare mi avvicinai a lui.
-Jazz, spiegami come fai a
permetterti di pagarmi una camera al Four Season. Costerà
più di quanto io e te messi insieme abbiamo visto in tutta la
nostra vita.
Lui si voltò verso di me con faccia evidentemente imbarazzate.
-E' stata un'idea di Alice
prenotare in questo hotel. Sai Bella la sua famiglia è parecchio
agiata ed ha talmente insistito affinchè fosse lei a pagare
anche per te...
Corrugai la fronte a quelle parole
e mi stavo preparando a scagliarmi verbalmente contro il mio miglior
amico quando lui riprese a parlare.
-Ma io mi sono imposto. Le ho detto o si fa a metà o niente.
-Mi sarebbe andata bene anche una camera in un ostello.
-Ma a me no. Bella devi capire una
cosa, Alice mi sta introducendo in un mondo fatto di persone molto
potenti, ho già un buonissimo posto in cui fare tirocinio e mi
pagano pure e bene. Non ti devi preoccupare di niente, voglio che in
questi giorni tu non ti preoccupi di niente, ok?
Jasper mi fece gli occhi dolci ai quali non riuscii a dire di no.
-Ok.
-Bene andiamo.
Entrammo nell'albergo e Jasper mi
presentò alla receptionist facendosi rilasciare il badge per la
mia camera, mi accompagnò al piano e quando fummo arrivati alla
mia porta mi baciò su una guancia e mi disse che mi avrebbe
aspettato nell hall non appena fossi stata pronta.
Io entrai nella camera e rimasi a
bocca aperta. Il lusso trasudava da ogni parete, anche se non era una
suite ma una «modesta» camera singola era due volte
più grande della mia cameretta a Forks, il letto era immenso
coperto da una morbidissima coperta. Mi abbandonai sul letto e mi
scoprii stanchissima ma prima che finissi con l'addormentarmi mi alzai,
mi spogliai abbandonando i miei vestiti in fondo al letto e mi diressi
verso il bagno. Anche lì resta completamente sbigottita,
un'immensa vasca era posizionata al centro della stanza mentre i
sanitari rimanevano coperti da una bassa parete rivestita di piastrelle
color sabbia.
Riempii la vasca e rimasi a mollo
per una buona mezz'ora poi uscii dall'acqua e dopo essermi avvolta in
un morbidissimo asciugamano tornai in camera. Aprii la valigia e
cominciai a sistemare alcuni capi nell'armadio.
Quando ebbi finito questa mansione
richiusi la valigia e la posizionai in un angolo della stanza, mi
guardai ancora alcuni attimi attorno poi decisi che era ora di vestirmi
e di scendere a conoscere la futura moglie di Jasper.
Lasciai l'asciugamano scivolarmi
lungo il corpo e finire a terra, aprii il cassetto dove avevo sistemato
l'intimo e tirai fuori un completo di raso color corallo e lo appoggiai
sul letto, infilai le mutandine e reggiseno, asciugai i capelli stando
seduta sul morbido letto e in fine mi vestii, indossai un paio di jeans
e un morbido maglione di lana blu, infilai i miei scarponcini da neve e
finalmente scesi nella hall per conoscere l'allegra famiglia.
Quando l'ascensore si aprii una strana sensazione mi attangliò lo stomaco.
Tranquilla Bella. Prima o poi sarebbe dovuto accadere, non puoi pretendere che Jasper resti solo per fare piacere a te.
Mentre pensavo queste cose vagavo
con lo sguardo nella hall fino a che il mio sguardo non si posò
su un felice quadretto seduto ad un tavolino al bar.
-Eccola, Bella.
Jasper mi venne incontro e mi prese per mano.
-Sono così agitato.
Io gli sorrisi cercando di
rassicurarlo, lo seguii al tavolo dove una ragazza bassa e molto magra,
dai corti capelli neri e gli occhi azzurri si alzò dalla sedia e
mi porse la mano.
-Tu sei Bella. E' un piacere conoscerti. Io sono Alice.
-Piacere mio.
Le afferrai la mano e la strinsi
nella mia ma lei mi prese alla sprovvista e mi strinse in un forte
abbraccio per una ragazza così minuta.
-Alice è molto espansiva.
Si giustificò Jasper.
-Ehi sorella, non fare la maleducata, a noi non ci presenti.
Al tavolo con loro erano sedute
altre due persone, un bel ragazzo dai capelli neri e ricci e una
bellissima ragazza dai lunghi capelli biondi.
-Certo, non stare sempre a lamentarti. Bella lui è mio fratello Emmett e la sua fidanzata Rosalie.
-Piacere.
Strinsi la mano ad entrambi e
entrambi mi sorrisero calorosamente. Forse mi ero fatta un'idea
sbagliata di Alice e la sua famiglia. Da una prima occhiata mi
piacevano.
-Sarebbe dovuto esserci anche
l'altro nostro fratello, Edward. Ma il suo aereo ha avuto un ritardo e
non sarà quì prima dell'ora di cena.
Passammo il resto del pomeriggio
seduti al bar a bere cioccolata calda e a chiacchierare. Io riuscii a
mettere Jasper abbastanza in imbarazzo raccontando ad Alice e gli altri
alcune nostre bravate compiute in giovane età. Alice a sua volta
mi diede filo da torcere con le esilaranti esperienze di suo fratello
Emmett.
-Ora non è più così, da quando sta con Rose ha messo la testa a posto.
Emmett baciò la fidanzata
con occhi amorevoli e io in mezzo a quelle due coppiette innamorate mi
sentii improvvisamente in imbarazzo. Avrei voluto ci fosse anche
l'altro fratello almeno avrei avuto qualcuno con cui parlare ma poi mi
venne in mente che anche Edward sarebbe potuto essere fidanzato allora
si che mi sarei divertita da morire in mezzo a tre coppiette felici.
