Cap: Alla ricerca di Sakura
Pov
Naruto
Correvo,
correvo a più non posso. Correvo annusando l’aria alla ricerca di qualche
traccia dell’odore di Sakura.
Era
forte, talmente tanto che cominciai a capire, che il mio olfatto si era
sviluppato in modo tale da sentire gli odori a chilometri di distanze.
Sapevo
che i miei sensi aumentavano con l’ausilio della volpe a nove code, ma mai era
successo che il loro aumento fosse di quelle proporzioni.
Kyuubi mi
stava aiutando, ma non perché gliel’avessi ordinato io, ma perché voleva. Lo
voleva più di se stesso, cosa che mi lasciò perplesso. Sakura non gli era mai piaciuta,
anzi sapevo che la odiava, ma il suo desiderio di trovarla sana e salva era
quanto il mio.
Nonostante
la stranezza, non ci diedi peso. In quel momento la mia priorità era un’altra.
Accanto
a me vi era Sasuke. Mi sembrava quasi di essere
tornato indietro nel tempo, quando eravamo solo dei semplici ragazzini, in
cerca di avventura. Non mi era più capitato di lavorare con lui, non lo avevo
mai permesso. Mi ero sempre rifiutato, per quel rancore nei suoi confronti e
che cercavo di nascondere a tutti, me compreso.
Ora
invece mi sentivo sollevato della sua presenza, perché per quanto mi avesse fatto soffrire, sapevo che era
cambiato e che su di lui potevo contare. Era uno dei pochi ninja di cui mi
fidavo, insieme a Shikamaru e Kakashi.
Mi
sono sempre guardato dal farglielo capire, anzi gli ho sempre detto il
contrario per non fargli montare la testa.
Nonostante
mi sentissi sollevato, allo stesso tempo lo odiavo, perché era stato lui a
convincermi ad accettare Sakura e il bambino, facendomi provare una felicità
che mai avrei pensato di provare e ora tutto poteva finire come niente. Se mi
fossi tirato indietro e non avessi accettato quel bambino che speravo di
salvare, forse Sakura mi avrebbe odiato per sempre e io non avrei mai stretto
fra le braccia quel bimbo, ma almeno sarebbero rimasti al sicuro dalle grinfie
di Kabuto. Anche se…non era
detto. In tutti quei mesi mi ero confidato con Shikamaru,
gli avevo detto tutto, ogni singola mia incertezza e paura. Mia e quella di
Sakura. Aveva molte informazioni da utilizzare contro di me e anche se non
avessi detto sì a Sakura, venendo a sapere della gravidanza di mia moglie, l’avrebbe
comunque catturata.
Strinsi
i pugni talmente forte per la rabbia da
far fuori uscire del sangue. Ero arrabbiato con me stesso. Mi accusavo di non
essere stato in grado di proteggere la mia Sakura e di non aver riconosciuto un
impostore, permettendoci di salvare prima il mio compagno…sempre
se Kabuto non lo aveva già ucciso.
Se Shikamaru mi avrebbe odiato a vita, non gli avrei dato
torto. Se lui si fosse trovato al mio posto, avrebbe di sicuro capito l’inganno.
Ma io non sono un genio, non posso vantarmi di avere un quoziente intellettivo
superiore alla norma, anzì spesso sono arrivato a
pensare di essere veramente stupido e non in senso figurativo. I miei amici mi
hanno sempre chiamato testa quadra, per offendermi o per prendermi in giro perché
sapevano che mi faceva arrabbiare, ma forse abebano
ragione.
Anche
Kyuubi lo diceva, l’unico a non pensarlo ero io.
“Non
sei stupido, ti comporti solo come se lo fossi!” mi disse una voce che mi portò
alla realtà.
“Da
quando sai leggere nella mente?” chiesi seccato a Sasuke.
“Se
non sbaglio sono già entrato nella tua mente, qualche anno fa, mettendo a
cuccia la volpe!”
Annuii
“Si, e ti pregerei di smetterla!”
“Come
vuoi, ma se davvero vuoi continuare a deprimerti, rinuncia all’idea di salvare
Sakura!”