Mentre facevo questi pensieri un
cameriere ci avvisò che la cena era pronta e ci spostammo nella
sala ristorante. Il tavolino era apparecchiato come se avesse dovuto
accogliere un pranzo regale. Mi sedetti tra Jasper ed Emmett e Alice
prese subito a parlare della cena del giorno dopo che sarebbe stata la
vigilia di Natale. Mentre fingevo di ascoltare i suoi discorsi l'occhio
mi cadde su un ragazzo che era appena entrato in sala. Un gran bel
ragazzo, ma che dico gran bel ragazzo, era il ragazzo più bello
e dannatamente sexy sul quale avessi posato lo sguardo. Batteva di gran
lunga anche Jacob.
Aveva dei bellissimi capelli
castano rossicci sparati in aria, due stupendi occhi azzurro/verdi, un
viso perfetto, il naso dritto, la mascella squadrata. Il mio sguardo
proseguii lungo il collo e mi si mozzò il fiato quando lui
si portò una mano tra i capelli e fece un sorriso storto nella
mia direzione. Io mi sentii avvampare.
-Bella tutto ok?
Mi chiese Jasper.
-Si certo.
Mi versai un bicchiere d'acqua e
lo sorseggiai mentre il misterioso ragazzo si avvicinava sempre di
più al nostro tavolo. Non lo persi d'occhio neanche un istante,
quando lo vidi chinarsi alle spalle di Alice e portargli le mani sugli
occhi mi sentii sprofondare.
-Chi ha la sorella più bella del mondo che tra poco si sposa?
-Edward.
Alice si alzò dalla sedia e
cominciò a saltellare, abbracciò suo fratello, ormai
avevo capito che fosse il famoso Edward, e gli baciò il viso.
-Che bello rivederti. Come è andato il viaggio?
-Un'inferno. E poi quà ci saranno venti gradi in meno che a Los Angeles. Ma fammi abbracciare il mio futuro cognato.
Jasper si alzò dal suo
posto e abbracciò Edward. Anche Emmett si era alzato e quando
Jasper tornò a sedersi abbracciò il fratello.
-E' bello averti con noi. Come va?
-Va.
Gli rispose lui senza dare altri dettagli al riguardo.
Lo vidi poi salutare Rosalie e
alla fine posare lo sguardo su di me, cambiò immediatamente
espressione e fissò sua sorella.
-Alice?
Lei sorrise al fratello e facendogli gli occhi dolci gli spiegò chi fossi.
-La migliore amica di Jasper? Quindi non è una che hai fatto venire per farmi accoppiare.
-Certo che no però se tu...
-Alice, non cominciare. Quante volte te lo devo dire.
Mi sembrava che Edward si stesse
arrabbiando con Alice e visto che io mi ero trattenuta e non poco per
non rovinare quell'evento a Jasper non avrei permesso a Edward di farlo.
-Non mi sembra carino il tono con cui ti rivolgi a tua sorella. E se poi sono di troppo posso anche andarmene.
Edward mi fulminò con lo sguardo mentre Jasper mi posava una mano sulla gamba.
-Non ti intromettere. Non sai a cosa mi riferisco mentre Alice lo sa bene.
-Ed, perfavore non fare
così. Te l'ho detto è solo la migliore amica di Jasper e
ci tenevo a conoscerla. Ora possiamo mangiare?
Edward si chiuse in uno strano mutismo mentre Alice invece riprese vivacemente a chiacchierare sulla cena della vigilia.
Non sapevo cosa ci fosse dietro le
parole di Edward ma mi sembrava davvero esagerata la sua reazione. In
fin dei conti non è che ci saremmo dovuti sposare io e lui.
Cercai di seguire la discussione
che si stava tenendo ma continuavo a sentirmi addosso lo sguardo di
Edward ma ogni volta che spostavo il mio sguardo su di lui lo trovavo
sempre con gli occhi ben piantati sul piatto.
Quando la cena finì ci spostammo di nuovo al bar per bere il caffè e un digestivo.
-Io esco a fumare.
Questa volta lo sopresi scoccarmi
una brutta occhiataccia. Finsi indifferenza e bevvi il mio caffè
poi con la scusa del bagno uscii sul piazzale. Trovai Edward appoggiato
ad un muro, stava fumando una sigaretta e cavolo, era dannatamente sexy.
-Mi fai fare un tiro?
Gli dissi quando mi fui avvicinata. Lui senza aprir bocca mi porse la sigaretta dalla quale feci un tiro e poi gliela restituii.
-Hai ragione, non so cosa
c'è dietro ma non è stato ugualmente carino quello che
hai fatto. Non mi sembra giusto rovinare questo momento importante per
Alice e Jasper.
-Senti io e te non ci conosciamo,
tu non sai niente di me come io non so niente di te e onestamente non
mi interessa. Se avessi potuto evitare di venire fin quà lo
avrei fatto ma visto che Alice è la mia sorellina non me la sono
sentita ma almeno risparmiatevi questa pagliacciata.
-Non capisco davvero a cosa ti riferisci.
Forse mi stava sfuggendo qualcosa,
sicuramente ciò che Edward continuava a sostenere che io non
sapessi c'entrava qualcosa con quel suo modo di fare.
-Lasciamo perdere. Tanto non dobbiamo mica sposarci, no?
Scoccandomi un ultimo sguardo
minaccioso buttò la sigaretta e rientò in hotel
lasciandomi sola al freddo. Stava ancora nevicando e l'aria era calma e
serena, un'improvvisa voglia di tornarmene a casa e lasciare Jasper a
divertirsi con la sua nuova famiglia si impossessò di me.
-Bella, che fai qua al freddo? Ti stiamo aspettando.
Jasper si avvicinò a me e mi circondò le spalle con un braccio.
-Non te la prendere per Edward. Ha
i suoi buoni motivi per comportarsi un po' da stronzo. Non sta a me
raccontarti i fatti ma sappi che non c'è l'ha con te.
-E come potrebbe. Ci conosciamo appena.
Sorrisi a Jasper e ricordandomi di
non voler rovinare quel momento importantissimo della sua vita rientrai
con lui in albergo e tornai a sedermi al tavolo del bar. Questa volta
partecipai attivamente alle conversazioni ignorando del tutto Edward
che se ne stava seduto in silenzio fissando il suo bicchiere di liquore.
A mezzanotte passata decidemmo che
fosse arrivata l'ora di andare a riposare se il mattino successivo
eravamo intenzionati a salire sulle piste per sciare.
-Buonanotte a tutti.
Salutai quando uscii
dall'ascensore, gli altri mi salutarono con calore mi incamminai verso
la mia stanza. Solo quando mi trovai a metà corridoio mi resi
conto che qualcuno mi stava seguendo, rallentai il passo e mi voltai
lentamente a guardarmi le spalle.
-Non ti preoccupare, non ti sto seguendo. La mia camera è su questo piano.
Disse Edward camminando dietro di me con le mani in tasca e ostentando un disinteresse nei miei confronti.
Io ignorai la sua voce e continuai
a camminare, mi fermai di fronte alla porta della mia stanza e inserii
il badge. Con la coda dell'occhio continuai a tenere sotto controllo
Edward, lo vidi fermarsi nella porta prima della mia, velocemente
infilò il badge e sparì nella sua stanza.
-Stronzo.
Sussurrai e entrai nella mia camera.
Mi spogliai, indossai uno dei miei
pigiami più caldi e mi infilai sotto le coperte. Accesi la tv
divertendomi a fare zapping tra un programma e l'altro, non trovai
nulla di interessante e alla fine decisi di lasciare su un programma di
viaggi, mi sistemai su un fianco e mi appisolai.
Fui svegliata da un rumore sordo,
non riuscivo a capire cosa fosse, mi stroppicciai gli occhi e accesi la
lampada che si trovava sul mio comodino. Ci impiegai qualche secondo
per rendermi conto di dove mi trovavo poi piano piano mi ricordai di
essere in un albergo per festeggiare il fidanzamento di Jasper.
Un attimo dopo aver realizzato
dove mi trovassi sentii ancora quel rumore, finalmente capii che
proveniva dalla porta. Con non poca cautela mi avvicinai alla porta e
accostai l'orecchio sul legno. Qualcuno stava bussando alla mia porta.
-Chi è?
Chiesi con voce decisa.
-Edward.
No. Non poteva essere lui. Che poteva volere da me?
Aprii la porta e me lo trovai
davanti bello come il sole. Durante quelle poche ore di sonno mi ero
completamente dimenticata di dove mi trovassi e mi ero dimenticata di
Edward, ma ora ritrovarmelo lì davanti, con un sorriso da
mozzare il fiato mi destabilizzò.
-Sono qui per scusarmi. Sono stato un maleducato. Pace?
Dicendo quell'ultima parola
alzò una mano nella quale teneva due bottiglie di birra. Restai
a fissarlo per alcuni secondi poi non riuscii a dirgli di no.
-Pace.
Mi spostai e lo lasciai entrare in
camera, appoggiò le birre sulla scrivania che si trovava
nell'angolo e tirando fuori un'apribottiglie dalla tasca dei jeans
stappò le bottiglie.
Mi porse una bottiglia e io
l'afferrai per poi sedermi a gambe incrociate sul letto, lui
restò a guardarmi e poi mi imitò.
-Ad Alice e Jasper. Che possano essere felici.
Edward avvicinò il collo della sua bottiglia alla mia e fece tintinnare il vetro per poi fare un lungo sorso di birra.
-Quante ne hai già scolate?
Gli chiesi.
Mi ero resa conto che la sua voce
appariva leggermente alterata, i suoi occhi erano arrossati e il suo
alito odorava fortemente di birra.
-Tre, quattro... cinque, sei...
non lo so. Ma poi mi sono rotto di bere da solo ed ho pensato di
condividerne una con te e chiederti scusa per il mio pessimo exploit.
Sono stato un stramaledetto stronzo.
-Avrai avuto le tue buone ragioni.
Feci anche io un lungo sorso di birra che risultò lungo la mia gola fresca e dissetante.
-Può anche essere ma questo
non significa che possa fare lo stronzo con una persona che non conosco
e soprattutto con mia sorella. Ci è rimasta male.
-Si, lo immaginavo.
Restammo per alcuni attimi in
silenzio continuando a bere le nostre birre, non riuscivo a non
guardarlo. Aveva un'aria stanca, sembrava triste e mi sembrava che
fosse tormentato da qualcosa. Ma da cosa?
-Ti va una sigaretta in due?
Disse quando entrambi finimmo le nostre birre.
-Certo. Non sono una fumatrice accanita ma una ogni tanto non la disdegno.
Mi alzai dal letto e mi avvicinai
alla porta finestra, l'aprii e l'aria fredda della notte
contribuì a farmi schiarire le idee. Mi appoggiai sul parapetto
del balcone e poco dopo Edward mi raggiunse. Accese la sigaretta, ne
fece un tiro e me la porse.
-C'è un motivo a tutto questo. Voglio dire, a questo mio comportamento.
-Sono cose tue - gli ripassai la
sigaretta e mi voltai appoggiando la schiena al parapetto - non devi
giustificarti con me. Ti conosco appena.
-Ma non mi va di passare per lo stronzo perchè fondamentalmente non lo sono.
-Se lo dici tu ci credo e anche Jasper me lo ha detto. Ma non mi ha detto nient'altro.
Restammo altri lunghi secondi in silenzio fino a che Edward non parlò di nuovo.
-Solo qualche mese fa non mi sarei
mai immaginato di passare il Natale solo, solo nel senso di single.
Stavo con una ragazza, Tanya, da tre anni e io ero convinto che fosse
la donna della mia vita. Invece lei un bel giorno torna a casa e mi
dice che se ne sarebbe andata.
Io l'ascoltavo in silenzio, quasi
temevo di respirare per la paura di interrompere quel momento. Non
sapevo perchè Edward mi stesse raccontando quelle cose
però sapevo che alle volte è più facile parlare
con degli estranei che con chi ti conosce da una vita.
Attesi pazientemente che riprendesse a parlare.
-Io le dissi che se era per via
del mio lavoro che mi teneva troppo tempo fuori di casa avrei fatto in
modo di avere turni più flessibili in modo da esser più
presente ma lei mi rispose che avrei potuto anche lavorare 24 ore su 24
per quel che le riguardava.