Lo
guardai a occhi sgranati, stupendomi di quanto mi avesse detto.
“Oppure
datti da fare. Ti dirai quanto sei patetico una volta che avrai messo Sakura e
tuo figlio in salvo!” disse infine.
Annuii
nuovamente. C’era voluto di nuovo Sasuke per farmi
svegliare. Tutti mi consideravano un grande ninja, capace di imprese
straordinarie, ma la verità e che non sarei niente senza i miei amici, che
fanno di me quello che sono.
Pov
Sasuke
Ero
preoccupato, non solo per Sakura, ma anche per Naruto.
Lo
vedevo correre senza sosta e guardarsi intorno in cerca di un indizio che la
conducesse alla nostra compagna.
Mai
mi era sembrato così indifeso come in quel momento. Sarebbe stato pronto a tutto
pur di portare in salvo la sua famiglia, ma nei momenti disperati ha sempre
agito di impulso, peggiorando la situazione, o recando danni ingenti alla sua
persona. Vedevo i suoi occhi rossi e quando incrociai il suo sguardo, capii che
non era Naruto in quel momento, ma era Kyuubi. Lui si era “perso” nei suoi pensieri e vedendo le
mani stringersi, capii che stava affrontando una lotta interiore.
Intervenni
per svegliarlo e cercare di dargli maggiore coraggio, perché sapevo che in quei
momenti si poteva anche perder la testa e sprofondare nel buio più assoluto.
Mi
sentii sollevato quando lo vidi tornare se stesso, e i suoi occhi da rossi
tornare azzurri.
Continuammo
a correre, finchè non mi fece cenno di fermarmi.
Giungemmo
davanti a una parete ripida alta diversi metri. Avremmo dovuto scalarla per
continuare le nostre ricerche, ma dal comportamento di Naruto
capii che non sarebbe stato necessario. Le tracce terminavano li, non ci
restava che trovare l’entrata a quello che, molto probabilmente, si sarebbe
rivelato il nascondiglio di Kabuto.
Fu
in quel momento che adoperai lo sharingan, in modo
tale da trovare qualche indizio per aprire qualche sorta di porta, ma fu il mio
appoggiarmi ad una roccia per caso, ad aprirci il varco.
Certe
cose le diresti possibili solo nei libri. Era troppo semplice o forse non lo
era affatto. Probabilmente Kabuto prevedendo che
avremmo fatto chissà che cosa pur di entrare, ha messo l’interruttore per
aprire la porta nel posto più banale, dove non avremmo mai guardato.
Tutto
si presentò buio ai nostri occhi e la poca luce lunare di certo non ci aiutava
nella visione.
Per
quanto mi riguarda riuscivo a destreggiarmi bene per quei cunicoli bui e sudici,
grazie alla mia arte oculare, ma Naruto andò a
sbattere più volte contro qualche roccia spigolosa, insultandomi per non averlo
avvertito.
“Se
solo la smettessi di andare avanti senza darmi il tempo di esaminare bene la
situazione!” dissi irritato, se avesse avuto solo un attimo di pazienza,
saremmo giunti da Sakura in un batter d’occhio, ma chiedere a Naruto di aver pazienza era una cosa impossibile da
pretendere.
Percorremmo
quei corridoi per circa un quarto d’ora, prima di giungere a una grande stanza,
illuminata da torce, dove c’era la prigione in cui Sakura e Shikamaru
erano rinchiusi.
Pov
Shikamaru
Quei
mesi rinchiuso in quella cella buia e sporca, erano per me stati i più
terribili della mia vita. È vero che non
ero costretto a svolgere chissà quale seccante missione o faccenda di
casa impostami da Temari, ma in quei momenti avrei
tanto dover fare quelle seccanti commissioni e sentire mia moglie urlarmi
dietro che ero un incapace e buono a nulla.
Il
miei primi pensieri quando mi risvegliai in quella cella e scoperto il piano di
Kabuto, andaro proprio a Temari e a nostra figlia. Temevo per la loro sorte. Quell’impostore
avrebbe potuto fare loro qualsiasi cosa, senza che io avessi potuto fare niente
per impedirlo. Quando Sakura mi disse che stavano bene entrambe, mi sentii come
libero da un peso che mi stava schiacciando e soffocando.