Restai impressionata da quella
cosa. Quale pazza donna poteva lasciare un uomo così bello?
Sicuramente anche lui avrà avuto i suoi difetti ma sicuramente
qualcosa di trascurabile rispetto a tanta perfezione.
-Vuoi sapere che mi ha detto quando le ho chiesto ulteriori spiegazioni?
Mi passò di nuovo la
sigaretta ma io gli feci cenno di no e gliela feci finire, aveva
sicuramente più bisogno lui di me di fumare.
-Mi ha detto che si era innamorata di un'altro.
Scoppiò a ridere.
La situazione era davvero
surreale, dopo essere scoppiato a ridere Edward si portò le mani
sul viso scuotendo la testa con aria disperata.
-Scusami... ti starai chiedendo
che cavolo voglia da te. Avevo solo bisogno di sfogarmi. Forse non eri
la persona più giusta ma...
-No, non è un problema. Mi fa piacere sapere che non ti sei comportato male solo perchè sei uno stronzo.
Riuscii a strappargli un sorriso.
-Mi sono incazzato con Alice
perchè credevo che mi avesse combinato qualcosa con te. Sai, due
coppie e io da solo e poi trovo te...
-Ahhh, ora capisco tutto.
Entrambi scoppiammo a ridere.
-Anche se lo avesse fatto era solo per il tuo bene.
-Non ho mai creduto negli appuntamenti combinati.
Avvicinò il suo viso al mio
e potei specchiarmi nei suoi occhi meravigliosi. Restai senza fiato per
alcuni secondi fino a che Edward non si allontanò da me.
-Scusa, ti ho rubato troppo tempo. Ti lascio dormire, domani si scia.
Lo seguii con lo sguardo rientrare in camera e avvicinarsi alla porta. In pochi passi gli fui accanto.
-Buonanotte.
Mi disse accarezzandomi una guancia.
-Buonanotte.
Aprii la porta ma gli impedì di uscire, ci tenevo a dirgli ancora una cosa.
-Sono felice che tu sia venuto qui stanotte. Almeno ora so che non sei uno stronzo.
Gli posai un bacio sulla guancia e
poi lo lasciai uscire. Mi rischiusi immediatamente la porta alle
spalle, chiusi la porta finestra e mi misi a letto. In pochissimi
secondi mi addormentai.
Il mattino seguente la sveglia
suonò alle sette. Sarei voluta rimanere sotto le coperte ma mi
ricordai che lo dovevo a Jasper e poi onestamente non vedevo l'ora di
rivedere Edward.
Mi vestii pesante e indossai una
tuta da sci poi scesi per la colazione. Trovai già tutto seduti
a chiacchierare amabilmente e a differenza della sera prima il posto
che mi era stato lasciato era accanto ad Edward.
Salutai tutti e mi sedetti
rivolgendo un sorriso particolare al mio vicino di posto. Lui mi fece
l'occhiolino per poi tornare a chiacchierare con Jasper.
Dopo un'ora stavamo salendo verso
l'impianto. Affittammo degli sci e dividendoci a coppie attendemmo
l'arrivo dello skilift che ci avrebbe portato sulle piste.
Naturalmente io mi trovai in
coppia con Edward, per nessun motivo le altre coppie si sarebbero
sciolte per noi ma questo mi andava bene, anzi più che bene.
-Pronta per la neve?
-Ti ammetto che anche vivendo in montagna non sono una grande sciatrice. Tendo a franare a terra come metto piede in pista.
-Vedremo che possiamo fare per farti stare in piedi.
Mentre l'impianto di risalita ci
portava verso le piste conversammo molto tranquillamente come se
l'incomprensione del giorno prima non fosse mai avvenuta.
-Tu sei di Forks vero?
-Si.
Gli risposi sorpresa.
-Come Jasper.
-Ah, già si. Come lui.
-Vi conoscete da tanto?
-Da quando ero più o meno una poppante.
Edward rise e si passò una
mano tra i capelli. Aveva indossato un paio di occhiali da sole che lo
rendevano ancora più bello. Ancora stentavo a credere che la sua
fidanzata lo avesse lasciato. Era davvero una cosa assurda.
Finalmente arrivammo in cima e
seguendo Edward raggiunsi la pista. Per mia fortuna Edward ne scelse
una di media difficoltà anche se io avrei preferito la pista dei
bambini.
Edward si portò al mio fianco e con molta attenzione mi sistemò il casco allacciandomelo ben saldo sotto il mento.
-Grazie papà.
Gli dissi prendendomi gioco di lui.
-Non c'è di che.
Mi accarezzò la punta del
naso e poi sistemò il suo casco e si abbassò gli
occhialoni sul viso. Restò al mio fianco poi facendomi un gesto
con il viso partì per la discesa. Io lo osservai scorrere verso
valle con una tecnica impeccabile, quando diventò un puntino
invisibile raccolsi tutto il mio coraggio iniziai la discesa con molta
cautela. Faticai e non poco ad arrivare a metà pista e rimasti
felicemente stupita di vedere Edward fermo a lato che mi stava
aspettando.
-Ce ne hai messo di tempo.
Finimmo la discesa sciando molto
lentamente, Edward faticava a tenere il mio ritmo blando ma fu davvero
gentile ad aspettarmi. Quando in fine arrivammo a fondo valle Edward mi
propose una ben più facile passeggiata per uno dei sentieri
presenti sui monti Teton. Dopo aver restituito gli sci partimmo per
questa nuova avventura e io mi pentii immediatamente di averla definita
facile.
Il sentiero era impervio, pieno di
rocce nascoste e rese scivolose dalla neve e dopo non pochi tentativi
di scivoloni finii con il sedere a terra. Restai ansante seduta senza
più la forza di alzarmi.
-Credevo che con le camminate te la cavassi meglio.
-Credevi male.
Gli risposi.
-E con le palle di neve come te la cavi?
Di sorpresa Edward mi
scagliò contro una palla di neve e poi corse a nascondersi
dietro un'albero. Io agguerritissima mi alzai e cominciai a formare una
palla di neve super. Potevo non saper sciare e non riuscire a camminare
nella neve ma in tutta la mia vita non avevo mai perso una guerra alle
palle di neve.
Con passo felpato mi avvicinai al suo nascondiglio e lasciai partire la mia palla che lo colpì su una spalla.
-Allora guerrà?
-Che guerra sia.
Nello stesso momento ci chinammo a
raccogliere la neve, formammo le palle e ce le scagliammo addosso
contemporaneamente. Edward mi mancò e io invece lo colpì
in pieno viso. Forse mosso da questa parziale sconfitta Edward
partì al mio inseguimento, io cominciai a correre per non
permettergli di avvicinarsi ma il suolo mi tradì ancora. Misi un
piede in fallo e stavo per prendere a scivolare quando le mani di
Edward mi afferrarono per la vita e finii addosso a lui facendolo
cadere. Scoppiammo a ridere e a rotolarci sulla neve. Nonostante il
freddo e il contatto prolungato con la neve il mio viso era accaldato e
mi sentivo davvero sfinita. Edward mi teneva ancora per la vita e io mi
appoggiai al suo petto.
Entrambi con il fiato corto
restammo in silenzio per riprendere le forze. Il cuore mi batteva forte
nel petto ma nel contempo sentivo una specie di pace interiore come non
mi succedeva da tanto tempo. Seduta sulla neve tra le braccia di un
perfetto sconosciuto finalmente riuscivo a dare un senso alla mia vita.
Mi sentivo se tutto ciò che avessi fatto dalla mia nascita fino
a pochi giorni prima fosse stato tutto finalizzato per quel momento.
-Sei bellissima lo sai?
La voce di Edward mi arrivò
come un sussurrò ma riuscì a scatenare in me un brivido
che mi percorse l'intera spina dorsale.
Mi voltai per poterlo guardare in
faccia senza sospettare che non sarei riuscita a resistergli.
Incautamente gli posai le labbra sulle sue. Da prima Edward rispose al
mio bacio, sentii la presa farsi più salda attorno al mio corpo
ma poi gentilmente si scostò.
-Perdonami Bella, non vorrei darti l'impressione sbagliata.
-Nessuna impressione. Io non ti
conosco ma sono una persona che ha sempre seguito il suo istinto, anche
quando mi ha fatto finire nei guai. E anche questa volta l'ho seguito
ma ti capisco se...
-No, non è che non voglia.
Tu sei una ragazza bellissima davvero e ti sto scoprendo anche come una
bellissima compagnia ma tra un paio di giorni io tornerò a Los
Angeles e tu a Forks.
-Beh non è quello che ti ci
vorrebbe? Dopo una forte delusione come la tua un'avventura senza
pretese ti farebbe bene. Ma tranquillo, non mi offendo se non vuoi.
Sorrisi per poi alzarmi dal
terreno, gli porsi una mano per aiutarlo ad alzarsi, lui
l'afferrò e una volta in piedi tornammo verso il fondo valle
dove trovammo gli altri che ci stavano aspettando.
-Credevamo vi foste persi per la discesa.
Disse Alice vedendoci tornare.
-No, Bella ha avuto un po' di problemi con gli sci e abbiamo optato per una più tranquilla passeggiata.
Jasper mi guardò di
traverso, conoscendomi bene come mi conosceva lui sapeva che ci poteva
essere qualcosa sotto ma io non gli lasciai capire nulla.
Alice e Jasper volevano continuare
a sciare ma un'improvvisa nevicata ci fece decidere per un cambiamento
di programma, visto che era quasi ora di pranzo raggiungemmo un
ristorante dove mangiammo e nel primo pomeriggio facemmo ritorno in
hotel per riposarci prima del cenone della vigilia.
-Che ne dite di bere qualcosa di caldo al bar?
Propose Emmett. Tutti accettarono ma io sentivo il bisogno di un bel bagno e di almeno un'ora di riposo nel mio comodo letto.
-Vi spiace se ci vediamo a cena. Sono troppo stanca, ho bisogno di riposarmi.
-Certo che no Bella, ci vediamo dopo.
Alice sempre carinamente mi diede
un bacio sulla guancia e io salii in camera. Mi spogliai
dell'ingombrante tutta da sci e preparai la vasca per il bagno, nel
frattempo tirai fuori dall'armadio l'abito che avrei indossato quella
sera cercando di far sparire le pieghe che aveva preso stando nella
valigia.
Mi immersi nella vasca e chiusi
gli occhi cercando di rilassarmi. Era stata una giornata molto intensa
ed erano accadute molte cose. Non avevo ancora ben capito che cosa
volessi che succedesse con Edward, lui mi piaceva e se non mi sbagliavo
io piacevo a lui ma forse aveva ragione lui, tra qualche giorno ognuno
di noi avrebbe fatto ritorno alle proprie vite e forse sarebbe stato
meglio non incasinare le cose.
Ma chi l'avrebbe detto che ci
saremmo incasinati? Avremmo potuto fare del sesso e finirla lì.
Non gli avevo chiesto che cosa provasse per me o cosa avremmo fatto una
volta finita la nostra vacanza. Non volevo un amore a lungo termine,
non lo avevo mai voluto però pensare ad Edward in quel momento
mi fece ragionare sul fatto che un rapporto serio con lui mi sarebbe
potuto anche piacere.
-Ma perfavore Bella, a chi la vuoi raccontare?
Misi da parte quei pensieri e mi
feci la doccia, uscii dalla vasca avvolgendomi nel morbido telo e
tornai in camera. Mi stavo per sdraiare sul letto per riposare un po'
quando il mio telefonino prese a suonare. Fissai il display e restai
alcuni secondi incerta se rispondere o no, poi pensa che se non avessi
risposto averi solo peggiorato le cose quindi accettai la chiamata.
-Jacob.
-Ciao Bella, sei viva allora.
-Si, sono viva.
Mi stesi sul letto con la brutta sensazione che quella sarebbe stata una ben poco piacevole chiacchierata.
-Potevi farmi sapere quando atterravi almeno.
-Jake ti prego, non cominciare.