Cercai
invano di liberarmi dalla mia prigione. Oltre a essere incatenato e ad avere
poca possibilità di movimento, la perenne ombra di quel luogo mi impediva di
usare la tecnica dell’imprigionamento dell’ombra, tecnica per il quale il mio
clan era conosciuto.
Mi sarebbe
tornata molto utile in quella circostanza, ma Kabuto
era stato furbo a mettermi nella zona buia della grotta, dove luci che
formavano ombre da manipolare non arrivavano.
Ora
ero libero grazie a Sakura, ma ero troppo stanco per ricorrere al chakra. Ci provai, ma senza successo.
Mi
sentivo un peso inutile e questo senso di impotenza non scomparve quando Sakura
cercò di incoraggiarmi.
La
guardai stupito e in certi aspetti mi sembrava di vedere mia moglie. Come
diavolo facevano le donne ad avere una tale forza? Solitamente siamo noi uomini
a proteggere e incoraggiare le donne, ma nel nostro villaggio sembrava quasi il contrario, perché le nostre kunoichi, non avevano bisogno di protezione, sapevano
cavarsela da sole, anche in condizioni critiche come quella in cui si trovava
Sakura, perché essa era veramente in una pessima situazione, perché i primi
dolori delle doglie si erano fatti sentire.
Entrai
nel panico. Non sapevo un accedente di medicina e di come fare nascere un
bambino, perché se la situazione non cambiava, avrei dovuto pensarci io a mettere
al mondo il figlio di Naruto.
Cercai
di tranquillizzare Sakura, era spaventata, ma infondo come darle torto?
Sakura
cercava di respirare per calmare il dolore, ma da quanto vedevo, era inutile e
le pietre che prendeva in mano, venivano sgretolate come se niente fosse.
Mi
accorgevo anche che cercava di non urlare per non attirare l’attenzione di Kabuto. Se quel lurido verme avesse scoperto che era in
procinto di partorire, chissà cosa avrebbe fatto.
Una
voce che sussurrava il mio nome, mi fece voltare verso la porta della prigione.
“Cosa
diavolo ci fate qui? Siete forse impazziti?!”
“Vogliamo
aiutare Naruto-sensei a liberarvi!” disse Eichi.
“N-Naruto? è qui?” disse Sakura speranzosa.
Miiko
annuì mentre con una forcina cercava di aprire il lucchetto della prigione. “Che
strano! Siamo entrati dopo il sensei in questo postaggio, eppure non è ancora arrivato!” disse la
ragazzina.
“Si
saranno persi nei vari cunicoli!” disse Sora con il byakugan
attivo. Se Naruto era davvero nel covo, non aveva
avuto la possibilità di trovarci subito, come era stato possibile per Sora.
“Lo
vedo!” disse improvvisamente “Manca poco
e sarà qui!”
“Lieto
di sentirvelo dire, mocciosi!”
Una voce
a noi purtroppo nota, ci colse di sorpresa, sbattendo anche gli allievi di Naruto in prigione con noi, lasciando dei serpenti a
guardia della situazione.
“Oh,
vedo che fra poco, avremo un nuovo piccolo ospite!” disse guardando Sakura con
un ghignò.
“Potrebbe
essere divertente. Chissà che faccia farebbe Naruto
se uccidessi il suo bambino appena esso avrà messo piede al mondo!”
Lo
guardai in cagnesco, ma mai quanto Sakura.
“Tu
non torcerai u-un c-capello al nostro...” Sakura non
riuscì a terminare la frase che un’altra contrazione, più forte delle
precedenti la colse.
“Cosa
stavi per dire? Di non fare del male al tuo marmocchio? Divertente. Pensi di
fermarmi tu?” disse divertito Kabuto.
“Non
sarà necessario, ci penserò io a eliminarti in un modo atroce, Kabuto!”
Nessuno
poté fare a meno di urlare il suo nome “Naruto!”