-Bella, come te lo devo dire. Io
per te sono pronto anche a lasciare il mio impiego
all'università. Sei importante per me e voglio avere un rapporto
serio con te, voglio costriure qualcosa di duraturo.
Sbuffai felice che fossimo al telefono così che Jacob non potesse vedere le mie espressioni.
-Jake io sono stata chiara fin da subito. Per me non era nulla di serio...
-Neanche per me ma poi sono finito con l'innamorarmi di te.
-Jake non dire così.
-Che dovrei dire? Dovrei mentirti? Non posso, non ce la faccio, io ti amo.
Avrei voluto scagliare il telefono
contro il muro e mi maledii in tutte le lingue del mondo per aver
accettato quella chiamata. Mentre cercavo un modo carino per dire a
Jacob che i suoi sentimenti non erano ricambiati sentii bussare alla
porta e il mio cuore mi balzò in gola. Possibile che fosse
ancora lui?
Tenendomi stretta l'asciugamano
addosso andai ad aprire e quando incrociai i suoi occhi mi sentii
leggera come una foglia. Gli feci cenno di entrare e ripresi a parlare
con Jacob.
-Senti ora non posso parlare. Ne riparliamo quando torno.
-E quando torni?
-Non lo so di preciso. Prima della fine dell'anno.
-Bella pensa a cosa ti ho detto, potremmo essere felici, lo so.
-Jake non mettermi in questa situazione.
-Ma tu promettimi che ci penserai.
-Ok, lo farò. Ora devo andare.
Chiusi la comunicazione prima che
lui potesse aggiungere altro e mi voltai verso Edward. Era in piedi in
mezzo alla stanza e mi fissava con uno sguardo strano.
-Tralasciando il fatto che hai indosso solo un asciugamano fingerò di interessarmi alla tua chiamata. Fidanzato?
Sorrisi quando capii che si sentiva in imbarazzo per il mio abbigliamento ma finsi anche io di non interessarmi a quella cosa.
-No, non ho un fidanzato. Diciamo un'amico speciale.
-Mmmm... amico speciale. Ora si chiamano così le persone con cui si va a letto?
-No, ma i professori con cui si va a letto si.
-E' un tuo professore. Wow. Che ragazzaccia.
Scoppiai a ridere a quelle sue parole e per poco non mi scivolò l'accappatoio da dosso.
-Forse è meglio se ti lasci rivestire ero solo passato per dirti una cosa.
-Sono tutt'orecchie.
Incrociai le braccia al petto per
non rischiare di restare nuda davanti a lui anche se la cosa non mi
sarebbe affatto dispiaciuta e restai in attesa.
-Te l'ho già detto, mi
piaci. Mi sei piaciuta subito ma ero troppo preso a fare l'incazzato
per cominciare subito a conoscerti. Come non credo negli incontri
programmati credo poco nel destino quindi non starò qui a dirti
che ci siamo incontrati perchè era scritto così e ultimo
e non meno importante non so se sono pronto a questo tipo di cosa.
Cioè non ho mai avuto nessun tipo di rapporto intimo con una
persona appena conosciuta e non ho mai baciato prima di oggi una
persona appena conosciuta.
-E' molto dolce quello che mi stai
dicendo Edward e ti dico anche che la tua fidanzata è stata una
pazza a lasciarti. Se fossi stata io la tua fidanzata ti avrei legato
alla mia caviglia. Rispetto i tuoi tempi, non staremo qui per sempre e
se ti va di passare un po' di tempo con me e non intendo in un letto ma
a chiacchierare e a passeggiare come è successo oggi io ne sarei
molto felice.
-Grazi Bella.
Edward mi posò un delicato bacio sulle labbra e mi lasciò sola.
Io restai diverso tempo
imbambolata senza la forza di muovermi poi finalmente mi scorllai e
ripresi possesso delle mie facolta mentali. Decisa a farmi bella non
solo per me ma anche un po' per Edward mi dedicai ad una attenta
depilazione su tutto il corpo per poi passarmi una quantità
spropositata di crema idratante su tutto il corpo. Mi spruzzai una
buona dose del mio profumo preferito e infine mi vestii dedicanto
particolare attenzione nella scelta dell'intimo, optai per un completo
di pizzo nero al quale abbinai delle autoreggenti velate per poi
indossare il mio abito. Era un vestito che avevo comprato a Seattle
sotto consiglio di Jessica e Angela.
Una volta indossate anche le
scarpe mi posizionai davanti allo specchio per rimirare il tutto.
Osservai attentamente il mio abito, aveva un ampio scollo quadrato con
spalline larghe lasciando le braccia nude. Scendeva aderente lungo i
miei fianchi fino a sopra le ginocchia. Le scarpe erano nere come
l'abito, di pelle lucida.
Quando finii di osservarmi mi
spostai in bagno per truccarmi, un filo di cipria, sfumai dell'ombretto
nero e grigio sugli occhi e applicai un rossetto rosso sulle labbra.
Raccolsi i capelli in una morbida coda alta dalla quale sfuggivano
alcune ciocche di capelli che ricadevano morbide sulle mie spalle.
Tornai in camera, afferrai la
pochette nera e uscii dalla stanza. Percorsi il lungo corridoio fino
all'ascensore e mi resi conto di essere agitata, come se mi trovassi al
ballo di fine anno e mi stesse aspettando il ragazzo più bello
del liceo per ballare con me.
Certo, Edward era assolutamente il
ragazzo più bello che io avessi conosciuto e il bacio che ci
eravamo scambiati sulla neve mi aveva completamente scombussolata.
Involontariamente la mia mente cominciò a costriure pensieri di
me ed Edward insieme ma non insieme in senso sessuale, ma insieme come
coppia. Per la prima volta da che avevo memoria vedevo un uomo non solo
per divertirmi a letto ma anche come compagno di vita ma quello che
più mi spaventava era che mi stava succedendo con un ragazzo
appena conosciuto.
Quando l'ascensore arrivò
al piano terra mi sentivo le guance in fiamme e vedere Edward bello
come il sole nel suo smoking appoggiato al bancone del bar non fece che
alzare la mia temperatura.
Lui nel momento esatto in cui io
uscii dall'ascensore alzò lo sguardo dal suo bicchiere e mi
sorrise passandosi una mano tra i capelli pettinati all'indietro.
-Sei bellissima.
Mi disse posandomi un bacio sul
collo quando gli fui abbastanza vicino. Tutto attorno a me
vacillò e fui costretta ad aggrapparmi alla sua giacca.
-Anche tu non sei male.
Sorrisi cercando di respirare
regolarmente. Lui mi sorrise ancora e quando cominciavo a pensare che
sarei svenuta da un momento all'altro arrivarono gli altri a salvarmi.
-Bella, sei stupeda. Il tuo abito è bellissimo, ti sta d'incanto.
Alice mi strinse in un caloroso
abbraccio e quando si separò da me fui io a restare incantata di
fronte a lei e Rose. Sembravano due fate, Alice nel suo vestito rosso e
Rosalie nel suo vestito color glicine. Erano davvero divine, altro
chè il mio abito comprato ai grandi magazzini.
La sala del bar si popolò
molto velocemente e il barista cominciò a servire l'aperitivo,
dopo una mezz'oretta ci fecero accomodare nella sala ristorante.
La cena fu lunga e ricca di
portate, quando arrivammo al dolce ero convinta che il vestito mi
sarebbe esploso tanto avevo mangiato. Attendemmo la mezzanotte in
un'atmosfera molto intima nonostante la sala ristorante fosse gremita.
Brindammo l'arrivo del Natale con dell'ottimo champagne e alla fine
Alice propose di passare alla sala da ballo per divertirci un po' prima
di andare a dormire.
Non sapevo se mi andava di
seguirli, io non ballavo, non mi piaceva e non ero capace però
lo sguardo di Edward difronte ai miei tentennamenti mi fece capitolare.
-Ok, vengo con voi.
-Brava Bella. Non è mai tardi per cominciare a ballare.
Jasper conoscendo il mio brutto
rapporto con la danza mi baciò una guancia e prendendomi sotto
braccio ci avviammo verso la sala da ballo. Anche lì c'era
già molta gente intenta a divertirsi e io cercai di sciogliermi
un po', la musica era davvero gradevole, si cominciò con un po'
di musica anni ottanta e con l'andare avanti con la serata ci
avvicinammo agli anni nostri.
Jasper mi trascinò in pista
pur conoscendo la mia totale incapacità nel ballare ma non
appena Edward si portò accanto a me e cominciò a ballarmi
attorno persi completamente ogni freno inibitorio e mi lasciai andare.
Gli portai le braccia attorno al collo e seguii i movimenti del suo
corpo. Sentivo sempre più caldo, ma non solo esteriormente anche
dentro, più Edward si muoveva contro il mio corpo più
desideravo toccarlo e baciarlo, desideravo spogliare il suo corpo e
osservarlo nella sua totale bellezza.
Quando un pezzo più lento
interruppe la musica disco Edward mi passò le mani attorno alla
vita e mi strinse contro il suo corpo. Io lo lasciai fare e presi a
dondolarmi a ritmo di musica ma quando poi lo sentii affondare con il
volto sul mio collo persi completamente la ragione e mi resi conto di
aver bisogno di aria.
-Scusami...
Lo lasciai solo in mezzo alla
pista mentre io guadagnavo l'uscita. Mi fermai quasi ansante solo
quando fui all'aria aperta. Faceva freddissimo e le braccia scoperte si
ricoprirono subito di brividi ma il freddo durò pochissimo
perchè sentii qualcuno posarmi una giacca sulle spalle,
riconobbi immediatamente il suo odore.
-Tutto bene?
Mi chiese abbracciandomi da dietro e facendomi appoggiare la schiena contro il suo petto.
-No, non va tutto bene.
-Qual'è il problema?
Mi chiese posandomi un bacio sulla testa.
-Tu. Tu sei il problema.
Restammo entrambi in silenzio dopo
quelle mie parole, Edward continuava a posarmi baci sulla testa e le
sue mani mi tenevano sempre saldamente contro il suo corpo.
-Da quando Tanya mi ha lasciato non sono più stato interessato a nessuna donna fino a ieri.
Le sue parole mi lasciarono
interdetta. Mi ero resa conto di non essergli indifferente ma da
quì a credere che potesse anche lui essere coinvolto tanto
quanto me mi lasciò stupita.
Lentamente mi voltai verso di lui e fissai i suoi stupendi occhi scintillanti.
-Io non voglio soffrire, ho sempre
avuto paura di questo e forse è proprio per questo motivo che mi
tengo ben lontana da storie serie, anche ora che il mio prof mi ha
detto che sarebbe disposto a lasciare il suo lavoro per me... il solo
pensiero mi sento soffocare. Ma con te è perfettamente
l'inverso, il solo pensiero di separarmi da te mi fa sentire male.
Affondai il viso nel suo petto
dopo avergli rivelato quella cosa. Lui mi strinse ancora di più
poi con una mano mi fece alzare il viso.
-Ho notato che anche con il ballo sei abbastanza incapace come con lo sci e il trekking.
Sorrise e io non riuscii a restare seria.
-Non burlarti di me.
-Mai.
Edward avvicinò le sue
labbra alle mie e capii che quello non sarebbe stato un bacio rubato
come quello sulla neve ma sarebbe stato un vero bacio. Infatti le sue
labbra si modellarono immediatamente contro le mie e come una lenta
coreografia le nostre bocche si aprirono all'unisono lasciando unirsi
le nostre lingue. Lentamente si accarezzarono mentre le mie mani si
portavano tra i suoi capelli, avvertii le sue labbra avvolgere
completamente le mie mentre il mio stomaco si chiudeva in una morsa di
desiderio.
Mi separai da lui per riprendere
fiato ma Edward non la smetteva di lasciare piccoli baci sulle mie
labbra, mi fissava intensamente e sorrise abbagliandomi.
-La senti questa canzone?
Solo in quel momento mi accorsi della musica che si avvertiva fino a lì fuori.
-Si.
-Non credi sia giustissima per questo momento?
-Si, credo di si.
Le note di Could I have this kiss forever arrivavano fino a noi come a fare da sottofondo a quel momento magico.
Over and over I look in your eyes
You are all I desire
You have captured me
I want to hold you I want to be close to you
I never want to let go
I wish that this night would never end
I need to know
Could I hold you for a lifetime
Could I look into your eyes
Could I have this night to share this night together
Could I hold you close beside me
Could I hold you for all time
Could I could I have this kiss forever
Could I could I have this kiss forever, forever
Over and over I`ve dreamed of this night
Now you`re here by my side
You are next to me
I want to hold you and touch you and taste you
And make you want no one but me
I wish that this kiss could never end
Oh baby please
Could I hold you for a lifetime
Could I look into your eyes
Could I have this night to share this night together
Could I hold you close beside me
Could I hold you for all time
Could I could I have this kiss forever
Could I could I have this kiss forever, forever
I don`t want any night to go by
Without you by my side
I just want all my days
Spent being next to you
Lived for just loving you
And baby, oh by the way
Could I hold you for a lifetime
Could I look into your eyes
Could I have this night to share this night together
Could I hold you close beside me
Could I hold you for all time
Could I could I have this kiss forever
Could I could I have this kiss forever, forever
Le parole rispecchiavano
esattamente ciò che desideravo in quel momento, volevo avere
quel bacio per sempre, volevo avere Edward al mio fianco per sempre,
passare ogni notte ed ogni giorni in sua compagnia anche se mi rendevo
conto che era una cosa alquanto impossibile.
-Mi concede questo ballo signorina?
-Molto volentieri.
Prendemmo a muoverci con cautela
sul suolo reso scivoloso dalla neve e tenendoci stretti in
quell'abbraccio ballammo fino a che la musica non terminò. Non
volevo assolutamente separarmi dal suo corpo e quando lo setii
allontanarsi protestai con un lamento.
-Che c'è?
-Voglio restarti vicina.
-Pensavo ad una cosa.
-Cosa?
Chiesi curiosa.
-Che potremmo stare vicini anche in camera mia. Ti va?
Mi va? Era praticamente dal primo
momento in cui avevo posato lo sguardo su di lui senza ancora non
sapere chi fosse che desideravo farlo, ma in quel momento lo volevo
fare solo per puro piacere fisico ora invece sentivo qualcosa di
più, sentivo che volevo unirmi a lui non solo fisicamente ma
anche spiritualmente.
Senza dire una parola Edward mi
prese per mano e mi condusse all'interno dell'holte, ci avvicinammo
agli ascensori senza prenderci il disturbo di avvisare gli altri.
Salimmo al nostro piano restando stretti in un muto abbraccio poi
raggiungemmo la sua camera. Una volta all'interno Edward fece per
accendere la luce ma io lo fermai.
-Non...
-Shhh...
Gli posai un dito sulle labbra e
lasciai cadere a terra la sua giacca che era ancora sulle mie spalle.
Lentamente portai le mie mani alla sua camicia e presi a slacciargli i
bottoni lentamente. Quando arrivai all'ultimo gli sfilai la camicia da
dentro i pantaloni e gliela tolsi. Accarezzai con attenzione il suo
petto ampio, mi gustai il contatto delle mie mani sulla sua pelle
morbida e poi presei a baciargli il petto.
-Bella...
Edward ansimò prendendo ad
accarezzarmi le braccia, quando arrivò alle mie spalle
scivolò sulla schiena e mi abbassò la lampo del vestito.
Lasciai che mi spogliasse che mi conduccesse al letto. Ci sedemmo sul
bordo e riavvicinammo le nostre bocche. Ormai il desiderio di essere
sua era incontenibile. Non osavo pensare a quello che sarebbe successo
una volta finita la nostra vacanza, volevo solo godermi quel momento di
pura magia. Una magia che solo il Natale poteva far accadere.
Lasciai che le sue mani esperte mi
spogliassero completamente e poi lo osservai togliersi gli ultimi
indumenti. Tutto stava succedendo con una delicatezza estrema, anche
quando Edward entrò in me fu talmente delicato e lieve che mi
sembrò che fossimo stati creati solo per quel momento, solo per
fonderci l'uno nell'altra.
Facemmo l'amore per tutta la notte
donadoci completamente e quando alle prime luci dell'alba ormai
stremati per il piacere immenso provato restammo sdraiati sul letto
avvinghiati mi sembrava di non aver fatto null'altro nella mia vita se
non l'amore con Edward.
-Credo di aver scoperto un'altra tua proprietà oltre al non saper ballare e sciare.
Disse Edward mentre con una mano mi accarezzava lentamente la schiena.
-E quale sarebbe?
-Crei dipendenza.
Un sorriso apparve sulle mie labbra e scesi a baciargli il petto lentamente.
-Che faremo una volta che dovremmo tornare alle nostre rispettive vite?
Gli chiesi seriamente preoccupata.
-Troveremo un modo per andare
avanti. E sai, anche a Los Angeles c'è l'università,
più di una. Potresti finire gli studi lì, sai c'è
sempre il sole.
Felice per quelle parole mi sollevai per baciargli le labbra.
-Non dire queste cose potrei prenderti sul serio.
-Mai stato più serio di così. Ti voglio nella mia vita Bella.
-Anche io.
Baciai ancora Edward aderendo al
suo corpo, sapevo bene che le cose sarebbero state complicate, che non
potevo solo tornare a casa, fare le valigie e trasferirmi a Los Angeles
ma con la consapevolezza che Edward provava per me lo stesso sentimento
che io provavo per lui mi rendevo conto che saremmo riusciti a stare
insieme.
Forse non sarebbe durato per
sempre il nostro rapporto, forse seguire il mio istinto si sarebbe
rivelato per l'ennesima volta un gravissimo errore ma era la mia
natura, non potevo ignorare il mio istinto e il mio istinto in quel
caso mi diceva di non lasciarmi scappare Edward e non lo avrei fatto.
Spero che questa storia nata un
po' così alla svelta vi sia piaciuta. Un grazie a chi mi ha
dedicato un po' del suo tempo per leggerla. Un bacione!!!
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